Arafat e Castro più ricchi dei capitalisti Bush e Blair di GLAUCO MAGGI
LA CLASSIFICA DEI PATRIMONI PERSONALI
Le classifiche annuali di "Forbes" sui più ricchi del mondo danno raramente notizie con il botto. D'altra parte le vere fortune non si mettono insieme da un anno all'altro molto facilmente, e c'è poi quel naturalissimo attaccamento al proprio patrimonio che fa sì che i primi non mollino volentieri il podio. Bill Gates è primo da 10 anni, e il suo amico Warren Buffett lo segue fedele. E anche Berlusconi galleggia bene nella classifica, come abbiamo già dato conto nell'articolo di ieri. Solo nella particolare sezione "Re, Regine e Despoti" ci può scappare la sorpresa,per esempio Saddam Hussein che da quarto che era ha dovuto lasciare la bella compagnia della regina d'Inghilterra e del principe dell'Arabia Saudita, e soprattutto quella del sodale, per interposti suicidi bombaroli, Yasser Arafat. Ricordate la macabra consuetudine del tiranno di Bagdad di mandare un assegno da 25 mila dollari alle famiglie palestine- si dei "martiri" che si facevano saltare nei bus di Tel Aviv? Ora lui non può più permettersi la generosa solidarietà militante interislamica. Ma l'altro, Arafat, è ancora lì a non fare notizia, ben piantato sui suoi conti più o meno segreti,tutti rigorosamente internazionali, di miliardario Ceo della Autorità palestinese. Duecento milioni di dollari gli accredita per il 2004 la rivista americana,ma se le stime suonano fedeli quando si tratta di fotografare i ricconi capitalisti che detengono azioni dal valore ufficiale,o possedimenti immobiliari dichiarati nelle denunce fiscali, nel caso dei bilanci dell'immarcescibile boss della resistenza (a far la pace) palestinese si può andare solo per intuizione. Chiedere per credere ai contabili della stessa Unione Europea, tra i più generosi a sostenere la Causa, e che recentemente hanno frenato il loro entusiasmo: non ce la racconta giusta, Arafat, sarebbe ora di avere più trasparenza. In aiuti internazionali alla Autorità palestinese sono stati versati almeno 5,5 miliardi di dollari negli anni passati, per apprendere infine, da un ministro nominato dallo stesso Arafat l'anno scorso, Salam Fayyad, che il boss aveva distratto qualcosa come 900 milioni nel periodo 1995-2000 dai conti ufficiali per gonfiare i conti personali. . L'imboscamento di capitali che dovevano dare una mano alla popolazione palestinese per rialzare la testa, per organizzarsi come comunità nazionale in grado di crescere e fronteggiare Israele, su un piano di lotta politica per i propri diritti in un contesto di promozione civile e di miglioramento delle condizioni di vita, è purtroppo anch'essa una non notizia. Già nel 1999 il londinese "Sunday" si chiedeva che fine avessero fatto 400 milioni di dollari di allora in aiuti esteri all'Olp. . Ma era una domanda retorica perchè la risposta era nota: in conti di banche estere, alcuni sotto il diretto controllo di Arafat, che li aveva usati per comprare, tra l'altro, case sul Tamigi. Poi è stata la volta della Senna, a Parigi: le tracce della fortuna semisegreta del boss sono emerse recentemente nell'inchiesta della banca di Francia sui conti di Arafat e della moglie Suha, in "esilio" dorato con la figlia di 8 anni, le guardie del corpo e i 100 mila dollari d'argent de poche che affluiscono mensilmente sui depositi della Bnp della First Lady palestine. Bel campione dei diritti del suo travagliato popolo, Arafat. Con tutte queste spese, riesce a battere in tesoro Fidel Castro, che lo segue di un gradino in graduatoria con 150 milioni di dollari (stipendio ufficiale a Cuba, una dozzina di dollari al mese uguali per tutti). . Ma sia Yasser che Fidel superano e alla grande nella classifica dei ricconi il "povero" Geroge Bush il cui patrimonio è di soli 15 milioni di dollari, per non parlare del presidente francese Jacques Chirac che raggiunge a mala pena i 9 milioni di dollari, seguito dal primo ministro britannico Tony Blair con soltanto 3 milioni di dollari. Ultimo il premier tedesco Gerhard Schroeder: lui può contare appena su uno striminzito milione di dollari.
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Forza Kompagni, mi raccomando tutti in piazza a celebrare i vostri eroi difensori degli oppressi