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Milano/ Gli immigrati? Non hanno il diritto di curarsi dal medico di base. E ora intervenga il ministro Turco...
Martedí 15.01.2008 10:00
Dopo l’intervento del ministro Fioroni, ora faccia sentire al propria voce in Lombardia anche il ministro Livia Turco. A chiamare in causa il ministro alla Salute è il presidente provinciale del sindacato dei medici (Snami), Roberto Carlo Rossi. Secondo il sindacato sarebbero tra i 100 e i 120 mila gli stranieri residenti in Lombardia che non hanno più diritto a farsi curare dal medico di base. Sarebbero questi, infatti, gli effetti di un provvedimento della Regione che ha deciso di cancellare dalle liste del sistema sanitario quei cittadini extracomunitari il cui permesso di soggiorno è scaduto da più di un anno.
Un provvedimento che farebbe il paio con la decisione del Comune di Milano di negare agli immigrati in corso di regolarizzazione l’iscrizione dei figli nelle scuole materne municipali, un atto contro il quale è intervenuto il ministro Fioroni. E che ora potrebbe suggerire, secondo gli auspici dei medici, una presa di posizione anche della Turco.
In un provvedimento, risalente a metà novembre, la Direzione generale Sanità ha deciso di revocare l’assistenza sanitaria di base ai cittadini extracomunitari i cui documenti sono scaduti da più di un anno. Secondo uno stima fatta dallo Snami, in seguito a quella nota sarebbero stati cancellati dal sistema sanitario regionale, per questo motivo, dai 100 ai 120mila stranieri. Persone che lavorano, hanno una casa, ma che risultano irregolarmente presenti sul territorio, solo perché, in molti casi, la Questura non ha ancora provveduto al rinnovo del permesso di soggiorno.
Essendo equiparati ad immigrati clandestini, possono andare solo al pronto soccorso per fari curare. E se hanno bisogno di un antibiotico contro l’influenza, se lo devono pagare di tasca propria.
La decisione è, per certi versi, analoga a quella che il Comune di Milano ha assunto contro i figli degli stranieri clandestini o in corso di regolarizzazione, vietando l’iscrizione alle scuole materne municipali. “Forse siamo di fronte ad un atto ancora più grave – precisa Roberto Carlo Rossi -. In quel caso, infatti, si tratta di cittadini irregolari.
In questo, invece, stiamo negando un diritto fondamentale, come è quello alla salute, a stranieri che erano presenti sul nostro territorio regolarmente, ma che hanno avuto la sventura di finire nelle more burocratiche del nostro sistema. Tra l’altro – aggiunge Rossi -, si chiede ai cittadini stranieri di comunicare alle Asl l’avvenuto rinnovo del permesso di soggiorno, facendo ricadere sulle singole persone le difficoltà di comunicazione tra le istituzioni”. Il provvedimento regionale ha avuto pure delle ricadute spiacevoli per gli stessi medici. Molti si sono visti trattenere dallo stipendio le quote relative agli immigrati cancellati dalle liste. I professionisti che lavorano nei quartieri più periferici di Milano, o nelle province lombarde a più alta concentrazione extracomunitaria, sono arrivati a perdere fino a 7mila euro. “Noi abbiamo, comunque, invitato i colleghi – sostiene il presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Como, Piergiuseppe Conti – a continuare ad offrire la loro assistenza, anche gratuitamente. Tuttavia, la federazione nazionale degli ordini ha stigmatizzato questa decisione e ha chiesto alla Regione Lombardia di tornare sui propri passi”.
Fino ad ora dal Pirellone non sono arrivate indicazioni per un’inversione di marcia, salvo il congelamento, ma solo temporaneo, delle trattenute. Accontentanti, ma solo momentaneamente, i medici, continuano a rimanere senza diritti gli immigrati. Per questo Rossi ha scelto di continuare la battaglia. “Chiederemo l’aiuto di tutti”, annuncia. Prima di tutto, dunque, quello del ministro Livia Turco che avrebbe già fatto capire di essere dallo loro parte.
Carlo Franchini
http://canali.libero.it/affaritalian...2008.html?pg=2