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Discussione: L'anno paolino

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    Predefinito L'anno paolino

    Questo giovedì Benedetto XVI inaugurerà l’Anno di San Paolo

    Nella Basilica di San Paolo fuori le Mura


    CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 27 giugno 2007 (ZENIT.org).- Questo giovedì pomeriggio, vigilia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI indirà ufficialmente l’Anno Paolino presiedendo i Primi Vespri nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura.

    L’evento, che celebra il bimillenario della nascita dell’Apostolo delle Genti, inizierà il 29 giugno del prossimo anno per concludersi il 29 giugno del 2009.

    Promotore dell'iniziativa è stato l’Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo.

    Parlando all’emittente pontificia, il porporato ha detto che negli ultimi due anni, da quando è Arciprete della Basilica, ha pensato e cercato “una qualche data che potesse aiutarci a fissare una celebrazione particolare, sia per la figura di San Paolo e particolarmente per l’insegnamento di San Paolo, che avesse un valore per tutta la Chiesa cattolica”.

    “Dicono gli esperti di Sacre Scritture che San Paolo doveva avere più o meno una decina di anni meno di Cristo, quindi la sua nascita si colloca tra l’anno 7 e l’anno 10 dell’era cristiana”, ha spiegato.

    “Ho pensato: perché non celebrare un bimillenario? Così ho chiesto al Santo Padre se non ritenesse che potesse essere di un certo interesse, per tutta la Chiesa cattolica, indire una celebrazione bimillenaria, cioè un anno dedicato alla vita, alla figura, all’insegnamento e all’attività di San Paolo”.

    Il Papa, ha proseguito il Cardinale, “ha accolto ciò con molto interesse, ha promesso prima di pensarci e dopo mi ha comunicato che era sua intenzione indire l’Anno Paolino”.

    Il programma previsto comprende “un anno di preparazione, indetto adesso, un anno di celebrazioni ed eventualmente un terzo anno”.

    “Tra gli appuntamenti finora già stabiliti c’è un Colloquio paolino, che da diverso tempo si celebra ogni due anni e ha un carattere ecumenico”, ha spiegato.

    “Pensiamo di promuovere dei programmi di carattere liturgico in Basilica, dei cicli di preghiera, di organizzare sempre meglio – e più ancora di quanto già si faccia – pellegrinaggi da tutto il mondo alla Basilica di San Paolo, di promuovere anche pellegrinaggi che girino il vicino Oriente, le piste di San Paolo, per studiare tutti quei luoghi della Terra Santa che sono così ben chiaramente definiti”, ha aggiunto.

    “Pensiamo anche a dei programmi culturali da celebrarsi nella Basilica o nelle adiacenze della Basilica o anche altrove e di promuovere, di lanciare dei concorsi per studi particolari o particolari pubblicazioni o anche per opere musicali o cose del genere”.

    Parlando di ciò che colpisce di più nella fede di San Paolo, il Cardinale ha ricordato “la profondità, la sicurezza e l’ampiezza della sua fede, che ha saputo trasmettere con grande forza, con grande vigore e questo senso di apertura al mondo”.

    San Paolo, che ha in sé un forte “senso della universalità”, “è proprio l’Apostolo delle genti, quello che può veramente farci approfondire sempre di più la fede in Cristo, che è una ed una sola e deve portarci all’unità di tutto il gregge cristiano”.

    Al giorno d’oggi, secondo il Cardinale, il grande Santo annuncerebbe il Vangelo “con parole e una lingua più moderna”, ma “la forza del contenuto sarebbe quella”.

    Quanto alla tomba di San Paolo, riportata recentemente alla luce nella Basilica, il Cardinale Cordero Lanza di Montezemolo ha spiegato che “scavando dalla parte dell’ipogeo, aprendo una finestra di circa 70 cm, siamo arrivati al fianco del sarcofago, che oggi è visibile” e “sistemato con una grata e un’opportuna illuminazione in modo che i fedeli possano vedere il fianco del sarcofago di San Paolo, che è di marmo di Carrara molto grezzo, non lucidato”.

    “Non ha iscrizione, non ha nulla, ma è sicuro che da venti secoli quello è il fianco del sarcofago della tomba di Paolo”, ha concluso.

    Fonte: Zenit, 27.6.2007

  2. #2
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    IL SUCCESSORE DI PIETRO ANNUNCIA UNO SPECIALE ANNO GIUBILARE
    PER IL BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI PAOLO

    ANNO PAOLINO

    28 giugno 2008 - 29 giugno 2009




    Nella Basilica Ostiense, nel pomeriggio di giovedì 28 giugno, Benedetto XVI ha annunciato che all'Apostolo San Paolo sarà dedicato uno speciale Anno giubilare - dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009 - in occasione del bimillenario della sua nascita, dagli storici collocata tra il 7 e il 10 dopo Cristo. Il Successore di Pietro ha dato questo storico annuncio durante l'omelia dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Era presente anche la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
    Questo "Anno Paolino" - ha affermato Benedetto XVI - potrà svolgersi in modo privilegiato a Roma dove da venti secoli si conserva, sotto l'altare papale della Basilica, il sarcofago che custodisce i resti dell'Apostolo delle Genti. Presso la Basilica e presso l'attigua Abbazia Benedettina si svolgeranno dunque una serie di eventi liturgici, culturali ed ecumenici - come pure iniziative pastorali e sociali, pellegrinaggi, convegni di studio, speciali pubblicazioni - ispirati alla spiritualità paolina. Analoghe iniziative saranno intraprese in tutto il mondo laddove ci sono luoghi e realtà legati, in vario modo, alla figura e all'insegnamento di Paolo. Particolare rilievo in questo Anno dovrà essere dato alla dimensione ecumenica.

    Fonte: L'Osservatore Romano, 30 Giugno-1 Luglio 2007

  3. #3
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    Predefinito Anno paolino. Iniziative ed avvenimenti

    Avvenimenti e iniziative per l’Anno Paolino

    Parla il coordinatore delle celebrazioni per il bimillenario di San Paolo


    ROMA, venerdì, 5 ottobre 2007 (ZENIT.org).- L’Anno Paolino si aprirà a Roma il 28 giugno del 2008 e si concluderà il 29 giugno del 2009. Si tratta di un piccolo Giubileo per ricordare e celebrare il bimillenario di San Paolo, che insieme a San Pietro è uno dei martiri che ha fondato e dato vita alla Chiesa cristiana.

    Per l'occasione la Chiesa cattolica sta preparando un programma di eventi straordinari nei campi dell’ecumenismo, della liturgia, della preghiera, dell’arte, della storia, dell’archeologia, della pastorale e dei pellegrinaggi.

    Per approfondire e conoscere il programma di questo evento straordinario, ZENIT ha intervistato padre Olivier Plichon, coordinatore dell’Anno Paolino e stretto collaboratore del Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura.

    Padre Plichon ha raccontato che quando il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo presentò l’idea alla Segretaria di Stato, il Cardinale Angelo Sodano la espose immediatamente al Santo Padre, il quale la accolse con vivo interesse e diede disposizioni per definire le date di inizio e fine dell’Anno Paolino.

    “Non sappiamo esattamente in quale anno è nato San Paolo - ha spiegato padre Plichon -, ma gli esperti dicono che la data è compresa tra il 5 e il 10 dopo Cristo. Si tratta quindi di un piccolo Giubileo per il bimillenario della nascita di San Paolo”.

    Come indicato dal Pontefice Benedetto XVI ai Vespri della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura in occasione della festa di san Pietro e Paolo, l’evento avrà un carattere eminentemente ecumenico.

    La Basilica di San Paolo attualmente accoglie mediamente tra duemilacinquecento e quattromila pellegrini al giorno.

    Per facilitare l’organizzazione dei viaggi e diffondere la conoscenza del programma paolino, sono in allestimento due siti Web. Il primo, all’interno del sito del Vaticano, simile a quello sulla Basilica di Santa Maria Maggiore; il secondo, presenterà la storia della Basilica di san Paolo fuori le Mura, la vita di san Paolo, e tutti i possibili contatti.

    Nel sito specifico dell’Anno Paolino sarà possibile vedere il programma generale, scaricare il filmato che ritrae il Pontefice in Basilica, fare una prenotazione ecc. Questo secondo sito sarà collegato con l’Opera Romana Pellegrinaggi per la parte tecnica, cioè viaggi aerei, treni, navi, alberghi, ecc., e dovrebbe andare “online” durante il mese di ottobre.

    Il programma è suddiviso in cinque grandi linee.

    La prima fa riferimento al programma religioso generale. In termini di cerimonie pontificie il Papa dovrebbe presenziare l’apertura e la chiusura dell’Anno Paolino. Nella Basilica, a sinistra della grande porta centrale, si aprirà la Porta Paolina.

    Padre Plichon ha spiegato che “per la Chiesa cattolica l’olio rappresenta la preghiera della comunità che alimenta la fiamma di amore verso Dio”. Alla luce di questa considerazione, si è pensato di porre nel Quadriportico, in particolare nel Nartece, un braciere a fiammelle multiple, gestito dai monaci che l’accenderanno al mattino per spegnerlo ai Vespri.

    I pellegrini potranno acquistare delle ampolle di cera liquida per alimentare questa fiamma. Inoltre, si provvederà a rendere disponibile per i fedeli delle piccole lampade, sempre alimentate a cera liquida, che potranno essere portate a casa e accendendole aprire un legame simbolico con la fiamma della Basilica.

    Tale iniziativa potrà essere estesa anche alle comunità cristiane, non cattoliche nei luoghi attraversati da San Paolo: Tarso, Efeso, Malta, ed invitare i delegati di queste comunità alla cerimonia di apertura dell’Anno Paolino.

    La seconda parte del programma è dedicata all’aspetto liturgico ed ecumenico.

    Ogni martedì e giovedì pomeriggio si svolgerà una liturgia particolare alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Ogni pellegrino potrà passare attraverso la Porta Paolina, acquistare l’olio per il braciere, fare la visita della Basilica, pregare sulla tomba e di fronte alle catene di San Paolo, confessarsi, comunicarsi, partecipare alla messa a e all’ufficio dei vespri per ricevere l’indulgenza plenaria.

    Sarà possibile andare nella zona della riconciliazione della Basilica con confessori che parlano in sei lingue (italiano, spagnolo, francese, inglese, tedesco e portoghese).

    Nella navata sinistra della Basilica si prevede una zona espositiva, con una mostra illustrativa riguardante: i viaggi di San Paolo, gli scavi, le lettere di san Paolo, la storia della Basilica, i francobolli commemorativi, ecc.

    In occasione dell’Anno Paolino, ci saranno alcune giornate speciali, legate alle vicende e all’ideale missionario di San Paolo. Per esempio, si pensa già ad una giornata per le parrocchie romane. Particolarmente importanti saranno le giornate della Settimana per l’Unità dei Cristiani.

    La terza linea di programma riguarda l’aspetto culturale ed artistico.

    Durante l’Anno Paolino verrà organizzato un ciclo di conferenze per l’aspetto esegetico, storico teologico e filosofico della vita e delle opere di San Paolo.
    Sono inoltre previsti dodici incontri organizzati in forma divulgativa per il grande pubblico.

    La domenica mattina durante la messa ci sarà un’omelia particolare dettata da un Cardinale.

    Sotto l’aspetto culturale saranno organizzati concerti di alto livello, nel merito la Domenica di Pasqua è previsto l’esecuzione della Sinfonia n° 2, “La Resurezzione” di Gustav Mahler diretta dal maestro Zubin Mehta, mentre per l’apertura dell’Anno Paolino e prevista l’esecuzione di “Il Messia” di Haendel (Orchestrazione di Mozart) diretta da Lorin Maazel.

    Per i pellegrini verrà elaborato un itinerario paolino che ripercorrerà all’interno di Roma tutti i luoghi legati alla vita di San Paolo o al suo ricordo, in particolare: la Basilica di San Paolo fuori le Mura; la Basilica di San Pietro; la chiesa di san Paolo alla Regola (dove molto probabilmente Paolo risiedette); la Basilica delle Tre Fontane (dove si racconta che San Paolo venne decapitato); le chiese dei Santi Cosma e Damiano, Santa Pudenziana, Santa Prassede (dove sono visibili mosaici raffiguranti San Paolo); San Pietro in Vincoli (dove sono conservate le catene di San Pietro).

    Tale itinerario paolino potrà essere percorso sia a piedi che eventualmente in autobus o in pullman, secondo accordi che verranno presi con le società di trasporto.

    L’Opera Romana Pellegrinaggi sta valutando la possibilità di organizzare una crociera sui luoghi visitati da San Paolo. In questo contesto è possibile immaginare anche un viaggio tra Siracusa e Roma sulle orme del viaggio dell’Apostolo delle Genti.

    Per i giovani si è pensato un pellegrinaggio tra Basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le Mura con un percorso sul lungotevere con momenti di meditazione e di preghiera.

    Infine l’ultima parte del programma è dedicato agli aspetti mediatici, editoriali.

    Verrà stampato un nuovo depliant illustrativo della Basilica di San Paolo fuori le Mura, si pensa anche alla possibilità di stampare un bollettino mensile con tutte le notizie riguardanti l’Anno Paolino.

    Il Vaticano sta predisponendo l’emissione di un francobollo e di una medaglia commemorativa.

    Per sviluppare la conoscenza di San Paolo, si sono presi contatti con alcune case editrici per la stampa di alcuni volumi dedicati ai bambini e una nuova edizione delle Lettere dell’Apostolo delle Genti e degli Atti degli Apostoli.

    I Monaci Benedettini prepareranno la “Lectio Divina” sugli 87 capitoli delle Lettere di San Paolo.

    Chi fosse interessato all’Anno Paolino potrà consultare il sito web della Basilica che sarà online durante il mese di ottobre.

    Fonte: Zenit, 5.10.2007

  4. #4
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    A colloquio con Romano Penna

    Alle origini della nostra contemporaneità

    Nicola Gori


    Non "un semplice anniversario" ma un'occasione per riscoprire "una straordinaria figura delle origini cristiane, che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della Chiesa e che ha sempre qualcosa di nuovo da dire agli uomini e alle donne di ogni tempo". È questo il significato dell'anno paolino secondo Romano Penna, docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense e docente invitato alla Pontificia Università Gregoriana. Tra i massimi studiosi della figura dell'apostolo delle genti, Penna evidenzia in questa intervista a "L'Osservatore Romano" alcuni tra gli aspetti più attuali del messaggio paolino.

    Che cosa può offrire il pensiero di san Paolo all'umanità e alla Chiesa del nostro tempo?

    Attraverso Paolo il cristiano può ritrovare la dimensione della contemporaneità con le sue origini. Io vedo l'attualità dell'apostolo anzitutto nella sua adesione totale a Gesù Cristo. Che non è un fatto scontato, perché secondo Paolo aderire a Cristo significa rinunciare ad altre cose: nel caso specifico, rinunciare all'affermazione di sé di fronte a Dio. Questo è il dato fondamentale, che anche Lutero a suo tempo ha riscoperto e riaffermato in termini molto forti e polemici. Rinunciare all'affermazione di sé significa fare spazio alla grazia, significa rinunciare ad ogni presunzione, ad ogni pretesa, e affermare la propria umiltà di fronte a Dio.
    Un secondo dato è quello della comunione ecclesiale. Il cristiano non vive da solo, ma in una comunione che è fatta di Gesù Cristo. La definizione paolina della Chiesa come Corpo di Cristo è sua ed è solo sua. All'inizio del cristianesimo nessuno ha definito così la Chiesa. Questo può avere un impatto oggi, nel senso che il cristiano è chiamato a vedersi assolutamente in relazione con Gesù Cristo - Colui che dà il senso dell'essere Chiesa - ma anche in relazione con tutti gli altri. Noi siamo membra di un corpo, come scrive l'apostolo nella prima lettera ai Corinzi, al capitolo 12. La nostra identità è costruita sulla base di Gesù Cristo, ma anche sulla base di una comunione vicendevole. Questo è anche uno degli aspetti che più ha contribuito all'originaria affermazione del cristianesimo in una società dove l'aspetto comunionale era carente.
    Un terzo elemento è forse quello che comunemente è indicato come l'aspetto più tipico di Paolo: la sua dedizione ad extra, all'annuncio e alla testimonianza del Vangelo, a rendere presente il messaggio cristiano nella società. Egli ha speso la vita per questo. Pensiamo ai suoi viaggi. C'è un celebre brano nella seconda lettera ai Corinzi che fa riferimento alle fatiche, alle incomprensioni, alle ostilità. Su tutto ciò c'è un impegno fondamentale, straordinario, ribadito nella prima lettera: "Guai a me se non predicassi il Vangelo!". Questa è la sua vita, in una società in cui non risulta che da parte giudaica vi fosse una missione specifica. Paolo, pur essendo giudeo, si dedica totalmente ad annunciare il Vangelo.

    In questo senso, l'insegnamento paolino è un ostacolo o un incoraggiamento al cammino ecumenico?

    Nella storia della Chiesa l'apostolo è stato un motivo di discussione più con le comunità ecclesiali nate dalla Riforma che con le Chiese ortodosse. Nell'occidente Paolo è stato un fattore diacritico, cioè di contestazione. La sua figura è molto più presente nel dialogo ecumenico con le comunità riformate, perché Lutero ha condotto la sua battaglia in nome di Paolo. Sia pure alla lunga, ciò ha favorito la sua riscoperta all'interno della Chiesa cattolica. Ritengo che il Concilio Vaticano II in realtà sia stato ampiamente caratterizzato, se non proprio dominato, dalla riscoperta del paolinismo, vale a dire dalla riscoperta della fede pura, nuda di fronte a Dio, dell'impegno apostolico, della dimensione comunionale della Chiesa.

    Il tema della risurrezione di Cristo è centrale nel pensiero paolino. Può spiegarcene il significato?

    Per Paolo è fondamentale la risurrezione di Cristo, perché essa porta lui e i cristiani a riscoprire di più il valore della morte di Cristo. Se l'apostolo parla due volte della risurrezione di Cristo, parla tre volte della morte di Cristo. Questo è straordinario ed è importante, perché significa che la morte di Cristo non va intesa solo come un punto di passaggio. Essa è invece il tesaurus Ecclesiae. Il tesoro della Chiesa è nel sangue di Cristo, nella morte di Cristo, che la sua risurrezione ha portato a riscoprire nella sua fecondità, nella sua valenza straordinaria. Se Cristo non fosse risorto, la morte di Cristo sarebbe stato un episodio banale. Il paolinismo non vede nella sofferenza di Cristo un esempio per noi. Vede nella sofferenza e nella morte di Cristo una dimensione di fecondità intrinseca, di salvezza, per cui addirittura Paolo arriva a dire che noi siamo morti con Cristo: non che noi dobbiamo morire come Cristo, ma che noi già siamo morti con Cristo e questa morte è feconda di vita.

    Che posto occupa la carità negli scritti paolini?

    La carità vuol dire amore gratuito. Ci sono due testi fondamentali in Paolo: uno è forse quello meno noto, Romani 8, 31-39, che parla dell'amore di Dio, della carità e quindi dell'agape. L'amore gratuito di Dio che scende verso di noi è fondamentale. Ciò che fa l'essenza del Vangelo è che noi siamo destinatari di un amore gratuito: non perché siamo bravi, ma perché siamo peccatori. Dio ci ama per questo. E poi c'è l'altra pagina, che forse è la più celebre, quella della prima lettera ai Corinzi, al capitolo 13, il cosiddetto inno alla carità. Si dovrebbe considerare piuttosto un encomio: non è un inno propriamente detto, come forma letteraria, ma è un encomio, un elogio, una celebrazione dell'agape. Essa nel testo è in forma assoluta, non è neanche specificata. Qui non si dice se si tratti dell'amore di Dio per noi o del nostro amore per Dio o dell'amore tra di noi. È proprio l'agape, che è il valore assoluto del cristiano. Nel contesto epistolare, si deve intendere soprattutto come amore vicendevole, però qui è usato in forma assoluta. Se io non ho l'agape, non sono niente.

    Fonte: L'Osservatore Romano, 19 dicembre 2007, p. 8

  5. #5
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    sinceramente questa cosa dell'anno paolino mi entusiasma molto

  6. #6
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    Inno per l'Anno Paolino

    CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 24 gennaio 2008 (ZENIT.org).- "Se sieti risorti con Cristo" è il titolo dell'Inno per l'Anno Paolino, composto da padre Johannes Paul Abrahamowicz, Priore dell'Abbazia di S. Paolo fuori le Mura, e ispirato dalla vita di preghiera e di attività pastorale a pochi metri dalla tomba dell'Apostolo delle Genti.

    A rivelarlo è stato il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica papale di S. Paolo fuori le Mura, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Anno Paolino (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009), tenutasi in Vaticano il 21 gennaio.

    Il testo fa riferimento alla lettera ai Romani e ai Colossesi. La melodia è facile da cantare, sia ad una voce sia a tre voci, e può essere accompagnata da vari strumenti come organo, chitarra, ecc.

    La musica e il testo in varie lingue sono disponibili sul sito dell'Abbazia: http://www.abbaziasanpaolo.net.

    Fonte: Zenit, 24.1.2008

  8. #8
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    Un Anno Paolino per risvegliare il senso dell'identità cristiana

    Parla monsignor Luigi Padovese, Vicario apostolico dell'Anatolina

    di Antonio Gaspari


    ANKARA, venerdì, 8 febbraio 2008 (ZENIT.org).- In una intervista rilasciata a ZENIT, monsignor Luigi Padovese, Vicario apostolico dell'Anatolia e Presidente della Conferenza Episcopale Turca (CET), ha illustrato i programmi e le finalità del giubileo paolino (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009) indetto dal Pontefice Benedetto XVI.

    Monsignor Padovese ha spiegato che “c’è un gran movimento per organizzare i viaggi dei pellegrini e del turismo nei luoghi paolini, ma la componente religiosa è quella trainante. La finalità è di risvegliare nei cristiani di Turchia e del mondo la coscienza della propria identità”.

    Il Vicario apostolico dell’Anatolia, che è anche un grande studioso della Chiesa delle origini, ha rilevato che San Paolo “ha dato un respiro universale alla realtà cristiana ed h messo in evidenza che il cristianesimo è novità più che continuità”.

    “Perché – ha aggiunto il presule – come diceva Tertulliano 'cristiani non si nasce ma si diventa' e Paolo ci aiuta a capire dove siamo e chi siamo. Paolo ricorda l’identità cristiana”.

    “Non si tratta solo della continuità della religione giudaica – ha continuato il Presidente della CET – i legami ci sono e vanno riconosciuti, però, l’incarnazione è un salto qualitativo enorme”, così come va al di là di ogni immaginazione “lo scandalo della Croce e la Resurrezione”.

    Secondo monsignor Padovese, il giubileo paolino “è un'occasione per far conoscere ai cristiani di tutto il mondo l’importanza dell’apostolo Paolo”, con particolare riferimento alla storia della sua missione svolta in Turchia.

    “In quei tempi – ha ricordato il Vicario apostolico – questa zona era più florida e ricca, un punto di incontro per culture, popoli e religioni che ha permesso l’inculturazione e l’espansione del cristianesimo”.

    L’Anno Paolino ha anche una grandissima valenza di carattere ecumenico. A questo proposito il Presidente della CET ha raccontato a ZENIT dell’incontro che si è svolto a Tarso il 25 gennaio scorso.

    Alla messa solenne svoltasi nella chiesa trasformata in museo, hanno concelebrato insieme a monsignor Padovese, il Vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, monsignor Gregorios Melki Urek, Vescovo siriaco di Adiyaman e monsignor Joseph Amis Abi Aad, Vescovo maronita di Aleppo.

    Era presente anche un gruppo di 16 religiosi francescani e tre sacerdoti secolari della provincia di Foggia, due segretari di Vescovi e diversi sacerdoti locali. Presenti anche diverse religiose e un gruppo numeroso di fedeli.

    Nel pomeriggio si è svolta la preghiera ecumenica per l'unità dei cristiani a cui si sono aggiunti sacerdoti della Chiesa ortodossa, il pastore evangelico di Adana, e un vasto gruppo di fedeli proveniente da Mersin, Adana e Iskenderun.

    Ed è proprio per dare un ulteriore impulso al dialogo ecumenico che la CET ha voluto coinvolgere anche le altre chiese nella preparazione dell’Anno Paolino. In questo contesto monsignor Padovese ha incontrato il Patriarca Bartolomeo I, il Matriarca armeno Mutafyan e il Metropolita siro ortodosso di Istambul.

    Le autorità turche si sono dette molto interessate all’Anno Paolino, “anche se – ha rilevato il Vicario Apostolico –, non hanno dato risposta alla richiesta di costruire una chiesa a Tarso dedicata a San Paolo”.

    La richiesta avanzata per la prima volta dall’Arcivescovo di Colonia, il Cardinale Joachim Meisner, è stata riproposta da monsignor Padovese, ma le autorità non si sono ancora pronunciate.

    Il Vicario Apostolico ha quindi preannunciato l’apertura del Giubileo di San Paolo, in un incontro che si svolgerà a Tarso il 21 giugno e a cui parteciperanno le autorità civili di Ankara, il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e i dirigenti delle Chiese Ortodosse.

    In occasione del bimillenario di san Paolo, la CET ha pubblicato una Lettera pastorale in cui è scritto: "Prima di essere cattolici, ortodossi, siriani, armeni, caldei, protestanti, siamo cristiani. Su questa base si fonda il nostro dovere di essere testimoni. Non lasciamo che le nostre differenze generino diffidenze e vadano a scapito dell’unità di fede; non permettiamo che chi non è cristiano s’allontani da Cristo a motivo delle nostre divisioni".

    Inoltre verranno ripubblicate le Lettere di San Paolo in lingua turca, con l’intento di svolgere uno studio approfondito utile ai cristiani ed ai cattolici in particolare.

    Monsignor Padovese ha poi rivelato l'intenzione di pubblicare un piccolo Catechismo paolino, che illustri come san Paolo affrontava i vari temi dell’identità cristiana.

    Sono già molte le richieste dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia, di pellegrinaggi nei luoghi paolini e cioè Antiochia, Tarso, Antiochia di Pisidia, Efeso, Mileto, la Galazia e Colossi. A questo proposito, il Vicario apostolico si è detto convinto che ci sarà un flusso continuo di pellegrini.

    Dal punto di vista archeologico e storico, monsignor Padovese ha affermato che nel corso degli anni “il cristianesimo è stato cancellato tantissimo”, ma se si gratta sotto la superficie “si può trovare ancora molto della presenza cristiana”.

    “Nelle grandi città – ha fatto notare il Presidente della CET – tante chiese sono state perse e tante altre trasformate in moschee”. A Tarso per esempio “c’era una bellissima chiesa a pianta basilicale che attualmente è una moschea”.

    “Ma in periferia tracce del cristianesimo sono ancora visibili”, ha sottolineato il presule. “Ad Antiochia di Pisidia per esempio è stata ritrovata una chiesa dedicata a san Paolo, dove l’Apostolo fece il discorso sulla missionarietà”.

    Ad Efeso una archeologa austriaca ha messo in luce una grotta con dei graffiti e affreschi che ricordano il ciclo degli atti apocrifi di Paolo e Tecla.

    “D’altro canto – ha ricordato monsignor Padovese – è in Turchia dove san Paolo ha svolto prevalentemente il suo apostolato. Gli studiosi sostengono che su 10.000 miglia che Paolo avrebbe percorso, buona parte li ha percorsi in Turchia. E basterebbe prendere in mano gli Atti degli Apostoli per rendersi conto di quanto Paolo ha vissuto e percorso le terre dell’attuale Turchia”.

    Tra le tante iniziative, il Vicario apostolico dell’Anatolia ha menzionato anche l’idea di organizzare un pellegrinaggio internazionale per giovani a Tarso e Antiochia e il Pellegrinaggio nazionale dei cattolici di Turchia nel mese di ottobre.

    Fonte: Zenit, 8.2.2008

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    Pietro Francesco Garola, Interno della Basilica di S. Paolo Fuori le Mura, XVII sec., Galleria Sabauda, Torino

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    Un congresso sulla possibile presenza di San Paolo in Spagna

    E la comunità cristiana più antica della Penisola Iberica a Tarragona


    TARRAGONA, venerdì, 4 aprile 2008 (ZENIT.org).- In occasione dell'anno giubilare dei santi Fruttoso, Augurio ed Eulogio e alla vigilia dell'Anno Paolino, l'Arcidiocesi di Tarragona (Spagna) organizza il congresso internazionale “Paolo, Fruttuoso e il cristianesimo delle origini a Tarragona”.

    Papa Benedetto XVI ha concesso all'Arcidiocesi di Tarragona la celebrazione dell'anno giubilare, dedicato alla memoria dei santi martiri Fruttuoso, Vescovo, e Augurio ed Eulogio, diaconi, in occasione dei 1750 anni del martirio che hanno subito nell'anfiteatro di Tarragona il 21 gennaio del 259 d.C.

    Il congresso internazionale, dedicato al cristianesimo in questa regione catalana tra il I e l'VIII secolo, occuperà un luogo preminente nel contesto dei congressi e degli studi sull'apostolo Paolo. L'incontro si svolgerà nella città di Tarragona il 19, 20 e 21 giugno 2008, informano gli organizzatori in una nota inviata a ZENIT.

    La ricca storia della Tarraco romana e delle origini del cristianesimo, testimoniati dalla Passio dei martiri Fruttuoso, Augurio ed Eulogio, sarà l'elemento su cui si concentrerà l'attenzione di molti ricercatori giunti da varie parti del mondo.

    L'anno giubilare di San Fruttuoso di Tarragona è iniziato il 21 gennaio 2008 e si chiuderà il 21 gennaio 2009.

    Nel contesto degli atti e delle celebrazioni dell'anno giubilare, monsignor Jaume Pujol i Balcells, Arcivescovo di Tarragona, ha incaricato dell'organizzazione del congresso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Fruttuoso” (INSAF), istituzione accademica universitaria dell'Arcidiocesi di Tarragona. Il congresso conta sulla collaborazione della Facoltà di Teologia della Catalogna (FTC), con sede a Barcellona, e dell'Università Rovira i Virgili (URV) di Tarragona.

    La storia della Chiesa di Tarragona è lunga e feconda. La prima testimonianza scritta della comunità cristiana di Tarraco sono gli atti del martirio del Vescovo San Fruttuoso e dei suoi due diaconi Augurio ed Eulogio nel 259 d.C., sotto la persecuzione decretata dagli imperatori Valeriano e Galieno.

    Gli atti del loro martirio sono considerati autentici e sono i più antichi della Penisola Iberica, rappresentando il primo documento scritto sul cristianesimo ispanico.

    La Passio di Fruttuoso esprime in modo manifesto l'esistenza di una Chiesa organizzata gerarchicamente – l'episcopato di Fruttuoso, il diaconato di Augurio ed Eulogio e il lettorato di Augustal – e solidamente radicata nella Tarraco romana.

    55 anni dopo il martirio del Vescovo Fruttuoso, nel 314, un Vescovo di Tarraco partecipava al Concilio di Arles, mediante i suoi due delegati Probazio e Castorio. La necropoli di Tarragona conserva un'iscrizione funebre dell'anno 325 e il grandioso mausoleo funerario di Centcelles, della seconda metà del IV secolo, contiene un mosaico nella cupola di chiara iconografia biblica.

    Nel 384, l'Arcivescovo Imerio consultò Papa Damaso su alcuni dubbi relativi a varie questioni di disciplina ecclesiastica. Morto questi, gli rispose il suo successore, Papa Siricio, l'11 febbraio 385. Si tratta della prima bolla papale che un Papa rivolge a un Vescovo della Chiesa latina. Appare, quindi, la struttura provinciale della Tarraconense e anche la primazia a livello peninsulare.

    I dati storici e i calcoli realizzati a partire dalle fondi epigrafiche esprimono chiaramente che la comunità cristiana di Tarraco nel IV secolo era una delle più numerose della Penisola Iberica. La posizione strategica di Tarragona – passaggio obbligato tra la Penisola e Roma – fa pensare che l'introduzione del cristianesimo a Tarraco sarebbe precedente al primo dato storico che conosciamo di questa comunità cristiana attraverso la Passio di Fruttuoso.

    La Chiesa di Tarragona afferma la venerabile tradizione della predicazione dell'apostolo Paolo in questa città, e la ritiene un fatto storico altamente probabile. Una piccola cappella del XIII secolo, oggi situata all'interno del Seminario Pontificio e costruita su una roccia, nell'acropoli della città, evoca il soggiorno di Paolo a Tarraco e le prime parole evangeliche che vi vennero pronunciate.

    In seguito, all'inizio dell'VIII secolo, l'Arcivescovo di Tarragona, San Prospero, dopo aver salvato le reliquie di San Fruttuoso in concomitanza con l'invasione islamica, si rifugiò in Italia, dove fu Vescovo di Reggio Emilia. Lì venne venerato dopo la morte come santo; l'ufficio liturgico a lui dedicato spiega che fu uno dei successori di San Paolo. Questo è il documento più antico (secoli VIII-IX), prodotto in Italia, in cui appaiono insieme San Paolo e Tarragona, e in secondo piano le reliquie di San Fruttuoso.

    Il congresso vuole aprire nuove vie nella ricerca storica e scientifica su questa affascinante questione: il viaggio apostolico di Paolo in Ispania – annunciato dallo stesso Paolo in Romani 15 –, gli inizi del cristianesimo a Tarraco e, con San Fruttuoso, il successivo sviluppo della comunità cristiana più antica della Penisola Iberica.

    Allo stesso modo, l'Anno di San Paolo annunciato da Papa Benedetto XVI in occasione del bimillenario della nascita dell'Apostolo delle Nazioni (28 giugno 2008-28 giugno 2009) contribuirà a nuove ricerche sulla vita di Paolo, la sua attività evangelizzatrice e i suoi scritti.

    Per ulteriori informazioni, http://congres.pau-fructuos.arquebisbattarragona.cat

    Fonte: Zenit, 4.4.2008

 

 
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