Intervista a Giampiero Cantoni (FI). Asse tra Blair e Berlusconi, nasce la nuova Europa
Cantoni: “Slancio riformatore anche per l’Italia”
di Aldo Torchiaro
“Bisogna accelerare le riforme strutturali per fare dell'Europa l'economia più competitiva del pianeta”, ha detto Tony Blair strigliando l’Unione Europea. E poi: “Più soldi per posti di lavoro, non per le vacche”. Una nuova Europa fa capolino da Bruxelles, dove ieri il premier inglese Tony Blair ha pronunciato un discorso di insediamento – subito definito “storico” – preannunciando il clima che porterà con la nuova presidenza. Un discorso che ha raccolto consensi bipartisan, facendo esclamare a Silvio Berlusconi che adesso si apre una fase del tutto inedita anche per l’Italia. A sorpresa Tony Blair passa l'esame dell'esigente Parlamento Europeo: soddisfatti del messaggio politico lanciato dal premier inglese, liberali, socialisti e popolari hanno applaudito a lungo il futuro presidente dell' Unione, che dal primo luglio prende il testimone di Jean Claude Juncker. Blair ha saputo cogliere nel segno, guadagnandosi la fiducia dei principali gruppi, quando ha affermato, dribblando chi lo attendeva al varco, che non accetterà mai “un’Europa che sia solo un mercato economico”. Dallo scranno dei Liberali, il capogruppo Graham Watson ha plaudito all'idea di “un’Europa che è una comunità di valori'', mentre dalla postazione del Ppe, anche il leader Hans-Gert Poettering ha affermato: “siamo felici che abbia detto che il suo modello d'Europa non è un ritorno all’Ue del libero scambio”. Il presidente di turno dovrà essere forte, coraggioso ma anche buon mediatore: Watson gli ha suggerito di mostrare i denti per realizzare un progetto politico in ''armonia'' con i Venticinque. Le reazioni in Italia, a parte la calorosa approvazione del leader del centrodestra, registrano le parole di benvenuto di Marco Pannella: “Con Tony Blair l'Unione Europea ha un possibile ma non probabile grande leader, certo non federalista, certo europeista”, ha detto. A salutare con maggior entusiasmo il discorso di Blair, il senatore di Forza Italia Giampiero Cantoni, economista, vice Presidente del gruppo di Forza Italia al Senato. L’opinione lo ha intervistato.
L’insediamento di Tony Blair è stato salutato da Silvio Berlusconi come l’inizio di un capitolo davvero nuovo….
Tra Berlusconi e Blair noto che c’è una consonanza non solo di politica ma anche di stile. Condividono le idee, le formule, persino le parole. Tra l’altro Blair parla bene anche il francese, che da giovane aveva fatto il cameriere a Parigi per pagarsi gli studi. Come tutti gli uomini che non provengono da una storia di privilegi, ha dovuto far tesoro dei progressi che hanno contrassegnato le sue esperienze politiche e professionali. Anche in questo mi ricorda Berlusconi. Sono due self-made men.
E due riformatori, due innovatori a modo loro simili.
Anche se si sono trovati ad affrontare problemi diversi. Come anche Margareth Tatcher, Tony Blair pone l’economia inglese nel solco di un capitalismo liberalizzato, non soffocante. E’ l’obiettivo per cui è nata Forza Italia.
Che cosa l’ha colpita nel discorso di Blair?
Mi piace molto la sua critica all’assistenzialismo veteroeuropeo. E la sua grande attenzione verso l’innovazione tecnologica e quella finanziaria
Tanto da segnare le premesse per un asse liberal-riformista europeo?
Certo. La sua presidenza sarà tesa all’avanzamento del terziario e del quaternario, e sulle riforme strutturali e infrastrutturali di cui la vecchia Europa ha bisogno. Ha capito, da vero riformatore, che l’Europa burocratizzata va snellita e sfoltita, anche per togliere ai piccoli potentati europei quella leva ricattatoria che hanno fin qui utilizzato.
Cosa contrapporrà alla burocrazia di Bruxelles il nuovo asse Roma-Londra?
In contrapposizione a quella euroburocrazia opereranno politiche di sostegno del sistema produttivo. Tutto questo per supplire alle carenze di una globalizzazione che non è stata governata ed alla drammatica competizione che ci arriva dall’Asia, dall’Estremo Oriente e dal continente cinese in particolare.
A tutto discapito della vecchia alleanza franco-tedesca…
Infatti. Un asse di tipo nuovo si apre in Europa: non più e non solo franco-tedesco, perché come è noto i francesi e gli olandesi hanno dato una grossa mazzata alla Costituzione europea, con la bocciatura del Trattato, che è stata la bocciatura di come è stata governata l’Europa, con una sovraburocrazia di eurocontabili che tende a regolare tutto, avvolgendo con regole spesso contrarie alla competitività ma regolate secondo una superata visione regolamentata e miope dei problemi.
La spinta riformatrice di Blair potrebbe suonare la sveglia anche per i riformisti di casa nostra?
Noi ci auguriamo che sotto la spinta riformatrice del laburista Blair, che fa parte di una filosofia lib-lab, possa anche nel nostro Paese, dove pure esiste un’area riformista molto sensibile e vivace, qualcuno sappia trarne gli insegnamenti del caso.
Quali priorità indicherebbe, blairianamente, per l’Italia?
Quelle che Forza Italia porta avanti con coerenza. Una riforma previdenziale più incisiva, la liberalizzazione dei servizi degli enti locali, la diminuzione del costo dell’energia, sia elettrica che del gas e della benzina, e quindi una diminuzione complessiva dei costi, accelerare i corridoi di attraversamento dell’Europa verso la nuova Europa (il corridoio 5 verso Kiev, e il corridoio 7 dal Sud verso Berlino) e dare una spallata all’apertura dei mercati contro i monopoli che prima erano di Stato e con privatizzazioni incerte sono diventati monopoli in mano ai privati. Ma anche lavorare per la riforma di una borsa più trasparente, per un mercato dei capitali più trasparente, una maggiore trasparenza anche in funzione di un cosiddetto “nuovo capitalismo” di cui il nostro Paese ha un gran bisogno.
(24 giugno 2005)