E' stato detto tutto sull'assassinio della filosofa Ipazia?
Ipazia viene considerata dai nemici anticristiani la “martire” pagana per eccellenza e non cessano un momento di sventolarcela contro con la speranza di vederci arrossire dalla vergogna ...
Giovanni Costa
Raffaello Sanzio, Ipazia di Alessandria, figlia di Teone, partic. della Scuola di Atene, 1509, Sala della Segnatura, Città del Vaticano, Roma
Charles William Mitchell, Hypatia, 1885, Laing Art Gallery, Newcastle
Hypatia, ahimè, fece una fine tragica, si tratterà di questo al capitolo 3, LA FINE DI HYPATIA; però, per comprendere le ragioni dell’assassinio bisogna risalire ad esaminare gli eventi che lo hanno preceduto. Siamo fortunati perché sia possediamo due resoconti dei fatti, quello della Historia Ecclesiastica di Socrates Scholasticus e quello dell’Historia Ecclesiastica di Nicephorus Callistus, ambedue riportati al cap. 5, sia possediamo, nel Codex Theodosianus ed in altre fonti, informazioni riguardo alle leggi, in particolare di procedura penale, dell’epoca. Questo ci permetterà di valutare se l’aver esiliato gli Ebrei privandoli dei mezzi sussistenza, corrispondeva o meno alle leggi dell’epoca che, appunto, prevedevano di “interdicere aqua et igni”; se l’aver torturato, sino a farlo morire, il monaco Ammonius, rispondeva o meno, oltre che ad elementare etica ed umanità, anche alle leggi del tempo. Ma procediamo con ordine. Il 15 ottobre 412 d. C., morì Theophilus, vescovo d’Alessandria e, di conseguenza si dovette provvedere a nominare il suo successore, questi fu Cyrillus.
Evidentemente, all’epoca, i Vescovi venivano eletti dal popolo e, quindi, anche allora, si procedette alla votazione per alzata di mano. Le cronache del tempo indicano che vi furono opinioni discordanti riguardo all’elezione del nuovo vescovo. Due nel caso specifico, partiti ognuno col proprio candidato, rispettivamente Timotheus e Cyrillus, che sarà il più votato. Quindi S. Cyrillus divenne Vescovo in seguito ad una regolare, secondo le modalità del tempo, elezione, con il popolo che votò tra due candidati, Timotheus e Cyrillus e vinse il migliore. Appena in carica Cyrillus prese provvedimenti contro gli eretici Novaziani, chiuse tutte le loro chiese, quante erano ad Alessandria, fece portare via i loro arredi sacri e spogliò il loro vescovo di tutti i suoi beni. Si deve notare che non si conoscono le ragioni di questo gesto, non si sa cosa abbiano fatto i Novaziani per meritarsi tale trattamento, potrebbero essere stati delle vittime innocenti come potrebbe anche esserci stata qualche grave ragione a muovere S. Cyrillus ad agire così. Semplicemente non ci è dato di sapere. All’azione di San Cirillo ne consegue il far catturare e sottoporre a tortura, da parte del prefetto romano Orestes, il “maestro elementare” Gerace. Questo maestro fu fatto catturare, frustare e, infine, torturare, perché accusato, senza alcuna formalità e garanzia, dagli Ebrei davanti al prefetto, di istigare la ribellione del popolo. Si deve rilevare, oltre all’illegalità ed illiceità del fatto, che Orestes non si premurò in alcun modo di acquisire prove della fondatezza dell’accusa, ma procedette per compiacere il furore popolare.
L’impiego della tortura, al tempo, era limitato e regolamentato, per cui sorge la domanda se Orestes abbia agito contro le leggi che egli era il primo a dover rispettare. Certo è che Gerace era assolutamente innocente, era, però colpevole, agli occhi dei Giudei, di essere un seguace fervente di S. Cyrillus. A questo punto il Vescovo convocò i responsabili della comunità Ebraica di Alessandria per ammonirli ed invitarli a far desistere il popolo da loro guidato da ulteriori comportamenti analoghi a questo. Del resto Nicephorus Callistus mostra fiducia nei dirigenti Ebraici, fa infatti notare che, di sabato, i Giudei disertavano l’ascolto della legge, chiaramente letta e spiegata dai Rabbini, per recarsi, invece, agli spettacoli dei saltimbanchi nel teatros. Anche se non lo dice espressamente, è chiaro che avrebbero fatto meglio a recarsi all’ascolto delle loro scritture, di Mosè. Il tentativo di S. Cyrillus coi responsabili Giudei non riuscì, probabilmente questi non avevano una così grande influenza sul popolo. Gli Ebrei ordirono altre macchinazioni contro i Cristiani; convenuto tra di loro di porsi al braccio, quale segno di mutuo riconoscimento, un anello di germoglio di palma, di notte, mandarono per la città persone preparate ad annunciare che bruciava una Chiesa e, assalirono e trucidarono i Cristiani che accorrevano a spegnere il fuoco; si distinguevano l’un l’altro grazie al riconoscimento convenuto e massacravano tutti gli altri. Fatto giorno, apparve chiaramente tutta la grandezza del misfatto.
Evidentemente si videro i cadaveri dei trucidati giacere per le strade. Cyrillus, informato, prese i necessari provvedimenti. Sottratte le Sinagoghe agli Ebrei, li espulse dalla città e permise che il popolo saccheggiasse i loro beni. Così gli Ebrei che risiedevano ad Alessandria sin dai tempi di Alessandro il Macedone, emigrarono da essa, privi dei loro beni e si dispersero chi qua chi là; questo in seguito alla strage dei Cristiani che essi avevano compiuto. Qui bisogna essere precisi, Alessandria, al tempo, faceva parte dell’impero Romano, questo era governato da leggi precise, spesso anche buone. Qui si aprono due possibilità legali, la notizia diffusa che la Chiesa stava andando a fuoco era vera, oppure essa era falsa, sparsa solamente per far accorrere i fedeli. Nel primo caso vi era una legge che puniva il reato di impedire al padrone di porre in salvo le sue proprietà in occasione di un incendio; possiamo avere un’idea di questa legge dalle, pur posteriori, Digesta Justiniani. In ambedue i casi la punizione dei Giudei, direi, sia avvenuta perlomeno nello spirito delle leggi. Il prefetto Orestes non sopportò quest’atto di giustizia di S. Cyrillus. Competeva a lui, rappresentante dell’autorità statale prendere i necessari provvedimenti ed applicare il diritto. Perché lasciò che fosse il Vescovo a compiere quanto spettava allo Stato? Perché non garantì lui l’amministrazione della giustizia? Ho ricordato le leggi vigenti all’epoca, erano chiare e dovevano essere fatte rispettare. Evidentemente ad Orestes stava bene la strage dei Cristiani. A questo punto egli ricevette la visita del Vescovo S. Cyrillus, che venne a portargli il Vangelo ma fu tutto inutile, come si vedrà ancora di più e meglio nel caso seguente. Questo Orestes era proprio un sanguinario. Per ultimo vi fu il caso dei monaci della Nitria e, in particolare, di Ammonius. Questi monaci, accesi da eccessivo zelo, abbandonati i loro monasteri vennero ad Alessandria. Trovato Orestes che usciva dalla sua residenza circondarono lui e la sua scorta, insultandolo col definirlo “sacrificatore” (agli dei pagani) ed “Ellenico”, questo non senza motivo, infatti, come anche si vedrà nell’excursus relativo, gli antichi Greci avevano certe “asprezze” nella loro pur grande civiltà, intendo dire impiego della tortura, lapidazioni, pena di morte, financo, sacrifici umani. In effetti Orestes, aveva fatto torturare, aveva tollerato uccisioni e, in questo frangente, si dimostrerà ancor più disumano. Gli insulti dei monaci vanno quindi intesi in questo senso, lo stavano incolpando di essere legato alle antiche divinità Elleniche.
Siamo intorno al 415 d. C. Nel 360 d. C., come risulta dal passo di Socrates Historia Ecclesiastica III, 2, riportato alla fine del capitolo, si erano scoperte ad Alessandria gravi ed abbondanti testimonianze di riti pagani con sacrifici umani. Si legge, anche, cosa avvenne in conseguenza di tale scoperta, il fratello uccise il fratello, i genitori uccisero i figli, alcuni Cristiani furono, persino, crocefissi. Così risulta chiaramente cosa intendessero i monaci con gli epitteti di “sacrificatore” ed “Ellenico”, molto semplicemente, lo stavano accusando di compiere sacrifici umani, di essere crudele e sanguinario. Dopo solo cinquantacinque anni, il ricordo di quanto descritto da Socrates era, sicuramente, ancora ben vivo. Il prefetto inutilmente provò a dichiararsi Cristiano, i soldati della sua scorta se la svignarono e un monaco di nome Ammonius lanciò un sasso che colpì al volto Orestes. Ammonius fu preso e consegnato alle autorità dalla folla accorsa. Egli fu portato davanti al prefetto che prima lo interrogò legalmente, poi lo fece sottoporre a tortura sino a farlo morire. Il cadavere, in seguito, fu fatto prelevare da S. Cyrillus che lo seppellì in Chiesa con tutti gli onori di un martire. In questo racconto si rilevano, dalla Historia di Socrates, due fatti particolarmente interessanti. Non risulta sia passato praticamente alcun periodo di tempo appena rilevante tra quando il prefetto Orestes fu ferito dal sasso lanciato da Ammonius ed il momento in cui egli interrogò e fece torturare il disgraziato monaco; Orestes, poco dopo essere stato colpito dal sasso, era in condizioni fisiche tali da interrogare Ammonius e da ordinare di torturarlo. Ne consegue, con sicurezza, che la ferita provocata dal sasso non era grave; questo ci dimostra quanto spietato fosse il prefetto. Il secondo punto é dato dalla frase; “Quello, dopo averlo, alquanto, interrogato pubblicamente conformemente alle leggi, lo fece torturare tanto da ucciderlo.” Quindi Socrates ci dice che l’interrogatorio orale di un reo, nel caso specifico di aver colpito con un sasso il prefetto, era conforme alle leggi del tempo, il torturarlo sino, per di più, a farlo morire, invece, non lo era. Dunque, questa azione dell’interrogare fu conforme alle leggi, ma vi è anche un’opposizione che ci dice, ancor più chiaramente, che quella che la seguì fu illegale; questo fatto viene, così, quasi sottolineato. L’altro resoconto del fatto, che ci informa a questo riguardo, è quello di Nicephorus Callistus, Hist. Eccl. XIV, 15 – PG CXLVI, 1105A, qui il testo: “così il prefetto, dopo averlo chiamato a comparire conformemente alle leggi, lo fece, in seguito, tormentare a tal punto che ne morì”. Quindi ambedue gli storici concordano nell’affermare che Ammonius fu torturato a morte contro il disposto legale. Possediamo una buona raccolta di leggi vigenti all’epoca (414 – 415 d. C.), tra cui il Codex Theodosianus, si andrà a vedere cosa dica, ciò allo scopo di confermare questa affermazione di Socrates che Orestes operò contro le leggi, in maniera assolutamente spietata. Si aprirà, poi, un excursus sulla pena di morte e la tortura nell’antichità greca per vedere quindi, nel capitolo successivo, che, verosimilmente, fu Hypatia ad ispirare tali comportamenti al prefetto; ella, infatti, si rifaceva alla cultura Greca antica e non solo ad essa, ed era, per di più, estremamente influente. I Romani avevano l’istituzione della tortura secondo due modalità, una per ottenere una testimonianza costringendo il testimone, l’altra come pena. Già la Lex Iulia, cui si rifà S. Paolo in Atti Ap. XXII, 23 – 29, salvaguardava i cittadini Romani dalla tortura; Tertulliano attesta che la tortura, ai suoi tempi, era impiegata solamente per interrogare i testimoni. La Lex Iulia Maiestatis, concedeva il permesso di sottoporre a tortura chiunque l’avesse violata, anche il cittadino romano, però essa non è applicabile al caso di Ammonius. Si può concludere che il prefetto Orestes, nel far torturare sino a far morire questo monaco, agì contro le leggi e che, di conseguenza, i Cristiani si sentirono privi della protezione di queste, cioè dello Stato, ed agirono di conseguenza. Questi gli antefatti.
Ora veniamo all’uccisione di Ipazia. La fine di Hypatia fu terribile, ma il suo racconto è breve e può, nello stesso tempo, essere dettagliato; “Ella fu fatta a pezzi dagli Alessandrini ed il suo corpo, dopo essere stato vilipeso, fu disperso, a pezzi, per tutta la città”. Su questo fatto tutte le fonti, riportate al cap. 6 sono sostanzialmente concordi. Socrates Scholasticus, invero, ci fornisce qualche dettaglio in più; alcuni uomini d’animo un po’ troppo audace, a capo dei quali era un lettore Pietro, fatta una congiura, appostarono la filosofa mentre tornava a casa, la tirarono fuori dal suo mezzo di trasporto e la trascinarono alla Chiesa denominata Kaisaron e, colà, la denudarono ed uccisero con dei cocci. Il corpo, in seguito, fu tagliato a pezzi che, ancora sanguinanti furono portati al cosiddetto Kinaron e, colà, bruciati. Non servono grandi interpretazioni o studi particolari per comprendere come siano andate le cose. E’, invece, un po’ più complesso, vedere i motivi che portarono all’assassinio; le fonti che ci dicono qualcosa di un po’ più esteso a questo proposito sono il lessico SUIDAS, alla voce Hypatia, la Historia Ecclesiastica di Socrates Scholasticus, la Chronika di Giovanni di Nikiu e la Historia Ecclesiastica di Nicephorus Callistus. Comunque, nei due precedenti capitoli, si sono spiegate sia la personalità di Hypatia sia gli avvenimenti che precedettero la sua fine, così si sono poste delle buone basi per la comprensione dei fatti. Il lessico SUIDAS presenta due versioni delle ragioni del suo assassinio; 1. “Ebbene, ella subì ciò a ragione di invidia e delle sue eccezionali conoscenze, specialmente nell’astronomia. Come dicono alcuni, a causa di Cyrillus, come dicono altri, a motivo dell’audacia e delle disposizioni congenite negli Alessandrini. Infatti, essi fecero ciò a molti dei loro vescovi, si vedano Giorgio e Proterio”. 2. “Infine ne seguì che egli (S. Cyrillus), avendo appreso ciò, ne fosse così ferito nell’animo da, prontamente, macchinare contro di lei un assassinio, il più scellerato di tutti gli assassini. Infatti, molti uomini brutali, in massa, veramente violentissimi che non conoscevano né giustizia degli dei né riprensione degli uomini...”. Il lessico SUIDAS presenta, quindi, due versioni un po’ contrastanti della fine di Hypatia, una in cui S. Cyrillus può anche essere stato o meno l’ispiratore dell’assassinio e un’altra in cui la colpa viene riversata interamente su di lui. Non è da ritenere credibile, come dice anche Hesichius Milesius che: “ella subì ciò a ragione delle sue eccezionali conoscenze, specialmente nell’astronomia”, né, come dice il lessico SUIDAS. Invero, se fu la plebaglia da sola ad assassinare Hypatia, non si può supporre che essa abbia fatto ciò per la sua scienza; cosa infatti gliene importava di questo alla gente comune? Se fu Cyrillus ad ispirare l’assassinio, ancor meno questo può essere il vero motivo; infatti, è inverosimile che egli non abbia saputo niente di Hypatia, della sua attività ed influenza sino al giorno in cui avrebbe deciso l’assassinio.
Ella insegnava apertamente ad Alessandria ormai da un gran numero d’anni, la capitale egiziana era il centro di una società di persone di cultura e Cyrillus vi risiedeva da molti anni, da tre era vescovo e, secondo il modo in cui egli si prese cura di tutte le cose e per il fatto che intervenne sempre e prontamente riguardo a tutto ciò che accadeva, egli era ben informato su ciò che avveniva nella sua città. Non si può nemmeno ritenere che S. Cyrillus l’abbia invidiata per le sue molte conoscenze, egli, infatti superava tutti egregiamente e di gran misura nell’istruzione Greca e nelle dottrine della Chiesa. Era superiore, abbondantemente, a tutti, anche nell’istruzione e cultura Greche e lo dimostra ampiamente nelle sue opere, prima di tutte, a questo riguardo, il CONTRA JULIANUM. La ragione dell’assassinio, di conseguenza, va ricercata altrove, nei fatti che precedettero l’uccisione. A mio avviso, il passo decisivo è il nominare i due Vescovi, Giorgio e Proterio. Quest’ultimo fu Vescovo d’Alessandria, sappiamo che si oppose al monofisiti e che fu ucciso da questi eretici ad Alessandria nel 457 d. C. Intorno a lui non vi è niente di particolare. D’altro canto, non è assolutamente da ritenersi casuale il fatto che il SUIDAS nomini qui Giorgio, vescovo d’Alessandria. Di lui ne parlano: - Ammianus Marcellinus, (Rerum Gestarum Libri XXXI, XXII, 11); - Sozomenus, (Historia Ecclesiastica, IV, 10 – PG LXVII, 1131ss; Ex Ecclesiasticis Historiis Philostorgii Epitome, VII, 2 – PG LXV, 538); - Athanasius, (Apologia de Fuga, 6 – PG XXV, 652); - Socrates Scholasticus, (Historia Ecclesiastica II, 14 – PG LXVII, 210s, II, 28 – PG LXVII, 272ss e III, 2 – PG LXVII, 380s, testo base che si è riportato integralmente al termine del cap. 2). Egli era ariano, di lui non ci sono pervenute notizie positive e, come risulta dal resoconto di Socrates Scholasticus, fu ucciso dai pagani dopo ed insieme a molti altri Cristiani, in quanto questi avevano scoperto ed evidenziato manifeste testimonianze - teschi d’uomini - frutto di sacrifici umani in un ex tempio di Mitria ad Alessandria, vedasi testo fine cap. 2. A questo punto è chiaro cosa ci voglia dire il lessico SUIDAS menzionando il Vescovo Giorgio, cioè che ad Alessandria, da parte dei pagani, si erano compiuti sacrifici umani, non solo in casi estremi, e non si tollerava che questo venisse evidenziato (processione coi teschi), al punto da uccidere barbaramente i Cristiani. Stiamo parlando di Hypatia, della sua fine, ella era pagana e non si convertì mai al Cristianesimo, ecco, allora, l’accusa che lancia il lessico SUIDAS facendo il nome del Vescovo Giorgio, Hypatia sarebbe stata l’istigatrice dei comportamenti inumani di Orestes verso Gerace e verso Ammonius nonché del non prendere provvedimenti od addirittura accondiscendere alle stragi dei Giudei contro i Cristiani. Anche Giovanni di Nikiu menziona Giorgio: “Ed i Cristiani denominarono una delle sinagoghe confiscate agli Ebrei col nome di S. Giorgio” (cap. 6 testo completo). Altro pesante atto d’accusa, si dà ad una sinagoga trasformata in Chiesa proprio il nome di un Vescovo, non proprio santo, trucidato per aver evidenziato i resti dei sacrifici umani, per di più per la precisione e la verità, compiuti dai pagani e non dagli Ebrei. E’ assolutamente chiaro che questo nome, Giorgio, rappresenta, già di per sé stesso, un’accusa. Sia Giovanni di Nikiu, che Nicephorus Callistus, che Socrates Scholasticus, che il lessico SUIDAS ci dicono che Hypatia era molto influente, questo è confermato dalle lettere di Synesius, in particolare dalla lettera LXXXI, a lei indirizzata: “Tu hai sempre il tuo prestigio e mi auguro possa servirtene nel modo migliore”. Queste parole suonano quasi come un ammonizione ed un avvertimento, sei potente ed influente, possa tu valerti di ciò nel modo migliore, non certo per suggerire ed ispirare crudeltà ai governanti. Che ella fosse influente è confermato, poi, dal lessico SUIDAS; “sia le personalità erano le prime a frequentarla ogni qual volta volessero discutere riguardo al governo della città”. Sorge manifesto il sospetto, confermato dall’accusa rappresentata dal nome stesso di Giorgio, che, nel corso dei suoi incontri e conversazioni colle personalità politiche, tra cui Orestes, ella abbia ispirato le crudeltà contro i Cristiani, che poi, effettivamente, vennero messe in pratica. Tra i suoi ex discepoli si annoverava anche Troillus che aveva raggiunto un’importante posizione alla corte di Constantinopoli e che veniva regolarmente consultato dall’imperatore prima di ogni decisione importante.
Orestes, prefetto d’Alessandria, responsabile di torture ed uccisioni, specie verso i Cristiani, la frequentava (vedasi Nicephorus Callistus, Hist. Eccl. XIV, 16 – PG CXLVI, 1105C e Socrates, Hist. Eccl. VII, 15, - PG LXVI, 768B, al cap. 6). Sorse allora il sospetto, direi giustificato, che ella fosse l’ispiratrice di tali comportamenti disumani. Giovanni di Nikiu, scrive esplicitamente che il governatore della città l’onorava eccessivamente e che ella lo avrebbe ingannato per mezzo delle sue magie. Nicephorus Callistus scrive: “ella, infatti, frequentando troppo spesso e troppo a lungo Orestes, sollevò contro di sé un’accusa da parte del clero attorno a Cyrillus, che fosse lei a non permettere che il prefetto concordasse con Cyrillus conformemente a delle riconciliazioni”. Si accusava Hypatia di essere la causa dell’inimicizia del prefetto Orestes nei confronti del Vescovo S. Cyrillus, vale a dire, la si accusava, poiché il prefetto perseguitava i Cristiani con torture, uccisioni, ecc., di essere lei la ragione profonda di tali fatti. E’ difficile dire se questa accusa fosse vera o falsa, certo è che Hypatia era molto influente, in qualche modo, con Troillus, arrivava sino a Constantinopoli. E’ certo che il prefetto Orestes la frequentava, come pure altre persone importanti della città. E’ certo che il lessico SUIDAS menziona, a suo proposito, il Vescovo Giorgio, ucciso per aver evidenziato le crudeltà dei pagani; è naturale che, essendo ella pagana, questo sia stato ricollegato ai sacrifici umani, che le crudeltà del prefetto, che ella, comunque, accettava nella sua amicizia, siano state fatte risalire sino a lei ed alla sua influenza e che ciò abbia provocato una reazione violenta. Questa reazione fu ispirata da Cyrillus? Una, parziale, risposta può venire da due frasi mancanti in alcuni, ma non in tutti, i manoscritti del lessico SUIDAS: “Riguardo ad Hypatia, la filosofa. Vi è dimostrazione che gli Alessandrini ebbero disposizioni sediziose.” Se il lessico SUIDAS scrive veramente così, questa potrebbe essere la prova che S. Cyrillus fu estraneo al suo assassinio. Di conseguenza l’omicidio fu, almeno in parte, giustificato dalle brutali violenze del prefetto Orestes di cui si può, ragionevolmente anche se non sicuramente, ritenere che la filosofa e la religione pagana siano state le ispiratrici, così ritenne anche l’imperatore del tempo.
FONTE
Lo studio per intero è QUI