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  1. #1
    Dragon ghost
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    Exclamation Un occhio per conoscere

    Vorrei aprire una rubrichetta-facezia sul fenomeno "terrorismo" che oramai si stà via via sviluppando o tornando sul mondo occidentale. Uno sguardo che và di rapimenti in Medio Oriente alle vecchie Brigate Rosse. (Se ho sbagliato loco, prego di cancellare immediatamente).


    Euzkadi ta azkatasuna (ETA)



    "Patria basca e libertà", organizzazione armata indipendentista nata subito dopo la seconda guerra mondiale.
    L'organizzazione separatista basca era stata indicata in un primo tempo dalle autorità spagnole come responsabile degli attentati.
    L'Eta, indicata in un primo tempo dalle autorità spagnole come la responsabile dei tremendi attentati dell'11 marzo su tre treni a Madrid, è l'organizzazione separatista basca da oltre 34 anni in guerra contro lo Stato spagnolo.
    L'Eta rivendica l'indipendenza dell'Euskal Herria (Paese Basco), un territorio abitato da 2,5 milioni di persone e che comprende la regione autonoma basca spagnola, la Navarra e il Paese basco francese. La sigla Eta sta per "Euzkadi Ta Azkatasuna" (Patria basca e Libertà) e il suo simbolo è un
    serpente attorcigliato a un'ascia. Fu fondata il 31 luglio 1959.

  2. #2
    Dragon ghost
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    Nel 1974, l'Eta si è scissa in due gruppi: l'Eta militare e l'Eta politico-militare. Questa fazione nel 1981 ha rinunciato alla lotta armata. Tre anni prima, il 28 aprile 1978, era stato fondato "Herri Batasuna" (Hb), diventato poi "Euskal Herritarrok" e oggi "Batasuna", il partito nazionalista accusato da Madrid di essere il braccio politico dell'Eta. Nell'aprile dell'anno scorso la Corte Suprema ha notificato lo scioglimento di Batasuna e delle liste "clonate" ai parlamenti regionali del Paese Basco e Navarra.

    Secondo dati del ministero dell'Interno spagnolo, l'Eta è responsabile dal 1968 dell'uccisione di oltre 800 persone. Dopo due tregue, nel 1989 e nel 1998, dal novembre 1999 l'Eta avrebbe ripreso le sue azioni nel modo più sanguinoso .


  3. #3
    Dragon ghost
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    Arrow Oggi.

    03/12/2004


    SPAGNA: TORNA L'ETA CON 5 ESPLOSIONI DIMOSTRATIVE A MADRID

    L'organizzazione indipendentista basca Eta ha oggi annunciato e fatto esplodere cinque ordigni di basso potenziale a Madrid che hanno provocato solo due feriti leggeri fra gli agenti di polizia, ma che sembrano lanciare un significativo messaggio dopo che un'ondata di arresti in Francia e Spagna nei mesi scorsi aveva fatto immaginare vicina la fine del terrorismo.

    L'Eta aveva annunciato oggi alle 170 in una comunicazione al quotidiano basco Gara che alle 180 sarebbero esplosi cinque ordigni in cinque stazioni di benzina di Madrid di cui dava l'esatta ubicazione. Cio' ha permesso alla polizia, informata dal giornale, di isolare tutte le zone.

    Le esplosioni, che hanno provocato danni materiali e il ferimento leggero di due agenti, hanno causato il blocco di alcune arterie autostradali ed hanno spinto le autorita' della comunita' (regione) di Madrid di imporre lo stato di emergenza massimo consentito alle autorita' locali, il livello 2.

    Gli attentati avvengono dopo che sia la direzione dell'Eta che il partito fuorilegge Batasuna, considerato il braccio politico dell'organizzazione indipendentista, si erano nelle settimane scorse detti a favore di un negoziato per porre fine al conflitto, lasciando intendere di esser pronti ad una tregua. La proposta era stata sostanzialmente ignorata o respinta dalle principali forze politiche e dal governo che continuano a chiedere il disarmo senza condizioni dei separatisti.

    L'Eta non ha mai smesso, neppure dopo l'arresto nei mesi scorsi in Francia dei suoi principali dirigenti politici, di compiere attentati soprattutto dimostrativi, come quelli odierni: cioe' con ordigni di bassa potenza e annunciati con un'ora di anticipo. Prima di Madrid ordigni simili erano stati fatti esplodere nel Paese Basco e in Navarra e interpretati come un avvertimento a chi rifiutava di pagare la ''tassa rivoluzionaria''.

    Nessun attentato grave invece da parte degli indipendentisti baschi dopo l'11 marzo quando il terrorismo islamico compi' una vera strage a Madrid uccidendo 191 persone. Secondo gli osservatori dopo questo gravissimo spargimento di sangue l'Eta voleva mantenersi in disparte.

    Le esplosioni di oggi a Madrid, pur restando dimostrative, sembrano pero' voler lanciare un messaggio preciso: l'Eta non e' finita, puo' colpire ancora, porre una piccola bomba o una grande e' la stessa cosa. E forse si vogliono invitar le forze politiche e il governo a prendere in esame l'offerta di negoziato. Per il momento il Partito nazionale basco (Pvn) ha definito ''totalmente inaccettabile'' gli attentati sottolineando che a quanto pare l'Eta puo' ''colpire in qualsiasi momento''.



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  4. #4
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    07/12/2004


    Spagna: ETA, arrestato in Francia portavoce detenuti baschi

    MADRID - Jean-Francois Lefort, portavoce dell'organizzazione che difende i detenuti baschi, tra cui quelli dell'Eta, è stato arrestato oggi insieme alla sua compagna dalla polizia francese a Bayonne, vicino Bordeaux, alla frontiera. Ne ha dato notizia la sua organizzazione, Askatasuna, citata dai media spagnoli.

    Il portavoce di Askatasuna (prima chiamata Gestoras por Amnistia) era stato coinvolto nelle proteste innescate sabato e lunedì scorsi davanti al carcere di Gradignan, vicino Bordeaux, dove sono detenuti alcuni presunti esponenti dell'Eta.

    Nel 2002, il giudice Baltasar Garzon aveva dichiarato illegali le attività dell'organizzazione Askatasuna per il suo presunto legame con l'Eta.

  5. #5
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    In particolare

    La storia dell'ETA comincia alla fine degli anni '50, esattamente nel 1958, quando un gruppo di giovani studenti nazionalisti fonda l'Euskadi ta Askatasuna (Patria basca e Libertà). Il primo attentato avviene il 7 Giugno di dieci anni dopo: viene uccisa la guardia civile José Pardines.

    Quindi il 2 Agosto dello stesso anno viene ucciso Meliton Manzanas, dirigente della Brigada Social (polizia politica) di Guipúzcoa.

    Il 20 Dicembre del 1973 tocca all'ammiraglio Luis Carrero Blanco, capo del governo e successore designato del generale Francisco Franco, che aveva spazzato via nel lontano 1937 l'autonomia basca. Con lui muoiono l'autista ed un agente di scorta.

    La tecnica dell'attentato è simile a quella che verrà usata nella strage di Capaci, in Sicilia, in cui Vennero uccisi il giudice Falcone, la sua compagna e la scorta: una potentissima carica esplosiva piazzata in un tunnel sotto il livello della strada. La potenza dell'esplosione fece compiere un volo di oltre 40 metri, all'automobile del premier spagnolo.




  6. #6
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    Serie ininterrotta di attentati

    Un anno più tardi, dodici persone vengono uccise nell'esplosione di una bomba alla caffetteria Rolando a Madrid. Il 4 Ottobre del 1976 l'Eta uccide, a San Sebastian, Juan Maria de Araluce y Villar, consigliere del Regno. Due anni più tardi viene fondato Herri Batasuna, il partito nazionalista, considerato da più parti come il braccio politico dell'organizzazione separatista.

    Ma gli attentati non finiscono qui: il 29 Luglio del 1979: una serie di esplosioni colpisce la Spagna: obiettivi degli attacchi sono l'aeroporto di Barajas, la stazione ferroviaria di Chamartin nella periferia settentrionale di Madrid, e la stazione di Atocha nel centro della capitale - obiettivi molto simili a quelli di attentati recenti. Le esplosioni provocano 7 morti e un centinaio di feriti.

    Si arriva, poi, al 12 Aprile del 1985 quando esplode una bomba in un ristorante di Torrejon, El Descanso, provocando 17 morti e 82 feriti: il ristorante era molto frequentato dal personale americano della vicina base aerea. L'attentato viene rivendicato anche dalla Jihad islamica. Il 14 Luglio del 1986 un'altra autobomba esplode in piazza delle Repubblica Dominicana, a Madrid: muoiono 12 agenti della Guardia Civil.

    L'attacco all'"Hipercor" di Barcellona

    Gravissimo anche il bilancio dell'autobomba che il 19 giugno del 1987 esplode nel sotterraneo di un grande magazzino del centro commerciale Hipercor, a Barcellona provocando ventuno morti e 45 feriti: fino ad ora l'attentato più sanguinoso nella storia dei separatisti baschi, almeno fino a che non verrà confermato il loro coinvolgimento in quello dell'11 marzo 2004 a Madrid. In occasione dell'attentato alla Hipercor di Barcellona l'ETA diramò un comunicato in cui affermava: «Si è trattato di un errore», porgendo quindi le scuse alle famiglie delle vittime.

    L' 11 dicembre dello stesso anno, a Saragozza, ancora un'autobomba, davanti a un palazzo della Guardia Civil: undici morti e 40 i feriti. Ancora: il 29 Maggio 1991 dieci persone rimangono uccise in un attentato contro la Guardia Civil di Vic, nei dintorni di Barcellona.

    Dopo numerosi altri attentati e omicidi eccellenti c'è un tentativo fallito di negoziato ad Algeri tra il governo spagnolo e l'ETA. Morte le speranze di un accordo, nel 1992 viene arrestato il capo militare dell'organizzazione, Francisco Mugica Garmendia, nome di battaglia Artapalo.

    Il 21 giugno del 1992 un'autobomba esplode, nel centro di Madrid, al passaggio di un convoglio militare, provocando sette morti e 36 feriti. Nel 1995 l'ETA uccide Gregorio Ordonez, presidente del Partito Popolare nei Paesi Baschi; due anni dopo il magistrato del Tribunale supremo Rafael Martinez Emperador. Nel 1997 il rapimento, a Bilbao, di Miguel Angel Blanco Garrido, 29 anni, consigliere comunale del Partito popolare, successivamente assassinato, scuote l'opinione pubblica.

    Poco dopo ventitré capi del partito Herri Batasuna vengono condannati a sette anni di carcere con l'accusa di legami con l'ETA. L'offensiva sempre più dura del governo Aznar costringe l'ETA nell'angolo: nel settembre 1998 annuncia la prima tregua a tempo indeterminato della sua storia.


  7. #7
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    Irish Republican Army (IRA)



    L'Irish Republican Army (I.R.A.) è la maggiore organizzazione armata repubblicana. Il nome fu usato fin dal 1865 dai Feniani della Irish Republican Brotherhood per indicare le loro strutture militari. Tornò in uso dopo la Rivolta di Pasqua del 1916 per indicare i Volontari Irlandesi che condussero la Guerra d'Indipendenza del 1919-1921, e poi come nome dell'esercito di quanti non accettarono il Trattato e che vennero sconfitti nella guerra civile del 1922-1923.
    Da allora l'I.R.A., esercito clandestino, è stato l'anima del Movimento Repubblicano Irlandese. Nelle sei contee dell'Irlanda del Nord dall'inizio degli anni Venti l'I.R.A. si assunse la difesa della popolazione nazionalista contro le incursioni armate degli Orangisti e delle polizie unioniste (R.U.C. e B-Specials). Impegnatosi nelle lotte sociali degli anni Trenta nel Sud, l'I.R.A. condusse poi due sfortunate campagne militari contro lo Stato inglese (dal 1939 al 1944 e dal 1956 al 1962). La sua dirigenza negli anni Sessanta adottò il marxismo filosovietico in una versione economicista e riformista, progettando l'abbandono della stessa ragion d'essere dell'I.R.A.: la lotta di liberazione nazionale irlandese. Così quando nel 1969 il Governo locale unionista dell'Irlanda del Nord scatenò le sue polizie contro il movimento per i diritti civili, l'I.R.A. non fu in grado di assolvere il suo tradizionale compito di difesa. Questo provocò la scissione (dicembre 1969) di chi rifiutava la linea politica sostenuta dalla dirigenza, riformista verso lo Stato britannico. Alla scissione dell'Esercito corrispose quella del partito politico, il Sinn Féin. Fu così fondato l'I.R.A. "Provisional" (in opposizione all'I.R.A. "Official" della dirigenza), col compito di difendere militarmente le zone nazionaliste contro gli apparati militari dell'Unionismo e contro l'esercito britannico. Esso divenne subito maggioritario, e nel febbraio 1971 iniziò la campagna militare contro l'esercito britannico. Dal 1977, sotto i colpi della repressione, dovette ristrutturarsi militarmente (da organizzazione territoriale a organizzazione cellulare) e politicamente. Da allora al 1996, l'Esercito Repubblicano "Provisional" è stato l'unico gruppo armato chiamato I.R.A.. Il 31 Agosto del 1994 ha proclamato il cessate il fuoco unilaterale per facilitare l'avvio di trattative di pace. Ha ripreso le operazioni militari nel febbraio 1996, con un nuovo cessate il fuoco dal luglio 1997. Nel 1996 è però apparso il piccolo gruppo armato "Continuity" .I.R.A., frutto della scissione del 1986 dal Movimento Repubblicano di coloro che non accettavano il riconoscimento delle istituzioni della Repubblica di Dublino. Tale gruppo, militarmente attivo contro lo Stato britannico, è radicalmente avverso al processo di pace in corso. Il 6 maggio 2000, l'I.R.A. ha deciso di accettare ispezioni di suoi depositi di armi ad opera di ispettori internazionali indipendenti, allo scopo di rassicurare sulle sue intenzioni la popolazione unionista.


  8. #8
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    Forza Armata Rivoluzionaria Colombiana (FARC)



    La Forza Armata Rivoluzionaria Colombiana si è costituita nel 1964 come braccio armato e clandestino del Partito Comunista locale. E' tuttora l'organizzazione più numerosa e meglio armata della guerriglia comunista in tutta l'America Latina.
    Secondo le stime più recenti, fanno parte della FARC circa 12.000 uomini armati, appoggiati nelle aree rurali da un numero non precisato di sostenitori, che forniscono loro basi e copertura. E' governata da un segretariato che fa capo al settantenne Manuel Marulanda, detto "Tirofijo" e a un consiglio costituito da sei membri.
    La loro principale fonte di finanziamento è il narcotraffico. Il rapporto fra le forze della FARC e i narcotrafficanti è duplice. Prima di tutto è un rapporto di protezione contro finanziamento: i proventi del finanziamento del narcotraffico sono ripagati con la protezione militare dei narcotrafficanti stessi. In secondo luogo, la FARC si è radicato soprattutto nelle aree rurali in cui si coltiva la coca. I guerriglieri si sono investiti del ruolo di "protettori" dei contadini e da essi ricavano i proventi delle "tasse rivoluzionarie" periodicamente imposte.
    La FARC, per questo e altri motivi, ha un solido radicamento territoriale e controlla circa il 50% del Paese. Una possibilità di vittoria delle forze armate regolari colombiane contro di essi è praticamente impossibile. Per tentare di sradicare il terrorismo con i suoi stessi mezzi, il governo colombiano chiude un occhio nei confronti delle (e si sospetta che cooperi direttamente con le) Forze Unite per l'Autodifesa della Colombia (AUC), un movimento di guerriglia di destra che è ritenuto responsabile del 70% dei crimini di guerra commessi durante la guerra civile, ma anche con il suo apporto non è possibile ottenere una vittoria decisiva su un'organizzazione così forte quale è la FARC. La tolleranza nei confronti delle AUC è la principale fonte di dubbi per un appoggio diretto di Washington. Tutte le proposte di appoggio statunitense alla controguerriglia colombiana, infatti, sono subordinate alla promessa del governo di combattere più tenacemente le AUC, definite, a livello internazionale, quale organizzazione terroristica.

  10. #10
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    Gli interessi di Washington

    Washington è sempre stata interessata alla questione colombiana ed è da sempre indirettamente coinvolta nella guerra civile colombiana. Nel corso della Guerra Fredda, gli Stati Uniti non potevano permettersi di assistere all'eventuale vittoria di una formazione di guerriglia comunista filosovietica a pochi chilometri dal Canale di Panama e in uno dei Paesi più strategici per il passaggio del petrolio sudamericano. Dopo la fine del confronto diretto con l'Unione Sovietica, la guerriglia comunista colombiana ha mantenuto il suo network di contatti con Cuba e con altri Stati e organizzazioni terroristiche inclusi nelle liste nere di Washington. Gli obiettivi statunitensi, per questo, rimangono sempre gli stessi: difendere il governo legittimo colombiano per mantenere stabilità nell'area. Tuttavia è diventata più difficile la giustificazione dell'intervento americano: nei primi anni '90, Bush senior proclamò la sua crociata contro il narcotraffico. Quella che fu battezzata "War on drugs", infatti, fu forse la principale giustificazione, agli occhi del Congresso e dell'opinione pubblica, di un intervento volto a minare le basi economiche della guerriglia comunista. La guerra alla droga, molto popolare negli ambienti conservatori, fu tuttavia un episodio di politica estera americana che ebbe scarso successo. I grandi "cartelli della droga" riuscirono a compiere investimenti tali nella loro difesa militare, da indurre il Pentagono a considerare troppo costosa e troppo rischiosa una vera e propria guerra in Colombia. La breve esperienza militare statunitense, dunque, si concluse con esiti incerti e riprese a sprazzi in tutti gli anni '90 fino all'annuncio di una sua ripresa in grande stile da parte dell'attuale presidente Bush junior. Gli interventi statunitensi, dopo il 1992, consistono soprattutto nell'invio di aiuti economici e militari ai governi democraticamente eletti in Colombia, in cambio di un loro dimostrato impegno nel combattere attivamente il narcotraffico e la guerriglia. In questo modo la Colombia è arrivata al terzo posto fra i beneficiari degli aiuti statunitensi. Al di là di qualche successo spettacolare, come l'uccisione del "padrino" del cartello di Medellin Pablo Escobar, nel 1993, la guerra civile colombiana è tuttora lungi dall'essere vicina a una conclusione.
    La tensione fra gli Stati Uniti e la guerriglia comunista colombiana crebbe ulteriormente nel 1999, quando miliziani della FARC rapirono e uccisero tre attivisti dei diritti umani statunitensi che si erano recati in Venezuela per monitorare i diritti degli indios locali. Ma l'interesse di Washington nei confronti della questione colombiana crebbe ulteriormente nell'agosto del 2001. La polizia colombiana, infatti, arrestò tre terroristi dell'IRA, Niall Connelly, Martin McCauley e James Monaghan, teoricamente in Colombia per turismo, in realtà per addestrare alla guerriglia urbana le forze del FARC. Le dichiarazioni rilasciate dagli arrestati irlandesi servirono a far comprendere a Washington le dimensioni della rete terroristica del FARC. Oltre che a gettare nell'imbarazzo più completo il partito Sinn Feinn a Londra. Gli istruttori dell'IRA giunsero in Colombia grazie agli sforzi dei servizi segreti cubani. La base del servizio segreto cubano di Madrid avrebbe fornito, infatti, documenti falsi e copertura. Gli istruttori dell'IRA, inoltre, non sono gli unici a partecipare all'addestramento della guerriglia locale: in Colombia vi sono anche consiglieri militari dell'ETA, servizi segreti cubani e perfino iraniani. Fino all'agosto del 2001 gli analisti statunitensi erano certi che il FARC, come anche l'altra (più ridotta) organizzazione di guerriglia di estrema sinistra, l'ELN, mantenesse una sua rappresentanza in Cuba e si avvantaggiasse dei consigli politici del regime comunista caraibico, ma ora questo Paese appare uno dei principali crocevia del terrorismo internazionale. L'11 settembre e la priorità data dagli Statunitensi alla guerra contro il terrorismo internazionale hanno riacceso definitivamente l'attenzione di Washington nei confronti della piccola e povera repubblica sudamericana.


    L'escalation militare

    Al rinnovato interesse di Washington per l'area, corrisponde anche un'escalation dell'attività terroristica della FARC. Il dialogo che il presidente conservatore Pastrana tentò di avviare con la guerriglia, risultò del tutto improduttivo. I miliziani della FARC non rispettarono mai il cessate il fuoco, rinnovarono i loro arsenali di armi leggere e antiaeree e intensificarono le loro operazioni di autofinanziamento nelle campagne. A coronamento del tutto, terroristi della FARC dirottarono un aereo commerciale e rapirono, quasi in scherno al tentativo governativo di dialogo, il capo della delegazione di pace del Senato: il senatore liberale Gechen Turbay. Fu abbastanza per Pastrana, che il 20 febbraio sospese le trattative e ordinò la ripresa delle operazioni militari nella "zona demilitarizzata".
    La guerra civile, dunque, è ripresa con il pieno sostegno politico degli Stati Uniti. Ma, a partire dallo scorso aprile, con una difficoltà in più: la rivolta in Venezuela contro il presidente neo-comunista Chavez fu salutata con entusiasmo da Pastrana e dagli ambienti governativi colombiani. Una volta al potere per la seconda volta, dopo solo 48 ore di carcere, il presidente venezuelano non ha dimenticato l'atteggiamento colombiano e le relazioni fra i due vicini, tradizionalmente buone, si sono incrinate. Le conseguenze dell'ostilità venezuelana possono pesare sull'andamento delle operazioni militari colombiane, anche se l'escalation del conflitto fino al livello di una guerra convenzionale fra i due Paesi è finora da escludersi.
    La guerra civile, intanto, è stata caratterizzata da una vistosa escalation terroristica della FARC. La prima vittima illustre fu una candidata indipendente alla presidenza: la verde Ingrid Betancourt, rapita dai guerriglieri il 23 febbraio, a soli tre giorni dallo scoppio delle ostilità. La guerra, che fino a quest'anno è stata essenzialmente una guerra combattuta nelle campagne, che non ha mai coinvolto il grosso della popolazione colombiana, ha incominciato a coinvolgere anche le città, con attentati dinamitardi della FARC a Medellin e nella stessa capitale Bogotà e con l'uccisione del popolare arcivescovo Isaia Duarte Cancino, a Cali. Sono tuttora a rischio anche gli oleodotti e le infrastrutture petrolifere, colpite anch'esse dai sabotatori della FARC.
    Il governo ha risposto alla situazione di emergenza prendendo misure drastiche, che possono mettere a rischio i diritti civili nel Paese: i militari sono stati investiti di poteri straordinari, quali quello di poter condurre indagini al di sopra della polizia e di poter processare i sospetti al di sopra della giustizia civile. La popolazione, comunque, esasperata dal terrorismo e dalla sua escalation, ha approvato la linea dura, premiandola con l'elezione a presidente dell'indipendente (di area liberale) Uribe, colui che, in campagna elettorale, prometteva il raddoppio delle forze armate per battere il terrorismo.

 

 
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