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    Trockij governa gli Stati Uniti

    Da EFFEDIEFFE.
    Si tratta di un articolo secondo me veramente eccezionale, per la lucidità di analisi e la comprensione vera e profonda di certi fenomeni mondiali.
    Sono cose che io dico da tempo e mi fa piacere che qualcuno le abbia esposte in modo così organico e chiaro e pubblicate in rete.
    In questo testo a mio parere si sgombra finalmente il campo da una serie di equivoci molto radicati nella nostra area e altrove e si individua davvero l'essenza ideologica dell'attuale egemonia mondiale.
    Leggetelo (non è neanche tanto lungo) perché ne vale veramente la pena.


    ------------


    Trotzky governa gli Stati Uniti
    John Laughland
    09/11/2005


    Dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989, l'Occidente non ha cessato di congratularsi per come Paesi ex comunisti, e anche alcuni che lo sono rimasti, si stanno occidentalizzando e stanno imparando a muoversi nella giungla capitalista.
    Spesso il cosiddetto progresso in questi Paesi è degrado morale: l'apertura di locali per travestiti all'Avana stato esibito come prova che Cuba «si sta aprendo».
    Ma invece, è passato sotto silenzio il movimento eguale e contrario: il fatto che è oggi l'Occidente ad adottare i vecchi motivi del comunismo, e specialmente le dottrine gemelle della rivoluzione e dell'internazionalismo.
    La parola «rivoluzione» ha assunto un senso totalmente positivo nel vocabolario politico occidentale.
    Quindici anni fa, almeno tra i conservatori, la parola recava connotati negativi: «rivoluzione bolscevica», «giacobina», «sessuale».
    Oggi non più.

    Il mito della rivoluzione oggi domina a tal punto le coscienze collettive che, come bambini che richiedono sempre che gli sia raccontata la stessa favola, noi accettiamo per vere le fiabe sulle rivoluzioni «democratiche» in Paesi lontani di cui non sappiamo nulla.
    Favole sempre uguali: là, ci vien detto, un regime autoritario, disonesto, o brutale viene rovesciato dal «potere del popolo» e tutti, dopo, vivono felici e contenti.
    Così il rovesciamento di Shevarnadze in Georgia, la «rivoluzione delle rose» del novembre 2003; la «rivoluzione arancio» dell'Ucraina; la cacciata violenta del presidente del Kirgizistan il marzo 2005; la rivolta nella città uzbeca di Andijan in maggio, tutte ci sono presentate come esplosioni spontanee della sacrosanta indignazione popolare. […]
    Eppure quando c'era il comunismo, sapevamo che «rivoluzione» e «potere al popolo» erano solo cose della propaganda di sinistra.
    Sapevamo valutare la «rivoluzione sovietica» come il grottesco kitch che mascherava la sinistra realtà di trame di potere dietro le quinte.
    Siamo diventati oggi più ingenui. […]

    Nel caso dell'Ucraina, per esempio, oggi si sa che gli americani hanno investito molto denaro nella campagna di Victor Yuschenko, e che il KGB ucraino s'è dato molto da fare per conto degli USA, allestendo tutta la messinscena della rivolta popolare. [Ma nonostante queste informazioni] l'Occidente continua a bersi il mito della rivoluzione.
    Il presidente Mao un giorno sentenziò: «il marxismo consiste di mille verità, ma tutte si possono ridurre ad una frase: ribellarsi è giusto».
    Oggi, quest'idea è il centro dell'ortodossia politica occidentale.
    Uno dei temi dominanti della presidenza di George Bush è il concetto, eminentemente trotzkista, della rivoluzione mondiale; il 6 novembre 2003 il presidente USA ha detto precisamente: «lo stabilirsi di un Iraq libero nel cuore del Medio Oriente sarà lo spartiacque della 'rivoluzione democratica' globale».
    Nel suo discorso di rielezione, il 20 gennaio 2005, Bush ha annunciato niente meno che un programma di emancipazione politica dell'intero pianeta: ha detto che l'America persegue «lo scopo ultimo di abolire la tirannia nel mondo».

    George Bush non è un marxista cosciente.
    Ma molti dei suoi consiglieri più intimi, i cosiddetti neoconservatori, vengono da un passato trotzkista.
    Il piano originale di Marx era che la rivoluzione coinvolgesse tutto il pianeta, e questo programma della rivoluzione mondiale fu abbracciato da Engels, Lenin e Trotzky; e vi si oppose Stalin, con la sua proposta famosa del «socialismo in un solo Paese».
    In esilio, Trotzky (1) mantenne l'idea della rivoluzione mondiale, e lo dimostrò fondando la Quarta Internazionale nel 1938.
    Meno di due anni dopo, alla Quarta Internazionale aderì Irving Kristol (2): l'uomo che oggi è considerato il padre fondatore del movimento neoconservatore (neocon) che oggi domina l'amministrazione Bush.
    L'influenza di Kristol è stata immensa, e suo figlio, William Kristol, è uno dei più potenti neocon d'America.
    Irving Kristol non ha mai ripudiato il suo passato trotzkista: ancora nel 1983 scrisse di esserne anzi orgoglioso.
    Lo stesso vale per altri «illuminati» del movimento neocon.

    Nel 1996 Michael Leeden (3) dell'American Enterprise [uno dei think tank neocon] ha coniato il termine di «rivoluzione democratica mondiale» - è il sottotitolo del suo libro, in cui attaccò Bill Clinton definendolo un «controrivoluzionario».
    Il titolo stesso del libro, «Freedom Betrayed» [Libertà tradita], è un'ovvia citazione del libro, «La Rivoluzione tradita», con cui Trotzky raccontò nel 1938 la sua rottura con Stalin.
    David Horowitz (4), lui stesso un ex comunista, nel 2000 ha pubblicato «L'arte della guerra politica e altri progetti estremi»: libro lodato da Karl Rove, il capo dello staff di Bush, come «una perfetta guida tascabile alla lotta politica, scritta da un lottatore di esperienza».
    Lì, Horowitz cita favorevolmente Lenin: «non si può battere un oppositore superandolo nel dibattito politico. Si può solo seguire la ricetta di Lenin: 'nei conflitti politici, lo scopo non è di smontare gli argomenti dell'avversario, ma di spazzarlo dalla faccia della terra'».
    Eric Hobsbawm, lo storico veteromarxista, a fine giugno ha scritto: «un appassionato ex marxista oggi sostenitore di Bush mi ha detto, scherzando solo a metà: dopotutto [Bush] è la sola possibilità rimasta per una rivoluzione mondiale».

    Se questa idea [che i neocon siano marxisti] sembra irreale, è solo perché il mondo libero non ha mai capito la vera natura del marxismo leninismo.
    Pensiamo che «comunismo» sia la proprietà statale dei mezzi di produzione e la pianificazione centralizzata dell'economia; in realtà, Karl Marx non ha raccomandato né l'una né l'altro.
    Come ha notato Solgenitzyn, «l'anima del marxismo» sta nel materialismo dialettico: la dottrina, derivata da Hegel, che sostiene che il mondo è in permanente cambiamento e flusso, sicché non c'è nulla che sia vero o falso.
    Di conseguenza, la rivoluzione permanente è lo stato «naturale» della realtà e perciò della politica. Marx, Engels e Lenin sostenevano che la forma fissa dell'associazione politica, cioè lo Stato, è oppressiva, e che l'umanità non sarebbe stata liberata se non con «l'estinzione» dello Stato.
    E cosa avrebbe provocato l'estinzione dello Stato?
    Marx ed Engels hanno una chiara risposta: il capitalismo mondiale.

    Gli autori del Manifesto Comunista esaltarono l'inarrestabile forza rivoluzionaria del capitalismo mondiale, di ciò che oggi chiamiamo globalizzazione.
    Essi videro che il capitalismo globale, come forza rivoluzionaria, stava disgregando tutte le strutture esistenti, lo Stato, la nazione e la famiglia, e che stava preparando un mondo unito economicamente e politicamente.
    «La borghesia», scrissero entusiasti, «non può esistere se non rivoluzionando continuamente gli strumenti di produzione. Tutti i rapporti fissi, congelati, con il loro seguito di antichi e venerabili pregiudizi ed opinioni sono spazzati via, e tutti i nuovi rapporti che si formano diventano antiquati prima che possano fossilizzarsi. Tutto ciò che è solido si scioglie, tutto ciò che è sacro viene profanato».
    Per Marx ed Engels la potenza rivoluzionaria della borghesia stava precisamente nella sua natura internazionale e cosmopolita: «con grande dolore dei reazionari, la borghesia ha sottratto di sotto i piedi dell'industria il territorio nazionale. Al posto della vecchia idea di autosufficienza nazionale, e di chiusura della nazione entro i suoi confini, noi abbiamo l'universale interdipendenza delle nazioni».
    La globalizzazione, appunto.

    Engel teorizzò apertamente che l'atomizzazione e lo sradicamento causati dal capitalismo internazionale erano il precursore necessario della emancipazione mondiale: «la disintegrazione dell'umanità in una massa di atomi isolati e che reciprocamente si respingono», scrisse, «significa la distruzione di ogni associazione [tradizionale] nazionale o corporativa, ed è il passo necessario per la libera e spontanea associazione degli uomini».
    Come noto, Marx era convinto che la forma della politica è solo una «sovrastruttura» determinata dalla realtà economica sottostante: «il mulino a trazione umana produce la società feudale dei signori» [che sono proprietari terrieri], «la macchina a vapore produce la società capitalista industriale».
    Quando cadde il Muro di Berlino e la divisione tra Est ed Ovest fu superata, gli ideologi occidentali della globalizzazione hanno usato lo stesso argomento di Marx: ormai internet e il fax avevano gettato gli Stati sovrani nella spazzatura della storia.
    Di conseguenza, come Marx, sostennero che lo Stato si stava «estinguendo» per cedere il passo a una società universale dei diritti umani.

    Tony Blair ha giustificato il bombardamento NATO sulla Yugoslavia del 1999 sostenendo che il diritto di bombardare uno stato per presunti abusi dei diritti umani derivava dalla globalizzazione: «ormai si sa che una crisi grave dell'economia del Brasile provoca una crisi nell'economia britannica; per la sicurezza è lo stesso».
    I neocon hanno odiato Clinton per il suo rifiuto di seguire la logica di Tony Blair fino in fondo, per esempio quando si ritirò dalla Somalia invece di assumersi il fardello della «ricostruzione della società».
    George Bush ha fatto il contrario.
    Di rado lascia che la ragion di Stato o ogni altra considerazione pratica oscurino la sua chiarezza ideologica.
    Nel suo secondo discorso inaugurale, Bush ha pronunciato la parola «freedom» (libertà privata) 28 volte, la parola «liberty» (libertà politica) 15 volte e la parola «free», libero, sette volte: era come se cantasse l'Internazionale, l'inno rivoluzionario sovietico.

    Bush fa un appello altamente moralistico a «valori universali» che a suo dire l'America incorpora, e che sono «giusti e veri per ogni popolo, dovunque sia».
    «La libertà», ha detto, «è l'esigenza non negoziabile della dignità umana, il diritto di ogni persona, in ogni civiltà».
    Poiché il discorso di Bush è intrecciato a temi religiosi, spesso esoterici e apocalittici (ripete che la libertà è «il piano di Dio per l'umanità»), il suo messianismo ricalca il movimento marxista che sconvolse l'America Latina negli anni '60 e, coniugando Dio con la politica, si chiamò «teologia della liberazione».
    E' questa promessa di emancipare l'umanità intera che ha raccolto attorno a Bush una falange di ideologi marxisti come Christopher Hitchens, Nick Cohen, Jonh Lloyds e David Aaronovitch (5). Gente che in gioventù idolatrò «l'operaio senza patria» non hanno difficoltà oggi a identificarsi con l'odierna ideologia della globalizzazione e con l'internazionalismo di Bush.

    Hitchens lo ha detto chiaro, nel difendere il suo impegno neoconservatore: «mi sento come mi sentivo negli anni '60, quando lavoravo per la rivoluzione comunista».
    Ed ha aggiunto che il programma di Bush di «regime change» è per definizione qualcosa che i rivoluzionari devono sostenere. «E' giusto che i conservatori si oppongano ai cambi di regime [in Medio Oriente]: è appunto quel che fanno i conservatori».
    La loro adesione al piano della rivoluzione globale spiega l'appoggio ricevuto da dieci governanti dell'Est europeo, tutti o quasi vecchi apparatchnik sovietici: i quali, unici al mondo, hanno fatto obbedienti la fila per firmare una lettera aperta a sostegno dell'imminente guerra all'Iraq nel febbraio 2003.
    I «dissidenti» dell'Est - la gente che oggi è al potere - in genere non sono mai stati anticomunisti, bensì marxisti critici che volevano riformare il sistema comunista, non distruggerlo.
    Il proclama di guerra di Bush «contro la tirannia» ha un fascino inevitabile per gente abituata a radunarsi al vecchio grido comunista della «lotta al fascismo», che era uno slogan con cui la sinistra esprimeva la sua ostilità per la nazione e lo Stato nazionale.
    Entrambi i concetti sono oggi profondamente disprezzati in Occidente.

    E' significativo come segnale dell'egemonia culturale neo-sinistra in occidente il fatto che il più grave insulto politico nel nuovo ordine mondiale è «autoritarismo».
    L'autorità è per definizione un concetto conservatore, ed ecco perché è universalmente spregiato nella cultura occidentale.
    Senza eccezioni, ogni leader politico che l'Occidente ha rimosso è stato etichettato come «autoritario» o «nazionalista»: concetti di destra che sono diventati il massimo peccato politico.
    Ogni Stato che persegue una politica di indipendenza nazionale si trova nel mirino del nuovo Occidente.
    Il concetto di «Stati canaglia» (rogue States) significa appunto questo.
    Questo atteggiamento ha due corollari, uno sul piano internazionale e uno interno.
    Sul piano internazionale, la missione di Bush di «far avanzare la strategia della libertà» presume che gli Stati hanno diritto ad esercitare la sovranità nazionale solo a certe condizioni, e sostiene apertamente diktat anti-sovranità e leggi internazionali punitive [da quelle del WTO, del Fondo Monetario, fino alle direttive della UE].

    Nella politica interna, la dottrina anti-statale e marxista-hegeliana della «società civile» è divenuta il pilastro del pensiero politico occidentale.
    Per esempio, le organizzazioni non governative [ONG] dell'Europa dell'Est sono invariabilmente descritte come più autenticamente rappresentative della volontà popolare che non le strutture stabilite dello Stato, pubbliche e basate sul diritto.
    In realtà, spesso queste ONG sono entità di facciata finanziate dai governi anglo-americani.
    Ma la mera attività di «opposizione» viene elevata a un grado di santità politica, come se l'esercizio dell'autorità fosse in sé peccaminosa.
    E' notevole il caso della Georgia, dove il compito di contare i voti nelle elezioni presidenziali del gennaio 2004 fu affidato a ONG private, con la conseguente emarginazione delle autorità statali costituite.
    Come Marx, anche Bush crede (contraddittoriamente) che la libertà è «l'ineluttabile forza della storia» ma, nello stesso tempo, che bisogna lottare costantemente per conseguirla.
    Egli sostiene, come Hegel precursore di Marx, che l'umanità è una, e che Stati liberi come gli USA non sono veramente liberi, se altri Stati vivono sotto la «tirannia».
    «La sopravvivenza della libertà nella nostra terra», ha detto lo scorso gennaio, «dipende sempre più dalla vittoria della libertà nelle altre terre».

    Un vero conservatore, direbbe che c'è molto male nel mondo esterno, e che il compito di uno statista è di tenerlo a bada.
    George Orwell, giustamente lodato per aver previsto la parabola del comunismo, aveva previsto anche questo: che la Guerra Fredda sarebbe finita con la convergenza di capitalismo e comunismo, dove i due sistemi si sarebbero fusi e abbracciati a vicenda. Al termine de «La Fattoria degli Animali», il contadino, che simboleggia l'occidente capitalista, torna alla fattoria e…si mette a giocare a carte con i maiali, che simboleggiano il comunismo.
    E gli altri animali, tremanti, «guardavano l'uomo e poi il maiale, il maiale e poi l'uomo, e di nuovo l'uomo e il maiale; e già era impossibile dire chi era l'uno, e chi era l'altro».
    E' questa la triste situazione in cui ci troviamo oggi.

    John Laughland

    (traduzione e note di Maurizio Blondet)

    Note
    1) «Trotzky» è lo pseudonimo di battaglia dell'ebreo Lev Davidovich Bronstein. Riccamente finanziato dalle banche ebraiche USA (Kuhn & Loeb e Jacob Schiff), Trotsky fu spedito in Russia dove organizzò la presa del potere. Stalin in seguito epurò ferocemente gli elementi trotzkisti nel PCUS: fu una parziale de-giudaizzazione del Partito.
    2) Irving Kristol (nato nel 1920) è il direttore del «The Public Interest», ed è stato direttore della rivista ebraica «Commentary». Ecco una sua citazione: «Ever since I can remember, I've been a neo-something: a neo-marxist, a neo-trotskyist, a neo-liberal, a neo-conservative; in religion a neo-orthodox even while I was a neo-Trotskyist and a neo-marxist. I'm going to end up a neo-that's all, neo dash nothing».
    3) Michael Leeden è ritenuto tra i fabbricatori del falso rapporto del SISMI sull'acquisto di uranio del Niger da parte di Saddam. In Italia è stato presente ed attivo negli anni della strategia della tensione. Oggi è la musa ispiratrice del neocon Giuliano Ferrara.
    4) David Horowitz è nato nel 1939 da famiglia ebraica del New Jersey. Prima marxista, oggi è un neocon arrabbiato. Nel 2004 ha pubblicato un libro dal titolo: «Unholy alliance: radical Islam and the American Left» (la non-santa alleanza: Islam radicale e la sinistra americana).
    5) Noti neocon, quasi tutti ebrei ex trotzkisti.


    [John Laughland, l'autore di questo saggio, è un giornalista britannico che ha insegnato filosofia alla Sorbona. Io l'ho conosciuto attraverso il suo saggio «The Tainted Source» (Londra, 1997), la più documentata denuncia mai letta sulla illegalità e illegittimità fondamentale della costruzione europea. Quello che traduco qui, sul leninismo dominante nel sistema di potere americano odierno, è parimenti illuminante. Non a caso anche Laughland, che ha scritto per il «The Wall Street Journal» e per «The Spectator», oggi è ridotto a scrivere su internet: dato rivelatore sulla libertà che oggi viene concessa ai pensanti e al pensiero].

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  2. #2
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    Quest'articolo è un cumulo di stronzate.
    I neoconservatori, che 20 anni erano trozkisti, si sono trasfofrmati a 30 in democratici liberal e a 40 in ultraconservatori.

    Chi legge i loro articoli e il loro sito di riferimento (American Enterprise Institute, http://www.aei.org ) sa che propongono una politica economica ultraliberista e l'affidamento dello Stato sociale al settore privato.

    I neocons non hanno mai approvato la missione americana in Somalia, non ne hanno condiviso né la forma (Usa sottoposta formalmente al vincono dell'Onu) né la sostanza.

    Il fatto che essi abbiano ereditato la forma mentis del trozkismo, riadattandola in un contesto completamente nuovo e con fini completamente diversi da quelli del trozkismo, non li rende trozkisti. E' un sillogismo ridicolo.

    Poi, chiaramente, per certa gente ogni cosa è da ficcare nel solito calderone: ebrei, americani, comunisti etc.etc.

  3. #3
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    Testo originale scritto da enrique lister
    Quest'articolo è un cumulo di stronzate.
    I neoconservatori, che 20 anni erano trozkisti, si sono trasfofrmati a 30 in democratici liberal e a 40 in ultraconservatori.

    Chi legge i loro articoli e il loro sito di riferimento (American Enterprise Institute, http://www.aei.org ) sa che propongono una politica economica ultraliberista e l'affidamento dello Stato sociale al settore privato.

    I neocons non hanno mai approvato la missione americana in Somalia, non ne hanno condiviso né la forma (Usa sottoposta formalmente al vincono dell'Onu) né la sostanza.

    Il fatto che essi abbiano ereditato la forma mentis del trozkismo, riadattandola in un contesto completamente nuovo e con fini completamente diversi da quelli del trozkismo, non li rende trozkisti. E' un sillogismo ridicolo.

    Poi, chiaramente, per certa gente ogni cosa è da ficcare nel solito calderone: ebrei, americani, comunisti etc.etc.

    Con tutto il rispetto, le tue obiezioni mi paiono francamente inconsistenti. Se parli di liberal-democratici, niente da dire, ma non vedo la contraddizione con quanto affermato nell'articolo. Sul "conservatori" invece mi chiedo che significato attribuisci a questo termine. E' conservatore chi vuole conservare. Chi agisce in maniera tale da rivoluzionare e stravolgere il mondo e fa di una concezione ultra-dinamica della storia e dell'economia la propria visione del mondo non è affatto un conservatore, se non nelle mistificazioni linguistiche di chi oggi si gabella di destra senza avere con essa nessuna parentela né storica e personale, né ideologica e filosofica.
    Sulla Somalia parliamo di sfumature: a Clinton e ai democratici interessavano certi settori e aree geopolitiche, mentre i neo-con ne privilegiano altre, ma si tratta dello stesso tipo antropologico e politico, che per ragioni poco più che contingenti ha fatto carriera da una parte anziché dell'altra. D'altronde le differenze fra i due grandi partiti negli Stati Uniti, lo sai meglio di me, sono sostanzialmente di facciata e non vanno molto al di là della sfumatura.
    Il senso dell'articolo è molto più profondo delle considerazioni su questa o quella scelta geostrategica internazionale o di questa o quella scelta di politica economica e investono il rapporto autentico fra il capitalismo (che, ricordiamolo, è una teoria economica, non politica) e il comunismo, anzi, direi più precisamente il marxismo (che è sì una teoria economica ma ancor prima, una dottrina politica e filosofica e una teoria della storia). Esso non può pertanto essere liquidato con le tue obiezioni, sostanzialmente costruite sul niente e fatte fra l'altro di affermazioni arbitrarie e buttate lì. Chi l'ha detto, per esempio, che questi post-trockisti stiano perseguendo un fine diverso da quello che perseguivano allora? Su che ti basi per affermarlo con tanta sicumera? A me pare esattamente il contrario.
    Quello che tu chiami il solito calderone è l'alibi di chi fermandosi a un'analisi superficiale dei fatti diffida di coloro i quali cercano di cogliere l'interconnessione e l'unità profonda che lega i fenomeni fra loro e di individuarne le forze e le spinte fondamentali, senza fermarsi all'hic et nunc, alla politica spicciola e contingente, alle etichette e agli schemini per cui ci sono capitalisti e comunisti, destra liberale e sinistra sociale, iche ricordano le categorie ottocentesche, condite però con un po' di terzomondismo o antiterzomondismo. Le vere antitesi sono altre e rifiutarsi di coglierle significa rimanere prigionieri di uno schema di pseudo-opposizioni ideologiche che ha per conseguenza inevitabile abbracciarne, sia pure con riserve, l'una o l'altra, rimanendo quindi nell'impossibilità di proporre un'alternativa che sia veramente ulteriore (o citeriore, l'esito è lo stesso), che è quella che dovrebbe essere la vera sfida della nostra area e la sua voce originale.

  4. #4
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    Peucezio, il fatto è che per accettare le argomentazioni di questo articolo bisogna anche avere una particolare concezione del mondo e della storia.
    Se una persona non capisce chi sta dietro veramente alla storia e se una persona non riesce ad intuire il fine ultimo di certa gente è ovvio che rigetterà questo tipo queste teorie.

    Comunque solo il tempo ci dirà chi ha visto giusto e chi no, anche se lo scenario a mio avviso si sta sempre più chiarendo.

    Prova ad andare su questo link, anche qui dicono qualcosa in merito:
    http://www.movisol.org/parvus.htm

  5. #5
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    Ottimo articolo, su!

  6. #6
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    Testo originale scritto da Peucezio
    Con tutto il rispetto, le tue obiezioni mi paiono francamente inconsistenti. Se parli di liberal-democratici, niente da dire, ma non vedo la contraddizione con quanto affermato nell'articolo. Sul "conservatori" invece mi chiedo che significato attribuisci a questo termine. E' conservatore chi vuole conservare. Chi agisce in maniera tale da rivoluzionare e stravolgere il mondo e fa di una concezione ultra-dinamica della storia e dell'economia la propria visione del mondo non è affatto un conservatore, se non nelle mistificazioni linguistiche di chi oggi si gabella di destra senza avere con essa nessuna parentela né storica e personale, né ideologica e filosofica.
    Sulla Somalia parliamo di sfumature: a Clinton e ai democratici interessavano certi settori e aree geopolitiche, mentre i neo-con ne privilegiano altre, ma si tratta dello stesso tipo antropologico e politico, che per ragioni poco più che contingenti ha fatto carriera da una parte anziché dell'altra. D'altronde le differenze fra i due grandi partiti negli Stati Uniti, lo sai meglio di me, sono sostanzialmente di facciata e non vanno molto al di là della sfumatura.
    Il senso dell'articolo è molto più profondo delle considerazioni su questa o quella scelta geostrategica internazionale o di questa o quella scelta di politica economica e investono il rapporto autentico fra il capitalismo (che, ricordiamolo, è una teoria economica, non politica) e il comunismo, anzi, direi più precisamente il marxismo (che è sì una teoria economica ma ancor prima, una dottrina politica e filosofica e una teoria della storia). Esso non può pertanto essere liquidato con le tue obiezioni, sostanzialmente costruite sul niente e fatte fra l'altro di affermazioni arbitrarie e buttate lì. Chi l'ha detto, per esempio, che questi post-trockisti stiano perseguendo un fine diverso da quello che perseguivano allora? Su che ti basi per affermarlo con tanta sicumera? A me pare esattamente il contrario.
    Quello che tu chiami il solito calderone è l'alibi di chi fermandosi a un'analisi superficiale dei fatti diffida di coloro i quali cercano di cogliere l'interconnessione e l'unità profonda che lega i fenomeni fra loro e di individuarne le forze e le spinte fondamentali, senza fermarsi all'hic et nunc, alla politica spicciola e contingente, alle etichette e agli schemini per cui ci sono capitalisti e comunisti, destra liberale e sinistra sociale, iche ricordano le categorie ottocentesche, condite però con un po' di terzomondismo o antiterzomondismo. Le vere antitesi sono altre e rifiutarsi di coglierle significa rimanere prigionieri di uno schema di pseudo-opposizioni ideologiche che ha per conseguenza inevitabile abbracciarne, sia pure con riserve, l'una o l'altra, rimanendo quindi nell'impossibilità di proporre un'alternativa che sia veramente ulteriore (o citeriore, l'esito è lo stesso), che è quella che dovrebbe essere la vera sfida della nostra area e la sua voce originale.

    A Clinton non interessava alcun luogo in particolare. La Somalia in sé non aveva alcun interesse per gli Stati Uniti.
    La questione, ben più complessa, è che alla fine della guerra fredda emergono distintamente due correnti di pensiero diverse in America. Da una parte il wilsonismo (l'interventismo democratico), dall'altra il jacksonismo (l'isolazionismo repubblicano).

    Chi sono i neoconservatori? I neoconservatori sono una piccola corrente gravitante intorno alla destra religiosa (pur non facendone propriamente parte), che a partire dalla fine degli anni '80 acquista un peso sempre maggiore all'interno del partito repubblicano, in corrispondenza al declino della corrente isolazionista e realista (quella che ha espresso Kissinger, Nixon, Dole etc.etc.).
    Alla fine degli anni '90 i neoconservatori si alleano con la destra religiosa (Buchanan, Aschroft) e il mondo degli affari (Rumsfeld, Cheney) e conquistano il controllo del partito repubblicano. George Bush Junior è l'esito di quell'accordo, il risultato di un compromesso.

    Ora, basterebbe leggersi qualche pubblicazione noeconservatrice per capire che quanto l'autore del brano attribuisce ai neoconservatori ("Uno dei temi dominanti della presidenza di George Bush è il concetto, eminentemente trotzkista, della rivoluzione mondiale") è semplicemente una frasetta da propaganda.

    Un approccio del genere infatti è proprio del liberalismo democratico, di Carter e del primissimo Clinton, quello del Democratic Enlargment teorizzato da Anthony Lake nel 1994. Ma non dei neo-conservatori, i quali invece sostengono - ed è qui il nocciolo - l'interventismo come unico mezzo per riaffermare il potere degli Stati Uniti nel mondo.

    Nel brano vi sono poi almeno un paio di fraintendimenti così grossi da non poter essere scambiati per errori in buona fede.

    Ad esempio

    La loro adesione al piano della rivoluzione globale spiega l'appoggio ricevuto da dieci governanti dell'Est europeo, tutti o quasi vecchi apparatchnik sovietici: i quali, unici al mondo, hanno fatto obbedienti la fila per firmare una lettera aperta a sostegno dell'imminente guerra all'Iraq nel febbraio 2003.
    I «dissidenti» dell'Est - la gente che oggi è al potere - in genere non sono mai stati anticomunisti, bensì marxisti critici che volevano riformare il sistema comunista, non distruggerlo.
    L'adesione dei paesi dell'est Europa non ha nulla di ideologico, né a che vedere con una presunta comune origine marxista. Bensì, per i paesi dell'est l'appoggio americano è indispensabile per non rimanere chiusi tra il martello russo e l'incudine tedesca. E per gli americani i pesi dell'est Europa sono indispensabili per evitare un'Unione europea coesa, compatta e autonoma.

    ps: questo problema in realtà gli americani l'hanno risolto tempo fa con l'allargamento della Nato ad est.


    Dunque intendiamoci. Se il concetto è che i neovonservatori (come anche la loro contrparte liberale) propugnino un messianesimo sotto certi aspetti simile a quello del marxismo trozkista, e che la forma mentis del trozkismo sia rimasta nei neoconservatori, posso pure essere d'accordo. Ma è una questione di forma, non di sostanza. Se il concetto invece è - come mi sembra - sostenere pure implicitamente che i neoconservatori siano marxisti e lavorino in funzione di una rivoluzione marxista planetaria....

  7. #7
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    Testo originale scritto da enrique lister
    A Clinton non interessava alcun luogo in particolare. La Somalia in sé non aveva alcun interesse per gli Stati Uniti.
    La questione, ben più complessa, è che alla fine della guerra fredda emergono distintamente due correnti di pensiero diverse in America. Da una parte il wilsonismo (l'interventismo democratico), dall'altra il jacksonismo (l'isolazionismo repubblicano).

    Chi sono i neoconservatori? I neoconservatori sono una piccola corrente gravitante intorno alla destra religiosa (pur non facendone propriamente parte), che a partire dalla fine degli anni '80 acquista un peso sempre maggiore all'interno del partito repubblicano, in corrispondenza al declino della corrente isolazionista e realista (quella che ha espresso Kissinger, Nixon, Dole etc.etc.).
    Alla fine degli anni '90 i neoconservatori si alleano con la destra religiosa (Buchanan, Aschroft) e il mondo degli affari (Rumsfeld, Cheney) e conquistano il controllo del partito repubblicano. George Bush Junior è l'esito di quell'accordo, il risultato di un compromesso.

    Ora, basterebbe leggersi qualche pubblicazione noeconservatrice per capire che quanto l'autore del brano attribuisce ai neoconservatori ("Uno dei temi dominanti della presidenza di George Bush è il concetto, eminentemente trotzkista, della rivoluzione mondiale") è semplicemente una frasetta da propaganda.

    Un approccio del genere infatti è proprio del liberalismo democratico, di Carter e del primissimo Clinton, quello del Democratic Enlargment teorizzato da Anthony Lake nel 1994. Ma non dei neo-conservatori, i quali invece sostengono - ed è qui il nocciolo - l'interventismo come unico mezzo per riaffermare il potere degli Stati Uniti nel mondo.

    Nel brano vi sono poi almeno un paio di fraintendimenti così grossi da non poter essere scambiati per errori in buona fede.

    Ad esempio



    L'adesione dei paesi dell'est Europa non ha nulla di ideologico, né a che vedere con una presunta comune origine marxista. Bensì, per i paesi dell'est l'appoggio americano è indispensabile per non rimanere chiusi tra il martello russo e l'incudine tedesca. E per gli americani i pesi dell'est Europa sono indispensabili per evitare un'Unione europea coesa, compatta e autonoma.

    ps: questo problema in realtà gli americani l'hanno risolto tempo fa con l'allargamento della Nato ad est.


    Dunque intendiamoci. Se il concetto è che i neovonservatori (come anche la loro contrparte liberale) propugnino un messianesimo sotto certi aspetti simile a quello del marxismo trozkista, e che la forma mentis del trozkismo sia rimasta nei neoconservatori, posso pure essere d'accordo. Ma è una questione di forma, non di sostanza. Se il concetto invece è - come mi sembra - sostenere pure implicitamente che i neoconservatori siano marxisti e lavorino in funzione di una rivoluzione marxista planetaria....

    Qui probabilmente bisogna intendersi sui termini e sulle espressioni.
    Ma prima di arrivare alla conclusione, alcuni punti minori: tu dici che lo scopo dei Neo-con non è imporre la democrazia ma affermare la supremazia americana. Non lo nego, ma a parte che non è detto che le due cose non coincidano e comunque c'è anche un dato di lessico politico. Quando Bush parla a milioni di americani e a tutto il mondo di democrazia da esportare, di dittatori abbattuti, quando la Rice parla di asse della tirannia, non è che parlino a casaccio. Clinton ai tempi parlava di ragioni umanitarie, ma non ricordo abbia mai parlato di esportazione della democrazia.
    Sugli statisti filoamericani dell'Europa Orientale: effettivamente mi pare, fra i vari argomenti dell'articolo, uno dei più forzati e deboli, perché anche gli statisti filorussi e antiamericani alla Lukascenko sono ex-comunisti, come tutti gli statisti e i funzionari da quelle parti. E' però corretto rilevare come il retroterra ideologico marxista per quegli uomini non sia comunque un ostacolo al loro filoamericanismo odierno. Da quelle parti in generale la politica è più pragmatica che ideologica.
    Tornando a bomba: in che senso dici che è una questione di forma e non di sostanza? A me pare semmai il contrario.
    Ad ogni modo io, e sicuramente anche l'articolista, intendevo proprio dire che, per usare le tue parole, i neovonservatori propugnano un messianesimo sotto certi aspetti simile a quello del marxismo trozkista, e che la forma mentis del trozkismo è rimasta nei neoconservatori, piuttosto che i neo-con intendono attuare una rivoluzione marxista, almeno in questo senso: non ritengo cioè che i neo-cons si riuniscano ogni tanto in una sala con tanto di falce e martello appesa al muro e ritratti di Marx e fregandosi le mani dicano: "li abbiamo fregati: loro ci credono di destra e invece siamo comunisti!".
    Però, questo sì, ritengo che esista uno spirito rivoluzionario che si è incarnato in uomini, per lo più di razza ebraica, e che ha avuto come massima espressione il marxismo. Che questi uomini o i loro ispiratori opcculti abbiano anche creato delle conventicole segrete e che avessero un piano organico, anche se non definito in tuti i dettagli e passaggi, di sovversione mondiale. Che tali idee abbiano a loro volta formato intere generazioni di intelettuali e classi dirigenti, che ne hanno raccolto l'eredità. Che antropologicamente e culturalmente costoro siano impregnati di quelle idee e che la storia, nella quale spesso vediamo che le idee spesso trascendono gli uomini, ne stia facendo ora veicoli di una fase ulteriore (anche se forse già in crisi) della sovversione, forse (ma è un'ipotesi) d'accordo con una regia occulta, che porta avanti progetti antichi e che è ancor più consapevole di questi stessi uomini, i quali probabilmente oggi credono sinceramente di non essere più trockisti, ma probabilmente sbagliano, perché la maggior parte delle persone, comprese le élites e le classi dirigenti, è poco consapevole di sé e in fondo non sa bene chi è e perché sta al mondo. Ma la storia lo sa bene e si serve di loro.
    Penso che l'autore dell'articolo, di cui ribadisco quella che ritengo l'estrema lucidità e profondità, non intenda dire ninete di diverso da questo e che il suo sia un discorso sostanzialmente metapolitico e di teoria della storia.

  8. #8
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    Quando Laughland dice

    Se questa idea [che i neocon siano marxisti] sembra irreale, è solo perché il mondo libero non ha mai capito la vera natura del marxismo leninismo.
    a me sembra proprio che sostenga non tanto velatamente che i neocons operino in vista di una rivoluzione marxista. E in generale il tono dell'articolo mi è sembrato tendente a questa interpretazione.

    Su Clinton. Gli otto anni di presidenza Clinton sono complessi. Tra l'altro è in quel periodo che gli americani giocano e vincono la loro partita con gli europei, partita che essenzialmente verteva intorno alla questione: chi deve comandare in Europa? E vincono - mi dispiace dirlo - grazie al contributo determinante della sinistra socialdemocratica (D'Alema, Blair, Schroeder etc.etc.).

    Nei primi due anni almeno, Clinton governa l'America senza un chiaro programma politico. Guarda che l'esperienza della Somalia, disastrosa sotto ogni aspetto, davvero non nasconde alcun tornaconto interessato per gli Usa: i democratici sostanzialmente pensano che finita la guerra fredda si possa mettere da parte la realpolitick e adoperarsi per portare democrazia, libertà e pace nel mondo.

    Chiaramente una linea del genere regge l'arco di una stagione. Ben presto Clinton è incalzato dalla destra (nel 1994 il Congresso e il Senato vengono conquistati dai repubblicani e la politica estera viene decisa dal Parlamento, nel senso che è il Parlamento che decide lo stanziamento dei fondi) e deve raddrizzare la barra.

    Con l'allargamento della Nato e la guerra del Kosovo nell'Amministrazione democratica sceglie una strada ibrida: da una parte non sconfessa del tutto l'internazionalismo liberale alla Wilson, dall'altra lo coniuga però con concreti interessi politici ed economici americani.

    I neoconservaatori però per otto anni non fanno che criticare la politica di Clinton, ritenendola ingenua, astratta e poco legata agli interessi americani. Kristol & C. hanno duramente criticato pure la guerra del Kosovo, la Rice ha detto chiaramente che i soldati americani non possono essere usati "per accompagnare all'asilo i bambini albanesi" ma dovrebbero essere utilizzati in vista di obiettivi definiti e non per esportare la democrazia nel mondo.

    Giustamente parli di lessico politico, ma quello rientra nella propaganda. Nella pratica anzi mai nessuna amministrazione come quella attuale (nemmeno quella di Bush padre, che non era un neo-conservatore) si è dimostrata meno interessata alle questioni 'di principio' (democrazia, libertà, diritti umani etc.etc.). Basta vedere l'atteggiamento con la Russia (Cecenia), la Cina o con i cosiddetti paesi arabi moderati (Egitto, Kuwait, Arabia Saudita, Giordania etc.etc.).
    Poi è chiaro che nel momento in cui si deve invadere un paese nemico, giocare la carta della nobilitazione fa sempre bene. Ma la politica dei neo-cons non può essere valutata in relazione al loro atteggiamento verso l'Iraq o l'Iran, con i quali si è scelta comunque la strada dello scontro frontale.

  9. #9
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    Thumbs up USA IDENTITARI/LIBERTARI Vs. USA ZOG/NEOCOM...

    Questo articolo di LAUGHLAND , tradotto da Blondet , offre molti spunti importanti (nonostante certe evidenti imprecisioni) per intuire davvero cosa siano OGGI gli USA ed in cosa si siano trasformati , da leggere e meditare...L'avevo letto mesi fa ed é il caso di riportarlo su , dovrebbero leggerlo molti qui dentro...Ad es. Quelli che non capiscono che gli Usa ormai non sono una nazione capitalista , bensì uno stato SIMIL-URSS , anzi il vero erede del regime bolscevico o , ancor peggio , dell'IDEOLOGIA TROTZKISTA!! Quello NEOCON degli USA é 1 MOVIMENTO EBRAICO , ESATTAMENTE come il BOLSCEVISMO dell'URSS rimane quello che è stato: un movimento politico finanziato e organizzato dall'internazionale giudaica (ed è un dato di fatto che la maggior parte di quella classe dirigente fosse di origine ebraica). E anche Trotzky , pur anti-staliniano , era giudeo doppiogiochista egli stesso.
    Non é esagerato dire che ha trovato nei neocon usa i suoi indegni eredi...
    I GOVERNANTI Usa sono dei subdoli TRADITORI e RINNEGATORI dell'originaria cultura americana , dei TERRORISTI mondialisti che mirano alla sovversione permanente. Almeno a partire da Wilson , Roosevelt , ecc. hanno tradito il tradizionale ISOLAZIONISMO AMERICANO pretendendo di esportare con la violenza la tirannia democratica nel mondo.
    NEL '900 gli USA HANNO DEVASTATO il MONDO e l'EUROPA coi GOVERNI INTERVENTISTI RETTI dalla GIUDEO-MASSONERIA. BUSH non è un liberale , è solo un MEZZO-COMUNISTA , FANATICO PROTESTANTE EBRAIZZATO...DEGNO COMPARE di ROOSEVELT , WILSON e simili.
    Ma vi RICORDO che a tutto ciò si sono sempre OPPOSTI I VERI IDENTITARI e LIBERTARI USA , sono SEMPRE stati e sono anche oggi ISOLAZIONISTI!! BEI TEMPI QUELLI ISOLAZIONISTI...QUELLA ERA la VERA AMERICA da
    AMMIRARE e c'è anche oggi , seppur minoritaria risuona la sua voce!! LORO sono i PRIMI ad opporsi fermamente , decisamente e con veemenza ai Neocons , sono i PRIMI a criticare il neocolonialismo guerrafondaio in Medio-Oriente ed altrove!!
    E su questo punto QUI INSISTO.

    Bisogna smetterla di criticare a priori e sempre e comunque gli Usa , per stupido dogmatismo ideologico tipico degli stupidi ; occorre DISTINGUERE e rendere ONORE ai veri movimenti americani antigovernativi!! I + grandi nemici del governo Usa sono proprio molti americani!! Sul conservatorismo Usa penso si debba distinguere. Quello statalista ed interventista non piace per nulla , ma c'è anche quello vicino al paleolibertarismo. Ci sono molte associazioni di AMERICANI ANTI-NEOCONS CONTRARI alle GUERRE PER ISRAELE!! Tipo EURO-AMERICANI IDENTITARI , PALEOCONS e LIBERTARI!! V. qui :
    http://www.nowarforisrael.com

    IO STESSO ne ho già SCRITTO QUI tempo fa e SOTTO RIPORTO il TUTTO :
    http://forum.giovani.it/t49148-w-lamerica-sudista.html
    http://forum.giovani.it/t48753-i-nuo...servatori.html
    http://forum.giovani.it/t22710-p2-dio-maledica-lamerica.html
    Va segnalato inoltre che ci sono molte milizie antigovernative usa che sono a favore dell'autogoverno e delle libertà locali , si rifiutano di pagare le tasse , contestano lo stato federale accentratore , che definiscono con il famoso acronimo Z.O.G. , criticano aspramente le guerre neocon/sion-americane di invasione in Medio-Oriente e sono per un ritorno ad una sana politica isolazionista. Magari in Europa ci fossero movimenti con la stessa attitudine simil-libertaria! V. pure DOPO la MIA abbondante DOCUMENTAZIONE.

    Ovviamente sui neocons penso tutto il male possibile , sono dei sovversivi terroristi neobolscevichi. Sarebbe QUINDI il caso di capire proprio ciò : che i C.D. NEOCONSERVATORI sono in REALTà dei NEOCOMUNISTI mascherati , dei GIUDEI e dei MASSONI il cui scopo ultimo é BOLSCEVIZZARE e SOVIETIZZARE NON SOLO l'AMERICA ma il MONDO intero. Il loro NON é capitalismo di LIBERO MERCATO di tipo libertario , bensì CAPITAL-COMUNISMO , cioé STATALISMO AGGRESSIVO e MONDIALISMO GUERRAFONDAIO. Il fine ultimo che si propongono é l'edificazione di un SUPER-STATO TIRANNICO esteso in tutto il GLOBO e dominato dai Savi di SION.

    CITO e APPROVO in PARTE PEUCEZIO :

    "Articolo eccellente, lucidissimo, profondo, centrato.
    Io direi che è stato il capitalismo ad essere un mezzo per la rivoluzione comunista, mi spiego meglio: l'economia per questi signori è un mezzo non è un fine. Il fine è la distruzione dei valori tradizionali, famiglia, nazione, religione, comunità, che sono i bersagli dichiarati dell'ideologia comunista, ideologia che prende a pretesto gli sfruttamenti e le diseguaglianze sociali per imporre un mondo massificato di individui nichilisti senza vincoli e senza valori.
    Si è visto che il capitalismo realizza molto meglio questo scopo rispetto al socialismo classico e quindi è stato adottato il capitalismo. Ma è uguale lo scopo ed è uguale l'esito, anche se il processo è diverso, meno diretto e violento: massificazione, minuscola élite di tecnocrati (ebrei) che governano il mondo e decidono per tutti gli altri uomini e per tutti i popoli, progressiva erosione fino alla distruzione del ceto medio (come sta avvenendo dappertutto), dei corpi intermedi e delle comunità, abolizione (non più d'autorità ma di fatto) della famiglia (individualismo, anarchia sessuale), della religione (consumismo, materialismo), della patria (internazionalismo della globalizzazione). Più comunismo di così..." (...)
    "I neoconservatori propugnano un messianesimo sotto certi aspetti simile a quello del marxismo trozkista, e che la forma mentis del trozkismo è rimasta nei neoconservatori, piuttosto che i neo-con intendono attuare una rivoluzione marxista, almeno in questo senso: non ritengo cioè che i neo-cons si riuniscano ogni tanto in una sala con tanto di falce e martello appesa al muro e ritratti di Marx e fregandosi le mani dicano: "li abbiamo fregati: loro ci credono di destra e invece siamo comunisti!".
    Però, questo sì, ritengo che esista uno spirito rivoluzionario che si è incarnato in uomini, per lo più di razza ebraica, e che ha avuto come massima espressione il marxismo. Che questi uomini o i loro ispiratori occulti abbiano anche creato delle conventicole segrete e che avessero un piano organico, anche se non definito in tuti i dettagli e passaggi, di sovversione mondiale. Che tali idee abbiano a loro volta formato intere generazioni di intelettuali e classi dirigenti, che ne hanno raccolto l'eredità. Che antropologicamente e culturalmente costoro siano impregnati di quelle idee e che la storia, nella quale spesso vediamo che le idee spesso trascendono gli uomini, ne stia facendo ora veicoli di una fase ulteriore (anche se forse già in crisi) della sovversione, forse (ma è un'ipotesi) d'accordo con una regia occulta, che porta avanti progetti antichi e che è ancor più consapevole di questi stessi uomini, i quali probabilmente oggi credono sinceramente di non essere più trockisti, ma probabilmente sbagliano, perché la maggior parte delle persone, comprese le élites e le classi dirigenti, è poco consapevole di sé e in fondo non sa bene chi è e perché sta al mondo. Ma la storia lo sa bene e si serve di loro.Penso che l'autore dell'articolo, di cui ribadisco quella che ritengo l'estrema lucidità e profondità, non intenda dire ninete di diverso da questo e che il suo sia un discorso sostanzialmente metapolitico e di teoria della storia."

    Questo che dici é + o - ESATTO , TRANNE l'uso ambiguo del termine "CAPITALISMO" e faccende collegate. Qui NON si tratta di capitalismo ben inteso in senso liberale né tantomeno libertario , bensì di quello dispotico di STATO e MONOPOLISTICO basato su intrallazzi e usurpazioni politico-finanziarie. Questo é il tipo di "capitalismo" dei Neocons , MANAGERISMO verrebbe da dire un po' alla BURNHAM. Esso é funzionale al comunismo globalista e alla DITTATURA OLIGARCHICA GLOBALE. Esso é il contrario del vero libero mercato.
    Quindi questo "NEOCONSERVATORISMO" USA altro non é che una oscura trama internazionale ordita da circoli finanziari, statalisti , massonici e comunisti per operare una GLOBALIZZAZIONE POLITICA DISPOTICA. Non mirano certo ad abolire lo stato , bensì a UNIFICARE tutti gli stati in un UNICO STATO IPERTROFICO MONDIALE. ECCO il ruolo del governo ebraizzato che , ripeto , Causa guerre per la causa appunto di Israele. Anche il neoconservatorismo americano è un'ideologia sfruttata/creata dagli ebrei , guarda caso infatti i neocons sono a favore dell'immigrazione e militaristi , come alibi sostengono di voler diffondere la democrazia nel mondo tramite la armi , e questo è un riflesso della volontà dei sinistri americani di voler esportare il laicismo e i "diritti dell'uomo" in tutte la culture ... mentre i veri conservatori americani sono CONTRO l'interventismo globale.
    Insomma I NEOCONS sono FANATICI GIUDEI MESSIANICI INVASATI dal FERVORE DEMO-TERRORISTICO CONTRO chi mette in pericolo ISRAELE. Sono LURIDI NEOCOMUNISTI che si sono appropriati della politica estera americana, sfruttando deliberatamente l'11 settembre, per dirottarla verso i propri scopi mondialisti. Sono guerrafondai che fanno di parte di una sorta di mafia ebraica che tenta di spostare la politica estera americana per servire gli interessi di Israele. Si vuole ESPORTARE la DEMOINFAMIA per devastare il mondo!! I neocons hanno preso in prestito la teoria di Trotzky di "Rivoluzione permanente"! Le fonti del pensiero neoconservatore sono Leo Strauss (1899-1973) e Lev Trotzkij (1879-1940) , 2 giudei pure loro. Michael Lind, un americano che scrive per la rivista inglese di sinistra New Statesman, è il principale sostenitore dell'influenza esercitata da Trotzkij, o meglio dal "movimento trotzkijsta in larga misura ebreo-americano" del quale, afferma Lind, "la maggior parte degli intellettuali neoconservatori sono il frutto". Lind, nella sua analisi sul "movimento trotzkijsta in larga misura ebreo-americano" cita sette neocon di primo piano come accoliti del rivoluzionario bolscevico: Wolfowitz, Feith, Libby, Bolton, Abrams, James. R. Woolsey e Perle. William Pfaff ha scritto, per l'International Herald Tribune, un articolo su Leo Strauss e un altro in cui collega la politica estera di Bush alla "eredità intellettuale del trotskismo che caratterizzava una buona parte dei fondatori del movimento neoconservatore". Pfaff nota giustamente che la politica dell'Amministrazione "sembra una versione di destra della 'rivoluzione permanente' di Trotzkij". Infatti la CONFERMA ci viene pure dal quotidiano sionista “IL FOGLIO” del 28 aprile 2002 :
    “I NEOCON, RIVOLUZIONARI NATI DALLA SINISTRA NEWYORCHESE” http://www.wittgenstein.it/cr/noncompiuta.html
    Infatti la POLITICA ESTERA degli USA (con la guerra all’Iraq , all’Afghanistan , ecc.) ha servito gli interessi di Israele e dell’ebraismo americano ; è il potere degli ebrei a guidare la politica estera degli Stati Uniti e quindi, in virtù della supremazia planetaria di questi, le sorti stesse del mondo. Gli USA SONO SPINTI ALL’AGGRESSIONE GLOBALE soprattutto da ISRAELE e dai MASSONI NEOCOMUNISTI che li tengono in pugno. I NEO-CONS SONO EX-TROTZKISTI e GUERRAFONDAI FILO-ISRAELIANI...
    GUARDA CASO SONO GIUDEI 9 VOLTE SU 10...

    Per CITARE BLONDET : "al Pentagono comandano i neocon, ebrei messianici." Sui NEOCON hanno ben scritto appunto anche BLONDET , il prof. MACDONALD e altri. V. analisi anche su "La Cultura della Critica"...qui siti :
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=151364
    http://www.csulb.edu/~kmacd/books-immigration.html
    http://www.csulb.edu/~kmacd/books.html
    http://www.csulb.edu/~kmacd/books-Preface.html
    "The Culture of Critique: An Evolutionary Analysis of Jewish Involvement in Twentieth-Century Intellectual and Political Movements By Kevin MacDonald"

    PER SAPERE in dettaglio CHI SONO in REALTà , AGGIUNGO pure QUI :
    http://www.effedieffe.com/
    America versus America/1 Una tragedia degli errori (Neocon e vecchie menzogne)
    http://www.filosofia.it/pagine/argom...erica/Lind.htm
    Neocon L’ideologia alla base della politica di George W. Bush
    http://www.ilcassetto.it/notizia.php?tid=124
    I retroscena del potere Tutti gli uomini del Presidente
    http://www.lastoria.org/neocon/Rampini/rampini.html
    "Mentire è politica".
    La strategia neocon Paul Wolfowitz aveva un’idea: imporre la democrazia in tutto il mondo, partendo da Baghdad. Da dove vengono e dove vanno i neocon?"
    http://triburibelli.org/sito/modules...icle&artid=353
    "DOSSIER GUERRA PERMANENTE : CHENEY RILANCIA La FOLLE GUERRA PERMANENTE di PARVUS" , ecc. :
    http://www.movisol.org/parvus.htm
    «"I neocons sono ebrei che servono gli interessi di Israele". Una malignità».
    http://www.radioradicale.it/neocons...ns/accuse.html
    Un LIBRO INTERESSANTE di SIMONI :
    Alberto Simoni G.W. Bush e i falchi della democrazia
    Viaggio nel mondo dei neoconservatori Falzea Editore, 2004
    http://www.lastoria.org/neocon/Simoni/simoni.html
    "Il nucleo primigenio dei pensatori neocon si formò a New York negli anni '30 da un ristretto gruppo di giovani ebrei trotzkisti di cui facevano parte fra gli altri Nathan Glazer, Irving Kristol (il padre di William), Daniel Bell e Irving Howe."
    RABBI LERNER sui NEOCON!!
    http://www.tikkun.org/rabbi_lerner/n...-17.0697888361
    http://www.jewlicious.com/index.php/...neo-con-cabal/
    1 LIBRO dell'EBREO FRIEDMAN sui NEOCON EBREI :
    http://www.amazon.com/gp/product/052...lance&n=283155
    "The Neoconservative Revolution : Jewish Intellectuals and the Shaping of Public Policy (Hardcover) by Murray Friedman"
    Pure LOBE CONFERMA che I NEOCON sono VARI EBREI che VENGONO dalla SINISTRA + o - 'COMUNISTA' , ora 'CONVERTITI' :
    http://www.feltrinelli.it/SchedaTest...84&id_int=1202
    "Intervista a Jim Lobe su I nuovi rivoluzionari. Il pensiero dei neoconservatori americani"
    Anche "RADIO RADICALE" LO AMMETTE (seppur con ovvie 'RETICENZE') :
    http://www.radioradicale.it/neocons...ons/cenni.html
    http://www.radioradicale.it/neocons-soros/neocons/
    I RADICALI , SERVI dei GIUDEI , INFATTI LI SUPPORTANO...la BONINO e PANNELLA , i SOLITI SOVVERSIVI ANTI-EUROPEI e INTEGRALISTI FILO-EBREI : "NEOCONS E RADICALI"
    http://www.radioradicale.it/neocons-...icaliaudi.html
    ARTICOLI VARI sui NEOCON :
    http://www.kelebekler.com/caimani/articoli.htm
    La rivoluzione dei neoconservatori statunitensi: indice degli articoli
    http://www.kelebekler.com/caimani/index.html
    I caimani:L'archivio dei neoconservatori
    http://www.kelebekler.com/occ/articoli.htm
    agli immaginari dello "scontro di civiltà" nella Terza guerra mondiale
    http://www.kelebekler.com/occ/strauss00.htm
    Maschera e volto di Leo Strauss
    Il LIBRO 'ROMANZATO' di ROTH , "The Plot against America", CONTRO LINDBERGH
    http://www.ilfoglio.it/uploads/camil...hlindberh.html
    http://www.nuovo-ordine-nazionale.org/index1.html

    MIA DOMANDA : COME MAI QUESTI EBREI EX-SINISTROIDI SI SONO 'CONVERTITI' al NEOCONSERVATORISMO? SCELTA 'SINCERA' O INTERESSATA? Mi pare OVVIO : é GENTE che PENSA SOLO a FARE gli INTERESSI ISRAELIANI ed USA GLI USA (bel GIOCO di PAROLE!!) per RIUSCIRCI. PURO OPPORTUNISMO!! CHI lo NEGA é 1 INGENUO O PEGGIO...DAI , NON FACCIAMOCI FREGARE!!
    ERGO il peggiore giudaismo sovversivo é subdolamente all'opera nei movimenti neoconservatori (cioé , meglio : neocomunisti) degli usa e dell'occidente tutto ; MA va PRECISATO ad ONOR del VERO che ci sono INVECE CORAGGIOSI e LODEVOLI EBREI LIBERTARI che sono in netta controtendenza e contestano fieramente il neocolonialismo mondialista , essendo fedeli allo spirito isolazionista degli Usa originari. I Neocons sono sì giudei e massoni , statalisti e complottatori del peggior tipo , ma nulla c'entrano con gli ebrei libertari come erano ROTHBARD , D. FRIEDMAN e altri ancora oggi.
    Questo va BEN RICORDATO! Ed OGGI Fra PALEOCON e NEOCON , IO STO COMPLETAMENTE CON i PALEOCON...Tra neocon e paleocon c'è una enorme differenza sia in ambito di politica estera che di politica interna. Per quanto riguarda la politica estera i neocon sono in buona parte interventisti e favorevoli anche alla dottrina dell'attacco preventivo (Bush è un neocon infatti), mentre i paleocon sono tendenzialmente isolazionisti e moderatamente pacifisti (cioè respingono sia la teoria dell'attacco preventivo ma anche il pacifismo assoluto sinistroide, in quanto ammettono il diritto di far guerra come legittima difesa o anche quando ci siano condizioni di minaccia reale e non solo potenziale). Infatti , ripeto , i neocon non sono altro che trotzkisti riformati!!! Per la politica interna sia neocon che paleocon sono sul piano morale proibizionisti, ma mentre per i neocon tale proibizionismo è anche politico e quindi l'autorità statale imporrà canoni di vita morali, per il paleocon questo proibizionismo morale non per forza e raramente si trasforma in proibizionismo legale, per il fatto che comunque lo stato non ha il diritto di imporre in comportamenti agli individui. Infine, anche in economia ci sono due posizioni abbastanza diverse: i neocon giustificano in molti casi l'intervento dello stato in economia, mentre per i paleocon e a ragion veduta l'economia di mercato non solo va giustificata per motivi utilitaristici, ma in modo particolare per motivi morali e perchè è l'unico sistema che genere libertà politiche individuali. V. QUI :
    http://web.venet.net/libridelponte/d...colo.asp?ID=53
    "INTERVISTA SUL PALEOLIBERTARISMO A GUGLIELMO PIOMBINI"
    QUI SITI e buone Spiegazioni su OLDCON e PALEOCON :
    "IL MANIFESTO DEL PALEOLIBERTARISMO
    Enclave, numero 17 ottobre 2002 di Lew Rockwell"
    http://web.venet.net/libridelponte/d...colo.asp?ID=39
    "L'EVOLUZIONE PALEO DEL LIBERTARISMO AMERICANO
    Il Domenicale, 8 marzo 2003 di Guglielmo Piombini"
    http://web.venet.net/libridelponte/d...icolo.asp?ID=5
    "INTERVISTA SUL PALEOLIBERTARISMO A GUGLIELMO PIOMBINI"
    http://web.venet.net/libridelponte/d...colo.asp?ID=53
    In INGLESE , BUONISSIME DOCUMENTAZIONI :
    http://pubphilosopher.blogs.com/pub_...ns_and_ne.html
    "OLDCON and NEOCON the difference between traditional conservatism and the New Right. (...) [N]eoconservatism originated from the left and retains a number of elements that belong to the revolutionary tradition. This can be seen in the area of foreign policy - for what is 'regime-change' if not originally a leftist idea? It certainly does not belong to traditional conservatism"
    http://www.forumgarden.com/forums/ar...php/t-809.html
    "The New Conservative Divide: Paleocons versus Neocons"
    http://www.americasvoices.org/archiv...erR_050203.htm
    "OUR HIJACKED FOREIGN POLICY Neoconservatives take Washington – Baghdad is next"
    http://www.antiwar.com/justin/j032502.html
    http://www.alternet.org/waroniraq/29...3245&pID=63211
    "Carrying the 'White Man's Burden' in Iraq"
    http://hnn.us/articles/1530.html LIND
    http://www.antiwar.com/orig/lind1.html
    "How Neoconservatives Conquered Washington – and Launched a War"
    http://www.amconmag.com/
    http://www.cfau.org/
    http://www.vdare.com/index.asp#author_archive
    http://vdare.com/misc/libertarian_archive.htm - Libertarians and Immigration Archive
    http://vdare.com/epstein/free_trade.htm

    APPARE quindi EVIDENTE il NETTO CONTRASTO fra i CONSERVATORI USA VECCHIO STILE ed i NEOCON , SOPRATTUTTO MA NON SOLO , in POLITICA ESTERA. BASTA INFORMARSI per EVITARE di CONFONDERLI...
    Gli OLDCON sono ISOLAZIONISTI , TUTT'altro dagli INTERVENTISTI FANATICI che hanno INVASO IRAQ , AFGHANISTAN , (fra poco) IRAN , ecc. Gli OLDCON e i PALEOCON sono l'ALTRA AMERICA : quella IDENTITARIA , antistatalista e LIBERALE/LIBERTARIA , Quella SANA.
    C'è ANCHE questo bel volto degli USA , RICORDIAMOLO!
    Holuxar


    P.S. ECCO quindi qual'é il BUONO dell'AMERICA!
    Come pure Paul Atreides e Ultor753 hanno ben ammesso :
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=2
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=291341&page=3
    Vi segnalo questi 3D ed altri MIEI POST su "SATURNIA TELLUS" :
    "Il manifesto reazionario e aristocratico di Hoppe"
    http://www.saturniatellus.com/portal...0ace40106#6493
    "LIBERTARISMO , ELITISMO , RAZZISMO..."
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293689
    "DESTRA RADICALE , LIBERTà , IDENTITà..."
    http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=293691

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    George Bush non è un marxista cosciente.
    Ma molti dei suoi consiglieri più intimi, i cosiddetti neoconservatori, vengono da un passato trotzkista.

    E' vero anche nel caso di Berlusconi.

 

 

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