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    Predefinito 20 luglio - S. Elia profeta

    Dal sito SANTI E BEATI:

    Sant' Elia Profeta

    20 luglio

    sec. IX a.C.

    Elia (il cui nome significa «il mio Dio è Jahvè») nacque verso la fine del X sec. a.C. e visse sotto il regno di Acab, che aveva imposto il culto del dio Baal. Elia si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, ritornò dal re e per dimostrare l'inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma, e l'acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo linciò i sacerdoti idolatri. Ma Elia dovette sottrarsi all'ira della moglie di Acab, Jezabel, seguace del dio Baal. Sconfortato, pregò Dio di farlo morire. Ma dopo un angelo, gli apparve Dio ed Elia comprese che il trionfo del bene avviene con pazienza, perché Dio domina il tempo. Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, come otto secoli dopo vestì, Giovanni Battista, di cui è la prefigurazione, tornò in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. Morì misteriosamente nell'850 a.C., su un carro di fuoco. (Avvenire)

    Etimologia: Elia = il mio Signore è Jahvè, dall'ebraico

    Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Elia Tesbita, che fu profeta del Signore nei giorni di Acab e di Acazia, re di Israele, e con tale forza rivendicò i diritti dell’unico Dio contro l’infedeltà del popolo, da prefigurare non solo Giovanni Battista, ma il Cristo stesso; non lasciò profezie scritte, ma la sua memoria viene fedelmente conservata, in particolare sul monte Carmelo.

    Martirologio tradizionale (20 luglio): Sul Monte Carmelo sant'Elia Profeta.

    Elia con Eliseo e Samuele, è uno dei più grandi profeti di ione (distinti dai profeti scrittori, come Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, che hanno lasciato degli scritti inanone dei Libri sacri), e la sua missione fu di incitare il popolo alla fedeltà all'unico vero Dio, senza lasciarsi sedurre dall'influsso del culto idolatrico e licenzioso di Canaan. Elia (il cui nome significa "il mio Dio è Jahvè") nacque verso la fine del X sec. a.C. e svolse gran parte della sua missione sotto il regno del pavido Acab (873-854), docile strumento nelle mani dell'intrigante moglie Jezabel, di origine fenicia, che aveva dapprima favorito e poi imposto il culto del dio Baal.
    Quando ormai il monoteismo pareva soffocato e la maggioranza del popolo aveva abbracciato l'idolatria, Elia si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, Elia ritornò dal re e per dimostrare la inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma, e l'acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo esultante linciò i sacerdoti idolatri. Elia credette giunto il momento del trionfo di Javhè, e perciò tanto più amara e incomprensibile gli apparve la necessità di sottrarsi con la fuga all'ira della furente Jezabel.
    Braccato nel deserto come un animale da preda, l'energico e intransigente profeta sembrò avere un attimo di cedimento allo sconforto. Il suo lavoro, la sua stessa vita gli apparvero inutili e pregò Dio di recidere il filo che lo teneva ancora legato alla terra. Ma un angelo lo confortò, porgendogli una focaccia e una brocca d'acqua; poi Dio stesso gli apparve, restituendogli l'indomito coraggio di un tempo. Elia comprese che Dio non propizia il trionfo del bene con gesti spettacolari, ma agisce con longanime pazienza, poiché egli è l'Eterno e domina il tempo.
    Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, come otto secoli dopo vestì il precursore di Cristo, Giovanni Battista, di cui è la prefigurazione, tornò con rinnovato zelo in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. L'opera di riedificazione spirituale, tanto faticosamente iniziata, venne portata avanti con pieno successo dal suo discepolo Eliseo, al quale comunicò la divina chiamata mentre si trovava nei campi dietro l'aratro, gettandogli sulle spalle il suo mantello. Eliseo fu anche l'unico testimone della misteriosa fine di Elia, avvenuta verso l' 850 a.C., su un carro di fuoco.

    Autore: Piero Bargellini










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    Predefinito

    Giovanni Lanfranco, Il profeta Elia riceve il pane dalla vedova di Zarepta, 1621-24, Getty Museum

    Ford Madox Brown, Il profeta Elia risuscita il figlio della vedova, 1864 circa, Victoria and Albert Museum, Londra

    Daniele da Volterra, Il profeta Elia, 1550-60

    Giuseppe Angeli, Il profeta Elia ascende al cielo su un carro di fuoco dinanzi al profeta Eliseo, 1740-55, National Gallery of Art, Washington

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    Predefinito Immagini di Gustave Doré

    Il profeta Elia e la vedova di Zarepta

    I falsi profeti di Baal sono massacrati

    Il profeta Elia è alimentato dall'angelo

    Elia distrugge i messaggeri di Acab

    Elia ascende al cielo

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    Predefinito Altra biografia

    Santo

    ELIA PROFETA

    20 luglio


    Il profeta Elia appare nella Sacra Scrittura come l'uomo che cammina sempre alla presenza di Dio e combatte, infiammato di zelo, per il culto dell'unico vero Dio. Ne rivendica i diritti nella sfida con i falsi profeti sul monte Carmelo, combatte l'ingiustizia e la sopraffazione, e gode sull'Oreb dell'intima esperienza del Dio vivente. I primi eremiti, che nel secolo XII iniziarono la vita monastica al monte Carmelo ad onore di Maria, guardarono a lui come al modello ispiratore della loro vita e lo considerarono loro Padre e guida.

    preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, che hai concesso al profeta Elia di vivere alla tua presenza e di consumarsi per lo zelo della tua gloria, dona ai tuoi servi di cercare sempre il tuo volto, per essere nel mondo testimoni del tuo amore.

    Il profeta Elia padre del Carmelo

    Elia è il profeta del Dio vivente: il suo nome stesso, che significa: "JHWH è Dio", è il vero programma della sua vita. È davvero uno dei più grandi uomini dell' Antico Testamento: l'uomo che sta alla Presenza del suo Dio. Lo zelo (cioè l'ardore) è il tratto essenziale della sua fisionomia e il suo simbolo il fuoco (Sir 48,1). Porta un messaggio molto rivoluzionario e originale, che si comprenderà meglio però alla conclusione della sua stessa vicenda. Il racconto biblico lo fa apparire, più di una volta, quasi all'improvviso, come una folgore, per trasmettere la parola di Dio.

    L'empietà di Acab e Jezabele

    Nativo di Tisbe, Dio lo aveva mandato al re di Samaria, Acab, che si era reso gravemente colpevole, istigato dalla perversa moglie Jezabele, per aver servito l'idolo Baal, e per essersi prostrato dinanzi a lui. Gli aveva eretto anche un altare e un palo sacro, irritando così il Signore Dio d'Israele, più di tutti i suoi predecessori. Per questo l'ira del Signore si era scatenata su di lui facendo risuonare la parola punitrice del profeta: "Per la vita di Jhwh, Dio d'Israele, alla cui presenza io sto: in questi anni non ci sarà né rugiada, né pioggia, fino a quando io lo dirò" (I Re, 17,1 ss).

    Perseguitato per questo da Acab, Elia, sempre per volere di Dio, rimane nascosto presso il torrente Cherit, nel folto verdeggiante e nelle grotte che si trovavano sul pendio, mentre i corvi gli portavano da mangiare. Egli beveva al torrente, che presto però si prosciugò; seguendo sempre la voce del Signore Elia cercò rifugio a Sarepta, a sud di Sidone, recandosi da una vedova, per avere un po' di cibo. Così questa donna, che praticava la grande virtù orientale dell'ospitalità, gli offrì il poco cibo che le rimaneva, vedendo con gioia la moltiplicazione della farina e dell'olio nella giara; vide anche con stupore che il suo unico figlioletto morto, era ritornato in vita per la preghiera di intercessione del profeta. Jezabele, la malvagia moglie di Acab, aveva meditato la sua vendetta contro Elia. Ella che era figlia del re di Tiro e sacerdote di Astarte, vedeva nella sua religione un mezzo per civilizzare tutta la Samaria. Ordinò dunque un giorno un massacro generale dei profeti di Jhwh, a cui poterono sfuggire solo un centinaio di persone, per la protezione di Abdia, maestro di palazzo, che seguiva il vero Dio, Jhwh. Elia trascorse a Sarepta tre lunghi anni, quando Dio stesso gli si rivolse ancora, per mandarlo ad Acab e far cessare la tremenda siccità.

    Il monte Carmelo: luogo della sfida

    Lo scontro fra i due personaggi è forte e tagliente. Elia ordina allora ad Acab di convocare sul Carmelo il popolo d'Israele e la comunità dei 450 profeti di Baal, sostenuti dalla regina Jezabele. Vengono così a confronto due visioni religiose: quella del Dio vivente e quella di Baal di Tiro. La scena è davvero drammatica. Elia, che si proclama l'unico profeta rimasto fedele a Jhwh, lancia la sfida inesorabile, rimproverando il popolo per la sua incoerenza: si tratta di decidere chi è Dio. Se lo è Jhwh, Baal non solo è superato, ma neppure esiste.

    L'evento è pieno di umorismo, nelle parole di Elia ai profeti e nei suoi stessi gesti. (1 Re 18,19). Ed ecco che la voce dei profeti di Baal, che gridano e danzano, ebbri fino al delirio, intorno all'altare posto al centro, invocando il loro Dio, rimane inascoltata: Elia, dopo averli espressamente derisi, "... prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe. Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto... dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: Riempite quattro brocche d'acqua e versatele sull'olocausto e sulle pietre. Lo fece fare per tre volte. La risposta di Dio alla voce di Elia che gli si era rivolto per essere esaudito nella sua richiesta, è bellissima e quanto mai incisiva: "Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tale vista tutti, prostrandosi a terra dissero: Il Signore è Dio, il Signore è Dio!. Immediatamente Elia, ordina alla folla di afferrare i profeti di Baal.per ucciderli. L'idolatria è vinta! Il quadro è veramente suggestivo e impressionante.

    Scroscia la pioggia

    Elia, secondo la parola di Dio, deve ancora dire ad Acab che presto ritornerà a piovere nel paese: lo fa dopo essersi portato con il giovane che lo serviva a scrutare il cielo e a pregare per questo. Il giovane, invitato a guardare il cielo sette volte, alla fine vede una piccola nuvola, indice che la pioggia è prossima. Elia va ad avvisare Acab di attaccare subito i cavalli per tornare ad Izreel: la pioggia infatti cade subito a dirotto.

    La prova di Elia

    Eppure in questo profeta dalla linea ferrea, è vivo anche un senso di umanità e di povertà quando è colto dallo scoraggiamento; è vivo anche il senso della misericordia verso coloro che sono sopraffatti dall'ingiustizia o dalla sofferenza. Elia infatti, fino a questo momento, è stato un uomo molto sicuro di sé, desideroso di mostrare la sua potenza e la sua forza e di essere vittorioso sugli altri, anche al di là della Parola di Dio: ha ricercato insomma più se stesso, facendosi vedere uomo coraggioso e capace di farsi valere. Per trovare veramente Dio deve percorrere ancora un lungo cammino di prova, che lo renderà più umile, meno sicuro di sé: egli dovrà nascondersi per dare a Dio il suo vero posto. Jezabele manda messaggeri ad intimidirlo e a minacciarlo di morte. Elia allora, prima così pieno di sé e dell'aiuto del suo Dio, è stranamente preso da una forte crisi e fugge, profondamente intimidito da questa minaccia.

    La nuova esperienza di Dio

    Deve tornare, per riprendere l'antica fiducia, all'Oreb, alle sorgenti della pura fede. Non si sente migliore dei suoi Padri e chiede al suo Dio di farlo morire. Si addormenta sotto un ginepro. Un angelo lo sveglia e gli ordina di alzarsi e di mangiare. Elia con il pane offertogli e con l'acqua dell' orcio che gli è posto dinanzi, riesce a riprendere forza e a rimettersi in cammino. Andrà così fino all'Oreb, attraversando per quaranta giorni e quaranta notti il deserto, misteriosamente incoraggiato e nutrito. Se prima Elia si era mostrato come l'eroe che combatte per Dio, da questo momento, egli ritraendosi nel deserto, si immedesima con la Parola di Dio. Vuole attendere che Dio gli si manifesti, prima che egli stesso parli.

    Lo stile letterario esprime a questo punto la nuova esperienza di Dio: è essenziale, sobrio, scarno. Elia si rifugia in una caverna, sulla cima del monte. Probabilmente pensa, come Mosè, di incontrarsi con Dio. Ma Dio non gli si mostra né nel vento forte, né nella tempesta, né nel fuoco, con tutti i suoi fenomeni impressionanti. Egli allora si copre col mantello ed esce, fermandosi all'ingresso della caverna. Siamo in un clima che sottolinea la trascendenza: l'ebraico esprime la forte esperienza che Elia fa di Dio con queste parole: "qol demamah daqqa", ossia una "voce di silenzio svuotato"; sono parole difficili da interpretare che indicano la sua profonda estasi. Parlano di un silenzio, che non è il silenzio che si ha perché mancano i suoni, ma di un silenzio cercato, che parla di ricerca, che non viene da sé. Di un silenzio perciò "procurato". Elia arriva così ad una conoscenza più reale di quel Dio, alla cui presenza vive, che è tale da cambiare la sua persona, da renderlo diverso, veramente "uomo di Dio". Egli, dopo la crisi e la dura prova, si rivela d'ora in poi il vero contemplativo, il primo monaco, padre dei futuri monaci, che conosce in questa "voce di silenzio svuotato", qualcosa di più profondo e vero della realtà divina. E ne rimane letteralmente trasformato. Il suo incontro è portatore di intimità, di profondo silenzio, di forza: Elia diventerà l'uomo umile, che si nasconde dietro la Parola di Dio. Questo fatto è il segno evidente dell'importanza che l'esperienza dell'Oreb ha avuto per la sua vita. C'è qui una rivelazione nuova del volto di Dio, inattesa. Elia mettendosi nelle mani di questo Dio da ora in poi dovrà cambiare vita: non agirà più come prima in virtù della sua volontà, ma aspetterà che veramente il Signore gli parli, facendo solo così la Sua volontà. Un angelo gli affida una triplice investitura: di Hazael come re di Damasco, di Jehu come re d'Israele, di Eliseo come profeta. Così ha termine il grande incontro.

    Le ultime vicende

    Le ultime vicende, dopo la discesa dal monte sono più sfumate; dopo aver rimproverato aspramente Acab, secondo la Parola di Dio, per l'assassinio di Nabot (I Re 21,1), Elia riappare alla morte di Acazia, ove per due volte fa scendere il fuoco dal cielo sui soldati mandati a lui dal re. Una terza volta consente di andare presso Acazia, confermando l'annuncio della sua morte, a causa della sua infedeltà.

    Il carro di fuoco

    Elia scompare in circostanze dense di chiarezza e ancor più di mistero.

    Parte da Galgala per Betel e poi per Gerico con Eliseo, che presago della sua fine, vuole seguirlo, nonostante le sue insistenze di rimanere solo. Sulle rive del Giordano le acque, percosse dal mantello di Elia, si aprono. Egli si decide finalmente a riconoscere che sta per essere rapito in cielo e chiede ad Eliseo che cosa debba fare per lui. "Due terzi del tuo spirito diventino miei" dice Eliseo (2 Re, 2,7ss). I due terzi, nella mentalità ebraica, rappresentano la parte di eredità spettante al primogenito. Eliseo vuole essere riconosciuto quale primogenito del profeta Elia. Al che Elia risponde: "Se mi vedrai, ciò ti sarà concesso".

    Eliseo vedrà Elia, in una specie di estasi profetica, con l'apparire del carro di fuoco e dei cavalli di fuoco e con l'improvviso suo elevarsi nel turbine, inseguito dal suo grido di figlio, cui il padre è strappato: Eliseo soffre per la dipartita del suo maestro, ma pur essendo "il suo discepolo" non riesce a comprendere bene cosa sia successo. Egli si strappa le vesti e raccoglie il mantello di Elia: non capisce che il profeta in una grande estasi, è salito al cielo.

    Elia primo monaco

    Nella figura del profeta Elia si sente il fascino dell'archetipo, dell'esemplare, pronto ad obbedire al suo Dio: Egli è fuoco e acqua, zelo e misericordia, azione e contemplazione. "... Unico nel tuo coraggio, possente nella tua audacia, tu corresti impavido in soccorso della verità...", dice l'Ecclesiastico. C'è in Elia qualcosa di ricco e profondo: egli dopo la crisi del deserto, diviene l'uomo del distacco, dell'obbedienza, della purezza interiore e della preghiera. Forte è in lui il desiderio e la speranza di vedere il suo Dio, di essere in comunione con lui, quando è afferrato dalla Carità; Carità che trabocca nello sforzo di poterla comunicare ad altri, allontanandoli dal male. È diventato così, in un certo modo, Padre di tutto il monachesimo. Il luogo sacro per Elia non è più al di fuori, come il tempio di Gerusalemme: il suo santuario è dentro e viene percorso interiormente; è un pellegrinaggio interiore per incontrare il Dio vivo e vero. Leggendo il testo, illuminati dall'esperienza cristiana, ci si trova bene in sintonia con la parola stessa di Gesù: "Né sul Garizim né a Gerusalemme adorerete Dio, ma il Padre si adora in spirito e verità" (Gv 4, 20-24).

    Questa esperienza storica di Elia, davvero originale, per molto tempo non è stata compresa, nel secondo secolo avanti Cristo è stata ripresa in parte dagli Esseni, i membri del popolo di Israele che si ritiravano nel deserto per una vita rigorosa per aderire a Dio secondo la Torah, praticata nella comunità di Qumran. Ma è un tesoro nascosto, che va tutt'ora ripenetrato e riscoperto. L'esperienza monastica lo farà risorgere, di generazione in generazione. É consegnata in eredità come un mantello: il Carmelo lo ha indossato e ne ha fatto il suo baluardo, considerando il S. Padre Elia come capo stipite di tutti i suoi figli di ogni generazione.

    Elia nella tradizione del popolo ebraico

    Elia nella liturgia ebraica è presente nel rito di Pasqua: un posto è lasciato vuoto proprio per richiamare la sua presenza. Racconta Chouraqui: "il mondo in cui noi vivevamo era popolato da presenze ineffabili di cui eravamo i soli a conoscere il segreto. Il profeta Elia quindi era seriamente atteso in ogni pasto di Pasqua, in ogni famiglia. Gli si preparava sedia e coperto". Narrano le leggende ebraiche che la pelle del capro sacrificato da Abramo servì ad Elia come cintura. Elia è considerato il patrono degli studenti della Torah e interviene nelle difficoltà legate allo studio. Ruolo di maestro e guida che anche i carmelitani sottolineeranno. Nel rito della circoncisione Elia è considerato presente. Negli ultimi giorni sarà ancora Elia che raccoglierà il popolo sparso sulla terra: "Se i vostri sono ai quattro angoli del cielo, da là le parole del Signore, vostro Dio, vi riuniranno alla voce di Elia, il grande profeta e da là Elia vi condurrà per le mani del Messia Re".

    Elia nella tradizione musulmana

    I musulmani chiamano Elia EI khader, il Verdeggiante nel Corano alla Sura XXXVII si dice di Elia: "In verità Elia era uno degli Inviati. Disse al suo popolo: "Non sarete timorati di Allah?". Invocherete Baal e trascurerete il Migliore dei creatori: Allah, il vostro Signore e il Signore dei vostri avi più antichi? Lo trattarono da bugiardo. Infine saranno condotti al castigo, eccetto i servi devoti di Allah. Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri. Pace su Elia! Così ricompensiamo coloro che fanno il bene. In verità era uno dei nostri servi credenti.

    Teresa Benedetta della Croce e il profeta Elia

    S. Teresa Benedetta della Croce ha molto amato il profeta Elia. Citiamo alcuni passi delle sue opere che ne mettono in risalto la figura. Commentando un passo della Regola carmelitana ella scrive:

    "Meditare nella legge del Signore" può essere una forma di preghiera quando assumiamo la preghiera nel suo ampio senso abituale. Ma noi pensiamo al "vigilare nella preghiera" come all'inabissarci in Dio, come è proprio della contemplazione, allora la meditazione ne è solo una via". Vegliando in preghiera, esprime lo stesso che Elia disse con le parole: 'Stare davanti al Volto del Signore"... La preghiera è guardare in alto al Volto dell'Eterno. Lo possiamo solo quando lo Spirito veglia nelle ultime profondità, sciolti da ogni attività e godimento terreno, che lo attutiscono. Essere vigilanti con il corpo non garantisce quest'essere vigilanti e la quiete, desiderata secondo la natura, non lo impedisce".

    "Non abbiamo il Salvatore solo nelle narrazioni dei testimoni sulla sua vita. Egli è presente a noi nel Santissimo Sacramento, e le ore di adorazione dinanzi al Massimo Bene, 1'ascolto della voce del Dio eucaristico sono: "meditare la Legge del Signore" e "vigilare nella preghiera" nel contempo.

    "Elia ritornerà come testimone della rivelazione segreta, quando si avvicinerà la fine del mondo, nella lotta contro l'Anticristo per patire la morte dei martiri per il suo Signore".

    Ella parla del popolo ebraico:

    La Chiesa era fiorita, ma lontano rimaneva

    la massa del popolo, lontano dal Signore

    e da sua Madre, nemico della Croce.

    Esso erra qua e là e non può trovare riposo, oggetto di scherno e di disprezzo:

    Tale rimarrà fino all'ultima battaglia.

    allora prima che la Croce nel cielo appaia, prima ancora che Elia venga a radunare i suoi, il Buon Pastore in silenzio percorrerà le nazioni.

    "Nella sua festa che festeggiamo al 20 luglio, il prete va all' altare con i paramenti rossi...In questo giorno il convento dei nostri padri sul monte Carmelo, che racchiude la grotta di Elia, è meta di folte schiere di pellegrini: ebrei, musulmani e cristiani di tutte le confessioni che gareggiano nell'onorare il grande profeta".

    FONTE

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    Sir Godfrey Kneller, Il profeta Elia e l'angelo, 1672, Tate Gallery, Londra

    Giovanni Girolamo Savoldo, Il profeta Elia è nutrito dal corvo, National Gallery, Washington

    Philippe de Champaigne, Il sogno di Elia, 1660, Musee de Tesse, Le Mans

    Laurent de La Hyre, Elia nel deserto con l'angelo, 1635, Portland Art Museum, Oregon

    Bartholomeus Breenbergh, Elia e la vedova di Zarepta, 1630 circa, collezione privata

    Ferdinand Olivier, Elia nel deserto, 1831, Neue Pinakothek, Monaco

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    Elias

    Elias (Hebrew 'Eliahu, "Yahveh is God"; also called Elijah).

    The loftiest and most wonderful prophet of the Old Testament. What we know of his public life is sketched in a few popular narratives enshrined, for the most part, in the First (Third) Book of Kings. These narratives, which bear the stamp of an almost contemporary age, very likely took shape in Northern Israel, and are full of the most graphic and interesting details. Every part of the prophet's life therein narrated bears out the description of the writer of Ecclesiasticus: He was "as a fire, and his word burnt like a torch" (xlviii, 1). The times called for such a prophet. Under the baneful influence of his Tyrian wife Jezabel, Achab, though perhaps not intending to forsake altogether Yahveh's worship, had nevertheless erected in Samaria a temple to the Tyrian Baal (1 Kings 162) and introduced a multitude of foreign priests (xviii 19); doubtless he had occasionally offered sacrifices to the pagan deity, and, most of all, hallowed a bloody persecution of the prophets of Yahveh.

    Of Elias's origin nothing is known, except that he was a Thesbite; whether from Thisbe of Nephtali (Tob., i, 2, Gr.) or from Thesbon of Galaad, as our texts have it, is not absolutely certain, although most scholars, on the authority of the Septuagint and of Josephus, prefer the latter opinion. Some Jewish legends, echoed in a few Christian writings, assert moreover that Elias was of priestly descent; but there is no other warrant for the statement than the fact that he offered sacrifices. His whole manner of life resembles somewhat that of the Nazarites and is a loud protest against his corrupt age. His skin garment and leather girdle (2 Kings, 1, 8), his swift foot (1 Kings 18:46), his habit of dwelling in the clefts of the torrents (xvii,3) or in the caves of the mountains (xix, 9), of sleeping under a scanty shelter (xix, 5), betray the true son of the desert. He appears abruptly on the scene of history to announce to Achab that Yahveh had determined to avenge the apostasy of Israel and her king by bringing a long drought on the land. His message delivered, the prophet vanished as suddenly as he had appeared, and, guided by the spirit of Yahveh, betook himself by the brook Carith, to the east of the Jordan, and the ravens (some critics would translate, however improbable the rendering, "Arabs" or "merchants") "brought him bread and flesh in the morning, and bread and flesh in the evening, and he drank of the torrent" (xvii, 6).

    After the brook had dried up, Elias, under Divine direction, crossed over to Sarepta, within the Tyrian dominion. There he was hospitably received by a poor widow whom the famine had reduced to her last meal (12); her charity he rewarded by increasing her store of meal and oil all the while the drought and famine prevailed, and later on by restoring her child to life (14-24). For three years there fell no rain or dew in Israel, and the land was utterly barren. Meanwhile Achab had made fruitless efforts and scoured the country in search of Elias. At length the latter resolved to confront the king once more, and, suddenly appearing before Abdias, bade him summon his master (xviii, 7, sq.). When they met, Achab bitterly upbraided the prophet as the cause of the misfortune of Israel. But the prophet flung back the charge: "I have not troubled Israel, but thou and thy father's house, who have forsaken the commandments of the Lord, and have followed Baalim" (xviii, 18). Taking advantage of the discountenanced spirits of the silenced king, Elias bids him to summon the prophets of Baal to Mount Carmel, for a decisive contest between their god and Yahveh. The ordeal took place before a great concourse of people (see CARMEL, MOUNT) whom Elias, in the most forcible terms, presses to choose: "How long do you halt between two sides? If Yahveh be God, follow him; but if Baal, then follow him" (xviii, 21). He then commanded the heathen prophets to invoke their deity; he himself would "call on the name of his Lord"; and the God who would answer by fire, "let him be God" (24). An altar had been erected by the Baal-worshippers and the victim laid upon it; but their cries, their wild dances and mad self-mutilations all the day long availed nothing: "There was no voice heard, nor did any one answer, nor regard them as they prayed" (29). Elias, having repaired the ruined altar of Yahveh which stood there, prepared thereon his sacrifice; then, when it was time to offer the evening oblation, as he was praying earnestly, "the fire of the Lord fell, and consumed the holocaust, and the wood, and the stones, and the dust, and licked up the water that was in the trench" (38). The issue was fought and won. The people, maddened by the success, fell at Elias's command on the pagan prophets and slew them at the brook Cison. That same evening the drought ceased with a heavy downpour of rain, in the midst of which the strange prophet ran before Achab to the entrance of Jezrael.

    Elias's triumph was short. The anger of Jezabel, who had sworn to take his life (xix, 2), compelled him to flee without delay, and take his refuge beyond the desert of Juda, in the sanctuary of Mount Horeb. There, in the wilds of the sacred mountain, broken spirited, he poured out his complaint before the Lord, who strengthened him by a revelation and restored his faith. Three commands are laid upon him: to anoint Hazael to be King of Syria, Jehu to be King of Israel, and Eliseus to be his own successor. At once Elias sets out to accomplish this new burden. On his way to Damascus he meets Eliseus at the plough, and throwing his mantle over him, makes him his faithful disciple and inseparable companion, to whom the completion of his task will be entrusted. The treacherous murder of Naboth was the occasion for a new reappearance of Elias at Jezrael, as a champion of the people's rights and of social order, and to announce to Achab his impending doom. Achab's house shall fall. In the place where the dogs licked the blood of Naboth will the dogs lick the king's blood; they shall eat Jezabel in Jezrael; their whole posterity shall perish and their bodies be given to the fowls of the air (xxi, 20-26). Conscience-stricken, Achab quailed before the man of God, and in view of his penance the threatened ruin of his house was delayed. The next time we hear of Elias, it is in connexion with Ochozias, Achab's son and successor. Having received severe injuries in a fall, this prince sent messengers to the shrine of Beelzebub, god of Accaron, to inquire whether he should recover. They were intercepted by the prophet, who sent them back to their master with the intimation that his injuries would prove fatal. Several bands of men sent by the king to capture Elias were stricken by fire from heaven; finally the man of God appeared in person before Ochozias to confirm his threatening message. Another episode recorded by the chronicler (2 Chronicles 21:12) relates how Joram, King of Juda, who had indulged in Baal-worship, received from Elias a letter warning him that all his house would be smitten by a plague, and that he himself was doomed to an early death.

    According to 2 Kings 3, Elias's career ended before the death of Josaphat. This statement is difficult -- but not impossible -- to harmonize with the preceeding narrative. However this may be, Elias vanished still more mysteriously than he had appeared. Like Enoch, he was "translated", so that he should not taste death. As he was conversing with his spiritual son Eliseus on the hills of Moab, "a fiery chariot, and fiery horses parted them both asunder, and Elias went up by a whirlwind into heaven" (2 Kings 2:11), and all the efforts to find him made by the sceptic sons of the prophets disbelieving Eliseus's recital, availed nothing. The memory of Elias has ever remained living in the minds both of Jews and Christians. According to Malachias, God preserved the prophet alive to entrust him, at the end of time, with a glorious mission (iv, 5-6): at the New Testament period, this mission was believed to preceede immediately the Messianic Advent (Matthew 17:10, 12; Mark 9:11); according to some Christian commentators, it would consist in converting the Jews (St. Jer., in Mal., iv, 5-6); the rabbis, finally, affirm that its object will be to give the explanations and answers hitherto kept back by them. I Mach., ii, 58, extols Elias's zeal for the Law, and Ben Sira entwines in a beautiful page the narration of his actions and the description of his future mission (Ecclus., xlviiii, 1-12). Elias is still in the N.T. the personification of the servant of God (Matthew 16:14; Luke 1:17; 9:8; John 1:21). No wonder, therefore, that with Moses he appeared at Jesus' side on the day of the Transfiguration.

    Nor do we find only in the sacred literature and the commentaries thereof evidences of the conspicuous place Elias won for himself in the minds of after-ages. To this day the name of Jebel Mar Elyas, usually given by modern Arabs to Mount Carmel, perpetuates the memory of the man of God. Various places on the mountain: Elias's grotto; El-Khadr, the supposed school of the prophets; El-Muhraka, the traditional spot of Elias's sacrifice; Tell el-Kassis, or Mound of the priests -- where he is said to have slain the priests of Baal -- are still in great veneration both among the Christians of all denominations and among the Moslems. Every year the Druses assemble at El-Muhraka to hold a festival and offer a sacrifice in honour of Elias. All Moslems have the prophet in great reverence; no Druse, in particular, would dare break an oath made in the name of Elias. Not only among them, but to some extent also among the Jews and Christians, many legendary tales are associated with the prophet's memory. The Carmelite monks long cherished the belief that their order could be traced back in unbroken succession to Elias whom they hailed as their founder. Vigorously opposed by the Bollandists, especially by Papenbroeck, their claim was no less vigorously upheld by the Carmelites of Flanders, until Pope Innocent XII, in 1698, deemed it advisable to silence both contending parties. Elias is honoured by both the Greek and Latin Churches on 20 July.

    The old stichometrical lists and ancient ecclesiastical writings (Const. Apost., VI, 16; Origen, Comm. in Matthew 27:9; Euthalius; Epiphan., Haer., 43) mention an apocryphal "Apocalypse of Elias", citations from which are said to be found in I Cor. ii, 9, and Eph., v, 14. Lost to view since the early Christian centuries, this work was partly recovered in a Coptic translation found (1893) by Maspéro in a monastery of Upper Egypt. Other scraps, likewise in Coptic, have since been also discovered. What we possess now of this Apocalypse -- and it seems that we have by far the greater part of it -- was published in 1899 by G. Steindorff; the passages cited in I Cor., ii, 9, and Eph., v, 14, do not appear there; the Apocalypse on the other hand, has a striking analogy with the Jewish "Sepher Elia".

    Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. V, New York, 1909

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    LITANIE IN ONORE DI SANT'ELIA PROFETA

    Cristo ascoltaci
    Cristo esaudiscici

    Padre del cielo che sei Dio, abbi pietà di noi
    Figlio Redentore del mondo che sei Dio, abbi pietà di noi
    Spirito Santo che sei Dio, abbi pietà di noi
    Santa Trinità unico Dio, abbi pietà di noi

    Santa Maria, Regina dei profeti, prega per noi
    Santa Maria, Preservatrice dal fuoco eterno, prega per noi
    Santa Maria, Onore e decoro del Monte Carmelo, prega per noi

    S. Elia, il cui nome è: Jahvè è il mio Dio, prega per noi
    S. Elia, consorte degli angeli, prega per noi
    S. Elia, campione dell'unico Dio, prega per noi
    S. Elia, profeta sotto Acab e Ocozia, prega per noi
    S Elia, profeta di fuoco, prega per noi
    S. Elia, profeta che stai alla presenza del Dio d'Israele, prega per noi
    S. Elia, profeta e taumaturgo, prega per noi
    S. Elia, profeta che ferma la rugiada e la pioggia, prega per noi
    S. Elia, profeta Tisbita abitante di Galaad, prega per noi
    S. Elia, la cui parola brucia come fiaccola, prega per noi
    S. Elia, le cui parole sono ardente fornace, prega per noi
    S. Elia, che adori Dio in spirito e verità, prega per noi
    S. Elia, che conservi integra l'Alleanza, prega per noi
    S. Elia, diretto ad oriente del Giordano, prega per noi
    S. Elia, nascosto presso il torrente Kerit, prega per noi
    S. Elia, che bevi acqua dal torrente, prega per noi
    S. Elia, nutrito dai corvi inviati dal Signore, prega per noi
    S. Elia, che esegui gli ordini dell'Altissimo, prega per noi
    S. Elia, che al mattino ricevi il pane dal corvo, prega per noi
    S. Elia, che alla sera ti nutri di carne, prega per noi
    S. Elia, che ti dirigi verso Zarepta di Sidone, prega per noi
    S. Elia, portatore di vita alla vedova che raccoglie legna, prega per noi
    S. Elia, che chiedi cibo in elemosina, prega per noi
    S. Elia, che non fai esaurire la farina nella giara, prega per noi
    S. Elia, che non fai svuotare l'orcio dell'olio, prega per noi
    S. Elia, che mantieni a lungo il dono della provvidenza, prega per noi
    S. Elia, che ti chini sul figlio morto della vedova, prega per noi
    S. Elia, che intercedi per la risurrezione, prega per noi
    S. Elia, il cui grido è accolto dall'Onnipotente, prega per noi
    S. Elia, che risvegli il bambino dalla morte, prega per noi
    S. Elia, che ridoni la gioia alla casa in lutto, prega per noi
    S. Elia, che ridai il bambino vivo a sua madre, prega per noi
    S. Elia, riconosciuto uomo di Dio, prega per noi
    S. Elia, che senti rimproveri sul Sinai, prega per noi
    S. Elia, che ascolti sull'Oreb sentenze di vendetta, prega per noi
    S. Elia, che ungi i re come vindici, prega per noi
    S. Elia, che designi i profeti tuoi successori, prega per noi
    S. Elia, inviato ad Acab ed Abdia, prega per noi
    S. Elia, che proclami la legge del taglione, prega per noi
    S. Elia, che convochi il giudizio sul Monte Carmelo, prega per noi
    S. Elia, che proclami Jahvè il vero Dio, prega per noi
    S. Elia, fustigatore dei profeti di Baal, prega per noi
    S. Elia, che invochi il nome dell'unico Signore, prega per noi
    S. Elia, che costruisci l'altare con dodici pietre, prega per noi
    S. Elia, che rammenti Giacobbe ed i suoi discendenti, prega per noi
    S. Elia, che implori la conversione dei cuori, prega per noi
    S. Elia, che ottieni il fuoco dal cielo sull'olocausto, prega per noi
    S. Elia, che prefiguri l'Eucaristia della Chiesa, prega per noi
    S. Elia, che prefiguri il dono dello Spirito sulle offerte, prega per noi
    S. Elia, che fai acclamare la santità del nostro Dio, prega per noi
    S. Elia, che fai giustizia degli idolatri nel torrente Kison, prega per noi
    S. Elia, che ottieni la pioggia torrenziale, prega per noi
    S. Elia, che preghi a terra con la faccia tra le ginocchia, prega per noi
    S. Elia, che individui i segni del cielo, prega per noi
    S. Elia, che vedi una nuvoletta come una mano d'uomo, prega per noi
    S. Elia, su cui è stesa la mano del Signore, prega per noi
    S. Elia, che corri con i fianchi cinti verso Izreel, prega per noi
    S. Elia, che uccidi di spada i falsi profeti, prega per noi
    S. Elia, beato, perseguitato a causa della giustizia, prega per noi
    S. Elia, inseguito dalla regina Gezabele, prega per noi
    S. Elia, che desideri morire all'ombra del ginepro in Bersabea, prega per noi
    S. Elia, destato dall'angelo del Signore, prega per noi
    S. Elia, invitato ad alzarti e a mangiare, prega per noi
    S. Elia, presso la cui testa è una focaccia cotta su pietre roventi, prega per noi
    S. Elia, presso il cui capo è un orcio d'acqua, prega per noi
    S. Elia, che ti incammini con la forza del pane del cielo, prega per noi
    S. Elia, che prefiguri il futuro popolo del Pane di vita, prega per noi
    S. Elia, che resisti per quaranta giorni e notti fino al monte Oreb, prega per noi
    S. Elia, che assisti al passaggio della teofania, prega per noi
    S. Elia, che ricevi una triplice missione, prega per noi
    S. Elia, che ascolti il vento gagliardo spaccare le rocce, prega per noi
    S. Elia, che avverti il terremoto ed il fuoco, prega per noi
    S. Elia, che senti il mormorio di un vento leggero, prega per noi
    S. Elia, che ti copri il volto con un mantello, prega per noi
    S. Elia, che ti professi pieno di zelo per il Signore, prega per noi
    S. Elia, inviato verso Damasco per ungere i re, prega per noi
    S. Elia, inviato ad ungere Eliseo figlio di Safat, prega per noi
    S. Elia, che getti il mantello addosso ad Eliseo, prega per noi
    S. Elia, seguito da Eliseo che arava con dodici paia di buoi, prega per noi
    S. Elia, che rimproveri ad Acab le sue iniquità, prega per noi
    S. Elia, vindice della vigna di Nabot, prega per noi
    S. Elia, che conduci Acab a penitenza, prega per noi
    S. Elia, che chiami il fuoco dal cielo, prega per noi
    S. Elia, che predici la fine a chi consulta gli idoli, prega per noi
    S. Elia, che ti incammini da Galgala a Betel, prega per noi
    S. Elia, circondato dai figli dei profeti, prega per noi
    S. Elia, affiancato da Eliseo in Gerico, prega per noi
    S. Elia, che sosti in mezzo al Giordano, prega per noi
    S. Elia, che dividi le acque percosse col tuo mantello, prega per noi
    S. Elia, che attraversi il fiume all'asciutto, prega per noi
    S. Elia, separato da Eliseo dai cavalli di fuoco, prega per noi
    S. Elia, rapito da un carro di fuoco, prega per noi
    S. Elia, che sali nel turbine verso il cielo, prega per noi
    S. Elia, invocato: padre mio, cocchio di Israele e suo cocchiere, prega per noi
    S. Elia, il cui mantello cadde sulla terra, prega per noi
    S. Elia, il cui mantello è la forza di Eliseo, prega per noi
    S. Elia, il cui mantello separa le acque del fiume, prega per noi
    S. Elia, il cui mantello prefigura l'umanità del Verbo, prega per noi
    S. Elia, il cui spirito è l'eredità di Eliseo, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo, risana le acque con il sale, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo moltiplica l'olio della vedova, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo risuscita il figlio della Sunammita, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo rende innocuo il veleno, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo moltiplica il pane, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo monda dalla lebbra Naaman il Siro, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo ripesca l'ascia sommersa, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo vede l'esercito invisibile, prega per noi
    S. Elia, il cui servo Eliseo mise alla prova il re Joas con le frecce, prega per noi
    S. Elia, le ossa del cui servo Eliseo sepolto risuscitano un morto, prega per noi
    S. Elia, la cui parola si adempie nella fine di Gezabele, prega per noi
    S. Elia, che plachi l'ira prima che divampi, prega per noi
    S. Elia, che riconduci il cuore dei padri verso i figli, prega per noi
    S. Elia, che ristabilisci le tribù di Giacobbe, prega per noi
    S. Elia, ponte fra le due alleanze, prega per noi
    S. Elia, che ritorni nella parola di Giovanni il Battista, prega per noi
    S. Elia, riconosciuto in Giovanni da Gesù Cristo, prega per noi
    S. Elia, atteso con Enoch negli ultimi tempi, prega per noi
    S. Elia, che appari con Mosè nella trasfigurazione sul Tabor, prega per noi
    S. Elia, che parli col Figlio di Dio della sua Pasqua, prega per noi
    S. Elia, che appari a Pietro, Giacomo e Giovanni nella nube, prega per noi
    S. Elia, che attesti l'adempimento della legge e dei profeti, prega per noi
    S. Elia, la cui tenda è nei cieli, prega per noi
    S. Elia, profeta e testimone della nuova Alleanza, prega per noi
    S. Elia, ricordato nell'Evangelo della Passione, prega per noi
    S. Elia, che sorgi con il Signore patrono degli orfani, prega per noi
    S. Elia, sostegno delle vedove, prega per noi
    S. Elia, che spezzi il braccio dell'empio e del malvagio, prega per noi
    S. Elia, inviato a punire il peccato, prega per noi
    S. Elia, che recidi labbra bugiarde, prega per noi
    S. Elia, che freni le lingue arroganti, prega per noi
    S. Elia, che porgi l'orecchio al gemito dei miseri, prega per noi
    S. Elia, che conservi intatti i detti del Signore, prega per noi
    S. Elia, che prepari il mondo per il giudizio, prega per noi
    S. Elia, che purifichi i cuori con il fuoco, prega per noi
    S. Elia, modello della preghiera insistente, prega per noi
    S. Elia, precursore del Messia, prega per noi
    S. Elia, che spingi i tiranni alla rovina, prega per noi
    S. Elia, gran sacerdote e liberatore, prega per noi
    S. Elia, che mantieni intatta la legge di Mosè, prega per noi
    S. Elia, debellatore degli idoli e dei demoni, prega per noi
    S. Elia, specchio della vita monastica, prega per noi
    S. Elia, asceta e scriba celeste, prega per noi
    S. Elia, che illustri il Carmelo con le tue gesta, prega per noi
    S. Elia, che prefiguri nella nuvola la Vergine Madre, prega per noi
    S. Elia, che ispiri ai figli della Donna di rivestire l'abito dell'uomo nuovo, prega per noi
    S. Elia, capostipite di una nazione santa, prega per noi
    S. Elia, maestro dei santi nella Chiesa, prega per noi
    S. Elia, che fiorisci nella nuova Alleanza, prega per noi
    S. Elia, guida verso gli eventi finali, prega per noi
    S. Elia, che abiti sui monti alti, prega per noi
    S. Elia, nella cui attesa rimane un posto vuoto a mensa, prega per noi
    S. Elia, con Enoch lottatore contro l'anticristo, prega per noi
    S. Elia, indicato da Giacomo come esempio di fede, prega per noi
    S. Elia, speranza del nuovo Israele, prega per noi
    S. Elia, speranza della Chiesa in cammino, prega per noi
    S. Elia, speranza per la vita eterna, prega per noi
    S. Elia, stella nel coro dei profeti, prega per noi
    S. Elia, la cui memoria evangelica è in benedizione, prega per noi
    S. Elia, che abiti nel tempio di Dio Padre, prega per noi
    S. Elia, che adori l'umanità di Dio Figlio, prega per noi
    S. Elia, che sei rapito dal fuoco dello Spirito Santo Dio, prega per noi
    S. Elia, profeta del principio e della fine, prega per noi

    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo - Perdonaci Signore
    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo - Esaudiscici Signore
    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo - Abbi pietà di noi

    V Prega per noi S. Elia profeta
    R. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo

    PREGHIAMO - Signore unico Dio e Padre misericordioso che susciti profeti, concedi a noi di servirti con la fermezza dello spirito di Elia che ci prepara alla seconda venuta del tuo Figlio, Giudice del mondo. Egli è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 
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