Per gli studiosi della Tradizione

[Otto Rahn]

Ragazzi volevo segnalarvi due saggi (che forse già conoscete) che pongono dei problemi interessanti per chiunque si consideri "tradizionalista".
Dopo un' attenta lettura sarebbe interessante avviare una discussione magari partendo da un testo alla volta.

http://www.grandetriade.it/identita.htm

http://www.vedanta.it/attivita/artic...drupini_01.htm

[Tomás de Torquemada]

Grazie! Ne riparleremo fra qualche giorno...

[Satyricon]

Bei link sopratutto il primo...
Noto però con dispiacere che manca quello che io considero il più grande studioso italiano di archetipi e di miti: Elemire Zolla, forse perchè più difficilmente inquadrabile in certe categorie politiche.

[Arjuna]

Ho letto rapidamente il saggio di Antonio D’Alonzo,mi ha dato qualche dubbio.
Personalmente anche io ho avuto la sensazione,leggendo Guenon,di mancanza di specificazione delle fonti e qualche omissione di spiegazione,ma molti dei problemi che pone l’autore del saggio sono a mio parere superabili
Ad esempio per la differenza per lui inconciliabile fra Creazione dal nulla / Dottrina ciclica riporto questo estratto : ”l’apparente contraddizione fra le due concezioni si risolve tuttavia quando si consideri che il tempo,quale espressione del mutare e trapassare,non può essere stato prima della creazione.Il tempo è stato creato assieme al mondo;perciò il principio del mondo non è di natura temporale,anche se può esser espresso solo in termini temporali da una visione che rappresenti gli effetti divini simbolicamente come agire”
Anche il solito problema potere sacerdotale/potere regale credo sia superabile nell’antica concezione del rex,cioè un guerriero elevato al rango di Re dai sacerdoti,custodi della tradizione,cui il Re è superiore ma cui il Re deve portar rispetto,come verso una madre.E’ questa del resto la concezione della Brhadaranyaka Upanisad,una delle più antiche e autorevoli in cui i bramani soccombono sempre nei “duelli metafisici” con i principi e re.
Non so se sia esistito un tempo in cui i principi metafisici della Tradizione fossero vivi in tutti gli uomini,e tutti gli uomini avessero un pieno contatto con i mondi superiori, oppure se la Tradizione vada intesa come la Verità eterna con la quale si viene sempre a contatto se si arriva a stati superiori dell’essere,so che comunque tutto ciò implica una visione negativa della modernità che nega o relega alla sfera privata qualsiasi verità non empirica,e,al contrario di quanto affermato nel saggio,anche Coomaraswamy condivide le forti critiche alla modernità come ad esempio in questo passo parlando delle interpretazione del Buddismo “quanto inevitabili saranno le interpretazioni arbitrarie nel nostro secolo legato al culto del progresso,di individualismo,di incessante ricerca di un livello più elevato di esistenza materiale?Quasi tutti,salvo qualche teologo di professione hanno dimenticato che una realtà suprema non potrebbe esser convenientemente definita che per mezzo di una serie di negazioni che affermano solamente ciò che essa non è (un punto è ciò che non ha parti)”

[Vahagn]

In Origine Postato da Satyricon
Bei link sopratutto il primo...
Noto però con dispiacere che manca quello che io considero il più grande studioso italiano di archetipi e di miti: Elemire Zolla, forse perchè più difficilmente inquadrabile in certe categorie politiche.

Hai il saggio in cui Zolla si vendica del giudizio negativo di Evola sul suo "Che cos'è la tradizione?"?

[Vahagn]

In Origine Postato da Arjuna
,e,al contrario di quanto affermato nel saggio,anche Coomaraswamy condivide le forti critiche alla modernità

Esatto, anche Coomaraswamy (padre, ma anche il figlio) stronca i "valori" della modernità. Eppure non è certo liquidabile come becero razzifascista.
Mi sa allora che il problema è nei vari D'Alonzo e pensatoretti vari, troppo pronti a scendere a compromessi con ciò che è nemico della Tradizione (se non ad aderire all'antitradizione, come par di capire).

[Senatore]

In Origine Postato da Vahagn
Hai il saggio in cui Zolla si vendica del giudizio negativo di Evola sul suo "Che cos'è la tradizione?"?

Oibò codesta mi è nuova.
proprio nell'unico libro di Zolla da me leggiucchiato- mi pare "lo stupore infanile o qualcosa del genere- ho trovato un severo giudizio su Evola , che veniva chiamato burocrate nazionalsocialista o giù di lì. Non so se è quella la vrndetta a cui alludevi, caro Vahagn.
Ciao

[Senatore]

In Origine Postato da Vahagn
Esatto, anche Coomaraswamy (padre, ma anche il figlio) stronca i "valori" della modernità. Eppure non è certo liquidabile come becero razzifascista.
Mi sa allora che il problema è nei vari D'Alonzo e pensatoretti vari, troppo pronti a scendere a compromessi con ciò che è nemico della Tradizione (se non ad aderire all'antitradizione, come par di capire).

Infatti, ma poi che vuol dire? se decidi di dare una interpretazione filosofica al tradizionalismo, allora, come per tutte le correnti filosofiche ne mostri gli aspetti peculiari. Ho già detto che secondo me un simile approccio si potrebbe fare anche a scuola. All'università, se non proprio al liceo. E invece questo D'Alonzo vuole porre in rilievo le "mancanze" dei perennialisti alla luce dell'ermeneutica di Heidegger, come se non ci fosse altro parametro di giudizio valido.
Bah, in fondo non è un problema mio.
Ciao

[Vahagn]

In Origine Postato da Senatore
Oibò codesta mi è nuova.
proprio nell'unico libro di Zolla da me leggiucchiato- mi pare "lo stupore infanile o qualcosa del genere- ho trovato un severo giudizio su Evola , che veniva chiamato burocrate nazionalsocialista o giù di lì. Non so se è quella la vrndetta a cui alludevi, caro Vahagn.
Ciao

No, no. L'attacco a fondo contro Evola Zolla lo portò in America, e in lingua inglese (Paura di trovare gente capace di difenderlo in Italia?).
E' un saggetto o un articolo pubblicato - che sappia io - su una rivista gnostica americana; poi non so se abbia scritto anche altro.
Lo trovai tempo fa navigando. Ora lo rintraccio, e magari lo ordino, perché sarebbe veramente interessante discutere dello scontro Zolla-Evola (benché postumo, perché mi risulta che il primo non replicò alla stroncatura di "Cos'è la tradizione?" a Barone ancora in vita).
Forse il nostro amico qui ne sa di più?

[Satyricon]

Mah! non conosco l'articolo a cui ti riferisci, certo è il fatto che Zolla non amasse Evola, ricordo infatti un'intervista nell' "Italia Settimanale" in cui lo accusò di aver preso tutto "o almeno tutto l'essenziale" da Guenon di cui nutriva una maggiore stima (pur con qualche puntalizzazione) e comunque mai lo citò come fonte d'ispirazione (al contrario di altri tradizionalisti).
Poi tessendo l'elogio di Reghini (in "Lo stupore infantile" mi sembra di ricordare che disse quel che Senatore ricorda).
Facci sapere se hai nuove.
Comunque per una buona disamina del pensiero zolliano consiglio
"Un destino itinerante. Conversazioni tra Occidente e Oriente" intervista a Zolla di Doriano Fasoli.