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    Predefinito La massoneria contro Bossi

    http://www.grandeoriente.it/Rastampa/2000/09senatur.htm


    Roma, 24 ago. - Figli e famiglia al primo posto. Umberto Bossi non ha dubbi: «La famiglia è lo snodo fondamentale di ogni modello di società. Attaccare questa istituzione - dice alla Padania - è fondamentale per la riuscita del progetto di chi vuole creare un dittatura massonica-comunista mondiale». Il 'senatur' rileva: «Se passano le famiglie omosessuali che non fanno figli è necessaria l'immigrazione e con essa l'ideologia che riesce a scardinare l'identità dei popoli».
    (AGI) Cav/ Segue 241145 AGO 00 NNN (AGI) - Roma, 24 ago. - Invece, prosegue il leader della Lega, «se ritorna la famiglia eterosessuale, e con essa i figli, vincono i popoli e la democrazia». Oggi i «falliti delle ideologie propongono una serie di follie: lo Stato unico mondiale, un'unica razza, un'unica religione, un unico utero, una sola lingua...». Costoro, aggiunge, hanno scelto «l'immigrazione per colpire il nuovo che avanza: i popoli, l'identità, la spiritualità. Immigrazione, dunque», per imporre «con la forza le loro idee, sfondando ogni regola, perseguitando e sterminando chiunque non sia d'accordo». (AGI) Cav/ 241145 AGO 00 NNN
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    http://www.grandeoriente.it/Rastampa...9ANSAbossi.htm


    La risposta del GOI


    MASSONERIA

    GRANDE ORIENTE REPLICA A BOSSI


    KBXP ZCZC0232/SXA YFI10017 R POL S0A S41 QBXX
    (ANSA) - FIRENZE, 11 SET - ''Inquieta e deve far riflettere il silenzio del conformismo che regna sui ripetuti e insistenti attacchi e proclami estivi dell' onorevole Bossi contro la Massoneria che, per altro, si commentano da soli''. Lo ha detto Massimo Bianchi - Gran Maestro Aggiunto al Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, la maggiore istituzione libero muratoria italiana - commentando l'intervista rilasciata a Repubblica del leader leghista.
    ''Ancora maggiormente inquieta e preoccupa il fatto che questi attacchi - che rievocano un funesto e non remoto oscuro passato - provengano - aggiunge Bianchi - proprio dal capo di un movimento politico che si propone come forza di governo''. ''Se l' on. Bossi aspira a governare - conclude l' esponente massonico - dia prova di responsabilita' nelle parole prima ancora che nei fatti''.
    (ANSA). COM-GRD/SP 11-SET-00 146 NNNN





    Meluzzi chiede il Giurì d'onore

    (ANSA). PAE/ROM 11-SET-00 18:22 NNN(ANSA) - ROMA, 11 SET - Il sen. Alessandro Meluzzi chiede l'istituzione di un giurì d'onore che valuti leaffermazioni di Umberto Bossi sulla massoneria. «Le gravi affermazioni dell' on. Bossi riportate dal quotidiano 'LaRepubblicà sulla istituzione massonica - afferma Meluzzi in una nota - sono pericolosissime per le garanziecostituzionali di libertà, e per la memoria di uomini come Mazzini, Garibaldi, il mahatma Gandhi, Martin Luther King,Salvador Allende, Paolino Ungari e infiniti altri, che hanno onorato le istituzioni democratiche dei loro paesi el'umanità tutta». «Come cittadino italiano e parlamentare della repubblica, membro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani ma anche come Cristiano - prosegue il senatore dell' Udeur - mi ritengo infamato da un attacco irragionevole che se non sembrasse uscito, per i toni e i contenuti, da un'osteria o da un manicomio, ricorderebbe sinistramente le affermazioni dei nazisti». Pertanto Meluzzi chiede l'istituzione di un giurì d'onore chiamando atestimoniare «sullo stato del dialogo sereno e costruttivo tra la massoneria e la gerarchia cattolica padre Luigi Esposito docente presso gli atenei pontifici e profondo conoscitore dei valori etici e spirituali dell' istituzione». Meluzzi invita Bossi a un «dibattito pubblico sulla natura etica e filosofica e la storia dell'istituzione massonica inItalia».

    (ANSA). PAE/MGA 11-SET-00 198 NNN(AGI) - Roma, 11 set. - Un Giurì d'onore «che valuti le affermazioni dell'on. Bossi» sulla Massoneria contenutenell'intervista rilasciata oggi a La Repubblica è stato chiesto con una lettera inviata al Presidente del Senato NicolaMancino da Alessandro Meluzzi. Meluzzi dichiara di ritenersi «infamato da un attacco irragionevole», «come cittadino italiano e parlamentare della Repubbica, membro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiziani, ma anche come cristiano» Per il Giurì Meluzzi chiama a testimoniare padre Luigi Esposito e invita Bossi ad un dibattito pubblico sullamassoneria.

    (AGI) Com/Frt/Van 111907 SET 00 NNNBOSSI. MELUZZI (UDEUR) CHIEDE GIURÌ D'ONORE A MANCINO = (dire)- roma- in una lettera inviata alpresidente del senato nicola mancino, il senatore dell'udeur alessandro meluzzi chiede l'istituzione di un giurì d'onoreche valuti le affermazioni di umberto bossi sulla massoneria contenute nell'intervista a «repubblica». Affermazioni che Meluzzi, massone, ritiene gravi: «come cittadino italiano e parlamentare della repubblica, membro del grande oriente d'italia di palazzo giustiniani, ma anche come cristiano, mi ritengo infamato da un attacco irragionevole, che se non sembrasse uscito, per toni e contenuti, da un'osteria o da un manicomio, ricorderebbe sinistramente le affermazioni dei nazisti». Il senatore udierrino si dichiara «esterrefatto» dall'assenza di rezioni da parte dellecomponenti liberali del polo, e invita bossi ad un immediato dibattito pubblico sulla natura etica e filosofica e lastoria dell'istituzione massonica in italia, dal risorgimento all'unità nazionale, fino alla resistenza antifascista e adoggi. (Com/ato/ dire) 19:08 11-09-00 nnn





    Quali sono le accuse?

    (AGI) - Livorno, 11 set. - «Non voglio giudicare politicamente. Se l'onorevole Bossi ha da rivolgere accuse alla massoneria indichi nomi, cognomi e fatti anzichè avventurarsi in boutades che irritano e basta». A dirlo è Massimo Bianchi, gran maestro aggiunto del Grande Oriente d'Italia diPalazzo Giustiniani, che, parlando con i giornalisti, a margine di un incontro a Livorno, ha replicato alle affermazioni del leader leghista. Bossi, ha aggiunto, «ripetutamente attacca la massoneria straparlando di incredibili complotti». Bianchi ha sottolineato che «la massoneria non si occupa di partiti e di fazioni, è invece custode dei valori dell'unità nazionale e dello sato di diritto».
    Il comunicato stampa
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    http://www.grandeoriente.it/Rastampa...urreazioni.htm

    Le altre reazioni


    ARCIGAY: FARNETICANTE CAMPAGNA, IN STILE NAZISTA = «scatena un odio razzista, commeaccadde con gli ebrei» ------------------------------------------------------- (dire)- roma- «il leader della lega bossi, in crisi di consensi, continua nella sua farneticante campagna d'odio contro i cittadini e le cittadine omosessuali. Il suo delirio antigay coincide sempre più, nelle argomentazioni e nei toni, con i proclami con cui, negli anni '30 e '40, gli omosessuali furono accomunati agli ebrei nel destino di reclusione nei campi di sterminio». Sergio lo giudice,presidente dell'arcigay, commenta così l'intervista a «repubblica» del segretario della lega umberto bossi. Il leader leghista, accusa l'arcigay, «di quella infausta pagina del passato riecheggia lo stesso armamentarioideologico antilluministico, irrazionalistico, antidemocratico. Il mito della congiura pluto-giudaico-massonica viene riproposto con i gay nel ruolo di dissolutori dell'occidente che fu degli ebrei, e con la stessa esaltazione della specificità razziale, stavolta dei padani». Insomma, si chiede lo giudice, «quali presenze oscure si celano dentro quellacasa delle libertà in cui il polo chiama a racolta gli italiani? Quali mostri del passato stanno riesumando in unlaboratorio politico che, da formigoni a bossi passando per cl, sembra voler demolire il passato autenticamenteliberale dell'italia, quello della sua tradizione risorgimentale, chiamando all'esclusione e quindi alla disgregazionesociale?». (Com/rea/ dire) 140 11-09-00 nnn

    (AGI) - Roma, 11 set. - Replica polemica dei Democratici al leader della Lega per l'intervista a 'Repubblicà in cui Bossiparla bene del Papa e della Chiesa e si scaglia contro i gay, i banchieri e i massoni. «Verrebbe da dire lo 'smemorato di Ponte di Legno'... Dunque il nuovo Bossi, immemore dei riti pagani e delle polemiche corrosive sino agli insulti indirizzati al Papa e vescovi, ci propone l'immagine di sè quale apostolo delmessaggio della Chiesa nell'apertura alla procreazione propria del matrimonio cristiano. Sorprende - afferma ilcapogruppo dei Democratici alla Camera, Franco Monaco - che nessuno abbia a che dire sulla sfacciataggine con laquale Bossi maneggia strumentalmente e in chiave elettoralistica una materia tanto delicata. Del resto, nell'illustrarci il suo nuovo corso, con spregio del ridicolo, Bossi ci spiega di aver fatto l'intesa con Berlusconi per contrastare ipotentati economici. Tale funambolismo - conclude l'esponente dell'Asinello - è la conseguenza di un movimento natogiacobino e ridottosi 'poltronatò, che si è venduto per il piatto di lenticchie di un pacchetto di collegi elettorali, tuttoproteso a preservarsi quale ceto politico». (AGI) Red-Gem/Laz 111436

    SET 00 NNN(V. «BOSSI: NOI CON LA CHIESA CONTRO GAY...» DELLE 7.15 CIRCA) (ANSA) - BOLOGNA, 11 SET - «Bossiripropone il mito della congiura pluto-giudaico-massonica con i gay nel ruolo di dissolutori dell' occidente che fu degliebrei, e con la stessa esaltazione della specificità razziale, stavolta dei padani».Così il presidente nazionale Arcigay Sergio Lo Giudice ha commentato alcune passaggi dell' intervista a «Repubblica»del leader della Lega, in cui Bossi, ha aggiunto Lo Giudice, «si fa vanto di aver impedito al Consiglio d'Europa (facendo mancare il numero legale) l'adozione ai gay. In realtà la Lega ha bloccato, il 30 giugno scorso, l'approvazione di una raccomandazione che chiedeva il divieto delle discriminazioni antigay, la depenalizzazione degli atti omosessuali fraadulti consenzienti, l'uguaglianza di trattamento in materia di lavoro, il riconoscimento giuridico delle coppieomosessuali». «Quali presenze oscure - ha chiesto il leader Arcigay - si celano dietro quella Casa delle Libertà in cui il Polo chiamaa raccolta gli italiani? Quali mostri del passato si stanno riesumando in un laboratorio politico che, da Formigoni aBossi passando per Cl, sembra voler demolire il passato autenticamente liberale dell' Italia, quello della sua tradizione risorgimentale, chiamando all' esclusione e quindi alla disgregazione sociale?». Lo Giudice ha ricordato che, in base a una ricerca pubblicata dal Mulino «il 70% dei giovani accetta eticamente e socialmente l' omosessualità». (ANSA).

    (ANSA). COM-GRD/SP 11-SET-00 146 NNN(AGI) - Bologna, 11 set. - Pronta e polemica reazione dell'Arcigay alle dichiarazioni del leader leghista Umberto Bossi.«Il leader della Lega Bossi, in crisi di consensi - si legge in una nota - continua nella sua farneticante campagna d'odiocontro i cittadini e le cittadine omosessuali. Il suo delirio antigay coincide sempre più, nelle argomentazioni e nei toni,con i proclami con cui, negli anni '30 e '40, gli omosessuali furono accomunati agli ebrei nel destino di reclusione neicampi di sterminio. Di quell'infausta pagina del passato, Bossi riecheggia lo stesso armamentario ideologicoantilluministico, irrazionalistico, antidemocratico. Il mito della congiura pluto-giudaico-massonica viene riproposta coni gay nel ruolo di dissolutori dell'occidente che fu degli ebrei, e con la stessa esaltazione della specificità razziale,stavolta dei padani. Si potrebbe ridere dell'insipienza di quest'uomo e dell'inconcludenza dei suoi ragionamenti, sel'Europa non avesse già vissuto l'esperienza di quanto sia sempre in agguato il sonno della ragione, se non sapessimo cheanche oggi nel ventre del continente che ha prodotto la Rivoluzione francese covano i semi dell'intolleranza edell'odio». E più oltre l'Arcigay si chiede «quali presenze oscure si celano dentro quella Casa delle Libertà in cui ilPolo chiama a raccolta gli italiani? Quali mostri del passato si stanno riesumando in un laboratorio politico che, daFormigoni a Bossi passando per CL, sembra voler demolire il passato autenticamente liberale dell'Italia, quello dellasua tradizione risorgimentale, chiamando all'esclusione e quindi alla disgregazione sociale».

    (AGI) Der/Dml 111631SET 00 NNN(AGI) - Roma, 11 set. - Sull'intervista a Bossi, sono intervenuti dai microfoni di Radio Radicale il segretario del CduButtiglione e il coordinatore di FI Claudio Scajola.Sostanzialmente per i due esponenti politici i toni usati da Bossi sono forti ma i contenuti dell'intervista sonocondivisibili. «Premesso che non voglio mandare a morte nessuno, nè i massoni, nè i gay - afferma Buttiglione - Bossi dice il veroquando afferma che i massoni sono contro la chiesa. Non tutti i tipi di massoneria, certo, però è sicuramente vero chec'è nella cultura italiana un filone violentemente anticlericale e anticattolico, di cui fanno parte alcuni massoni e tantinon massoni, filone che è un nostro avversario e col quale lealmente intendiamo incrociare le lame».
    (AGI)Red/Gem/Esp SEGUE 111759 SET 00 NNN (AGI) - Roma, 11 set. - «Così come è vero - prosegue Buttiglione - chequesto filone è legato ad una visione cosmopolita e falsamente internazionale, la quale immagina una Europa fatta diindividui, in cui scompaiono le famiglie, le tradizioni culturali particolari, le nazioni e ogni comunità naturale, perchèquesta componente ha una visione totalmente individualistica della realtà. Che si tenti a livello europeo di far passareconcezioni di questo tipo, è ancora vero. Noi invece pensiamo che l'Europa abbia una sua cultura e che chi viene inEuropa, così come ha il diritto di chiedere il rispetto della sua cultura, deve rispettarla e riconoscerne il caratteremaggioritario, la cultura di chi gli apre le porte e lo ospita nella sua casa. Questa cultura ha diritto al rispetto.Su tutte queste cose mi pare che Bossi abbia ragione. Condanno il tono dell'intervista. Però - conclude - se traduciamoil suo linguaggio in uno più attento alle differenze e meno truculento, mi pare che su molte cose Bossi abbia ragione». Per il coordinatore nazionale di FI, Claudio Scajola, «se al di là della forma e delle espressioni molto colorite,andiamo a vedere i concetti espressi, direi che sono molto condivisibili.Il discorso che dobbiamo recuperare una politica forte per la famiglia, che dobbiamo rimettere ordine in questaconfusione dopo il Gay Pride, al livello di un ordinato svolgimento della convivenza sociale, credo sia moltocondivisibile. È vero, poi, che questa parata di Cernobbio dà proprio l'impressione di mettere insieme tutti quelli checonsiderano il Dio denaro la cosa più importante. Troppo spesso in questo mondo economico italiano quello cheinteressa è il profitto e i valori sono troppo trascurati». «Non è condivisibile tutto quello che ha detto il leader della Lega, perchè noi riteniamo che non siano dacriminalizzare le diverse posizioni - conclude Scajola - però non ne farei assolutamente scandalo. È il Bossi di sempre,ma con dei principi molto condivisibili».

    (AGI) Red/Gem/Esp 111804 SET 00 NNN(ANSA) - ROMA, 11 SET - Rocco Buttiglione si dice d'accordo con Bossi «quando afferma che i massoni sono contro lachiesa». «Non tutti i tipi di massoneria - ha puntualizzato il leader del Cdu intervistato da Radio Radicale - però èsicuramente vero che c'è nella cultura italiana un filone violentemente anticlericale e anticattolico, di cui fanno partealcuni massoni e tanti non massoni, filone che è un nostro avversario e col quale lealmente intendiamo incrociare lelame». «Così come è vero - prosegue Buttiglione - che questo filone è legato ad una visione cosmopolita e falsamenteinternazionale, la quale immagina un'Europa fatta di individui, in cui scompaiono le famiglie, le tradizioni culturali particolari, le nazioni e ogni comunità naturale, perhcè questa componente ha una visione totalmente individualisticadella realtà. Che si tenti a livello europeo di far passare concezioni di questo tipo è ancora vero. Noi invece pensiamoche l'Europa abbia una sua cultura - afferma ancora - e che chi viene in Europa, così come ha il diritto di chiedere ilrispetto della sua cultura, deve rispettarla e riconoscerne il carattere maggioritario, la cultura di chi gli apre le portee lo ospita nella sua casa». Il leader del Cdu non condivide invece il tono dell' intervista: «però se traduciamo il suolinguaggio in uno o più attento alle differenze e meno truculento,mi pare che su molte cose Bossi abbia ragione.

    (ANSA). PAE/ROM 11-SET-00 181 NNN(AGI) - Roma, 11 set. - «L'intervista di Bossi oggi pubblicata su 'La Repubblicà è un concentrato di pregiudizi e diviolenza nei confronti degli omosessuali e della massoneria. Stupisce e preoccupa che gli alleati della Lega, Cdu eForza Italia liquidino con l'espressione 'toni fortì le dichiarazioni del capopopolo 'padanò e ne condividano icontenuti. La virata oscurantista di alcune componenti del centrodestra rappresenta, innanzitutto sul terreno deidiritti civili, unj pericolo per tutti i cittadini. La nostra contrapposizione al pensiero di Bossi, del resto in continuatrasformazione e in aperta contrattazione con dichiarazioni di appena qualche mese fa, è totale. Berlusconi intendeseguire il leader della Lega su questo sentiero?». Lo afferma Maurizio Turco, presidente dei deputati europei della Lista Bonino.

    (AGI) Red/Nac/Chi 111927 SET 00 NNN(ANSA) - ROMA, 11 SET - «L'intervista di Bossi è un concentrato di pregiudizi e di violenza nei confronti degliomosessuali e della massoneria»: è quanto afferma Maurizio Turco, presidente dei deputati europei della Lista Bonino, che dice no a «toni violenti» contro gay e massoni. «Stupisce e preoccupa - prosegue Turco - che gli alleati della Lega, Cdu e Forza Italia, liquidino con l'espressione'toni fortì le dichiarazioni del capopopolo 'padanò e ne condividano i contenuti». Per Turco «la virata oscurantista dialcune componenti del centrodestra, rappresenta, innanzitutto sul terreno dei diritti civili, un pericolo per tutti icittadini». «La nostra contrapposizione al pensiero di Bossi, del resto in continua trasformazione e in aperta contraddizione con dichiarazioni di appena qualche mese fa, è totale. Berlusconi - si domanda infine Turco - intende seguire il leader della Lega su questo sentiero?».

    (AGI) Red/Sic 112009 SET 00 NNN(ANSA) - ROMA, 11 SET - È polemica tra le forze politiche per le dichiarazioni di Umberto Bossi contro gay emassoni. Dalle pagine del quotidiano «La Repubblica», Bossi ha tuonato contro le «adozioni omosessuali» profetizzando che«queste cose alle elezioni esploderanno e allora i framassoni, e i loro soci di sinistra saranno morti». Pur non condividendo il tono dell'intervista, il leader del Cdu Rocco Buttiglione si dice d'accordo, nella sostanza, conBossi «quando afferma che i massoni sono contro la chiesa», mentre il coordinatore di Fi, Claudio Scajola, ammette cheil leader della Lega nella sua intervista ha fatto ricorso a «espressioni molto colorite», giudicando i concetti «moltocondivisibili». Dal centrosinistra una levata di scudi: «Bossi - ha dichiarato Aurelio Mancuso, del coordinamento degli omosessualidei Ds - prosegue indisturbato una campagna omofoba senza che vi sia, da parte degli altri segretari del Polo, alcunapresa di distanza. Questo vuol quindi dire che Berlusconi, Casini e Fini sono d'accordo con Bossi?». E Franco Monaco, presidente del gruppo dei Democratici alla Camera, ha definito Bossi «lo smemorato di Ponte dilegno».
    (SEGUE). CL 11-SET-00 21:18 NNN (ANSA) - ROMA, 11 SET - Monaco pensa che «il funambolismo della Lega sia laconseguenza di un movimento nato giacobino e ridottosi 'poltronarò, che si è venduto per il piatto di lenticchie di unpacchetto di collegi elettorali». Per Giampaolo Silvestri, responsabile per i Diritti civili dei Verdi, «la grettezza di Bossi riesce a specificarenettamente la differenza che c'è fra noi e loro. È, prima ancora della politica, una dicotomia culturale e di civiltà». Anche Maurizio Turco, presidente dei deputati europei della Lista Bonino, si dice «stupito e preoccupato che glialleati della Lega, Cdu e Forza Italia, liquidino con l'espressione 'toni fortì le dichiarazioni del capopopolo 'padanò ene condividano i contenuti». Infine, Alessandro Meluzzi, senatore dell'Udeur e massone, si ritiene infamato «da un attacco irragionevole che senon sembrasse uscito, per i toni e i contenuti, da un'osteria o da un manicomio, ricorderebbe sinistramente leaffermazioni dei nazisti» e chiede l'istituzione di un giurì d'onore che valuti le affermazioni di Bossi sulla massoneria,a suo giudizio «pericolosissime per le garanzie costituzionali di libertà, e per la memoria di uomini come Mazzini,Garibaldi, il mahatma Gandhi, Martin Luther King, Salvador Allende e infiniti altri, che hanno onorato le istituzioni democratiche dei loro paesi e l'umanità tutta».(ANSA). CL 11-SET-00 21:18 NNN=
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    Der Wehrwolf

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    http://www.grandeoriente.it/Rastampa...ccolobossi.htm

    LOGGE Dopo l’attacco alla massoneria del leader leghista
    che ha aperto al Papa nella rincorsa ai voti dei cattolici

    Cecovini: «Bossi dice bestialità»

    Il Gran maestro aggiunto Bianchi:
    faccia nomi e cognomi e non boutades

    Silvio Maranzana

    TRIESTE - Tornano i tempi dei Guelfi e dei Ghibellini dopo le interviste di Bossi contro la massoneria e a difesa del Papa. «Gli sporcaccioni sono i Cappuccioni, i massoni e i loro manutengoli di sinistra - ha detto tra l’altro Bossi - sono quelli per cui il Dio denaro è diventata la ragione. Sono i banchieri centrali, quel centinaio di persone che vorrebbe decidere della vita dei popoli». E ancora, la persona che Bossi più ammira: «Il Papa, un Papa antico come retroterra, come deve essere un Papa». Il grande massone Manlio Cecovini non digerisce la sortita del Senatur e - come riferiamo a fianco - replica: Bossi dice tutta una serie di bestialità.
    «Inquieta e deve far rifletterre - ha dichiarato ieri il Gran maestro aggiunto al Grande Oriente d’Italia (Goi), Massimo Bianchi - il silenzio del conformismo che regna sui ripetuti e insistenti attacchi e proclami estivi dell’onorevole Bossi contro la Massoneria che, per altro, si commentano da soli». E in serata a margine di un convegno a Livorno ha aggiunto: «Se l’onorevole Bossi ha da rivolgere accuse alla massoneria indichi nomi, cognomi e fatti anzichè avventurarsi in boutades che irritano e basta. La massoneria - ha concluso - non si occupa di partiti e di fazioni, è invece custode dei valori dell’unità nazionale e dello Stato di diritto».
    Ma le dichiarazioni di Bossi, probabilmente nella rincorsa ai voti cattolici, non sembrano piombare per caso, ma sono quelle di un osservatore della svolta «politica» impressa al Grande Oriente d’Italia da Gustavo Raffi, avvocato civilista di Ravenna, Gran maestro in jeans e occhiali da sole e spesso senza cravatta, promotore di una forte svolta anticlericale. Il suo predecessore, Virgilio Gaito, stava preparando un piano di accoglienza massonico per i pellegrini del Giubileo, lui, eletto nel marzo ’99, l’ha immediatamente annullato. «C’è una lobby confessionale cattolica trasversale - ha dichiarato al «Piccolo» - che sta conducendo una dura e ingiustificata offensiva nella vita civile italiana e sta riuscendo a fare quello che non era riuscita a fare la Dc, così sostiene la scuola privata e affossa quella pubblica che è l’unica in grado di garantire il rispetto e la salvaguardia di culture e religioni diverse, opera nel campo della bioetica, delle fecondazioni assistite, di un revisionismo storico che tende a screditare il Risorgimento». Durissimo era stato anche l’intervento di Raffi contro la canonizzazione di Pio IX.
    E proprio in questi mesi il Goi sta riprendendo forza riassorbendo, grazie a una circolare dello stesso Raffi, parte dei fuoriusciti che avevano seguito nella Gran Loggia regolare d’Italia il Gran maestro secessionista Giuliano Di Bernardo. E mentre il segretario del Partito socialista Gianni De Michelis se la prende per la cancellazione dell’invito di un massone alla festa dell’Unità di Milano, Franco Monaco dei Democratici ricorda a Bossi gli insulti che lanciava poco fa contro il Papa e i vescovi.
    Silvio Maranzana
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  5. #5
    Totila
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    quale mai altro politico ha avuto tante citazioni e attestati di "stima" dalla massoneria come Bossi?

    Meditate, gente...Meditate.

  6. #6
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    Originally posted by Totila
    quale mai altro politico ha avuto tante citazioni e attestati di "stima" dalla massoneria come Bossi?

    Meditate, gente...Meditate.
    Nessuno. Ma neppure da questi "filantropi" nessuno ha mai avuto tanti atti di "stima"....
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    http://www.repubblica.it/online/poli...pielberg2.html

    IL COMMENTO
    Che mondo ci aspetta
    se lo straniero è il nemico
    di STEVEN SPIELBERG


    PENSO che la formula del Grande Fratello sia molto pericolosa. Il fatto di essere guardati, identificati con impronte digitali ed eventualmente con lo "scanning" degli occhi, che rivela tanto di noi quanto il Dna, siano tutte invasioni della nostra privacy. Ed è ancora più pericoloso quando nuove leggi vogliono sapere tutto di noi e vogliono farci sentire indesiderabili in altri paesi.

    Come sono sicuro gli stranieri si sentono quando entrano negli Stati Uniti, anche se lo fanno solo per andare a Disney World, in Florida. Avere un visto in America è diventato molto difficile, e questa è una delle conseguenze dell'11 settembre: si ha la sensazione che il mondo abbia smesso di fidarsi, abbiamo perso la fiducia reciproca fra esseri umani e questa è la cosa più triste che sia mai successa.

    Certo, lo facciamo perché cerchiamo di proteggere noi stessi e la nostra terra, ma allo stesso tempo insegniamo ai nostri bambini, che sono molto vulnerabili, ad essere troppo sospettosi. Non sospettosi dell'estraneo che ti si avvicina per offrirti una caramella, ma di qualcuno solo perché sembra venire dal Medio Oriente. Questo sì che mi spaventa. Mi ricorda con orrore i profili razziali che hanno fatto finire migliaia di giapponesi americani in campi di internamento nel 1941 dopo il bombardamento di Pearl Harbor. Eppure è quello che sta succedendo adesso agli arabi americani: è una conseguenza terrorizzante dei tempi in cui viviamo.

    Con questa dichiarazione il regista Steven Spielberg ha aderito all'appello contro l'obbligo di impronte per gli immigrati extracomunitari che è stato firmato, fra gli altri, da Gore Vidal, Tahar Ben Jelloun, Susan Sontag, Zubin Mehta, Antonio Banderas e moltissimi artisti e intellettuali stranieri. L'elenco delle adesioni: più di 5 mila persone hanno già sottoscritto l'appello.

    (5 giugno 2002)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    http://www.repubblica.it/speciale/20...ello/index.htm

    Una norma razzista
    Noi, che amiamo l'Italia per la sua cultura, la sua bellezza e le sue tradizioni, e che siamo legati a questo Paese anche da frequenti rapporti di lavoro, siamo indignati dalla decisione di richiedere le impronte digitali solo agli extracomunitari. È una norma che calpesta un fondamentale diritto umano, quello dell'uguaglianza, e cede al vento xenofobo che attraversa l'Occidente, facendo di ogni immigrato un potenziale criminale. Anche noi saremo obbligati a fornire le nostre impronte: ma è a nome di tutti quelli che non hanno voce, delle migliaia di uomini e donne che sono costretti a fuggire dai loro Paesi, ed emigrano nella speranza di una vita più dignitosa, che chiediamo al Parlamento e al governo italiano di fermarsi e di cancellare una norma così odiosa. Il problema dell'immigrazione è cruciale in tutta l'Europa. Ma non si affronta con misure emotive e discriminatorie.

    Steven Spielberg regista
    Gore Vidal scrittore
    Tahar Ben Jelloun scrittore
    Bob Wilson regista e coreografo
    Zubin Mehta direttore d'orchestra
    Susan Sontag scrittrice
    Tobey Maguire attore
    Luis Sepulveda scrittore
    Richard Lowenstein regista
    Luis Bacalov compositore
    Myung-Whun Chung direttore d'orchestra
    Cherif regista teatrale
    Younis Tawfik scrittore
    Martha Argerich pianista
    Joseph Kosuth artista
    Mrinal Sen regista
    Peter Scarlet direttore di Cinemateque Francaise
    Toni Thorimbert fotografo
    Igli Tare giocatore del Brescia
    Kewullay Conteh giocatore del Venezia
    Erjon Bogdani giocatore della Reggina
    Akeem Omolade giocatore del Torino
    Idris Sanneh commentatore sportivo
    Fouad Allam docente all'Università di Trieste, saggista
    Karl Potter musicista
    Victoria Munsey traduttrice e membro della Chiesa Valdese
    Amik Kasoruho scrittore e intellettuale
    Nabil Ben Salameh cantante dei Radiodervish
    Bintu Lo operatrice commerciale
    Antonio Banderas attore
    Melanie Griffith attrice
    Angelica Huston attrice
    Mira Nair regista
    Antonio Skarmeta scrittore
    Goran Bregovic musicista
    Atiq Rahimi scrittore afgano
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  9. #9
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    http://www.repubblica.it/online/poli...fai/mafai.html

    Oggi il voto finale alla legge sull'immigrazione
    Il governo prepara una sanatoria
    Le impronte?
    Prendetele a tutti
    di MIRIAM MAFAI


    UNA volta, ricorda con nostalgia il ministro Martino, in alcuni Stati americani, a garanzia della privacy di ogni cittadino, non esisteva nemmeno l'anagrafe e la patente era priva di foto. Erano gli anni 30 del secolo scorso, prima della Seconda guerra mondiale. Bei tempi. Da allora le misure di identificazione di ognuno di noi e di controllo dei nostri movimenti si sono fatte, dovunque, sempre più accurate, stringenti.

    Un pagamento o un prelievo bancario, uno spostamento in aereo o in autostrada, un pernottamento in albergo, una telefonata, l'ingresso in un ministero o in una banca: di ogni nostro gesto e azione rimane ormai una traccia documentale. Tutto questo può essere spiacevole, e in parte lo è. Ma forse è inevitabile per garantire la nostra sicurezza.

    Tra le misure che possono essere adottate a questo scopo c'è anche la "rilevazione dattiloscopia" della nostra identità. Una fotografia può essere falsificata o contraffatta, le nostre impronte, almeno fino ad oggi, no. Al di là dunque del valore simbolico che circonda questa procedura (legata nella nostra cultura o esperienza all'immagine della camera di sicurezza, della detenzione, della violenza) le impronte digitali sono niente di più che uno strumento di identificazione e riconoscimento al quale non dovrebbe essere attribuito un significato umiliante o discriminatorio.

    Ad una condizione tuttavia: che questa procedura di accertamento della identità, come ogni altra procedura di controllo, sia operativa per tutti. Così accade, tanto per fare l'esempio più banale, per l'occhio della telecamera che, all'ingresso di una banca, non sceglie, non seleziona i possibili potenziali rapinatori, ma registra tutti anche le vecchiette che vanno a pagare il mutuo o a versare la pensione.

    A suo tempo l'allora ministro Bassanini propose per tutti i cittadini italiani la rilevazione delle impronte digitali sulla carta d'identità, accanto alla fotografia e gli altri dati. Oggi la stessa proposta viene avanzata dall'onorevole Rutelli. Quando sia estesa a tutti, la misura non assume nessun carattere discriminatorio.

    Né può suonare discriminatorio sottoporre alla rilevazione delle impronte gli immigrati clandestini, che sbarcano in Italia privi di documenti di identità o con documenti dubbi. La legge Turco Napoletano già lo consente e lo prevede. Ma sottoporre alla stessa pratica tutti gli immigrati, anche coloro che da tempo vivono e lavorano da noi, che hanno già un permesso di soggiorno periodicamente rinnovato e la fedina penale pulita, questo suona come discriminatorio, umiliante e sbagliato. Significa dire alla pubblica opinione e a ognuno di loro che noi li consideriamo sospetti, inaffidabili, propensi a delinquere non per il loro comportamento, ma per la loro origine, il colore della pelle, la religione che professano.

    E' una misura sbagliata che rischia di alimentare, giustificare e confermare tutti i pregiudizi di tipo razzista che, pure presenti nel nostro paese, sembrano in via di superamento. Una recente indagine rilevava che la nostra opinione pubblica è nettamente divisa a metà: un italiano su due ritiene che la presenza degli immigrati extracomunitari nei luoghi di lavoro sia un fatto positivo per la nostra economia e che la presenza dei loro bambini nelle nostre scuole possa essere un'occasione per rinnovare sistemi e strutture di insegnamento. Una saggia politica immigratoria dovrebbe dunque proporsi di facilitare il superamento di vecchi stereotipi e di favorire la reciproca comprensione e la civile convivenza tra noi e gli altri. Tanto più che la loro presenza nel nostro paese è destinata inevitabilmente a stabilizzarsi e, probabilmente a crescere, viste le pressioni e le richieste che in questo senso vengono da gran parte delle nostre aziende. E' nostro interesse insomma favorire in ogni modo un processo di inclusione e integrazione degli immigrati già presenti sul territorio e di quelli che arriveranno.

    Anche per questo siamo contrari alla norma sulle impronte digitali già approvata a Montecitorio e presto all'esame del Senato. Una norma che, se definitivamente approvata, lungi dal favorire i processi di inclusione, alimenterà la reciproca diffidenza, la nostra verso di loro e la loro verso di noi. Anche questo è un pericolo.

    L'umiliazione o la discriminazione di cui l'immigrato, anche quello da tempo inserito nella nostra società e nel suo lavoro, si sentirà vittima quando gli verranno richieste le impronte digitali, lo spingerà infatti a rifugiarsi nella sua comunità, luogo della identità e della sicurezza. Ma la chiusura nella propria comunità, la fissazione nella propria identità etnica o religiosa non è solo un ostacolo alla inclusione ed alla integrazione, rischia anche di mettere i più giovani di quegli immigrati a disposizione della propaganda e del reclutamento dei vari gruppi dell'integralismo e del fondamentalismo. Sono proprio gli umiliati, i respinti i più sensibili a questo richiamo, come dimostra anche l'esperienza francese.

    Se noi abbiamo bisogno delle loro braccia e della loro intelligenza (Guidalberto Guidi ricordava qualche giorno fa che "l'industria comincia a manifestare l'esigenza anche di tecnici ed ingegneri extracomunitari"), allora non possiamo umiliarli, discriminarli, considerarli di razza inferiore, come fanno molti esponenti della Lega. Qui non è in gioco il "buonismo" (la politica ha poco a che fare con i buoni sentimenti), ma la prospettiva di veder realizzata nel nostro paese una civile convivenza tra diversi, nel rispetto beninteso delle nostre leggi.

    (4 giugno 2002)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    http://www.repubblica.it/online/poli...rei/ebrei.html

    Si è concluso a Roma il Congresso delle Comunità ebraiche
    Vince il centrosinistra. Amos Luzzatto confermato presidente
    Gli ebrei bocciano la Bossi-Fini
    "Daremo tutti le impronte"
    Lerner: "Se le chiederanno solo agli extracomunitari
    andremo in massa a consegnare le nostre"
    di SILVIO BUZZANCA


    ROMA - "Sono molto orgoglioso di questa mozione. Se le impronte saranno prese solo agli extracomunitari gli ebrei italiani saranno i primi a consegnare le loro". Gad Lerner è molto soddisfatto della conclusione del Congresso dell'Unione delle Comunità ebraiche. Un po' perché Keillah, la lista del centrosinistra ha vinto il congresso e avrà sette rappresentanti nel nuovo Consiglio contro i sei della lista del centrodestra. Un risultato che ribalta l'esito delle elezioni. Ma soprattutto per le mozioni di appoggio ad Israele e l'antisemitismo. Segno di una sostanziale unità di fondo che trova la sua espressione nella riconferma alla testa dell'Unione di Amos Luzzatto, il presidente uscente.

    Il fiore all'occhiello resta però il documento sulle impronte. Lerner su questo non ha dubbi e spiega che quella mozione nasce dalla consapevolezza che "le comunità ebraiche italiane hanno una funzione di vigilanza e di memoria affinché dei provvedimenti che hanno segnato il nostro passato non possano essere prese contro altri". Da qui nasce l'impegno degli ebrei italiani, una volta approvata la legge, di presentarsi nelle questure a depositare le proprie impronte. "Un gesto concreto - spiega Lerner - di rifiuto di ogni forma di discriminazione". Una discriminazione, spiega la mozione sulle impronte, che spesso si fonde con l'antisemitismo. Un'accusa che viene rivolta con tanto di nome e cognome alla Lega e alla Padania.

    PUBBLICITA'

    Politicamente il dato più importante è sicuramente l'unità intorno ad Israele, la condanna di Arafat e del suo rifiuto degli accordi di Camp David, la sua responsabilità nelle vicende mediorientale. Su questo punto Lerner dice che in fondo le divisioni elettorali "erano molto umorali, legate più che altro ad un certo celodurismo della piazza romana. Le comunità, invece, sapevano benissimo che in Italia non sono sole, non devono combattere contro tutti, contro il resto della società". Una polemica neanche tanto velata contro Riccardo Pacifici, uno dei leader del centrodestra romano. "E' ben strano - dice Lerner - che non si sia candidato nel Consiglio e abbia dato indicazione di votare contro Luzzatto. Il progetto era di creare una doppia leadership, quella istituzionale e quella della piazza. Ma sono stati sconfitti".

    Soddisfazione quindi per l'elezione unitaria di Luzzatto. Condivisa anche da Fiamma Nierenstein, uno dei leader del centrodestra. La giornalista ricorda "le evidenti accentuazioni di alcuni aspetti della sua relazione in particolare sull'antisemitismo a sinistra, l'Islam e soprattutto Israele". "Purtroppo, invece - conclude - la composizione del Consiglio non restituisce interamente il risultato elettorale. E questo capita spesso in politica. Le elezioni a Roma e Milano avevano espresso una loro maggioranza e voglio sperare che il Consiglio ne saprà tener conto".

    (26 giugno 2002)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 
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