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MILANO - Cinque anni a Cesare Previti, quattro ad Attilio Pacifico, otto a Renato Squillante, assolti Filippo Verde, Francesco Misiani e Olga Saavtchenko, non doversi procedere per Mariano e Fabio Squillante. E' questa la decisione dei giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano del processo Sme, che va a sentenza dopo 3 anni e otto mesi di dibattimento contrassegnati da polemiche e battaglie a livello politico-giudiziario come il gia' concluso processo Imi-Sir/Lodo.
Il solo condannato per corruzione in atti giudiziari e' l'ex capo dei Gip della capitale Renato Squillante che, nella sua qualita' di pubblico ufficiale, avrebbe ricevuto i 434 mila dollari nel 1991. Previti e Pacifico, invece, sono stati condannati per corruzione semplice. Il capo d'imputazione per il quale sono stati condannati fa riferimento al versamento dei 434 mila dollari e al fatto che Renato Squillante fosse ''costantemente retribuito'' dagli altri imputati. Tutti, sono stati invece assolti ''perche' il fatto non sussiste'' per l'altro capo d'imputazione: la mancata vendita della Sme alla Cir di Carlo De Benedetti.
L'origine della vicenda risale al 1985, quando Romano Prodi, allora presidente dell'Iri, e Carlo De Benedetti raggiunsero un'intesa in base alla quale l'Iri avrebbe ceduto la sua partecipazione in Sme (63%) a De Benedetti per circa 497 miliardi. La decisione vide la ferma opposizione dell'allora presidente del consiglio Bettino Craxi. De Benedetti si rivolse al Tribunale di Roma dopo che l'accordo fu ritenuto non vincolante in seguito a una comparazione con altre tre offerte intervenute, delle quali una della Iar (Barilla, Ferrero Fininvest).
I giudici, presieduti da Filippo Verde (anche relatore della sentenza) diedero torto all'ingegnere di Ivrea e i pm milanesi sospettarono che il provvedimento fosse stato 'aggiustato', dietro il versamento di tangenti a Verde e all'ex capo dei gip di Roma Renato Squillante. Tre, in particolare, i versamenti che finirono sotto accusa: uno del 2 maggio del 1988 (poco dopo che la Cassazione rese definitiva la decisione), di 750 milioni di lire da un conto di Pietro Barilla a uno di Pacifico, che avrebbe girato 200 milioni in contanti a Verde, mentre un altro miliardo sarebbe passato da Barilla a Pacifico, che avrebbe diviso 850 milioni con Previti versando poi 100 milioni a Squillante, secondo l'accusa ''stabilmente retribuito'' dagli altri imputati. C'e', infine, la contestazione supplettiva di 434 mila dollari da un conto Fininvest a uno di Previti e, da ultimo, a uno di Squillante, nel 1991. Da qui l'accusa di corruzione in atti giudiziari.
UNA VICENDA PROCESSUALE LUNGA E COMBATTUTA
Queste le principali tappe del dibattimento Sme dopo il rinvio a giudizio degli imputati, tra cui Silvio Berlusconi (posizione stralciata), a conclusione di un'inchiesta cominciata nel luglio del '95 con le dichiarazioni di Stefania Ariosto e durante la quale vennero arrestati, nel marzo del '96, Squillante e Pacifico.
- 9 marzo 2000 - Inizia il processo davanti ai giudici della
1/a sezione penale di Milano (presidente Luisa Ponti).
- 17 novembre 2000 - i pm Boccassini e Colombo riformulano il
capo d'imputazione, introducendo la contestazione supplettiva.
- 27 dicembre 2000 - respinta la richiesta di proscioglimento
di Berlusconi, Previti e Pacifico, ritenendo che non e'
possibile una decisione 'allo stato degli atti'.
- 28 dicembre 2001 - testimoniano il presidente della
Commissione Ue, Romano Prodi e l'ex presidente del Consiglio,
Giuliano Amato.
- 3 gennaio 2002 - scoppia il 'caso Brambilla': il Ministero
dispone il trasferimento del giudice a latere Guido Brambilla
che aveva chiesto di essere assegnato al Tribunale di
Sorveglianza. La Corte non ritiene di interrompere il processo,
come chiesto dai difensori, e quelli di Previti ricusano il
giudice (la richiesta verra' respinta e Brambilla sara'
'applicato' al processo Sme fino al 9 gennaio 2004).
- 1 marzo 2002 - prima istanza di rimessione del processo a
Brescia presentata da Previti e Berlusconi.
- 18 ottobre 2002 - cinque ore di sofferta deposizione per
Stefania Ariosto, la teste 'Omega'.
- 28 gennaio 2003 - Le Sezioni Unite della Cassazione
respingono l'istanza di rimessione di Berlusconi, Previti e
altri imputati. I supremi giudici, dopo un 'passaggio' degli
atti alla Corte Costituzionale che ha colmato le ''lacune
normative'' della legge Cirami sul legittimo sospetto, decidono
che il dibattimento, con il 'gemello' Imi-Sir/Lodo, debba
rimanere a Milano.
- 16 maggio 2003 - La posizione di Berlusconi viene
stralciata e per lui e' stilato un calendario autonomo.
Berlusconi si e' gia' presentato in aula per dichiarazioni
spontanee e lo fara' una seconda volta, sempre in maggio, prima
che il processo a suo carico sia 'congelato' per effetto del
Lodo Maccanico che tutela le cinque piu' alte cariche dello
Stato.
- 30 maggio 2003 - il pm Ilda Boccassini, a conclusione della
sua requisitoria, chiede condanne severe per tutti gli imputati.
- 30 giugno 2003 - sosta di 45 giorni per la nuova legge sul
patteggiamento allargato che buona parte degli imputati intende
valutare. Durante l'estate i pm Boccassini e Colombo sono
denunciati a Brescia da un 'Comitato Nazionale per la Giustizia'
per presunte irregolarita' nella gestione del fascicolo 9520, da
cui nacquero i dibattimenti sulla presunta corruzione dei
giudici romani. Il processo, per via anche dei termini feriali,
ricomincia in ottobre con l'intervento dei difensori.
- 11 ottobre 2003 - il pg di Milano Mario Blandini respinge
la richiesta di sostituzione in aula dei due pm presentata dalla
difesa Previti sui presupposti dell'inchiesta bresciana.
- 17 novembre 2003 - la sesta sezione della Corte di
Cassazione respinge la seconda istanza di rimessione presentata
da Previti sulla scorta del procedimento bresciano per il quale,
alcuni giorni prima, i pm bresciani hanno chiesto
l'archiviazione. Il processo, sospeso da alcune settimane per
effetto della legge Cirami, riprende il 21 novembre e il
collegio giudicante si riunisce in camera di consiglio.
22/11/2003 115
p.s. Previti è stato condannato a pagare 1 milione di € alla Presidenza del Consiglio, in quanto quest'ultima è, come da legge, parte civile. Domanda: chi è il Presidente del Consiglio? Poi uno dice il conflitto d'interessi...