Sermo LI, sive homelia habita sabbato ante II dom. Quadr., 3.5-8. PL 54, 310-313.
Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e le sue vesti uguagliano il candore della neve.
Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall'animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché l'abbassamento della Passione, volontariamente accettato, non scuotesse la fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta di Cristo.
Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava una solida base alla speranza della santa Chiesa, perché tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato oggetto, e perché anche le membra si ripromettessero la partecipazione a quella gloria, che era brillata nel Capo.
Stimolato da questa rivelazione di realtà misteriose, l'apostolo Pietro, in un moto di disprezzo per i beni del mondo e di nausea per le cose della terra, fu rapito e trascinato, per una sorta di estasi, verso i beni eterni. Nel gaudio di quella visione, era ansioso di abitare con Gesù proprio lì, dove trovava la sua gioia, perché gli si era manifestata la gloria di lui.
Disse perciò: Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.
Il Signore non raccolse questa proposta, volendo significare non già che un tale desiderio era malvagio, ma solo che era fuori posto. Il mondo non poteva essere salvato se non attraverso la morte di Cristo, il cui esempio doveva portare la fede dei credenti a questa convinzione: che, senza bisogno di dubitare della felicità promessa, in mezzo alle tentazioni della vita presente noi dobbiamo chiedere la sopportazione prima della gloria. In realtà la felicità del regnare non può precedere il tempo del soffrire.
L'Apostolo stava ancora parlando, quand’ecco una nube luminosa li avvolse e una voce proveniente dalla nube diceva: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo.
Questi è il Figlio mio, che non ha aspirato a impadronirsi di quell'uguaglianza che condivide insieme con me e non l'ha usurpata. Mantenendosi nella mia stessa condizione gloriosa, ha voluto abbassare la sua immutabile divinità fino alla condizione di schiavo per realizzare il nostro comune disegno di redimere il genere umano. Lui dunque, oggetto assoluto delle mie compiacenze, il cui insegnamento mi rivela, la cui umiltà mi esalta, lui dovete senza esitazione ascoltare.
Egli è la verità e la vita, egli è la mia potenza e la mia sapienza. Ascoltate lui che fu annunziato nei misteri della legge e cantato per bocca dei profeti. Ascoltate lui che redime il mondo a prezzo del suo sangue, incatena il demonio sottraendogli le sue armi, lacera il decreto del peccato e il patto dell'iniquità. Ascoltate lui che apre il cammino verso il cielo e attraverso il supplizio e la morte vi facilita l'ascesa al Regno.
Perché dunque vi preoccupate di essere redenti? Perché temete di essere sanati dalle vostre ferite? Si compia quanto, come io voglio, vuole Cristo. Liberatevi da ogni umana paura e armatevi della salvezza che viene dalla fede. Sarebbe davvero indegno di voi temere nella passione di Cristo quel che per la sua grazia non temerete neppure nella vostra morte.
Tutto questo, miei cari, non è stato detto per il bene esclusivo di quelli che l'ascoltarono direttamente; al contrario, fu tutta la Chiesa che nella persona dei tre apostoli apprese quanto vide il loro sguardo e sentì il loro udito.
All'annunzio del vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale è stato redento il mondo.
Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perché attraverso la fatica si passa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita.
Cristo ha assunto le debolezze della nostra condizione e anche noi, se persevereremo nella confessione e nell'amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e conseguiremo il premio promesso.
Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre ai nostri orecchi la voce del Padre che dice: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo.
Raffaello Sanzio, Trasfigurazione (dettaglio), 1518-20, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano, Roma
Raffaello Sanzio, Trasfigurazione , 1518-20, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano, Roma
Lorenzo Lotto, Trasfigurazione , 1510-12, Pinacoteca Comunale, Recanati
Pietro Perugino, Trasfigurazione , 1498, Collegio del Cambio, Perugia