1,23. Oeuvres, trad. di J.Tourail, 1e, Desclée de Brouwer, 1981, 62.156-158. Cf. G. Vannucci, Filocalia, L.E.F., Firenze, 1978, vol. I, 175, 204 s.
In tutto ciò che leggi nelle Scritture, procura di trovare il senso ultimo della parola, di penetrare nella profondità e nella santità dei sensi ch'essa presenta e di capirli con esattezza. Coloro la cui vita è guidata dalla grazia divina verso l'illuminazione, avvertono sempre che qualche raggio di luce interiore accompagna la parola scritta; essi sono capaci di distinguere dentro alle spoglie parole ciò che è detto con riposta intenzione per l'alimento dell'anima.
Quando un uomo legge i versetti sacri con spirito di finezza, il suo cuore si affina e si acquieta. La potenza divina arreca un gusto soavissimo all'anima nella stupenda comprensione che le è data.
Ogni creatura è naturalmente attratta da un'altra a lei somigliante. Così l'anima, resa viva dallo Spirito, assorbe con ardore il contenuto della Parola, appena sente l'energia spirituale in essa celata. Ma non a tutti è concesso di sapere fermarsi e stupire della Parola.
Dio ha dato i vangeli perché il mondo intero possa conoscerlo e all'intelligenza di ogni generazione sia dischiuso il mistero dalla provvida potenza divina; perciò la tua mente scenda nelle profondità delle meraviglie divine.
Codesta lettura ti aiuterà a raggiungere lo scopo della tua vita, purché tale lettura si svolga nel silenzio del deserto, lontano da ogni agitazione. Sii libero da ogni preoccupazione che viene dal corpo e dal tumulto della vita; così, quando la dolcezza del senso delle parole evangeliche giungerà, tu possa essere intimamente consapevole del suo soave sapore, più alto di ogni sensazione, e la tua anima ne fruisca.
Ecco il segno che ti rivelerà come tu sia davvero entrato in tale comprensione: quando la grazia comincia ad aprirti gli occhi per farti contemplare le cose nella verità, una fontana di lacrime si dissigillerà in te. Allora la lotta dei sensi si placherà e la tua vita scorrerà con serenità di mente.
La natura dell'anima è una realtà lieve e delicata. Quando essa prende lo slancio, può accaderle che brami di oltrepassare sé stessa e conoscere ciò che la supera.
La lettura delle Scritture le dona spesso qualche lume, ma se l'anima lo paragona con la comprensione a cui si è appena accennato e con quella conoscenza in cui ha potuto penetrare, i suoi pensieri si rivestono di timore e tremore. Si ritrova così meschina e incapace che la paura la precipita nell'umiltà, poiché si è accorta di quanto fu impudente e audace a sfiorare le realtà spirituali che la superano.
L'anima trema, perché quelle realtà sono tremende.
Il discernimento consiglia all'intelletto di tacere, di restare pudico per non perdersi: occorre che non cerchi quanto lo supera e non sondi quello che è più alto di lei.
Quando ti è concesso il potere di comprendere le Scritture, accettalo. Ma non aver la presunzione di volere scoprire da te quei misteri. Adora, glorifica e rendi grazie in silenzio.
Non è bene scandagliare in modo eccessivo le parole di Dio, così come non è bene mangiare troppo miele. Rischiamo infatti di indebolire e ostacolare la nostra visione delle cose lontane cercando di scrutarle. quando non ne siamo ancora capaci a causa del cammino difficile che ci resta ancora da percorrere. Capita infatti che si vedano fantasmi al posto della verità. E d'altro canto, l'intelletto può stancarsi di dover cercare troppo, al punto da dimenticare la meta.
Il sapiente Salomone ci ha avvisati: Una città smantellata o senza mura, tale è l'uomo che non sa dominare la collera (Prv 25,28). Purifica quindi il tuo cuore; svincolati dall'assillo di ciò che è fuori dalla portata della tua natura; cala il sipario della castità e dell'umiltà davanti ai tuoi pensieri e ai tuoi gesti. Troverai allora ciò che è insito alla tua natura, giacché agli umili sono rivelati i misteri.