Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 25
  1. #1
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Argomenti Negazionistici

    " Perché fu costruita questa enorme piramide? come fu possibile realizzarla in un tempo così remoto? E' credibile che una civiltà dell'età del rame abbia accumulato 21 milioni di tonnellate di pietre in circa un secolo, di cui 12 milioni solo a Giza, realizzando qualcosa che si discostava completamente da quanto mai realizzato sia prima che dopo?

    Tra gli specialisti in archeologia egizia, è opinione comune che fu costruita come tomba per il faraone della IV Dinastia (2575-2467 a.C.) Khufu (conosciuto come Cheope). Questa opinione si basa principalmente sul ritrovamento di geroglifici su alcune pietre all'interno della piramide che assomigliano al suo sigillo, e alla testimonianza di Erodoto che vide i monumenti nel V° secolo a.C., cioè più di 2000 anni dopo che erano stati costruiti. Nonostante il fatto che nessun corpo fu mai trovato all'interno delle sue stanze ben sigillate, gli egittologi persistono nella loro teoria,
    [...]
    "

    NEXUS NEW TIME edizione italiana n° 8-15
    IMPRONTE DEGLI DEI


    Shalom

  2. #2
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    " Secondo la teoria più consolidata, la Sfinge fu costruita attorno al 2500 a.C. dal faraone Chefren. Perciò, quando nel 1991 si è dimostrato, con una serie di prove geologiche, che essa fu costruita almeno 6000 anni prima di Cristo - e quindi 3000 anni prima che avesse inizio la civiltà Egizia - il mondo piuttosto conservatore dell' egittologia fu scosso da un' ondata di incredulità. Per la verità, era opinione comune fra gli egittologi del XVIII secolo che la Sfinge fosse più antica delle piramidi.

    Ma nel novecento si è imposta una teoria diversa, e cioè che fosse stata costruita tra il 2520 e il 2494 a.C., durante il regno di Chefren: opinione accettata unanimamente (e abbastanza passivamente) dagli egittologi. Ci sono voluti 15 anni di sforzi continui da parte di un uomo, solo contro tutti, per cominciare a cambiare il modo di pensare: quest' uomo è lo statunitense John Anthony west, scrittore ed egittologo autodidatta.

    La ragione che ha spinto gli egittologi a credere che la Sfinge sia stata costruita da Chefren sta nel fatto che il suo viso assomiglia a quello del faraone, immortalato in una statua che è conservata nel Museo Egizio del Cairo. Usando metodi piuttosto insoliti, West evidenziò grosse lacune nell' accostamento tra Sfinge e faraone e sulla loro pretesa rassomiglianza. Si avvalse dell' aiuto del tenente Frank Domingo del Dipartimento di Polizia Giudiziaria di New York, che aveva accumulato una grande esperienza ricostruendo per il tribunale visi sfigurati e mutilati. Domingo mise a confronto i due volti e, dopo aver realizzato disegni dettagliati di entrambi, concluse che le due statue raffiguravano individui diversi: "Se in futuro si troveranno prove irrefutabili che la Sfinge rappresenta Chefren, vorrà dire che chi ha ritratto il faraone era un incapace".
    Museum di New York, disse che l' arte egizia non era fotografia, ma realtà idealizzata": l' analisi di Domingo, insomma, non aveva alcun valore. West tentò allora un' altra strada: Si prefisse di dimostrare che l 'erosione della Sfinge non era dovuta al vento del deserto ma alla pioggia. L' ultima grande pioggia si era avuta dopo l' ultima era glaciale, cominciata circa 12000 anni fa.
    West aveva un solo modo di provare la teoria dell' erosione: chiedere la collaborazione di geologi di consolidata fama accademica.

    Dopo una lunga ricerca, trovò finalmente in Robert Schoch, dell' Università di Boston, uno studioso di ampie vedute disposto ad ascoltarlo. L' esame compiuto da Schoch confermò che il corpo della Sfinge e le pareti della grande fossa in cui essa si trova mostravano i segni tipici di erosione da acqua. Non solo: scoprì che il monumento ed il complesso di templi che sorge nelle vicinanze erano scolpiti nella stessa pietra.

    Si presentava dunque un' anomalia piuttosto strana:La Sfinge ed i muri che la circondavano erano stati erosi così vistosamente da mostrare nella pietra solchi profondi un metro. Ma identici strati di roccia vicini eranoa appena stati alterati. Ciò significava che la Sfinge era stata scolpita in varie fasi: le pietre squadrate e scolpite per prime erano state esposte all'erosione della pioggia, le ultime a quella del vento. Allo scopo di dare maggior peso alla sua teoria, West volle scoprire quando era stata scolpita la pietra attorno alla Sfinge. In questo modo avrebbe scoperto anche quando era stata costruita. Coinvolse nella ricerca Thomas Dobecki, un sismologo di Houston. Analizzando l' erosione dell' acqua sul terreno attorno alla Sfinge, Dobecki potè calcolare quando fu scolpita la roccia. il criterio era questo: quanto più in profondità aveva agito l' erosione dell' acqua, tanto più a lungo la pietra in superficie era stata esposta alla pioggia.

    Gli esperimenti di Dobecki e le osservazione di Schoch dimostrarono che il corpo della Sfinge era stato scolpito in fasi distinte, e che la parte anteriore del monumento, profondamente erosa, era più antica di crica 3000 anni rispetto alla parte posteriore. La conclusione di Schoch fu che Chefren, avendo trovato la Sfinge non ancora terminata, la completò e restaurò insieme con i templi intorno, facendo sistemare lastroni di granito sopra il calcare. Tenendo conto dell' antichissima origine della Sfinge, bisogna presumere che si siano succedute diverse operazioni di restauro. In proporzione, la testa è più piccola del corpo e questo lascia pensare che Chefren abbia ordinato di rimodellarla nello stile dell' epoca. Ma le ricerche di Dobecki rivelarono un' altro segreto: 5 metri sotto le zampe anteriori della Sfinge si aprivano diversi tunnel inesplorati ed un' ampia sala rettangolare. Secondo Dobecki quella sala era opera dell' uomo.

    A questo si aggiunse un tocco di meraviglia quando ci si ricordò di una profezia di Edgar Cayce, il celebre "profeta dormiente" americano. Cayce era andato in trance il 29 ottobre del 1935 ed aveva esplorato con i suoi poteri di sensitivo le epoche precedenti all' antico Egitto. Egli disse che i sopravvissuti di Atlantide erano emigrati in Egitto 10500 anni prima di Cristo ed avevano costruito la Sfinge e la Grande Piramide nel primo secolo del loro arrivo. E non basta: Cayce predisse che, prima della fine del XX secolo, "una sala antica contenente documenti storici sarebbe stata scoperta là dove la linea dell' ombra e della luce cade tra le zampe della Sfinge". all' interno della sala ci sarebbe stata una biblioteca ricca di testi su Atlantide. Prudentemente, data anche la sua illustre reputazione accademica, Schoch ha concluso che la Sfinge fu costruita non più di 8500 anni fa e non ha voluto addentrarsi in argomenti che esulassero dalla sua competenza di geologo. West invece è meno cauto. Secondo lui la Sfinge ha almeno 12000 anni.

    Comunque sia la scienza è orientata a fissare la data di costruzione della Sfinge in epoca assai più antica di quella comunemente accettata. E finora gli egittologi non sono stati capaci di opporre solidi argomenti. Resta da rispondere al' interrogativo più importante: chi ha voluto e costruito la Sfinge? Un numero crescente di ricercatori, compresi alcuni scrittori di successo come Graham Hancock, Robert Bauval e Colin Wilson, crede che il fatto di situare più indietro nel tempo la data di costruzione della Sfinge sia già la prova che essa dovette essere stata realizzata da una civiltà scomparsa. Addirittura Atlantide.

    Nel 1993 West avanzò l' ipotesi che proprio questa fosse la soluzione. Lo si desume dalla risposta rabbiosa avuta da Zahi Awass, direttore generale della Piana di Giza, che cacciò letteralmente West edi suoi collaboratori vietando ogni ulteriore ricerca. Da allora, però c' è stato uno strano cambio di atteggiamento da parte delle autorità egiziane. Nell' aprile 1996, per esempio, il miliardario americano Joseph Schor ha avuto il permesso di continuare le ricerche sulla Sfinge. Schor è in stretto raporto con l' Associazione per le Ricerche ed il Progresso Morale, una grossa organizzazione che si propone di diffondere gli insegnamenti del profeta Edgar Cayce. Nello stesso tempo, Schor ed Hawass hanno annunciato che sotto la Sfinge ci sono tunnel segreti e stanze, che presto saranno aperti e mostrati in diretta televisiva in tutto il mondo.
    "



    Shalom





  3. #3
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    " E' esatto. In effetti io dico che queste famose "camere a gas" omicide non sono altro che una frottola di guerra. E' un'invenzione della propaganda di guerra paragonabile alle leggende sulla "barbarie teutonica" diffuse durante la Prima Guerra Mondiale. Già allora i tedeschi vennero accusati di crimini del tutto immaginari: a bimbi belgi sarebbero state tagliate le mani, dei canadesi crocifissi, cadaveri trasformati in sapone... Peraltro, su questo terreno gli stessi tedeschi facevano, suppongo, buona concorrenza ai francesi...

    I campi di concentramento tedeschi sono realmente esistiti, ma come tutti ben sanno questa non è una cosa originale tedesca. Anche i forni crematori sono esistiti in certi campi, ma la cremazione non è fatto più grave o più criminale dell'inumazione. I forni crematori costituivano persino un progresso dal punto di vista sanitario nel caso di rischi di epidemie. Il tifo ha imperversato in tutta l'Europa in guerra. La maggior parte dei cadaveri che con tale compiacimento ci vengono mostrati in foto sono chiaramente cadaveri di tifici. Queste foto dimostrano solo che degli internati-e talvolta anche dei guardiani-sono morti di tifo. Non provano niente altro. Insistere sul fatto che talvolta i tedeschi usavano dei forni crematori non è cosa molto onesta. Cosi facendo si punta sulla repulsione o sulI'oscura inquietudine della gente abituata all'inumazione e non alla cremazione. Immaginatevi una qualsiasi popolazione dell'Oceania abituata a bruciare i suoi morti, e ditele che noi interriamo i nostri; apparirete loro come una specie di selvaggio. Forse vi sospetteranno addirittura di mettere sotto terra delle persone "più o meno vive".

    Allo stesso modo, si dà prova di completa disonestà quando ci si presentano come delle "camere a gas" omicide le autoclavi destinate in realtà alla disinfezione degli abiti con il gas. Questa accusa, mai chiaramente formulata, è stata abbandonata, ma in alcuni musei o in alcuni libri si osa ancora mostrare la foto di una di queste autoclavi, situate a Dachau, con davanti a essa un soldato in uniforme americana che sta decifrando... l'orario delle gassazioni!

    Un'altra forma di gassazione è realmente esistita nei campi tedeschi; è la gassazione degli edifici per sterminarvi i parassiti. Veniva allora impiegato quel famoso Zyklon B sul quale si è costruita una fantastica leggenda. Lo Zyklon B, la cui licenza data dal 1922, è utilizzato ancor oggi, in particolare nella disinfestazione di immobili, baraccamenti, silos, navi, ma anche per la distruzione delle tane di volpe o di altri animali nocivi. é pericoloso da maneggiare perchè, come indica la lettera "B", si tratta di "Blausaure", cioè di acido blu, o acido cianidrico, chiamato anche acido prussico. Tra l'altro, c'è anche da rilevare che i sovietici, ingannandosi sul senso di questa lettera, hanno accusato i tedeschi di avere ucciso dei deportati con dello Zyklon A e con dello Zyklon B!
    [...] Al contrario, i revisionisti hanno invece scritto abbastanza per dire che la loro esistenza era dubbia o per affermare che era decisamente impossibile. La mia opinione personale è la stessa di questi ultimi. L'esistenza delle "camere a gas" è RADICALMENTE impossibile. [...]
    Quanto alcuni superstiti hanno raccontato costituisce una testimonianza fra le tante. Delle testimonianze non sono delle prove. In quanto a quelle dei processi contro i "criminali di guerra", devono essere accolte con particolare diffidenza. Se non mi sbaglio, in trentacinque anni non un solo testimone è stato perseguito per falsa testimonianza, il che significa dare una garanzia esorbitante a chiunque desidera testimoniare sui "crimini di guerra". [...]
    "

    Faurisson

  4. #4
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    NEGAZIONISMO LUNARE

    "

    LE PROVE DEL FALSO


    E' un falso clamoroso, giocato a tutto il pianeta da parte dell'Amministrazione americana: l'uomo non è mai allunato, mai ha messo piede sulla superficie scabra e inerte del nostro satellite. Parlano i sostenitori della "Moon Conspiracy", l'ipotesi di complotto spettacolare che verificherebbe la tesi che il controllo sulla popolazione mondiale, ormai, non si gestisce più soltanto con mezzi economici, bensì anche e soprattutto con mezzi spettacolari. E si badi: non fanno parte della schiera dei teorici della cospirazione soltanto sbandati, paranoici, mezzi matti. L'interpretazione delle foto scattatate durante le missioni Apollo, infatti, sono frutto di anni di ricerche, a cui hanno dato sostanzioso contributo anche docenti del prestigiosissimo MIT, la fabbrica dei Nobel americani. Vediamo, nello specifico, da cosa si desume che le celeberrime istantanee di Armstrong e Aldrin sono state scattate a Terra, in un laboratorio che i più localizzano in Nevada o in Texas.
    IL FALSO EVIDENTE

    Sono due motivazioni di ordine generale a mettere in dubbio la veridicità degli allunaggi. La prima e più importante: la Nasa, nel 1969, non disponeva della tecnologia necessaria per spedire un uomo sulla Luna e riportarlo vivo a Terra: Bill Kaysing, un pezzo grosso della Nasa di quegli anni, testimonia che gli fu affidato uno studio di probabilità su un viaggio umano verso la Luna e ritorno, e che i risultati di tale studio davano alla missione lo 0.0017% di possibilità di riuscita. Seconda prova di ordine generale: nel 1969 non era possibile trasmettere immagini televisive da una distanza simile. C'erano problemi di trasmissione stabile di un'immagine fissa da 50 miglia, e la distanza tra Luna e Terra è di 150.000 miglia. Infine la luce nelle foto (e qui si entra nell'àmbito delle analisi specifiche). Le obiezioni maggiori riguardano la distanza della fonte di luce dai soggetti fotografati: risulta essere impossibile che si tratti del sole. A volte, addirittura, le fonti di luce sono più d'una e le ombre rivelano clamorose incongruenze. Infine, c'è buio totale a 20 metri, senza stelle visibili, quando in assenza di atmosfera si dovrebbero notare.

    OMBRE E STRANI OGGETTI

    Incongruenze e contraddizioni nella foto più celebre della missione Apollo 11. L'astronauta fotografato è Buzz Aldrin, chi sta scattando è Neil Armstrong. Prima e più lampante contraddizione: l'ombra di Buzz. Calcolando la distorsione della visiera circolare, i dati non coincidono: l'ombra nella visiera va in una direzione diversa dell'ombra reale che Aldrin stampa sul terreno lunare. Inoltre: pochi istanti prima ad Aldrin era stata scattata una foto che riprendeva un'antenna di comunicazione montata sul suo zaino; ora, invece, l'antenna non c'è più. Ultima notazione: nel riflesso sulla visiera del casco di Aldrin, accanto alla sagoma di Armstrong, si vede un oggetto luminoso, che le altre fotografie non testimoniano affatto. Improbabile anche il buio totale a 20 metri dietro Aldrin.

    LA PARETE DI SFONDO

    Apparentemente nulla stona nella foto della camminata di Buzz Aldrin, [...]. A un più attento esame, tuttavia, emergono linee sospette, davvero sconcertanti: si percepisce uno sfondo, una parete, ravvisabile grazie alla mancata coincidenza delle ombre del terreno vero da quelle del terreno stampato sul supposto sfondo. Lo sfondo è percepibile vicino alle ginocchia di Aldrin e dietro all'appoggio della sonda di allunaggio. I teorici della "Moon Conspiracy" adducono questa fotografia come prova che l'intero allunaggio sia stato ripreso in un laboratorio in cui era riprodotto il suolo lunare.
    "
    http://clarence.supereva.com/content...7luna/001.html

    Shalom



  5. #5
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    LA NEGAZIONE DEL GENOCIDIO ARMENO

    " [..] Nel 1915 l'Impero Ottomano era impegnato militarmente su due fronti. Da un lato, ad occidente, opponeva resistenza agli attacchi delle Forze Alleate nei Dardanelli, dall’altro, ad Oriente, doveva guardarsi dall'invasione delle Armate russe zariste. L’antefatto, però. E ricordare come, nel corso di tutta la seconda metà del XIX secolo, Mosca era stata tra quelle potenze che - con la scusa di farsi paladine della questione armena - avevano come unico scopo quello di accelerare la disintegrazione dell' <uomo malato>. Perciò, durante il conflitto, i russi si prefissero l’obiettivo di disorientare le linee di difesa ottomane con la creazione nelle retrovie di sacche di disturbo ad opera di ribelli armeni alcuni dei quali scelti proprio all’interno dell’esercito ottomano. Una tale collaborazione, tra i soldati dello zar Nicola ed i ribelli armeni, diventava per i capi di questi ultimi la soluzione ottimale al raggiungimento della loro indipendenza nazionale. Per Costantinopoli si trattava invece di puro e semplice tradimento. Furono giorni brutti, fatti di insurrezioni, di rivolte, di rappresaglie e anche di uccisioni. Dopo un ennesimo ultimatum, il Governo ottomano fu costretto a procedere contro l’insurrezione. Furono presi quindi alcuni provvedimenti. Alcuni immediati, quali il trasferimento dei soldati armeni dalle zone operative a quelle non operative. Fu poi decisa l'evacuazione della popolazione armena nell'Anatolia orientale, l’attuale Siria settentrionale. Si adottarono infine quelle misure necessarie ad assicurare la sicurezza delle truppe e a proteggere i passaggi che servivano ad approvvigionare l'esercito.

    Certo, si trattò di un trasferimento doloroso che vide la popolazione armena attraversare zone montagnose e aride in condizioni molto difficili. I mezzi di trasporto scarseggiavano e la gente che veniva trasferita doveva percorrere lunghe distanze a piedi, spesso vittime di tribù che erano sfuggite al controllo dell’ autorità centrale dello Stato. Ad aggravare la situazione ci si misero epidemie e carestie che colpirono sia la popolazione civile che quella militare. Senza dimenticare che, in simili circostanze già pesanti, il colpo di grazia alle volte veniva dal comportamento troppo zelante di alcuni amministratori i quali - per eseguire gli ordini del governo - non si occupavano delle misure da prendere per la protezione delle persone trasferite. In breve, in quella parte dell'Anatolia si stava compiendo una grande tragedia. Solo che si trattava di una tragedia comune a tutte le genti, causata dalla guerra, e che però provocava migliaia di vittime ad ambedue le parti. Ma non era, pur tuttavia, un genocidio. Mancava, per esserlo, l’elemento essenziale identificabile nell’ <intenzione di eliminare>, così come lo si intende nella "Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine del genocidio". Fu, non altro, che la conseguenza del conflitto, di azioni di guerra, di una atmosfera da reazioni armate e di autodifesa peraltro legittime, là dove tutti si stavano ormai rendendo conto che l’Impero che si stava disgregando, minato com’era dal disordine e dalla disorganizzazione. D'altro canto, nessuno dei provvedimenti di cui abbiamo appena accennato fu preso nei conflitti degli armeni lontani dal fronte o che si erano stabiliti nelle grandi città come Costantinopoli e Smirne. [...]
    "
    http://www.e-turchia.com/storia7.htm


    Shalom

  6. #6
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    ANCORA EGITTOLOGIA "REVISIONISTA"

    " LA SFINGE OLTRE L'OSCURANTISMO
    di Antonio Bruno
    per Edicolaweb


    Fra le solite e stantie accuse che vengono rivolte ai "ricercatori indipendenti" che scelgono un approccio meno ortodosso e scontato di quello operato dalla scienza ufficiale, anche in campi in cui non si sono ancora individuate spiegazioni esaustivamente onnicomprensive, vi è quella di "vedere ufo dappertutto".

    È una semplificazione offensiva e falsa in quanto pretende, spesso con malcelata malafede, di spostare l'attenzione del pubblico dai reali quesiti evidenziati dai suddetti ricercatori a dubbi e perplessità sulla loro "lucidità" deontologica o, peggio, mentale.
    Nel campo dell'egittologia, si assiste tuttora ad un palesarsi molto marcato di questo stridente contrasto. Da un lato, l'egittologia ortodossa, abbarbicata come poche altre discipline scientifiche a modelli chiaramente scricchiolanti da tutte le parti in difesa di non si capisce bene di quale interesse e, dall'altro, un numero sempre crescente di quei "ricercatori indipendenti" di cui parlavo poc'anzi.
    Si parla da anni di Piramidi, datazioni e Sfinge. Si discute e ci si scontra aspramente su "occultamenti", "cover-up", ispezioni negate o manipolate... i dati non mancano ma, come sempre, l'ortodossia, che sia scientifica o/e politica, mette a tacere tutto sotto ampi strati di minimizzazione e, se occorre, discredito, più efficacemente di quanto una piramide possa essere coperta dalla sabbia del deserto.
    Tutto viene negato, "ridimensionato", sottaciuto...
    Della Sfinge, ad esempio, si pretenderebbe di aver già scoperto tutto: datazione e storia. Niente di misterioso al suo riguardo ed è nient'altro che un monumento voluto dal faraone Chefren, forse in onore del dio Horus. Ma le cose stanno proprio così...?

    C'è una faccenda, mai chiarita davvero, che riguarda la Sfinge. Un particolare evidente quanto elementare, all'apparenza: l'erosione del monumento stesso; un'erosione profonda, violenta, spettacolarmente diversa da quella evidenziata (se c'è) dagli altri monumenti di Giza. E allora? Che cosa dobbiamo dedurne...? Se non si tratta di una normale erosione eolica o di sabbia dovuta ai millenni (fattori, questi, di scarsa incisività nel complesso dell'erosione subita dalla Sfinge), quali forze possono aver causato segni tanto profondi nella roccia...?
    L'acqua, innanzitutto. Naturalmente. L'acqua e solo l'acqua può aver causato le onde erosive che si susseguono con irregolare evidenza in tante linee irregolari lungo la Sfinge e le rocce circostanti. E poi i solchi profondi, smussati, che verticalmente segnano la costruzione... L'acqua che travolse il monumento veniva dal cielo e cadde con una persistenza ed una forza tali da essere l'espressione di una qualche catastrofe di proporzioni quantomeno continentali.
    La teoria ufficiale vuole che il clima dell'Egitto fosse cambiato in seguito al terminare dell'ultima glaciazione, verso il 15.000 a.C., con una prosecuzione di inondazioni durate circa 5.000 anni. Ma non ci siamo con l'energia richiesta per un'erosione come quella riscontrabile sulla Sfinge la quale presenta le sue profonde incisioni pluviali (e sottolineo "pluviali") fino all'altezza del collo; anche perché sappiamo che la testa fu sostituita probabilmente sotto il regno di Chefren. Ora, questo significa considerare un'altezza di 20 metri, ovvero un livello inconcepibile per qualsiasi inondazione, per quanto violenta essa possa essere. Resta l'ipotesi del "Diluvio", un evento pluviale di tale portata che viene citato in quasi tutti i testi religiosi esistenti, compresa la Bibbia.

    Il matematico e simbolista francese, R.A. Schwaller de Lubicz, che studiò e scrisse particolarmente sul tempio di Luxor, si espresse in questi termini, nel 1961: "Una grande civiltà deve aver preceduto i vasti movimenti di acque che sommersero l'Egitto, il che ci fa credere che la Sfinge esistesse già, scolpita nella roccia della scogliera occidentale di Giza: quella Sfinge il cui corpo leonino, eccettuata la testa, mostra segni inequivocabili di erosione provocata dall'acqua." E, rincarando la dose, aggiunse: "Se la teoria dell'erosione della Sfinge ad opera dell'acqua potesse trovare conferma, rovescerebbe tutte le cronologie accettate della storia della civiltà; costringerebbe ad una drastica rivalutazione delle assunzioni di 'progresso' su cui è basata l'intera educazione moderna."

    Ora, 40 anni dopo, tutti i rilievi e gli studi fatti sulla sfinge e le sue erosioni pare non bastino a concludere che si sia verificato, effettivamente, un evento meteorologicamente catastrofico che ha provocato piogge disastrose per anni e anni sull'Egitto e chissà quante altre terre.
    Teniamo presente che la roccia friabile ha diverse conformazioni; di conseguenza, anche il grado di erosione pluviale può variare. Ebbene, accurati studi, condotti dall'archeologo indipendente J.A. West, aiutato da Robert Schoch della Boston University, hanno portato alla conclusione che solo un'acqua piovana "diluviante" e prolungata può aver causato simili erosioni sulle rocce della Sfinge. Erosioni che, badiamo bene, non sono presenti su altri monumenti circostanti. Dobbiamo concludere che la Sfinge è il monumento più antico che si conosca dell'Antico Egitto? Forse no. ma non abbiamo elementi per non farlo con certezza.
    Ora, sappiamo che piogge simili e tanto devastanti non possono essere cadute in Egitto dopo il 7.000 a.C. Cosa significa questo? Semplicemente che qualcosa delle ricostruzioni cronologiche ortodosse non quadra.
    Ad ascoltare l'egittologia ufficiale, in quei remoti tempi predinastici ed, anzi, relativi agli scampoli dell'Età Neolitica, in Egitto non esistevano che popolazioni semi selvagge, capaci, per lo più, di intagliare qualche giunco o di costruire rozzi utensili di ceramica. Prove precise di questo postulato?
    Non ce ne sono. Eppure dobbiamo crederci, ci dice la scienza... Strana contraddizione laddove ci sembra che la scienza, nel suo stesso operare, sia frutto di un metodo detto, appunto, "scientifico" che non concede approssimazioni di questo genere...
    A noi sembra più "scientifico" constatare che i conti, semplicemente, "non tornano". La Sfinge è stata erosa violentemente da precipitazioni disastrose avvenute almeno 9.000 anni fa, quindi, se questo è vero, bisogna riformulare tutta la cronologia ufficiale perché è evidente che un simile monumento non può essere stato costruito da semiprimitivi neolitici. Ci sono altri dettagli che ci devono far riflettere. Due, per dare un'idea solo approssimativa di quanto sostengono i ricercatori indipendenti:

    - i geroglifici egizi compaiono all'improvviso, senza alcun processo di "costruzione grafica", di una qualche forma di crescita etimologico semiologica; insomma, ad un certo punto, gli egiziani del periodo predinastico si ritrovarono con un alfabeto simbolico-religioso "preconfezionato" sbucato dal nulla.

    - L'architettura. I grandi monumenti Egiziani, per quanto denotino un'evoluzione stilistica ed architettonica (vedi le prime piramidi a gradoni o a mattoni di argilla dei tempi più remoti) sono comunque palesemente "staccati" dai normali processi di evoluzione tecnologica. In altre parole, ci sarebbe voluto molto più tempo per arrivare alla perfezione, tuttora inimitabile anche dalla moderna tecnologia, delle grandiose opere dei due Regni della Storia egiziana. Pensate, a questo proposito, che qualche anno fa, un'équipe di ingegneri giapponesi tentò di costruire una piramide alta solo 11 metri con le tecniche che la scienza ortodossa ritiene siano state adottate dagli antichi egizi; ebbene, dopo poco tempo dovettero rinunciare all'impresa: nemmeno i più sofisticati mezzi tecnologici si rivelarono in grado di condurre a risultati apprezzabili...

    Non cerchiamo i "marziani", allora; niente omettini con le antenne che spuntano dal casco spaziale e che fanno "beeep-beeep"... Però, qualche dubbio, qualche grosso dubbio, non possiamo scacciarlo. Così come non ce la sentiamo di allontanare domande pressanti che sorgono spontaneamente in chiunque non sia spaventato dalle innovazioni del sapere: Chi ha costruito, la Sfinge? Di quale civiltà furono eredi gli antichi egizi? Che genere di involuzione catastrofica segnò, nella storia dell'uomo, il grande "Diluvio"...?
    Il custode della Piana di Giza, Zahi Awass, afferma che gli antichi egizi furono il fortunato risultato dell'incrocio di più civiltà, insomma, una sorta di miracolo. Ma noi, questa volta, vogliamo fare la parte di chi non crede nei miracoli. Non di questa portata. Non con questi indizi. Bendarsi gli occhi non serve a nulla, se non a ritardare la scoperta della verità. Non proviamo alcuna vergogna, dunque, a pronunciare un nome vilipeso e deriso dalla maggior parte degli scienziati ufficiali: "Atlantide". Né proviamo alcun tipo di scrupolo nell'affiancarci a J.A. West, quando afferma: "Noi siamo discendenti di un'antica civiltà molto sviluppata e sconosciuta (che si denomina Atlantide). Il monumento più enigmatico, più conosciuto e più grande che ne fa presupporre l'esistenza (attribuito ufficialmente a 4.500 anni fa) è la Sfinge".
    West (ma non solo) afferma anche che sotto la Sfinge vi è la prova dell'esistenza remota di Atlantide con tutto ciò che questo comporterebbe per la conoscenza della storia umana. Ed ecco la famosa questione della "stanza" fra le zampe del grande leone di pietra. Stanza che non è stata ancora cercata se non da lui, dice Hawass, senza alcun risultato; ma sarà così...?
    Aspettate, signori scetticoni, non datemi subito del complottista... Se, fino a ieri, potevamo ritenere lecito porsi almeno degli interrogativi, ora ci sembra che la cosa divenga doverosa, alla luce di un fatto quantomeno assurdo. Alludo alla costruzione in atto, attorno a tutta la zona delle Piramidi, di un grande muro in cemento alto 7 metri che rinchiuderà millenni di storia in una pazzesca gabbia per "privilegiati". Ma cosa non si vuole far vedere? Cosa dev'essere compiuto, magari nottetempo e certamente di nascosto, dietro questo simbolo inqualificabile del moderno oscurantismo?
    "


    Shalom

  7. #7
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    IL NEGAZIONISMO SULL'AIDS

    " L’HIV NON CAUSA L’AIDS



    Kary Mullis - premio Nobel nel 1993 per la chimica per aver inventato uno strumento fondamentale di analisi del DNA, la PRC - racconta che nel 1988 stava preparando una relazione in cui doveva giustificare l'affermazione "l'HIV causa l'AIDS". Essendo un'affermazione importante, decise di citare il lavoro che lo dimostrava, e domandò ai suoi colleghi quale fosse il riferimento bibliografico più opportuno. Gli risposero che era una cosa nota, e che non era necessario citare riferimenti. Ma lui non desistette, e lo cercò nella biblioteca. Nulla. Allora cominciò a chiederlo a tutti i congressi a cui andava, ma nessuno seppe rispondergli; finché non gli capitò di domandarlo a Luc Montagner, il co-scopritore (assieme a Robert Gallo) dell'HIV. Montagner, sorpreso, gli disse di citare un certo studio.

    Mullis rispose che quello studio non si occupava di quella dimostrazione. "No, in effetti", disse Montagner. Guardandosi attorno per trovare una via d'uscita, disse "perché non cita quel lavoro sul retrovirus della scimmia?" – "Ma quello che succede alle scimmie non prova quello che cerco io. E poi si tratta di un lavoro uscito pochi mesi fa. Io cercavo il lavoro originale che dimostrò per la prima volta il legame tra AIDS e HIV nell'uomo". A quel punto Montagner corse a salutare un collega che aveva visto da un'altra parte della sala. Nemmeno lo “scopritore” dell'HIV sapeva indicare chi avesse dimostrato che esso causava l'AIDS; non lo hanno mai fatto né lui né Gallo.

    Le confutazioni alla teoria HIV = AIDS vengono comunque suggerite anche solo dal buon senso (e da un minimo di informazione) perché sono troppe le stranezze che rimangono insolute, e che la teoria virale non riesce a spiegare.

    Tanto per cominciare, la presunta infezione da HIV non somiglia affatto a quello di un contagio generalizzato. Le prime stime parlavano di 200.000 sieropositivi in Italia, con un tempo di raddoppio dell'ordine dei 10 mesi: oggi tutti gli italiani dovrebbero essere sieropositivi. Invece, non solo i sieropositivi non sono aumentati, ma sono persino diminuiti, fino a dimezzarsi: 200.000 sieropositivi nel 1988, 150.000 nel 1991, 100.000 nel 1996.

    E poi se questo virus così infettivo si trasmette attraverso il sangue e lo sperma e i liquidi vaginali, perché allora non dovrebbe trasmettersi attraverso la saliva, le lacrime, il sudore? La medicina ufficiale non ha mai dato una risposta concreta, salvo trovare l’escamotage (mai provato scientificamente) di sostenere che in questi liquidi la concentrazione di virus è così bassa da non poter essere infettiva (?).

    Inoltre vi è il famoso discorso sulla presunta incubazione per l'AIDS (periodo intercorrente tra infezione e malattia), che ha subito sostanziali modifiche nel tempo: da 10,4 mesi nel 1984, è aumentata di un anno all'anno fino agli attuali 16 anni. Ogni anno che passa e i sieropositivi storici cioè quelli trovati infetti da HIV quando si approntò il primo test nel 1984, non si ammalano di AIDS, viene aggiunto un anno al periodo di incubazione dalla medicina ufficiale. Assurdo. L’incubazione del morbillo continua ad essere di 9 giorni da secoli. I sieropositivi di lunga data che non si ammalano di AIDS dovrebbero suggerire una riflessione sulla teoria HIV = AIDS, invece vengono semplicemente denominati “lunghi sopravviventi”, e la medicina ufficiale sta ferma lì a guardare ed aspettare che si ammalino.

    In ogni caso le statistiche parlano chiaro: circa il 50% dei sieropositivi all’HIV non si ammala di AIDS; nondimeno ci sono casi di AIDS con tutti i test per l'AIDS negativi e ci sono sempre stati, fin dall'inizio dell'uso dei test. Per esempio nel novembre 1984, Montagner trovava il test negativo nel 32% dei pazienti con AIDS esaminati.

    In Africa la metà / un terzo dei casi diagnosticati come AIDS avevano un test negativo. Duesberg ne aveva contati moltissimi, a livello mondiale, descritti nella letteratura scientifica fino al 1993.

    Da notare che, dal punto di vista logico, affermare che l'unica causa dell'AIDS è l'HIV ed ammettere che vi sono casi in cui quello non è presente è una contraddizione madornale. Per tale motivo gli esperti si sono sempre premurati di negare l'evidenza, fino al punto di coniare un nuovo nome per i casi di AIDS senza virus (Idiophatic CD4 Lymphocitopenia), in modo da liberarsi con questo trucco dello scomodo argomento.

    In generale, comunque, il numero delle persone infettate da HIV si è stabilizzato ed è in costante diminuzione da anni in tutto il mondo, invece di aumentare rapidamente come era stato predetto, e questo suggerisce che l’HIV sia un virus vecchio, che è stato con noi secoli senza causare nessuna epidemia.



    "...L’AIDS non è né nuovo né unico, ma è stato inventato come parola-ombrello per coprire un complesso di malattie, alcune delle quali erano già state descritte dalla medicina nel 1539."

    John Lauritsen, autore di “The Great AIDS Hoax” (la grande beffa dell’AIDS).



    L'"establishment" obbietta che la mancata diffusione epidemica della malattia è dovuto ai risultati positivi della campagna di prevenzione. Rispondono i dissidenti che i risultati delle campagne di prevenzione non ci sono stati affatto.

    Prova ne è il fatto che le prostitute, che dovrebbero essere particolarmente colpite da una malattia a trasmissione sessuale, sono invece praticamente immuni dall'AIDS (in Italia, nel 1993 soli 6 (!) casi di malate di AIDS, 22 nel '95), mentre altre malattie veneree risultano invece in aumento, smentendo che sia cresciuta l'attenzione alla profilassi.

    E poi, ad esempio in Africa, le campagne di prevenzione attuate dai governi sono state veramente irrisorie, praticamente nulle. E allora come mai non c’è stata la tanto temuta e paventata epidemia, spesso descritta come un autentico flagello che stava per abbattersi sul continente nero?

    Durante il 1989, Philippe ed Evelyne Kryen, responsabili di un'organizzazione medica di cooperazione con 230 impiegati a Kagera, Tanzania, diffusero le prime informazioni relative alla presenza dell'AIDS in Africa. Pubblicarono un dossier, illustrato, in cui veniva ipotizzato un futuro assai buio per il continente africano, flagellato dalla piaga dell'AIDS.

    La stampa degli USA riprese ed amplificò questo dossier.

    Ad esempio, nel marzo del 1992, il Washington Post scrisse che il continente africano stava soffrendo “una immensa catastrofe nel campo della salute pubblica” e che Kagera era “una delle aree più duramente colpite del mondo”.

    Questo giornale attribuì a Philippe Kryen frasi del tipo: “sarebbe stato preferibile un terremoto” alla piaga dell'AIDS, dato che essa colpiva il gruppo più produttivo, quello delle persone più sessualmente attive.

    Il 3 ottobre del 1993, il Sunday Times pubblicò un lungo articolo del suo reporter scientifico Neville Hodgkinson. In questo articolo, e dopo quattro anni di esperienza con pazienti africani, Philippe Kryen dichiarava: “L'AIDS non esiste. È una cosa che è stata inventata. Non ci sono basi epidemiologiche. Per noi non esiste.”

    Ma il Washington Post non si fece eco di questa mutata opinione. E nessun altro giornale.



    "Hanno considerato il gran numero di persone sieropositive (in Africa) prima di accorgersi che gli anticorpi della malaria - che in Africa hanno tutti - si mostrano nei test come ‘positivi all’HIV’."

    Kary Mullis



    La situazione dell’AIDS è assolutamente anomala rispetto a qualsiasi malattia che pretende di essere di origine virale, come sostiene Michael Martinez, sul documento "Why HIV Does Not Cause AIDS" (Perché l'HIV non causa l'AIDS).

    Spiega Martinez: perché si possa parlare di infezione da germi, debbono essere verificati i cosiddetti "postulati di Koch": ovvero i microbi devono essere presenti in tutti i casi di malattia, e devono essere biologicamente attivi; devono poter essere isolati e accresciuti in coltura; i microbi in coltura devono riprodurre la stessa malattia se introdotti in un altro ospite; e devono essere di nuovo trovati nell'organismo ospite. Come si vede, anche se si tratta di microbi e non di virus, siamo di fronte a regole più che altro dettate dal buon senso.

    Gallo invece sovverte totalmente queste regole, perché è possibile ritrovarsi malati anche senza virus!



    E ancora: l’infezione da HIV, come ci è stato insegnato, debilita le difese immunitarie, spianando la strada ad altre malattie; sono queste, e non l'HIV, a portare alla morte il paziente. Queste malattie "complicanti" sono attualmente enumerate in una trentina. Ma, cosa strana, tra esse c'è il carcinoma uterino, che è a tutti gli effetti un tumore, e che di conseguenza non si capisce cosa abbia a che fare con il sistema immunitario... Un'altra, il sarcoma di Kaposi, è per ammissione degli stessi CDC (centri epidemiologici) statunitensi, "non causata dall'HIV ed indipendente da esso"!



    Negli ultimi anni lo stesso Luc Montagner, co-scopritore del virus, ha iniziato nel corso di svariate conferenze in giro per il mondo una lenta e progressiva marcia indietro rispetto alla teoria HIV = AIDS, sostenendo che i suoi studi rivelano sempre più l’HIV come un semplice co-fattore scatenante la malattia, e non come l’unica causa determinante. Una vera e propria presa di distanza dal “fondamentalismo” di Gallo e seguaci.



    Va detto che, comunque, il sapere ufficiale è ancora saldamente arroccato sulla posizione della teoria virale e sui miliardi “a pioggia” che questa garantisce, ed usa tutti gli strumenti di pressione e persuasione a sua disposizione.

    Sul numero di settembre 1998 del mensile “Le Scienze” (edizione italiana di Scientific American), è stata pubblicata una lunga “indagine” dal titolo molto significativo: “Speciale AIDS: quali sono le prospettive nella battaglia contro l’HIV”.

    Una trentina di pagine in cui non viene mai messo minimamente in dubbio che l’HIV sia l’unica ed esclusiva causa dell’AIDS, né che i test siano del tutto inaffidabili, ed in cui vengono elogiati trionfalmente i successi della medicina in questo campo. La tesi è tuttora quella che l’AIDS rappresenta una epidemia a livello mondiale (pandemia), la cui espansione esponenziale viene contenuta dagli strabilianti successi della scienza medica, soprattutto attraverso l’uso dei nuovi farmaci (gli inibitori della proteasi), combinati con i vecchi farmaci (AZT) e con l’aggiunta di altri farmaci ancora.

    Vedremo più avanti l’assurdità di queste affermazioni.

    E’ in ogni caso stupefacente l’autorevolezza con cui questi pennivendoli prezzolati (che si spacciano per “scienziati”) sostengono una simile quantità di menzogne e nefandezze. Questa è realmente quella che Kary Mullis definisce “la manipolazione informativa in azione [sembra di leggere il signor Carlo Mattogno circa la Shoà, e i suoi insulti agli storici "ufficiali"! - nota di PFB].
    "

    http://digilander.libero.it/anok4u/D...CAUSA%20L’AIDS







    Shalom

  8. #8
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    IL NEGAZIONISMO SULL'ESISTENZA STORICA DI GESU' CRISTO

    " Giovanni il Nazoreo


    Dopo aver visto come i componenti della banda dei Behenerghes furono trasformati in pacifici discepoli attraverso la manipolazione dei loro nomi, ( Barjiona in figlio di Giona, Iscariote in nativo di Ekariot, Qananite in abitante di Cana ecc.ecc.), passiamo ora alle contraffazioni che i cristiani operarono su Giovanni per trasformarlo in Gesù.

    IL NOME: Il nome di Giovanni, sostituito con quelli generici di Cristo (Kristos nel significato di Unto) e di Signore, fu definitivamente tramutato in quello di Gesù intorno all'anno 180 da quanto risulta da un libbro di Celso* ( Il Vero Discorso) nel quale egli dice dice: "Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti i cui miracoli che gli attribuite non erano che manifestazioni operate secondo la magia e i trucchi esoterici. La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate".

    * ( Celso, filosofo platonico del II secolo celebre per la sua critica contro il cristianesimo).

    Infatti nelle prime edizioni dei vangeli di Matteo, Marco e Luca usciti negli anni sessanta del II secolo, il Messia veniva ancora connotato con gli appellativi generici di Cristo e di Signore. I cristiani, non potendogli attribuire un nome proprio, quale potrebbero essere Pasquale, Liborio o Anacleto, un nome cioè che non essendo mai esistito nell'era messianica avrebbe fatto sprofondare nel ridicolo tutta la loro costruzione, gli dettero quello di Josuha (Gesù) che in realtà, significando genericamente "Colui che Salva", solo apparentemente lo toglieva dal suo anonimato. Non c'è bisogno di spiegazioni per comprendere che un conto sarebbe stato sostenere l'esistenza di un Messia che, privo di un nome proprio sarebbe potuto sfuggire ad ogni controllo storico, e un conto sarebbe stato sostenere l'esistenza di un qualcuno che, di punto in bianco, veniva presentato sotto un nome proprio che per essere sostenuto avrebbe chiesto una documentazione specifica. Questo nome, accettato dalla massa plebea che nella sua ignoranza non si poneva problemi etimologici, fece invece ridere gli oppositori che, messo in evidenza l'inghippo ( come nel caso sopraccitato riguardante Celso), accusarono ancora una volta i teologi cristiani di sfrontatezza e di truffa. Il tempo con il suo oblio e le repressioni usate dai cristiani contro i loro avversari fecero sì che il nome di Gesù, acquisito lo status di nome proprio, fu adottato come tale pur esprimendo in realtà lo stesso significato di Soter che veniva attribuito genericamente alle divinità pagane le quali avevano, nondimeno, anche un nome proprio. Praticamente i cristiani dettero un nome al loro Messia ricorrendo allo stesso trucco che usarono i redattori della Bibbia quando nel sesto secolo attribuirono al loro Dio il nome di Yahvè che, significando "Io sono", permetteva loro di difenderne l'esistenza attraverso l'anonimato. (È proprio il caso di dire: quale il padre, tale il figlio!).

    Eluso così il problema del nome sostituendo con Gesù quello di Giovanni che veniva ricordato dalla tradizione, rimanevano da contraffarre gli appellativi di Galileo e di Nazoreo il cui significato zelota avrebbe contrastato decisamente con la natura religiosa e pacifica del loro costruendo Messia. Essendo impossibile sopprimerli, gli dettero altri significati ricorrendo alla frode come avevano fatto con gli altri nomi dei componenti della banda dei Boanerghes.

    Se l'appellativo di Galileo fu agevolmente fatto passare per "abitante della Galilea", l'altro, cioè quello di Nazoreo, si mostrò particolarmente difficoltoso. Il primo tentativo che fecero per togliergli ogni significato rivoluzionario, da quanto risulta dalle documentazioni, fu quella di farlo dipendere da una profezia ricorrendo all'annuncio che l'angelo aveva dato alla moglie di Manoach: << Tu concepirai e partorirai un figlio che sarà Nazireo fin dalla Nascita >>, annuncio che però rapportandosi troppo palesemente a Sansone fu scartato per essere sostituito dalla profezia di Michea che, riferendosi alla nascita del futuro re d'Israele, così si esprimeva: << Un virgulto nascerà a Betlemme dal tronco di Iesse che sarà destinato a governare sul popolo di Dio>>. Se avevano preso questa profezia per giustificare il perché Gesù avesse l'appellativo di Nazoreo fu per il fatto che la parola "virgulto" (netzer) e la parola Nazir, scrivendosi entrambe in ebraico con le lettere n z r, avevano le stesse consonanti. (Nella lingua ebraica, come la fenicia e l'antica egiziana, le parole venivano scritte riportando soltanto le consonanti. Esempio: ragione = r g n, oppure verità = v r t ).

    Se questa soluzione fu anch'essa non ritenuta accettabile non dipese tanto dal fatto che appariva troppo immaginaria e pressoché impossibile a sostenersi quanto perché anche essa, come la prima, non poteva essere applicata a Gesù essendo rivolta ad altro pesonaggio, cioè a Davide, figlio di Iesse.

    Quindi, dopo aver cercato inutilmente nella Bibbia un passo che potesse giustificare in qualità di profezia l'appellativo di Nazoreo ricorsero ancora una volta all'espediente geografico mettendolo in connessione con la città di Nazaret come Qananite e Iscariota che avevano fatto derivare da Cana e da Keriot. E sarà proprio con l'impianto di questo ennesimo imbroglio che i falsari ci forniranno la prova definitiva e inconfutabile che Gesù, personaggio mai esistito, non è altri che la controfigura di Giovanni.

    Tutti e quattro i vangeli canonici fanno dipendere il nome Nazoreo (Nazareno) dalla città di Nazaret affermando che fu il paese nel quale Gesù crebbe e si formò durante quei trenta anni che precedettero le sue prediche. Poichè è da Nazaret che trarreremo la prova conclusiva per dimostrare che Gesù in realtà è Giovanni, fermiamoci a esaminare questa città che risulta essere completamente differente da come la riportano i vangeli. Perchè la città di Nazaret situata in pianura e lontana dal lago di Tiberiade viene invece descritta nei vangeli costruita sopra un monte e in riva a un lago?

    La risposta è semplice: perchè la città sita sul monte e posta in riva al lago è la vera città in cui visse il Messia riportato dalla tradizione su cui vennero costruiti i vangeli mentre l'altra, quella in pianura e distante quaranta chilometri dal lago è quella che i falsari usarono per giustificare l'appellativo Nazoreo. Praticamente questa contraddizione tra la descrizione che riportano i vangeli della vera patria del Messia e la città di Nazaret dipese dal fatto che i falsari, avendo costruito i quattro vangeli canonici a Roma senza conoscere la Palestina, commisero la grande leggerezza di raccontare i fatti secondo la tradizione che si riferiva a Giovanni, senza preoccuparsi di adattarli alla città di Nazaret che avevano scelto soltanto perchè attraverso il suo nome potessero giustificare l'appellativo di Nazoreo.

    Leggendo i vangeli rimarchiamo che la città di Gesù non è affatto la Nazaret sita in pianura e distante quaranta chilometri dal lago di Tiberiade, ma bensì un'altra città che trovandosi su una montagna che sorge dal lago di Tiberiade, assume un carattere prettamente lacustre fatto di barche, di pescatori e di onde mosse dalle tempeste. Gli stessi apostoli sono tutti dei pescatori che Gesù trasforma in discepoli incontrandoli mentre ritirano le reti: "Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella Sinagoga. La gente del suo paese, riconosciutolo, si mise a parlare di lui. Gesù, udito ciò che dicevano, partì di là su una barca, ma visto che la gente restava sulla spiaggia guarì i malati e moltiplicò i pani e i pesci. Congedata la folla, salì sul monte e si mise a pregare. Dal monte vide che sotto, nel lago di Tiberiade, la barca degli apostoli era messa in pericolo dalle onde generate dal vento che si era improvvisamente levato" (Mt.13/53).

    La stessa conferma sulla città di Gesù ci viene da Luca il quale ci parla pure di un precipizio:"Gesù si recò a Nazaret dove era stato allevato; ed entrò secondo il suo solito, di Sabato nella sinagoga e si alzò a leggere...all'udire queste cose tutti furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero al ciglio del monte sul quale la città era situata, per gettarlo giù dal precipizio, ma egli passando in mezzo a loro se ne andò".(Lc.4-14/28). E ancora: "Quel giorno Gesù uscì di casa e, sedutosi in riva al mare (lago), si cominciò a raccogliere intorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca".(Mt. 13-1/2).

    Anche Matteo riporta (Cap. 3-4): "Sentendo ciò che diceva, una gran folla si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero...salì poi sul monte, chiamò a se quelli che volle andassero dai lui... Entrò in casa e si radunò intorno a lui molta folla, al punto che neppure potevano prendere cibo. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori lo mandarono a chiamare. Dopo aver spiegato chi fossero realmente i suoi parenti, uscito di casa, Gesù si mise ad insegnare di nuovo lungo il mare (lago)".

    A questo punto, résici conto che la città dove si era allevato Gesù non poteva essere Nazaret che si trova a quaranta chilometri dal lago e situata in pianura, siamo andati a cercare da altre fonti quale fosse in realtà questa città sita in riva al lago di Tiberiade, posta su una montagna e circondata da precipizi.

    La risposta ci è stata fornita da quel passo di Giuseppe Flavio che descrive la città di Ezechia, padre di Giuda il Golanitide e nonno di Giovanni il Galileo, detto il Nazoreo: "Ezechia era un Rabbi appartenente a famiglia altolocata della città di Gamala che era situata sulla sponda golanita del lago di Tiberiade. Questa città non si era sottomessa ai romani confidando nelle sue difese naturali. Da un'alta montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s'innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti che di dietro, tanto da somigliare al profilo di un cammello (Gamlà); da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l'esatta pronuncia del nome chiamandola Gamala. Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro. Ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio. Le case costruite sui pendii erano fittamente disposte l'una sopra l'altra: sembrava che la città fosse appesa e sempre sul punto di cadere dall'alto su se stessa. Affacciata a mezzogiorno, la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto di cui un dirupo privo di mura piombava in un profondissimo burrone". (Ant.Giud.)

    Se questa è la città che i vangeli attribuiscono a Gesù, cos'altro si può concludere se non che Gesù fosse nato e vissuto a Gamala in Golanite e non a Nazaret in Galilea come la Chiesa vorrebbe darci ad intendere?
    Se Gesù allora risulta essere di Gamala chi altri potrebbe essere se non Giovanni nipote del Rabbi Ezechia e figlio di quel Giuda il Galileo del quale così parla Giuseppe Flavio? << Un certo giuda, un Galaunide della città di Gamala, si gettò nella ribellione (Guerra del Censimento) istigando la Nazione all'indipendenza>>. (Ant. Giud. XVIII – 4).

    Basta sostituire nei vangeli Nazaret con Gamala e tutto apparirà chiaro. Tutto ciò che ho scritto precedentemente, in fin dei conti, aveva il solo scopo di preparare i lettori a questa conclusione la cui evidenza non può essere respinta neppure da coloro che, resi testardi dalla fede, sono portati a negare le verità anche le più evidenti.

    Comunque non finisce qui la dimostrazione della non esistenza di Gesù, poichè tante saranno le prove che porterò ancora per dimostrare di cosa sono stati capaci i falsari (i Santi padri della Chiesa) per costruire questa grande impostura che è il cristianesimo.


    La nascita di Gesù.


    Mancando di prove storiche, i cristiani testimoniarono la vita di Gesù servendosi esclusivamente delle profezie. Partendo dal presupposto che tutto ciò che viene annunciato dai profeti deve obligatoriamente avverarsi perchè originato da ispirazione divina, essi redassero i vangeli facendo dipendere le azioni di Cristo da frasi che, tratte dalla Bibbia e opportunamente adattatte, fecero passare per profezie.

    A questo punto si dovrebbe parlare del fatalismo che, sopprimendo il libero arbitrio e rendendo quindi l'uomo non responsabile delle proprie azioni, farebbe apparire lo stesso Cristo un burattino in balia di un destino già prestabilito dalle Sacre Scritture. Ma poichè non sono qui per discutere la non esistenza di Dio ma soltanto quella di Gesù come personaggio storico, lascio il lettore libero di trarre le proprie conclusioni sulla "predestinazione" che, togliendo agli uomini la responsabilità nelle azioni, vanifica l'esistenza di un Dio che giudica secondo i meriti e i demeriti.

    La nascita di Gesù, costruita come tutto il resto della sua vita su frasi ricavate dalla Bibbia, risulterà una congerie di contraddizioni, di menzogne e di superficialità. La natività ignorata sul principio dai quattro vangeli, se fu aggiunta soltanto nel del terzo secolo in quelli di Matteo e di Luca ciò dipese dalla necessità che ebbero i cristiani di giustificare attraverso una nascita terrestre l'umanizzazione del loro Messia di fronte alle critiche che gli venivano dagli oppositori che gli chiedevano come fosse possibile che Gesù avesse cominciato la sua attività di predicatore come uomo senza essere nato da una donna. Infatti tutti e quattro i vangeli canonici cominciavano presentando Gesù che iniziava la sua missione di predicatore partendo da Cafarnao in età adulta dando come sola giustificazione della sua esistenza umana quella voce che si era sentita venire dall'alto che diceva, mentre veniva battezzato da Giovanni Battista: <<Questi è il mio figlio prediletto che oggi ho generato>>. Come conseguenza della decisione che presero di dare a Gesù una nascita terrestre, risultando contradittorio questo concepimento che fino ad allora avevano fatto dipendere direttamente da Dio, cambiarono l'espressione "oggi ho generato" con "mi sono compiaciuto" come risulta nel vangeli odierni.

    Se nel vangelo di Giovanni non parlarono della natività terrena dipese dal fatto che preferirono dargliene una teologica in qualità di "Verbo" per poter rendere il loro Messia "Logos" come lo era Mitra nella religione avestica.

    Sulla nascita terrestre di Gesù si pose subito un grosso problema: farlo nascere a Betlemme, secondo quanto diceva la profezia di Michea, che lo voleva Betlemita (Da te, Betlemme, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giudea, uscirà colui che deve essere il dominatore d'Israele) (Mc.V-1), oppure a Nazaret che era la città da cui avevano fatto dipendere l'appellativo Nazareno? Per soddisfare allora queste due esigenze, l'una che lo voleva Betlemita e l'altra Nazareno, i costrutori dei due vangeli, quello di Matteo e quello di Luca, lavorando separatamente secondo la proria fantasia, dettero ciascuno una propria versione sì da far risultare le due nascite l'una differente dall'altra.

    Natività secondo il Vangelo di Matteo: Per soddisfare la profezia di Michea che lo voleva bettelemita e l'esigenza di giustificare il suo appellativo di Nazareno, Matteo, dopo aver fatto nascere Gesù a Betlemme, lo trasferì a Nazaret dove vi rimase come residente per il resto della vita.

    Per comprendere lo stratagemma, nell'insieme piuttosto macchinoso, a cui ricorse Matteo per giustificare il trasferimento da Bettelemme a Nazaret, la cosa migliore è seguire i fatti secondo come il Vangelo li racconta: "I re Magi che avevano portato oro, incenso e mirra erano appena ripartiti quando un angelo apparve a Giuseppe e gli disse di partire subito in Egitto perché Erode, saputo che era nato colui che avrebbe regnato su Israele, cercava il bambino per ucciderlo. Giuseppe, presi con se Gesù e la madre, fuggì in Egitto perché ritornando poi dall'Egitto si potesse adempiere ciò che il profeta aveva detto: <<dall'Egitto ho chiamato il mio figlio >>.

    "Il re Erode per essere certo di eliminare il bambino ordinò di uccidere tutti i maschi di Bettelemme e dei sui territori dai due anni in giù. Questa strage adempì ciò che era stato detto dal profeta Geremia: << Un grido è stato udito in Rama, Rachele, la cui tomba è a Betlemme, piange i suoi figli e non vuole essere consolata (?!) >>. Morto Erode, un angelo del Signore disse a Giuseppe che era in Egitto che poteva ritornare a Betlemme perché colui che insidiava suo figlio era morto. Durante il viaggio di ritorno, Giuseppe, saputo che il posto di Erode era stato preso dal figlio Archelao, crudele quanto il padre, per un principio di prudenza, fermatosi in Galilea, andò ad abitare nella città di Nazaret perché si compisse ciò che era stato detto dai profeti: <<Sarà chiamato Nazareno>>". (Il commento sarà fatto dopo).

    Natività secondo il Vangelo di Luca: Contrariamente al vangelo di Matteo, che faceva nascere Gesù a Betlemme perché Giuseppe e Maria vi erano residenti, in quello di Luca si dice invece che se Gesù nacque in questa città ciò dipese dal fatto che Giuseppe e Maria, residenti a Nazaret, vi si trovavano perchè obbligati a ritornarvi, quale loro città natale, per via di un censimento fiscale che era stato ordinato dal proconsole Quirino in seguito all'annessione della Palestina All'impero romano (è il censimento dell'anno 6 che dette luogo alla rivolta guidata da Giuda il Galileo padre di Giovanni).

    Soddisfatta così la profezia di Michea, che voleva Gesù betlemita, con la nascita nella famosa grotta riscaldata da un bue e da un asino, Giuseppe e Maria ritornarono a Nazaret, loro città di residenza, che avevano momentaneamente lasciata per via del censimento.

    Che entrambe le natività siano frutto di pura invenzione ci viene confermato, oltre che dal fatto già dimostrato che il personaggio evangelico, essendo originario di Gamala, non ha nulla a che vedere nè con Bettelemme né con Nazaret, anche dai tanti contrasti risultanti dai due vangeli e dalle innumerevoli insattezze e assurdità che in essi si riscontrano.

    1) Le genealogie attribuite a Giuseppe nei due vangeli per dimostrare che suo figlio Gesù proveniva dalla stirpe di Davide, secondo quanto era stato annunciato dalle profezie, sono così differenti tra loro che sembrano riferirsi a due diverse persone. Oltre ai nomi dei componenti che sono così discordanti tra le due versioni da non essercene uno che sia uguale a quello dell'altra, i due alberi genealogici contrastano anche sul numero degli ascendenti che in Matteo risulta essere di 42 e in Luca di 56. Questa differenza numerica dipese dal fatto che le due genealogie non furono scritte secondo un criterio di oggettività storica, ma seguendo un'imposizione che veniva dal numero 14 della cabala ebraica di cui esse, nel totale degli ascendenti, dovevano essere i multipli. La differenza, quindi, dipese dal fatto che mentre Matteo moltiplicò questo numero per tre (42), Luca lo moltiplicò per quattro (56). (Ognuno tragga le proprie conclusioni nel giudicare i principi su cui sono basate le verità evangeliche!).

    2) Le date a cui le due nascite si riferiscono hanno uno scarto di almeno undici anni dal momento che il Vangelo di Matteo pone la nascita prima della morte di Erode (Avvenuta nel -4) e il Vangelo di Luca la pone sotto il censimento che avvenne nel +6. (Questo è il caso per ricordare che la Chiesa ci presente Matteo come testimone oculare e Luca come colui che venne a conoscenza dei fatti direttamente da Maria avendola personalemete conosciuta)

    3) Mentre Matteo dice che Maria partorì a Betlemme, in casa sua, perché vi era residente al momento del parto: "I re Magi, entrati nella casa di Giuseppe, videro il bambino e Maria sua madre e l'adorarono", Luca, affermando invece che Giuseppe e Maria si era recatati a Betlemme per via di un censimento, fa nascere Gesù in una stalla perchè mancando di una casa propria non avevano trovato nessuno che li ospitasse: "I Magi andarono a Betlemme e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia di una grotta dove c'erano un bue e un asinello che lo riscaldavano, intorno tanti pastori che portavano i loro doni e sopra, dall'alto, una moltitudine di angeli che cantava: <<Gloria a Dio nel più alto dei cieli >>".

    4) Gli episodi riguardanti la strage degli innocenti ordinata da Erode, la Fuga in Egitto e la visita dei re Magi sostenute da Matteo, risultano del tutto ignorati nel vangelo di Luca.

    5) Il trasferimento della Sacra Famiglia da Nazaret a Betlemme a causa del censimento fiscale è quanto mai inverosimile e palesemente pretestuoso sapendo che, secondo le leggi romane, i cittadini dichiaravano i loro redditi presso gli uffici fiscali della città dove svolgevano la loro attività, cioè dove avevano la residenza, e non in quelli della città dove erano nati. Inverosimiglianza e pretestuosità che vengono confermate dal viaggio che fanno sostenere a Maria che non trova nessuna giustificazione dal momento che, sempre secondo le leggi romane, "dovevano presentarsi alle autorità fiscali soltanto i capi famiglia tanto che espressamente veniva specificato nell'editto che le donne sposate erano esentate se rappresentate dal marito".

    6) Un'altra assurdità, inventata per costruire la trama evangelica, è quella di Erode che: "chiamati i tre re Magi in disparte, si fece dire con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli. <<Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando lo avrete trovato, fatemelo sapere che anch'io andrò ad adorarlo>>" (Mt. 2/7).

    Come si può credere che Erode, sicuramente il più potente re esistito in Palestina durante il tempo dei romani, che disponeva, come risulta dai documenti, di una perfettissima organizzazione informativa per difendersi dai rivoluzionari del Partito Nazionalista Giudaico e da quanti avrebbero potuto congiurargli contro, avesse bisogno di tre re stranieri di passaggio per sapere se era nato il Messia a Betlemme, quel Messia della cui nascita tutti erano a conoscenza nella Giudea per l'annuncio dato ai pastori dagli angeli che volavano a stormi nel cielo cantando alleluia, alleluia? Come è possibile che tutti fossero edotti sul luogo della nascita del re dei re indicato da una stella tanto luminosa da essere vista dal lontano Oriente, tranne che Erode e i suoi cortigiani? Stando a quanto riportano i vangeli che i re Magi per sapere dove si trovasse il re dei Giudei si rivolsero agli abitanti di Gerusalemme (Mt. 2/1) non sarebbe stato sufficiente a Erode per sapere dove fosse il suo rivale uscire dalla reggia e chiedere al primo che avrebbe incontrato?

    E' chiaro che siamo nel pieno di una favola, per giunta anche demenziale, fatta di personaggi puramente immaginari come i re Magi che sono stati intromessi soltanto perché attraverso i doni dell'oro, dell'incenso e della mirra, che erano i tre elementi che venivano offerti a Mitra, potessero perseguire quel programma che si erano prefissi di sostituirsi alla religione avestica nella mentalità popolare rendendo le due credenze il più possibile simili fra loro. E fu sempre per raggiungere questo scopo che fu fatto nascere Gesù in una grotta come erano stati fatti nascere Mitra, Dionisio, Mammuz e tutti gli altri dei solari perchè potessero dimostrare attraverso una nascita avvenuta in un luogo privo di luce, la loro vittoria sulle tenebre, e in seguito, esattamente nel V secolo, trasferirono al 25 di dicembre, giorno natale di Mitra, la natività di Gesù che fino ad allora avevano festeggiato ai primi di marzo. Questo programma di conquista delle masse basato sull'assecondare il più possibile le credenze pagane per far loro assimilare il cristianesimo senza provocare dei traumi, la Chiesa continuò a seguirlo nei secoli che seguirono usando i templi pagani per celebrare i propri riti.

    7) Il fatto poi di avere inviato la Sacra Famiglia in Egitto per dimostrare, attraverso l'espressione messa nella bocca di Dio: << Ho chiamato mio figlio dall'Egitto >>, che il loro Gesù era veramente il figlio di Dio, non è che un ulteriore prova dimostrante che i falsari che scrissero i Vangeli erano cristiani di origine pagana che ignoravano nella maniera più assoluta i significati contenuti nella Bibbia. Infatti la frase "ho chiamato mio figlio dall'Egitto" non si riferiva al Messia, come essi avevano creduto, ma al popolo ebreo che Dio, chiamandolo dall'Egitto, aveva liberato dalla schiavitù dei Faraoni. Quindi, stando così le cose, sarebbe stato molto più opportuno per loro se Gesù lo avessero lasciato a Betlemme dove era nato evitandogli quel viaggio in Egitto che, oltre ad aver dimostrato la loro ignoranza biblica, ci ha fornito la prova definitiva della loro impostura facendo fermare Gesù a Nazaret per trasformarlo da Nazoreo in Nazareno.

    A questo punto, considerate le discordanze esistenti fra i due vangeli, sarei curioso di vedere la reazione di Matteo se gli si mostrassero i presepi che si costruiscono oggi con un Gesù adagiato sulla paglia di una mangiatoia, dal momento che lui, quale testimone dei fatti, secondo quanto vuole darci ad intendere la Chiesa, fa partorire Maria comodamente nel letto di casa sua!

    Finito con la natività, Luca passa a raccontarci della circoncisione di Gesù, circoncisione che invece è ignorata da Matteo. Di questa cerimonia Luca ci racconta praticamente tutto; ci parla di un certo Simeone, uomo giusto, che onorò il bambino con parole che gli furono dettate dallo Spirito Santo, ci riferisce di Anna la profetessa e si sofferma persino sulle due colombe bianche dicendoci che furono sacrificate sull'altare secondo la legge di Mosè (schiacciamento della testa con l'unghia del pollice), ma non ci dice nulla di colui che raccolse il prepuzio e lo conservò perché i posteri potessero venerarlo nella teca che attualmente si trova presso il convento delle Orsoline a Charroux, in Francia. A parte la scena comica di queste suore caste e vereconde che immaginiamo arrossire mentre pregano inginocchiate davanti a un pezzo di membro, quello che più suscita ilarità è che, oltre questo prepuzio venerato a Charroux, ce ne sono nel mondo cristiano ben altri cinque che vengono gelosamente conservati e incensati come reliquie nelle loro custodie dorate. A titolo informativo dirò che le reliquie vengono esposte una volta all'anno ai fedeli che, passandogli davanti, le baciano attraverso il vetro. (Sembra che le Orsoline di Charroux lo facciano più spesso!).

    Ma questo è niente di fronte al problema teologico sorto in seguito all'interrogativo: "Se Gesù ha lasciato il suo prepuzio sulla terra, è asceso in cielo nella completezza o nell'incompletezza del suo corpo?" Per sapere come la Chiesa ha accomodato questo dilemma non c'è che da rivolgersi ai domenicani o ai gesuiti che sono specializzati nel risolvere i problemi teologici!

    Terminato il racconto sulle nascite, sia Matteo che Luca proiettano Gesù a Cafarnao all'età di trent'anni facendogli cominciare il ciclo di prediche esattamente come aveva affermato Marcione nel suo vangelo con la sola differenza che il loro Cristo si presenta in carne e ossa, mentre quello di Marcione aveva dell'uomo solo le apparenze.

    A questo punto concludo con la Natività, anche se ci sarebbero da fare ancora un'infinità di altre puntualizzazioni (serie e comiche), chiedendomi se è mai possibile credere alla Chiesa quando afferma che questi due vangeli, così discordanti tra loro nei fatti anche più essenziali, furono scritti, quello di Matteo, da un testimone oculare, e l'altro, quello di Luca, da un apostolo che riportò le narrazioni "dopo aver eseguito accurate e scrupolose indagini?".

    Prima di passare al prossimo capitolo che tratterà della passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo voglio dare brevemente la spiegazione su come costruirono i personaggi di Giuseppe, padre putativo di Gesù, e di Maria, madre terrena e vergine.

    Il nome di Maria, che deriva dall'ebraico Miriam, fu scelto perché è tra i più comuni nomi femminili della Bibbia e la verginità le fu tributata per il semplice fatto che tutti gli dei salvatori, sia delle religioni occidentali che orientali, erano figli di un dio che si era accoppiato con una donna vergine quali Horo, nato da Iside, Tammuz da Istar, Attis da Nana, Perseo da Dafne e Mitra da una vergine fecondata da Aura Mazda. Se poi consideriamo la nascita di Visnù dalla vergine Devaki possiamo rimarcare che la natività di Luca ne è la perfetta ripetizione: "La volontà di Dio si è compiuta. Vergine e madre salve! Nascerà da te un figlio che sarà il salvatore del mondo. Ma fuggi, poiché Kansa (il dio del male) ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori che stanno alle falde del monte Metu; è qui che metterai al mondo il figlio divino". Questa narrazione, tratta dai testi induisti, che ci ricorda la nascita di quel Messia della prima Apocalisse che fu partorito sulla terra da una vergine inseguita dal drago, ritrovandola nella natività di Luca in tutti i suoi dettagli, quali quelli riguardanti i pastori e Kansa, il dio del male che viene trasferito in quel re Erode che cerca il nascituro per farlo morire, non può essere che un'ulteriore conferma di quanto il cristianesimo sia un plagio delle altrui religioni.

    Di conseguenza, per sostenere la verginità di Maria con chi altri potevano farla sposare se non con un uomo puro e casto capace di resistere alle tentazioni della carne? Siccome nella Bibbia l'uomo che veniva ricordato per la sua castità era Giuseppe, figlio di Giacobbe, (quel Giuseppe che viene elevato al rango di viceré d'Egitto) perché era riuscito a resistere alle ripetute tentazioni dell'avvenente moglie di Potifar, dettero per marito a colei che doveva rimanere vergine, un uomo che si chiamava Giuseppe, figlio, anche lui come l'altro, di un padre che si chiamava Giacobbe.

    A questo punto possiamo riepilogare dicendo che anche se sono innumerevoli (anche troppe) le prove che Gesù non è altri che il prodotto di una trasformazione operata su Giovanni, figlio di Giuda il Golanite, quella decisiva, inoppugnabile e quindi inconfutabile ci è stata data dagli stessi falsari che eseguirono la trasformazione di Nazoreo in Nazareno perchè si adempisse la parola del profeta: << Non può restare nascosta una città posta sopra una montagna >>. (Mt. 5/14).

    (Capitolo tratto da "LA FAVOLA DI CRISTO").

    Luigi Cascioli
    "


    Shalom


  9. #9
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    La stretta somiglianza fra il metodo di procedere nella "demolizione" delle tesi della vituperata " storiografia e scienza "ufficiale", fra il negazionismo olocaustico e le altre "teorie alternative" (alcune delle quali, bisogna ammetterlo, hanno qualche argomento in più dei riabilitatori del regime genocida nazista) è del tutto evidente. Come è comune a negazionismo olocaustico e altri negazionismi (lunare, sull'esistenza di Gesù, sull'origine egizia di Sfinge e piramidi....sull'esistenza dell'AIDS come malattia infettiva provocata dal retrovirus HIV...) il vittimismo nei confronti del mondo scientifico e culturale. Tutti questi teorici di dottrine fantasy infatti ritengono che se le proprie tesi non vengono accettate, o addirittura sono "perseguitate", ciò deriva... da interessi e poteri che complottano contro di loro.
    Il potere della Chiesa e la sua influenza sul mondo culturale nel caso dei negatori di Cristo, il potere della lobby dell'egittologia "convenzionale" nel caso degli sfingisti atlantidei, il potere dell'industria farmaceutica mondiale per quanto riguardo l'AIDS, le lobby ebraiche circa il negazionismo olocaustico....e via discorrendo.
    Su questo forum la pochezza del negazionismo olocaustico è stata rappresentata da un forumista che in passato sì è già reso ridicolo, con il suo chiaro analfabetismo storiografico, attaverso insulti a Renzo De Felice (!!!) circa la storia della questione ebraica in Italia, nel periodo fascista, con sparate sulla pericolosità dei bambini ebrei delle scuole elementari per la sicurezza dello Stato italiano e altre.....perle......di genialità. Mediamente i cultori del negazionismo sono più abili e in grado di argomentare con più intelligenza, tuttavia il metodo è sempre lo stesso e le tesi di fondo sono quelle .....giacchè i poveretti non dispongono proprio di altro....
    E' comunque da considerare il fatto che tutti questi negazionismi, non solo e forse ...non tanto quello olocaustico, possono vantare un certo successo.....editoriale......presso pubblici di sprovveduti pronti a farsi affascinare da ogni stramberia, purchè si presenti loro un pincopallino chimico, ingegnere o preteso tale... o geologo o astronomo o farmacologo...che smontati dettagli insignificanti del corpo solido delle "teorie ufficiali", pretenda attraverso ciò di aver confutato le stesse......oppure......attraverso ragionamenti pseudoscientifici possa catturare l'attenzione degli sprovveduti su ragionamenti capziosi, sfruttando le lacune che la conoscenza del passato INEVITABILMENTE ha SEMPRE, per propinare le cose più inverosimili dando loro una parvenza plausibile.
    Il fatto è che la "revisione" della storia e le "rivoluzioni scientifiche" che hanno comportato dei cambi di paradigmi nello sviluppo delle discipline della conoscenza.....del mondo... presuppongono ben altri fondamenti, ben altri metodi, e non nascondono dietro al complottismo di poteri occulti o meno occulti, il fatto che l'universalità della comunità scientifica mondiale li consideri nella sostanza......dei ciarlatani o nella migliore delle ipotesi, degli studiosi che hanno preso una grossa cantonata e se ne sono troppo innamorati.

    Shalom

  10. #10
    I amar prestar aen
    Data Registrazione
    09 Sep 2002
    Località
    Brescia
    Messaggi
    8,891
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Complimenti.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
    Sia spendor della patria, e de Troiani
    Forte e possente regnator. Deh! fate
    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
    Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
    E il cor materno nell'udirlo esulti.

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Due grandi argomenti
    Di Morfeo nel forum Fondoscala
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 14-04-11, 20:36
  2. soliti argomenti
    Di jotsecondo nel forum Padania!
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 06-07-09, 21:51
  3. argomenti di discussione
    Di ascaro41 nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 18-09-06, 15:19
  4. argomenti dei 3ad
    Di ----- nel forum Il Seggio Elettorale
    Risposte: 41
    Ultimo Messaggio: 28-04-05, 01:15
  5. ho l'impressione che gli argomenti ,,,,,
    Di arwen nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 07-03-03, 21:47

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito