dal quotidiano LIBERO di oggi
" Maestra italiana fa lezione con il chador
REGGIO EMILIA - [ el. gi.] C’erano i bambini in lacrime, quelli che se ne stavano zitti in un angolo rimpiangendo la fine delle vacanze e chi non vedeva l’ora di rientrare in classe per incontrare i compagni lasciati a giugno. Di certo si aspettavano le facce di sempre, quella del vicino di banco, del bidello, ma mai si sarebbero aspettati di vedere un’insegnante col chador, il velo islamico. Già, perché ieri, primo giorno di scuola in Emilia Romagna, all’istituto elementare di Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, la maestra si è presentata col velo. E non si tratta di una extracomunitaria. Ma di una napoletana verace convertita all’Islam dopo il matrimonio con un musulmano. Tiziana Orefice, professoressa di inglese di origini campane, ha creato stupore e sgomento tra i bambini delle elementari col suo volto semicoperto dal chador. « Sono italiana, da sette anni mi sono avvicinata all’Islam, il velo non è che un simbolo » , si giustifica. « È tempo che anche i bambini si abituino a vedere i segni delle tradizioni di altri popoli e ormai questa è un’abitudine acquisita » . Del resto, dice fiera di portare il simbolo dell’Islam, « io farò sempre lezione col velo » . E a chi pensa che le donne islamiche siano schiave e ignoranti risponde con determinazione: « Io prego 5 volte al giorno, digiuno quando devo, seguo l’insegnamento del Corano. Non è affatto vero che le musulmane non hanno cultura e sono segregate in casa. Io ho studiato, leggo molto e frequento gente » . Limiti nello svolgimento della propria professione? Nessuno, sostiene. « Ho scelto l’Islam ma rispetto tutte le altre religioni e gli altri a loro volta mi rispettano » . E la sua scelta, precisa Tiziana Orefice, non avrà ripercussioni sugli alunni né sulle attività scolastiche. « È mia intenzione lavorare in perfetta sintonia con gli altri insegnanti, il velo è una cosa personale » . E il chador la Orefice lo porta da anni. « Anche quando insegnavo a Napoli non mi separavo mai dal velo » , racconta. « Certo, ho sempre suscitato reazioni. Al Sud poi, l’extracomunitario è visto con più diffidenza. A Napoli, toglie lavoro in un territorio dove la disoccupazione è ad alti livelli » . Al Nord invece, « lo straniero è una risorsa » . E lei sicuramente viene scambiata per araba. « In tanti mi chiedevano che cosa ci facesse un’insegnante extracomunitaria fra i bimbi di una scuola italiana. Ma quando scoprivano che sono italiana rispettavano la mia scelta » . "
Saluti liberali