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    Predefinito Per l'Italia di Silvio è una marcia trionfale: ORA TOCCA ALLA BANCAROTTA FRAUDOLENTA

    da: www.corriere.it


    La Commissione giustizia della Camera ha già avviato l’esame del testo. Primo relatore Ghedini, l’avvocato di Berlusconi.

    MILANO - Condanne dimezzate. Prescrizioni più facili. Carcere molto più difficile. Niente processo per chi risarcisce anche non completamente il danno. E, per i colpevoli del passato, un condono-amnistia.

    Gli esperti di giustizia del Polo stanno preparando una riforma radicale della bancarotta fraudolenta.

    Dopo la definitiva approvazione della legge che ha alleggerito il falso in bilancio, il nuovo obiettivo è di limitare la punibilità anche del più grave tra i reati economici. Decine di magistrati milanesi di ogni tendenza sono già in allarme e da giorni si scambiano pareri negativi e preoccupatissime email. Al centro del caso, il progetto di legge numero 2.342, di cui la commissione giustizia della Camera ha già avviato l’esame: il primo firmatario è Sergio Cola (An), il relatore è Niccolò Ghedini (Fi), che è anche l’avvocato di Silvio Berlusconi.


    IL REATO -

    La bancarotta fraudolenta è il reato commesso da un imprenditore che porta al fallimento la sua azienda e, in aggiunta, fa sparire (tecnicamente «distrae»), soldi o attività in teoria destinate ai creditori (dipendenti, ditte fornitrici, banche). La legge del 1930 ha previsto condanne pesanti: da 3 a 10 anni di reclusione, che diventano 15 con le aggravanti. Il precedente più grave, in Italia, è il crac da 1.193 miliardi di lire del 1982 del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi: Umberto Ortolani e Licio Gelli (il capo della P2), sono stati condannati a 12 anni nel processo che si è chiuso solo nel 1998.


    LA RIFORMA -

    La legge Cola (ma tra i firmatari c’è anche l’avvocato Saponara), prevede che le condanne per la «bancarotta fraudolenta patrimoniale» scendano da 1 a 3 anni.

    Un’altra novità è il «ravvedimento operoso»: se l’imputato «restituisce i beni» anche in parte, purché in misura «tale da ridurre grandemente il pregiudizio per i creditori», il reato va dichiarato «estinto».
    E il penultimo comma prevede una specie di condono-amnistia: se il processo è già finito, comunque «cessano gli effetti della condanna».


    LE CRITICHE -

    «Se passasse anche questa legge - commenta il pm milanese Riccardo Targetti - nessuno potrebbe più essere arrestato né intercettato, mentre il termine di prescrizione scenderebbe a 5 anni. Data la complessità di queste indagini, basterebbe questo a garantire l’impunità anche per i più rovinosi crac aziendali».
    Molto critico anche l’avvocato Mario Pisani, il professore che fu parte civile al processo Ambrosiano: «La libertà d’impresa non può diventare libertà d’imbroglio. E con il risarcimento parziale forse si sarebbe salvato anche Gelli».


    LE RAGIONI -

    La relazione al progetto 2.342 spiega che la riforma si impone per due motivi: la vecchia legge era «chiara espressione di un regime totalitario» che «comprimeva la libertà d’impresa»; inoltre vanno evitate «disparità di trattamento» rispetto alle regole più morbide per il falso in bilancio. (doppio!!! - N.D.R. )

    Di fronte alle prime polemiche, l’avvocato Ghedini non esclude ritocchi: «E’ un progetto ancora in discussione, anche con il centrosinistra. Per quanto mi riguarda, la pena potrebbe salire a 5-6 anni, purché il momento di commissione del reato venga anticipato alla situazione di dissesto che precede il fallimento».

    Il parlamentare comunque esclude che il caso Enron possa far accantonare la riforma: «In America la bancarotta è reato solo in casi eccezionali. Non si possono citare i modelli stranieri senza conoscerli».
    (macchè doppio!!!.... quì ce ne vuole uno triplo.... carpiato e con avvitamento!!!! )






    cos'altro dire se non BASSOTTI di tutto il mondo..... UNITEVI!

    g.d.t.


  2. #2
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    Verrebbe da dire VERGOGNA!

    Ma, si può ragionevolmente pensare che questi farabutti sappiano cosa sia, la vergogna?

    (Forse i rincretiniti nel momento che si scretinizzeranno,...forse!)

  3. #3
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    Tutto quadra....... e il conto torna.

    Il ministro Martino che propone di facilitare l'acquisto delle armi.... provvedimento minimo per un paese che sta tornando alle leggi della giungla, o del Far West, dove se non eri armato, come ti difendevi?....

    Poi questa della bancarotta fraudolenta...... che oltre ai dubbi sulla compatibilità con la prevalente legislazione europea, sembra veramente la licenza concessa ai malintenzionati, ai pressapochisti, a coloro che intraprendono secondo il principio del ".... se va bene... va bene a me; se va male...... va male agli altri."

    Una "libera interpretazione" del principio della libertà d'impresa che sarebbe poi quella di portare un'impresa alla bancarotta e poi di scappare con la cassa......

    Poi dalla villetta nelle Bermude con vista sul mare, il "libero imprenditore" può sempre telefonare ai suoi creditori e ai soci di minoranza qualcosa tipo: "Guarda non ho colpa se sono fallito ma siccome sono una brava persona ( ) ti do il 10/15% di quello che ho imbolato......... se non fai causa"

    Bah...... certo che ce ne vuole ad avere il coraggio di presentare una legge cosi...... ben oltre lo (solita) faccia di cu_lo.

    Quello comunque che non torna è che ( ( chissàperchè....) i presunti benpensanti destrogiri di questo forum si defilino così alla grande dal commentare adeguatamente il tema......

    chissàperchè....

    saluti

    g.d.t.

  4. #4
    brescianofobo
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    QUESTA LEGGE NON DEVE PASSARE.

    Il reato di bancarotta fraudolenta è uno dei reati più odiosi, in quanto colpisce direttamente le imprese oneste.

    In pratica verrebbero agevolati e non finirebbero mai in carcere quelli che fanno i cosiddetti "bidoni": costituiscono la loro bella SRL, fanno acquisti di merce senza pagarla, la rivendono, incassano, si portano via i soldi.

    La SRL fallisce, i beni privati dei bancarottieri non possono essere toccati perchè nelle SRL i beni dei soci non si possono toccare, le imprese oneste che si sono fidate si pigliano un bel bidone che può causare anche il loro fallimento.

    L'unico deterrente piuò essere il timore di finire in carcere.

    Di gente così c'e nè in giro a bizzeffe. Sono loro la rovina dell'Italia ed il terrore di tutti gli imprenditori onesti.

    MA DA UN "IMPRENDITORE" COME BERLUSCONI POSSIAMO ASPETTARCI SOLO CHE DIFENDA I DISONESTI.

  5. #5
    brescianofobo
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    Ho trovato il progetto di legge, e l'ho comparato con la normativa ora esistente.

    Come già scritto dal Corriere, la pena per bancarotta fraudolenta viene ridotta da 3-10 anni a 1-3 anni.

    UNO PUO' FREGARE A IMPRENDITORI ONESTI CENTINAIA DI MILIARDI E RISCHIARE AL MASSIMO TRE ANNI.
    Teoricamente, perchè con sanzioni così lievi il reato si prescrive in 5 anni e praticamente si dà agli aspiranti bancarottieri la certezza di non finire in carcere.

    Poi c'è la possibilità di restituire parte del maltolto e di venire perciò condonato.

    UNO PUO' TENTARLA, SE VA MALE RESTITUISCE UNA PARTE E AMICI COME PRIMA.

    Inoltre, (e questo il Corriere non l'ha rilevato) le pene accessorie sarebbero solamente il divieto di iniziare attività commerciali in proprio, non più il divieto di ricoprire cariche direttive in una società. Pertanto un bancarottiere potrebbe fare l'amministratore di società, cosa ora vietata per 10 anni.

    NELL'IPOTETICO CASO CHE UNO VENGA CONDANNATO PER BANCAROTTA, SI RIFA' UN'ALTRA SRL E SI FA NOMINARE AMMINISTRATORE. TUTTO COME PRIMA, PUO' RITENTARE LA SORTE.

    UNA VERGOGNA. QUESTA LEGGE E' PERICOLOSISSIMA.


    <body bgcolor=white text=black link=blue vlink=purple alink=red><p>&nbsp;</p><table border=1><tr><td width=977 valign=top colspan=2><CENTER>XIV LEGISLATURA</CENTER><BR><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=2 width=100% border=0><TBODY><TR><TD vAlign=top width=72%><DIV align=right><FONT size=+3>CAMERA DEI DEPUTATI</FONT></DIV><BR></TD><TD vAlign=top width=28%>&nbsp;&nbsp;&nbsp;<B>N. 2342</B></TD></TR></TBODY></TABLE><HR><BR><CENTER><B>PROPOSTA DI LEGGE</B></CENTER><BR><CENTER>d'iniziativa dei deputati</CENTER><FONT size=-2><BR></FONT><CENTER><B>COLA, AIRAGHI, ASCIERTO, BAIAMONTE, CARRARA, GIORGIO</B><p><B>CONTE, CORONELLA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DI TEODORO, DI</B><p><B>VIRGILIO, FALANGA, FOTI, GIRONDA VERALDI, LA GRUA, LAVAGNINI,</B><p><B>LECCISI, ANTONIO LEONE, LEZZA, LUIGI MARTINI, MEROI, MILANATO,</B><p><B>MILANESE, MURATORI, ONNIS, PERLINI, PORCU, RIZZI, SAPONARA,</B><p><B>SARO, SAVO, SCHERINI, SCHMIDT</B></CENTER><BR><BR><CENTER>Modifiche alle disposizioni penali in materia fallimentare,<p>nonché degli articoli 476, 477, 478, 485 e 486 del codice<p>penale e dell'articolo 676 del codice di procedura penale</CENTER><BR><BR><CENTER><I>Presentata il 14 febbraio 2002</I></CENTER><BR><BR></td></tr><tr><td width=50% valign=top><p align=center>testo vigente</p></td><td width=485><p align=center>testo modificato</p></td></tr><tr><td width=50% valign=top><P><B><FONT face=Arial size=2>TITOLO VI - Disposizioni penali: Capo I - Reati commessi dal fallito Articolo 216</FONT></B></P><P><FONT face=Arial size="2">1. E` punito con la r<span style="background-color:yellow;">eclusione da tre a dieci ann</span>i, se e` dichiarato fallito, l'imprenditore, che: <BR>1) ha distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte i suoi beni ovvero, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori, ha esposto o riconosciuto passivita` inesistenti; <BR>2) ha sottratto, distrutto o falsificato, in tutto o in parte, con lo scopo di procurare a se` o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizi ai creditori, i libri o le altre scritture contabili o li ha tenuti in guisa da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari. <BR>2. La stessa pena si applica all'imprenditore, dichiarato fallito, che, durante la procedura fallimentare, commette alcuno dei fatti preveduti dal n. 1 del comma precedente ovvero sottrae, distrugge o falsifica i libri o le altre scritture contabili. <BR>3. E` punito con la reclusione da uno a cinque anni il fallito, che, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire, a danno dei creditori, taluno di essi, esegue pagamenti o simula titoli di prelazione. <BR>4. Salve le altre pene accessorie, di cui al capo III, titolo II, libro I del codice penale, la condanna per uno dei fatti previsti nel presente articolo importa<span style="background-color:yellow;"> per la durata di dieci anni l'inabilitazione all'esercizio di una impresa commerciale e l'incapacita` per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa. <BR></span></FONT></P></td><td width=485><CENTER><B><font size="2">Art. 1.</font></B></CENTER><font size="2"><BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;& nbsp;&nbsp;1. L'articolo 216 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, è sostituito dal seguente:<BR><BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&quot;Art. 216 </font><I><font size="2">(Bancarotta fraudolenta patrimoniale).-</font></I><font size="2"> E' punito con</font><span style="background-color:yellow;"><font size="2"> la reclusione da uno a tre anni,</font></span><font size="2"> se è dichiarato fallito, l'imprenditore che, versando in stato di insolvenza o trovandosi in una situazione di concreto e attuale pericolo di insolvenza ha disposto, con uno o più atti, in tutto o in parte, dei propri beni in modo idoneo a sottrarli alla garanzia dei creditori e con l'intenzione di recare loro pregiudizio.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbs p;&nbsp;&nbsp;La stessa pena si applica all'imprenditore, se è dichiarato fallito, che, versando in stato di insolvenza o trovandosi in una situazione di concreto e attuale pericolo di insolvenza, ha esposto o riconosciuto passività inesistenti in modo idoneo a diminuire la garanzia dei creditori e con l'intenzione di recare loro pregiudizio.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbs p;&nbsp;&nbsp;La revoca della dichiarazione di fallimento ovvero </font><span style="background-color:yellow;"><font size="2">la restituzione dei beni o del loro equivalente alla garanzia dei creditori tale da ridurre grandemente il loro pregiudizio estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali.</font></span><font size="2"><BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;& nbsp;&nbsp;Salvo le altre pene accessorie, di cui al capo III, titolo II, libro I del codice penale, la condanna per uno dei fatti previsti nel presente articolo importa, per la d</font><span style="background-color:yellow;"><font size="2">urata di sette anni, l'inabilitazione all'esercizio di un'impresa commerciale</font></span><font size="2">&quot;.<BR><BR><BR></font><CENTER><B><font size="2">Art. 2.</font></B></CENTER><font size="2"><BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;& nbsp;&nbsp;1. Dopo l'articolo 216 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, come sostituito dalla presente legge, sono inseriti i seguenti:<BR><BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&quot;Art. 216-</font><I><font size="2">bis (Bancarotta fraudolenta</font></I><font size="2"> </font><I><font size="2">documentale).-</font></I><font size="2"> E' punito con la reclusione da uno a tre anni, se è dichiarato fallito, l'imprenditore che, versando in stato di insolvenza o trovandosi in una situazione di concreto e attuale pericolo di insolvenza, con l'intenzione di recare pregiudizio ai creditori, ha sottratto, distrutto o falsificato, in tutto o in parte, libri o le altre scritture contabili obbligatorie ovvero li ha tenuti in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;La revoca della dichiarazione di fallimento ovvero la ricostruzione documentale, da parte del fallito, dell'effettiva situazione patrimoniale, prima della compilazione da parte del curatore dell'elenco dei creditori di cui all'articolo 89, estingue il reato anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; se vi è stata condanna ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;Salvo le altre pene accessorie, di cui al capo III, titolo lI, libro I del codice penale, la condanna per uno dei fatti previsti nel presente articolo importa per la durata di sei anni l'inabilitazione all'esercizio di un'impresa commerciale.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbs p;&nbsp;&nbsp;Art. 216-</font><I><font size="2">ter (Bancarotta fraudolenta preferenziale).</font></I><font size="2"> - E' punito con la reclusione da sei mesi a due anni, se è dichiarato fallito, l'imprenditore che, versando in stato di insolvenza, trovandosi in una situazione di concreto ed attuale pericolo di insolvenza, a scopo di favorire, a danno dei creditori, taluno di essi, esegue pagamenti o altre prestazioni ovvero simula titoli di prelazione in suo favore.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;La revoca della dichiarazione di fallimento ovvero la restituzione delle somme, o dei beni alla garanzia dei creditori, ovvero la denuncia, da parte del fallito, della simulazione dei titoli di prelazione estingue il reato anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; se vi è stata condanna ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali.<BR>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nb sp;&nbsp;Salvo le altre pene accessorie, di cui al capo III, titolo II, libro I del codice penale, la condanna per uno dei fatti previsti nel presente articolo importa per la durata di cinque anni l'inabilitazione all'esercizio di un'impresa commerciale&quot;.<BR></font></td></tr></table><p>&nbsp;</p></body>

  6. #6
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    E ppoi uno dice che si butta sulla coltivazione delle banane!!

    Ma ci si butta si!!

  7. #7
    brescianofobo
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    QUESTA LEGGE E' UNA SCHIFEZZA.

    BISOGNA TOGLIERE GLI AVVOCATI DAL PARLAMENTO. INVECE DI PENSARE AL BENE COMUNE PENSANO AI LORO CLIENTI


    Ormai Berlusconi ha dato il segnale: chiunque abbia un minimo di potere ne approfitta per se a danno degli altri.

    L'Italia sta andando a pezzi.

    CORRIERE, 24.4.2002
    Pene meno dure per la bancarotta, giudici in rivolta

    Borrelli: in questo modo l’Italia diventerà il rifugio dei pirati economici di tutto il mondo


    MILANO - Tra i magistrati, il più incredulo è un neo-pensionato, Saverio Borrelli: «Pensavo a una barzelletta, invece leggo che è vero: dopo il falso in bilancio ora tocca alla bancarotta fraudolenta. L’Italia rischia di diventare come l’isola della Tortuga: il rifugio di tutti i pirati del mondo». Tra gli avvocati, il più preoccupato è Gianmaria Chiaraviglio, parte civile al processo Imi-Rovelli: «Di riforma dei reati fallimentari si discuteva da anni, ma un abbassamento delle pene così vistoso supera ogni immaginazione e compromette i risarcimenti alle vittime dei più rovinosi dissesti aziendali. Ma l’aspetto più inopinato è il contemporaneo abbattimento del reato di falso in atto pubblico: cosa c’entra con la libertà d’impresa?».
    Il nuovo progetto di legge per ridimensionare i reati fallimentari - primo firmatario Sergio Cola (An), relatore Niccolò Ghedini (Fi) - è stato accolto da un coro di critiche che unisce alcuni penalisti, molti docenti universitari e tutti i magistrati. I pm che si occupano di bancarotte (1.697 all’anno solo a Milano), concludono unanimi che «per noi è finita».
    Commenti indignati piovono da ogni corrente. Fabio Roia, leader dei moderati di Unicost, parla di «barbarie giuridica»: «Prescrizione ridotta, niente arresti né intercettazioni, condanne ridicole: così si rinuncia a colpire perfino la più nociva criminalità economica. Mi ostino a stupirmi anche per gli avvocati che ridiventano legislatori: temo nuovi interessi privati in atti normativi».
    Per molti magistrati, in questo quadro gli appelli del governo al dialogo suonano come «una presa in giro». E Borrelli, che prima di procuratore fu giudice fallimentare, osserva che «il massimo della pena, ridotto a tre anni, per singolare coincidenza è identico al limite per evitare il carcere con l’affidamento ai servizi sociali».
    pbiondani@corriere.it
    Paolo Biondani

  8. #8
    Simply...cat!
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    Ammetto che sono molto perplesso anchio su questa faccenda.
    Pare che le leggi su immigrazione e devolution abbiano mille casini per passare,mentre altre invece no.

  9. #9
    brescianofobo
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    Originally posted by Dragonball
    Ammetto che sono molto perplesso anchio su questa faccenda.
    Pare che le leggi su immigrazione e devolution abbiano mille casini per passare,mentre altre invece no.
    Questa non è ancora passata, ma se i leghisti la votano per fare un piacere agli avvocati di Berlusconi sono proprio dei bei coglioni.

    Con una legge così l'Italia diventa il Far West.

    I bidoni si centuplicheranno. Avremo delinquenti che si arricchiscono e onesti che falliscono.

    Solo che per qualcuno la delinquenza è solo il drogatello che scippa la vecchietta. Questi qua sono mille volte più pericolosi per la società.

    Ma tanto a Berlusca & avvocati sai che gliene fotte della società. L'importante sono le parcelle degli avvocati e i conti all'estero dei panzoni con la Mercedes e i Ray-ban.

  10. #10
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    Originally posted by Dragonball
    Ammetto che sono molto perplesso anchio su questa faccenda.
    Pare che le leggi su immigrazione e devolution abbiano mille casini per passare,mentre altre invece no.
    Pare! Già!

 

 
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