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Discussione: Arturo Reghini

  1. #1
    stanziale
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    Predefinito Arturo Reghini

    salve,
    invio articolo su arturo reghini apparso sul "corriere della sera".
    arturo reghini e' stato un personaggio importante nella storia
    "non ufficiale" dell'italia.
    di reghini non condiviamo certe scelte, ma dobbiamo
    riconoscergli il coraggio di aver contributo alla lotta
    di liberazione pagana.
    ciao
    francesco scanagatta
    --------------------

    dal "corriere della sera" di lunedì, 18 agosto, 2003

    --------------------------------------------------------------------------------

    Reghini, il massone pitagorico che amava la guerra

    ITALIANI ALLO SPECCHIO di GEMINELLO ALVI
    Alvi Geminello

    Arturo Reghini nacque a Firenze il 12 novembre 1878, da bambino lesse Pinocchio, ma sorprese i suoi per i calcoli a memoria e l' appartarsi in silenzio d' estate tra i grilli. Anche perciò, e perché cogli altri s' imbronciava, cresciuto fu mandato a studiare matematiche a Pisa. Qui i poliedri e le sfere diedero al suo pensiero quel libero fluire per cui, con la testa aperta come un nido di rondini, si persuase un bel giorno che il tutto universo era divino. E a Firenze scoprì nelle sezioni auree dei palazzi che pure i grandi del Rinascimento l' avevano capito. Uno zio lo erudì a diffidare del Vaticano, elogiando Giordano Bruno e le logge dei massoni che nel Settecento gli inglesi avevano per prime iniziato in Italia. Del resto anche il primo dei Lorena era affiliato. Il che almeno protesse un po' la memoria del paganesimo mediceo; e mantenne alla Toscana una certa tolleranza: qualche distacco dai preti e dalla noia. A Roma diciottenne fu ovviamente attratto dalla Teosofia della Signora Blavastsky, che non solo pretendeva di avere descritto le cosmogonie e i segreti dei più segreti maestri dell' India, ma aveva anche combattuto con Garibaldi. Nel 1902 tenne molto ad essere iniziato nell' ordine di Memphis e Misraim, secondo rituali egizi. Ma non gli parve che l' Italia fosse com' era ed è: un caotico Egitto reincarnato, non solo a Napoli. Si convinse invece che l' essenza dell' Italia e degli italiani era una Roma arcaica e mai morta, protetta da una sapienza primordiale che aveva emanato anche Pitagora. Era la stessa Roma che aveva infervorato Mazzini e il Risorgimento. E che non piaceva al Vaticano il quale con la bolla del 1738 del cieco Clemente XII scomunicava chiunque si affiliasse alla società dei massoni. Un anno dopo che era morto Gastone ultimo dei Medici. Peraltro dall' intreccio miserabile di favori e ripicche nel quale era decaduto il Grande Oriente il candido Reghini fu tra i pochi a non trarre vantaggio. Era la mattina professore di matematica nelle scuole superiori, per ritrovarsi puntuale ogni notte a rimirare come i pitagorici i numeri e le stelle. Gli parve ovvio che se uno era l' unità assoluta non poteva sommarsi a un altro uno. Scrivere uno più uno uguale due gli parve efferato: il due era semmai privazione dell' uno. Ma erano discorsi che poteva fare solo alla loggia Lucifero col suo amico Armentano. Era costui un musicista capace di misteri non troppo diversi da quelli che resero poi famoso Rol. Reghini ed altri stravaganti presero a ritirarsi con lui in una torre costiera in Calabria. Fu in quegli anni che il nostro più si cimentò, persuaso di poter divenire la musica che dà forma a una pianta o una pietra o il respiro di un angelo. Ma si sentiva un romano arcaico e perciò fu interventista. Nel 1913 compì strani riti per la vittoria nella guerra che sentiva prossima. L' anno dopo scrisse un articolo, «Imperialismo pagano», avversando tra l' altro il suffragio universale, che favoriva solo cattolici e socialisti. A guerra vinta col Grande Oriente sostenne pure l' impresa di Fiume. E il 23 marzo del 1919, quando fu fondato a Piazza San Sepolcro il primo fascio di combattimento, era il giorno in cui cadeva la festa romana del Tubilustrium o consacrazione delle trombe di guerra. Si persuase che Benito Mussolini era il tribuno che sarebbe riuscito a divenire console d' Italia. Ma nel 1923 il partito fascista disse che l' affiliazione massonica incompatibile con l' appartenenza al partito fascista. Reghini vide in ciò il lavorio dei gesuiti e del fratello cattolico del duce. Protestò che Roma era pagana. Ma nel 1926 ad Arnaldo Mussolini arrivò la delazione che il nostro faceva propaganda per il divorzio. In effetti faceva di peggio: coi seguaci di Steiner, il giovane Evola, Ciro Alvi e altri eretici, fondava riviste sulle tecniche ascetiche più proprie in Occidente. Fu esecrato non solo dalla Civiltà Cattolica, anche dal causidico assistente degli universitari cattolici: G.B. Montini. Ma Reghini era anche toscano, dunque incline al litigio greve: e si litiga meglio con quelli che si credevano amici. Perciò litigò col barone Julius Evola, tentò di farlo fuori da una rivista; poi gli rimproverò di avergli copiato il titolo e il senso di «Imperialismo pagano». Ma l' 11 febbraio ' 29 Mussolini firmò pure il Concordato: per chi era pitagorico e mazziniano, fu il gesto più esecrabile. Si ritrovò sorvegliato speciale della polizia politica fascista, scomunicato dai gesuiti e denunciato da Evola. Costui italiano, dunque fedele anzitutto agli odi fraterni, il 3 marzo 1929 denunciò il «massone Reghini» che «pretende di insegnare al fascismo la romanità... ». Concludendo che per lui «l' aria più propizia non è quella del continente: è invece quella delle isole ove il Reghini invece di insegnare a Roma ... in una pubblica scuola (caso di cecità degli organi di controllo?) si troverebbe più a suo agio». Una meschinità che complicò la vita del nostro pitagorico. Si ritirò a studiare dei teoremi che coi poliedri dimostravano il teorema di Pitagora, meglio di Euclide. Reghini era piccolino con la fronte diritta e le labbra pronunciate, occhi grandi e naso piccolo in un viso da tenace, i capelli all' indietro. Morì tra i numeri pitagorici seduto nel suo studio guardando il sole in una villa fuori Bologna nel luglio 1946. Gli sarebbe piaciuto Ariosto, Orlando furioso, canto XVII, 76: «E pur per dar travaglio alla meschina lasci la prima tua sì bella impresa. O d' ogni vizio fetida sentina dormi Italia imbriaca... ».

  2. #2
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito Il figlio del sole - biografia di Arturo Reghini

    Apprendo dal forum de 'La Cittadella' (www.lacittadella-mtr.com)


    Associazione Culturale “IGNIS”

    Via Goito,11 – 60100 ANCONA

    e-mail: mystes@iol.it

    COMUNICATO STAMPA



    È disponibile il libro di Roberto Sestito - IL FIGLIO DEL SOLE.

    Caratteristiche del volume:

    Autore: Roberto Sestito

    Titolo: IL FIGLIO DEL SOLE - Vita e opere di Arturo Reghini filosofo e matematico

    Pagg. 320 e 18 illustrazioni.

    Prezzo EUR 24,00 + spese postali.

    Gli ordini vanno inoltrati all’indirizzo di posta elettronica su indicato.

    Dal quarto di copertina del libro riproduciamo la seguente scheda informativa:


    IL FIGLIO DEL SOLE, e una biografia del matematico e filosofo Arturo Reghini, nato a Firenze nel 1878 e deceduto a Budrio (Bologna) nel 1946.

    Nasce dallo studio del fitto epistolario che egli mantenne nel corso della sua esistenza con il suo maestro spirituale Amedeo Armentano (1886-1966) e che il Sestito ha scrupolosamente analizzato, riproducendolo in gran parte nel suo libro e integrandolo con alcune fonti di informazioni,
    contributi critici e documenti letterari dedicati al Reghini.

    Filosofo e filologo di sovrano intelletto e di elevata purezza spirituale, amico di tutti i maggiori intellettuali suoi contemporanei, presente nei momenti decisivi del risveglio dell'antiquissima italorum sapientia e nei circoli letterari che fiorirono in Italia e soprattutto a Firenze, pioniere dell’idea imperialista e del ritorno di Roma al suo ruolo di caput mundi, Reghini si affianca a quella agguerrita pattuglia di idealisti, di artisti, di poeti e di scrittori che riportarono la cultura italiana ai primi posti nel mondo sotto le insegne del futurismo e della tradizione italiana.

    Fu insieme a Papini, Campana, Soffici, Vannicola, Amendola, Tavolato e altri, collaboratore e promotore di riviste come il Leonardo e Lacerba, ideatore di collane letterarie sorte col patrocinio della biblioteca Filosofica.

    A lui si devono la nascita delle riviste ATANOR, IGNIS e UR, l’aver incoraggiato la conoscenza e la diffusione delle opere di Guenon in Italia nonché di aver favorito il debutto di Evola tra gli scrittori tradizionalisti.

    Stimato da Mussolini, ma boicottato dal Regime nella fase pre-conciliatoria a causa della sua militanza massonica, Reghini dovette rassegnarsi al silenzio e alla fine degli anni '30 si rifugio a Budrio dove fece in tempo, prima di morire, a concludere la sua splendida opera in sette volumi e un Prologo sulla matematica pitagorica.

    Una biografia di Reghini e percio non solo il racconto della vita di un uomo instancabile e prolifico ma anche uno spaccato di quegli straordinari decenni del nostro Novecento ricco di personaggi che hanno segnato per sempre la cultura e la politica italiana.



    Roberto Sestito, e autore della “Storia del Rito Filosofico Italiano e dell'Ordine Orientale Antico e Primitivo di Memphis e Mizraim” edita con i tipi della Firenze Libri srl; ha pubblicato per la Casa Editrice IGNIS l’opera “Dei Numeri Pitagorici” (Prologo) di Arturo Reghini e le “Massime di Scienza Iniziatica” di Amedeo Armentano; per la Hugins Ltda di Lisbona ha curato di Reghini “Escritos sobre a Maconaria”.

  3. #3
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    Predefinito Re: Il figlio del sole - biografia di Arturo Reghini

    Originally posted by Orazio Coclite

    la sua splendida opera in sette volumi e un Prologo sulla matematica pitagorica.

    "Incredibili quegli anni!" - per parafrasare Capanna (che però parlava di altri "anni" ...).
    Dovuque per l'Europa - e persino in America! - si riscontrò un fiorire di menti che maturarono la consapevolezza di superare la marcia civiltà occidentale moderna abbeverandosi all'arcaico. Artisti, critici, letterati, scienziati, economisti, soldati, politici ... che sono purtroppo stati eclissati dal ritorno del conformismo modernista post-1945.

  4. #4
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    Strano ma vero, escono praticamente in contemporanea ben due testi biografici su Arturo Reghini, e questo dopo anni di silenzio.

    L'altro testo oltre a quello segnalato prima è "Arturo Reghini, un intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo" di Natale Mario Di Luca (edizioni Atanòr), euro 14,00.

    L'ho acquistato questa mattina. Appena lo leggo vi saprò dire,

    Vale!

  5. #5
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    Originally posted by Orazio Coclite
    Strano ma vero, escono praticamente in contemporanea ben due testi biografici su Arturo Reghini, e questo dopo anni di silenzio.

    L'altro testo oltre a quello segnalato prima è "Arturo Reghini, un intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo" di Natale Mario Di Luca (edizioni Atanòr), euro 14,00.

    L'ho acquistato questa mattina. Appena lo leggo vi saprò dire,

    Vale!
    Il fatto è che questi due libri trattano piuttosto male Evola. Mi domando se qualcuno non stia cercando di sostituire Reghini con Evola.......la Massoneria con la non-Massoneria.....

  6. #6
    suum cuique
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    Originally posted by vittoriofincati
    Il fatto è che questi due libri trattano piuttosto male Evola.
    I Massoni si ricordano ancora delle sonore sferzate del barone...
    http://members.xoom.virgilio.it/alch...oneghibel.html

  7. #7
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    Originally posted by Otto Rahn
    I Massoni si ricordano ancora delle sonore sferzate del barone...
    http://members.xoom.virgilio.it/alch...oneghibel.html
    Non voglio alimentare la consolidata polemica su Massoneria e antimassoneria. Voglio però ricordare il curioso fatto che la mitologia massonica è una mitologia ebraica, senza con ciò volere esprimere un sentimento razzista (Hiram, costruzione del Tempio ecc.). Pertanto mi domando e Vi domando: noi europei abbiamo bisogno della Massoneria o possiamo farne serenamente a meno?

  8. #8
    zilath mexl rasnal
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    Originally posted by vittoriofincati
    Non voglio alimentare la consolidata polemica su Massoneria e antimassoneria. Voglio però ricordare il curioso fatto che la mitologia massonica è una mitologia ebraica, senza con ciò volere esprimere un sentimento razzista (Hiram, costruzione del Tempio ecc.). Pertanto mi domando e Vi domando: noi europei abbiamo bisogno della Massoneria o possiamo farne serenamente a meno?

    Bravo Vittorio, credo che tu abbia centrato il problema.
    Vale

  9. #9
    suum cuique
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    Predefinito

    Originally posted by vittoriofincati
    Non voglio alimentare la consolidata polemica su Massoneria e antimassoneria. Voglio però ricordare il curioso fatto che la mitologia massonica è una mitologia ebraica, senza con ciò volere esprimere un sentimento razzista (Hiram, costruzione del Tempio ecc.). Pertanto mi domando e Vi domando: noi europei abbiamo bisogno della Massoneria o possiamo farne serenamente a meno?
    Beh oramai è un pò tardi per dire "facciamone a meno".
    Oggi come oggi la Massoneria è un' istituzione tentacolare talmente radicata e diffusa che bisognerebbe rivoltare l' interà società da cima a fondo per estirparla.
    L' infiltrazione giudaica nella Massoneria è probabilmente molto antica e proprio a causa di essa ritroviamo nei suoi rituali e nella simbologia di loggia una profusione di elementi riconducibili a Israele.
    In ogni caso una certa letteratura cospirazionista ha contribuito a dipingere la Massoneria come l' epitome del male e del complotto a danno dei popoli. Queste posizioni devono essere prese cum grano salis e ciò che può essere vero agli alti livelli non deve necessariamente riguardare ogni singolo massone; molti di essi sono padri di famiglia innocui che per un motivo o per un altro si sono trovati un hobby in fondo molto borghese.

  10. #10
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    Salve,
    vorrei premettere che:
    1- Non sono massone;
    2- Ho anch’io qualche perplessità sul simbolismo (e non solo) delle logge;
    Mi sembra però di ricordare che le dottrine ebraiche si siano diciamo sovrapposte ad un corpus dottrinale di ben altra origine (orfico-pitagorica) e che proprio in una restaurazione in tal senso si svolgesse l’opera del Reghini.
    Segnalo questo link per queste tematiche.
    Noto però che seguendo il Reghini magari si incontrano sinceri massoni amanti della Patria e degli ideali che furono alla base del Risorgimento, seguendo l’Evola si rischia di incontrare un Borghezio o un Cardini che questi ideali non li idealizzano mica tanto.
    In tempi di sfrenato secessionismo, austricantismo, catto-integrismo non è cosa da poco…

 

 
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