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Discussione: Giganti ?

  1. #1
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    Predefinito Giganti ?

    Mito e realtà dei giganti
    DI ANTONIO MATTERA

    È il destino comune delle nuove verità cominciare come eresie e finire come superstizioni.(Thomas Henry Huxley).

    “I Sao erano talmente alti di statura che i loro archi erano costruiti con interi tronchi di palma e le loro ciotole, grandi come giare funerarie, potevano contenere due uomini seduti. Pescavano senza reti, sbarrando il corso dei fiumi con le mani; prendevano gli ippopotami a mani nude e quando parlavano la loro voce rintronava come il brontolio del tuono…e avevano la pelle bianca…..”

    Questo potrebbe essere il testo di una fiaba da raccontare ai bambini intorno al fuoco di un caminetto, nelle serate gelide e fredde invernali in cui non si può uscire da casa, o semplicemente il viatico per far addormentare bambini restìì al sonno, come hanno fatto generazioni di genitori, seduti su un lato del letto dei propri figli, armati di un libro di fiabe o semplicemente della propria fantasia.

    Invece dalle parti del Ciad (Africa) queste sono tutt’altro che leggende, ma anzi affondano le loro origini nella lontana rimembranza di un antico popolo di giganti, che abitava in epoca remota in quei luoghi e la cui esistenza fu riportata, tra il 1936 e il 1939, alla luce dalle spedizioni Lebeuf e Graule, le quali riuscirono a tracciare un quadro abbastanza frammentario di quest'enigmatica popolazione, di cui ora si sa solo che usavano per le onoranze funerarie giare a forma di uovo per contenere i cadaveri, che affianco a queste giare venivano poste delle figure antropomorfe dagli aspetti fisici alquanto fantasiosi, rappresentanti i defunti e che furono definitivamente massacrati dagli arabi durante il X secolo.

    Ma non sono solo gli abitanti del Ciad a ricordare l'esistenza di esseri dalle proporzioni fisiche gigantesche; riferimenti a simili creature si trovano sia nel libro indù del Mahabharatha, sia in testi religiosi dello Sri Lanka e della Thainlandia, sia antiche storie egizie, irlandesi e basche.

    Il “manoscritto messicano di Pedro de los Rios” narra che: ”…..prima del diluvio, che si verificò 4008 anni dopo la creazione del mondo, la Terra di Anahuac era abitata dai giganti Tzocuillexo…”, mentre nella tradizione Maya si parla dei Quinatezmin.

    Molti altri esempi di resoconti (quanto leggendari?), scritti e orali, su esseri giganteschi sono presenti nelle varie tradizioni popolari, in tutto il mondo ed elencarle tutte appesantirebbe di molto quest'articolo. Per ultima, ma solo perché negli anni c’è stata una notevole controversia sulla tradizione letterale della parola “Nefilim”, citiamo la tradizione biblica, che narra di una stirpe di giganti, i Nefilim per l’appunto, discesa dal cielo e accoppiatisi con le femmine della razza umana (Genesi 6,1-4; libro dei Numeri 13, 21-29,32-33; libro dei Re 17, 4-51; Deuteronomio 3 e 2, 20-21; Cronache 20,6-8).

    Il ricordo di un’antica progenie dell’uomo dall’aspetto e dalle dimensioni superiori alla media non è relativo solo ad antiche tradizioni popolari ma pare impermeato oltre che negli strati leggendari dei cosiddetti miti (spesso superficialmente relegati in un ruolo di secondo piano), anche negli strati meno leggendari e fantasiosi, ma più “corposi” delle scoperte archeologiche. Reperti che, strappati dalla terra che li ha nascosti e protetti per secoli, spesso subiscono un nuovo insabbiamento, in vecchi e polverosi magazzini, lontano da sguardi e organi d'informazione, da parte di quella scienza “dogmatica” che spesso cade in grande imbarazzo di fronte a scoperte che inficiano e distruggono le loro basi dottrinali.

    Proviamo a citare alcuni esempi.

    Hernan Cortes, durante la sua conquista del Messico, entrò in possesso di ossa gigantesche, che secondo gli indigeni appartenevano ad una oramai estinta razza di giganti. Il prode Cortes stesso si incaricò di spedire al Re di Spagna un “femore altro quando un essere umano”. Una copia di un femore di tale dimensione, trovato nella regione mesopotamica, è conservata nel Mt. Blanco Fossil Museum (USA) e lo potete osservare nella foto sotto.

    Molte leggende su antichi giganti abitanti le sponde del lago Titicaca e poi trasferitisi a sud, in Patagonia, potrebbero essere confermate dagli avvistamenti (se veritieri) di esploratori come Magellano, Drake, Hernandez ed altri.

    Un altro storico del periodo della Conquista spagnola del Nuovo Mondo, tale Fernando de Alba Ixtilxochitl narrava che “...i resti dei giganti abitanti nella Nuova Spagna (Messico) si potevano trovare ovunque."

    Giovan Battista Modena fu un canonico ed uno studioso vercellese vissuto fra il XVI ed il XVII secolo.

    A lui si devono gli studi sui presunti giganti di Saletta.

    Egli, infatti, trovò nella Chiesa di S. Cristoforo, in Vercelli, un dente gigantesco conosciuto, per l’appunto come “dente di San Cristoforo”. La leggenda vuole che, nel 1622, trovi a Saletta i resti di un gigante, di cui egli narra: “ ho ritrovato un corpo gigantesco di altezza e grandezza indicibile, che io stesso ho veduto e misurato……”.

    Nel 1577 a Weiillisau, in Svizzera, vennero alla luce i resti di uno scheletro umano che, benché mancante di alcune parti, venne ricostruito dall’anatomista Plater nella creta e risultò appartenere ad un essere alto 5,80 metri. Tale ricostruzione venne esposta nel museo locale e ancora oggi si può ammirare nel paese una statua di un gigante atta a commemorare tale ritrovamento.

    A Glozel (uno dei misteri più profondi degli ultimi anni e uno delle pietre nella scarpa più dolenti per la scienza ortodossa), vicino Vichy, in Francia, furono rinvenute, nel 1925, ossa umane giganti, crani grandi il doppio, impronte di mani giganti, oltre a monili fatti a misura per arti giganteschi, il tutto risalente fra tra i 17-15000 anni fa. Il ritrovamento, sempre a Glozel, di manufatti squisiti in ceramica ed esempi di scrittura (il primo modello di scrittura documentato si faceva risalire al IV millennio a.C.) conferisce a questo luogo (che è sopravvissuto a tutti i tentativi di screditamento) un‘aurea ancora più misteriosa.

    Uno scheletro di un guerriero, riesumato in Inghilterra, misurava un’altezza di 2,80 metri, mentre a Latina, nel 1969, furono rinvenute le tombe di 50 guerrieri, relative al periodo antico romano, alti tutti tra 1,80 metri e 2,20 metri, in aperto contrasto con la statura media dell’epoca.

    Persino lo storico Erodono (storie 1-68) narra di un ritrovamento di un gigante di circa 3,10 metri di altezza.

    Il continente americano pare quello più “segnato” da queste tracce di giganti; proviamo a farne una sorta di catalogo.

    1) Intorno al 1810, a Braystown, Tennesse, vennero rinvenute orme di piedi umani, muniti da sei dita (curioso che tradizioni simili siano presenti anche nella Bibbia, nei versi sopra citati!), di circa 32 cm di larghezza, oltre ad impronte di zoccoli di cavallo (e si è sempre pensato che i cavalli fossero stati introdotti nel Nuovo mondo dai Conquistadores) misuranti dai 20 ai 25 cm!

    2) Nel 1870, un agente indiano, Frank La Fleche, annunciò che gli indiani Omaha avevano dissotterrato otto giganti con i teschi misuranti 60 cm; le stesse tribù indiane chiamavano questi giganti Mu-A-Luskha, e narravano che erano arrivati millenni primi dall’Oceano Pacifico sulle coste americane, avevano combattuto e distrutto le tribù amerinde esistenti, stuprato le donne di questi, e fondate città e scavati pozzi. Forse il primo termine MU si riferisce alla leggendaria MU?

    3) Nel 1924, la spedizione scientifica Donnehey ritrovò, nell'Havai Supai Canyon, un'incisione rupestre di un tirannosauro in posizione di combattimento e le guide indiane affermarono che questa strabiliante incisione era stata opera di un “essere gigantesco”che abitava, nei tempi remoti nella regione. Il sito di Glen Rose (Texas), dove sono state rinvenute orme di esseri umani e dinosauri coesistenti, risultato del tutto attendibile contro ogni aspettativa e prova da parte degli studiosi ortodossi, pare essere avvalorato, e, di ricambio, avvalorare, da queste eccezionali scoperte.

    4) Nel 1943, alcuni genieri militari di stanza a Shemya, un’isola del gruppo delle Aleutine, ritrovarono delle ossa di proporzioni notevoli e crani enormi (le dimensioni di questi oscillavano fra i 50 e i 60 cm!). Questi giganti misuravano circa 7 metri! Le autorità militari subito giunte sul posto provvidero subito ad intimare il silenzio su questa faccenda.

    5) In California, nel 1810, venne rinvenuto lo scheletro di un gigante con sei dita.

    6) Un teschio, con una doppia fila di denti saldati alla poderosa mascella, appartenete ad un gigante fu rinvenuto sull’Isola di Santa Rosa, nel canale di Santa Barbara, California.

    7) Alcuni soldati di stanza a Lampock Ranch, in California, rinvennero lo scheletro di un gigante, e un frate cattolico ordinò loro di sotterrarlo nuovamente poiché i nativi locali erano adirati da tale profanazione, credendo tali resti quello che rimaneva di un antico dio.

    Figura 2: un disegno dell'800 che raffigura il ritrovamento e la misurazione di uno scheletro di gigante.

    Queste sembrano tutte prove che il continente americano fosse abitato, in epoche remotissime, da esseri dalla statura colossale, e che, in alcuni casi, questi individui siano persino coesistiti con dinosauri!

    Tornando più vicino a casa nostra, nel bresciano, nella Chiesetta di San Salvatore, sono conservate delle gigantesche ossa umane che si possono osservare spiando attraverso una grata.

    In Marocco, presso Agadir, vennero ritrovati un set di utensili, risalenti a 300000 anni fa, concepito per essere usato dalle mani di un uomo alto minimo 4,50 metri!

    Negli anni ’70 un proprietario terriero, Martinez, in Messico, rinvenne le ossa di due uomini d'indicibile altezza. Denunciato il fatto alle autorità locali, venne accusato di omicidio. Questo lo convinse, dopo essere stato liberato dietro cauzione, ad incenerire le ossa!

    A Gargayan, nelle Filippine, è stato scoperto uno scheletro di 5,18 metri.

    A Ceylon i resti misurano 4 metri, mentre a Tura, in Pakistan è venuto alla luce uno scheletro di 3,35 metri. Scoperte simili sono state compiute in Marocco, in Moravia e Siria.

    Uno scheletro umano di 2,38 metri fu rinvenuto in mare a 250 km da Santiago del Cile, insieme ad ossa di animali e vasellame, nel 1970.


    Denti umani del peso di 430 grammi furono rinvenuti a Punta S.Elena in Perù.

    Singolare quanto accadde al grande paleontologo Ralph Von Koenigswald: un giorno egli entrò in una farmacia di Honk Kong, e osservò sul banco un gran vaso di terracotta contenente una collezione di grossi denti. Incuriosito vi affondò le mani e con sua gran sorpresa ne estrasse un grosso molare che subito identificò, grazie alla sua esperienza, come appartenere ad un essere umano: unica contraddizione era che tale dente posteriore era di dimensioni gigantesche, appartenente ad un uomo che doveva essere alto almeno 4 metri.

    Domandando al farmacista dove l’avesse trovato e gli fu risposto che il dente veniva da una collezione paterna di denti di “drago”, strani resti che venivano scoperti in un po’ tutta la Cina. Dopo altre ricerche il paleontologo scoprì altre farmacie che possedevano denti simili i quali venivano usati per ricavarne una polvere terapeutica dopo essere stati opportunamente macinati.

    Spinto dalla curiosità e ottenute notizie anche dai contadini, Von Koenigswald ipotizzò che tale essere umano, battezzato Gigantopiteco, abitava nelle grotte della regione del Kiang-Hsi circa 550000 anni fa.

    Convinto sempre più della sua idea, il paleontologo si imbarcò per Giava, ove furono ritrovati i primi resti di uomo scimmia (grazie all’interesse di un giovane medico olandese, Eugene Dubois), ed, a totale supporto della sua idea, rinvenne un frammento di mascella smisurata, i cui denti erano però di dimensione minore rispetto a quelli trovati per caso nelle varie farmacie cinesi. Dai calcoli ricavò che l’essere cui apparteneva la mascella e i tre denti che vi erano ancora posti in essa, doveva essere alto fra i 3 e i 3,50 metri, e gli attribuì il nome di Megantropo (Uomo Alto).

    Uno scienziato, Horbiger, ha da tempo ipotizzato l’esistenza, in passato, di più lune intorno al nostro pianeta, che avrebbero influito sul campo gravitazionale e quindi favorito la megafauna gigantesca e la presenza di gigantismo negli esseri umani. La frantumazione di una o più lune, in rotta di collisione con il nostro pianeta, avrebbe, di fatto, provocato la scomparsa del gigantismo animale, umano e della fauna, sconquassando il nostro globo fino a stravolgerlo geologicamente, quindi resti di tale gigantismo sono seppelliti sotto metri e metri di terra o negli abissi marini.

    Un altro ingegnere di fama mondiale, Zillmer, parla di un’atmosfera prediluviana essenzialmente diversa da quell'attuale, dove i raggi del sole erano filtrati da uno strato di vapore acqueo. Tali raggi non avrebbero più intaccato negativamente organi vitali preposti al mantenimento della vita, e proprio in base a quest'affermazione lo stesso Zillmer arriva alla conclusione che l’esagerata longevità data ai primi abitanti della Terra, narrata dalla Bibbia, non sia frutto d'immaginazione o di errore di traduzione, ma pura realtà scientifica.

    Forse ancora una volta i miti e le leggende hanno un valore più importante e storico di quanto ufficialmente se ne dia loro, e forse ancora una volta la storia e soprattutto la teoria darwinista sull’evoluzione della razza andrebbero riviste. Dopotutto un celebre aforisma pronuncia:

    Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica; il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. (Igor Sikorsky)



    Sono stati forse questi mitici “giganti”, le cui tradizioni, e i resti fossili, sembrano essere presenti da un capo all’altro del mondo, a costruire i siti megalitici come Sacsahuaman, Giza e tanti altri che sembrano sfuggire ad ogni logica costruttiva riferita a quei tempi? E forse queste antiche tradizioni di esseri giganteschi e le prove della loro esistenza, che sembrano ogni tanto emergere dalle nebbie del passato e dalla terra del presente, possono essere ricollegati ad altri miti come quelli dello yeti e dei bigfoot? Sono forse questi gli ultimi esempi (forse involuti) viventi dei mitici giganti?

    Alla scienza la risposta, anche se questa, spesso, per non rispondere a ciò che non conosce, nega ciò che sa.

    http://www.acam.it/giganti.htm

  2. #2
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    L'ERA DEI GIGANTI
    di Antonio Bruno

    Quando nacquero discipline ed ambiti di studio come la clipeologia o l'archeoastronomia, del tutto o parzialmente dissociati dai postulati della scienza ufficiale, si svilupparono, al contempo, quasi subito, alcune interessanti teorie che, sulla base di reperti archeologici "anomali" (ovvero non inseribili nelle cronologie ufficiali o di fattezza e dimensioni del tutto abnormi) e di ricerche che danno spazio anche ad autori ed eventi da sempre invisi all'ortodossia accademica, propongono allo studioso quadri interpretativi della storia umana e planetaria completamente diversi da quelli che ci hanno insegnato per anni.

    La caparbietà e l'ostinazione con cui la scienza ufficiale, da sempre, avversa queste discipline sono quanto meno un segnale, diciamo così, di potenziale "pericolosità" delle stesse, in quanto, come ben sappiamo, l'establishment scientifico è fra i consessi umani più tenacemente arroccato ai gotha creatisi nell'evincersi delle sue teorizzazioni, spesso promosse con troppa fretta a "certezze".

    In questo articolo, prendiamo ad esempio il caso dei cosiddetti "giganti", ovvero il fenomeno del "gigantismo" il quale, in epoche remote, pare abbia interessato innumerevoli forme viventi sul nostro pianeta (compresi gli ominidi) rivoluzionando, tra l'altro, la cronologia classica dell'evoluzionismo darwiniano. Si dice che fu nel Triassico, un periodo che iniziò circa 185 milioni di anni fa, che la Terra fu interessata da questo fenomeno di cui si ignorano le cause precise. C'è chi parla di una quantità abnorme di particelle radioattive riversatesi sul nostro pianeta in seguito allo scoppio di satelliti precedenti la Luna e chi, invece, di radiazioni solari che, in quei remoti tempi, investirono la Terra con enorme intensità.
    Ma si tratta di ipotesi; non è neppure certo che il gigantismo sia una diretta conseguenza del bombardamento radioattivo, per quanto dobbiamo registrare un evento che parrebbe deporre a favore di questa teoria.
    Nel 1902, in Martinica, avvenne qualcosa di tremendo: il Mont Pelè esplose a causa del suo vulcanismo e seminò in pochi minuti, nella sola città di St. Pierre, 20.000 vittime. I gas vulcanici che ben presto si sparsero per tutta quella zona delle Antille diedero vita ad uno spettacolo fantastico quanto gravido di terrore e, quando essi si incendiarono per le eruzioni del Mont Pelè, non ci fu verso di scampare ad una terribile morte. Il fatto strano, comunque, in mezzo a tanta distruzione, si verificò in un tempo relativamente breve dopo la sciagura: la vita, tornata più presto del previsto a fiorire in Martinica, dava segni di "anormale crescita", ovvero tutte le forme in cui essa poteva manifestarsi, vegetali ed animali, furono soggette ad una sorta innegabile quanto stupefacente di gigantismo.
    Scrive Peter Kolosimo in "Terra senza tempo": "Cani, gatti, tartarughe, lucertole, persino gli insetti, divennero grossi come mai lo erano stati, e crebbero ulteriormente di generazione in generazione".
    Fu abbastanza facile per un gruppo di scienziati francesi, che stabilirono un laboratorio di ricerche ai piedi del vulcano, concludere che quelle inaspettate mutazioni erano dovute alle particolari radiazioni emesse dalle rocce vulcaniche che l'eruzione aveva portato in superficie. Anche gli uomini non si sottrassero allo strano fenomeno: "Il capo della spedizione scientifica, dottor Jules Graveure, infatti, crebbe di 6 centimetri, e il suo assistente, dottor Rouen (57 anni) vide la propria statura aumentare di 5 centimetri e mezzo".
    Anche la vita vegetale manifestò, e ancor più chiaramente, mutazioni di crescita da radiazioni, con frutti la cui maturazione veniva accelerata e di grandezza anche raddoppiata. Infine, Kolosimo scrive: "Il curioso fenomeno della crescita anormale cessa non appena i soggetti vengono allontanati dalla Martinica. Anche sull'isola, comunque, la curva ascendente ha raggiunto il massimo: l'intensità delle radiazioni comincia a diminuire, ed i 'mostri' tornano a rimpicciolire".
    Erano gli anni '70. Sarei curioso di sapere se, oggi, il fenomeno è completamente rientrato.
    Ad ogni modo, quanto accadde in Martinica potrebbe essere portato come prova a sostegno dell'ipotesi "radioattiva" in merito alle spiegazioni possibili per il fenomeno del "gigantismo" che interessò la Terra nelle remote epoche passate.
    Vediamo, ora, qualche straordinario ritrovamento che "non collima" con quanto ci insegna la scienza ufficiale.
    Il giovane Jonathan Lekey, mentre stava arrampicandosi su un muraglione roccioso nella gola montana di Olduvai Gorge, s'imbatté, del tutto occasionalmente, complice una scivolata, in una mandibola di animale sconosciuto i cui denti erano grandi come le dita di un adulto. Il ragazzo portò tale strano ritrovamento al padre, noto studioso scopritore dell'Homo Habilis, il quale lo fece sottoporre ad accurato esame. Ne risultò essere la mandibola di un paviano gigante, una scimmia assolutamente più grande di tutte quelle viventi ed estinte e vissuta circa mezzo milione di anni fa. Si trattava di una specie sconosciuta, fino a quel momento, alla scienza ufficiale.
    Ma il fenomeno di colossali artropodi, il cui studio prese l'avvio, possiamo dire, da quella occasionale scoperta, pare essere sto piuttosto diffuso nel passato del nostro pianeta.
    In Tanganica furono trovati i resti di un cinghiale gigante a due crani di cui uno appartiene ad uno sconosciuto ruminante e l'altro ad una pecora gigante. Furono ritrovati, poi, resti di cinghiali grossi come ippopotami, pecore alte come cavalli e di un numero imprecisabile di altri, finora sconosciuti, animali.
    E gli uomini?
    Ecco, allora, che dobbiamo segnalare la scoperta, nella località filippina di Gargayan, di uno scheletro umano alto 5,18 metri nonché altre ossa umane di individui alti certamente più di tre metri nelle zone sud-orientali della Cina. Un paleontologo di fama, Pei Wenchung, assegna a tali reperti la veneranda età di almeno 300.000 anni. Ma furono anche rinvenuti degli attrezzi dalle dimensioni sconcertanti: cinquecento asce bipenni dal peso singolo di 8 chili, ovvero assolutamente non usabili da uomini della nostra mole e che, per essere maneggiate agevolmente, si deve essere alti non meno di 4 metri e possedere una forza impressionante. L'elenco dei ritrovamenti eccezionali prosegue con questa triplice, ma non esaustiva, segnalazione:

    - utensili giganteschi in pietra della Moravia e della Siria con ossa a poca distanza,
    - resti umani di individui alti circa 4 metri a Ceylon,
    - scheletro umano di Tura, nell'Assam (Pakistan occidentale), dell'altezza di 3, 35 metri.

    Molti testi sacri, di popoli distanti anche decine di migliaia di chilometri, parlano dell'"Era dei Giganti". I termini si sprecano: solo da noi, ricordiamo i Titani, i Ciclopi. Più in là, troviamo gli Izdubar della Caldea, gli Emin ebraici, i Danava ed i Daitia indiani, i Rakshasa di Ceylon.
    Saurat, autore di "L'Atlantide e il regno dei giganti" (Le Nuove Edizioni d'Italia, Milano - 1957), rileva che nella Bibbia esistono numerosissimi accenni ai "giganti" senza logica connessione: "Genesi VI; Numeri XIII; Deuteronomio III; Giosuè XII, XIII, XV, XVII; Samuele, 2, XXI; Cronache 1, XX; Libro di Giacobbe XXVI; Apocalisse XX; ecc". Ed anche Kolosimo ricorda questi richiami, ad esempio laddove si parla del re Og di Basan, "l'ultimo rimasto dei giganti, il cui letto misurava 4,7 metri di lunghezza e dove si narra di Golia, colosso della statura di 3,2 metri".
    A chi contestasse trattarsi di citazioni fantastiche, Saurat, il sopraccitato cosmologo, risponde:
    "…hanno tutte le caratteristiche di citazioni, di episodi storici autentici. Esse, infatti, sono precise e concrete; non sono necessarie alla tesi storica o mitologica; non provano nulla; si presentano come fatti; sono inserite in capitoli con i quali non hanno quasi nessun riferimento, e se venissero soppresse nulla sarebbe perso della narrazione; sono brevissime, gettate a casaccio, senza importanza particolare; provengono da redattori diversissimi nel tempo e nello spazio e spesso senza relazione tra loro".
    Ma le osservazioni dello studioso non si fermano qui. Egli nota che c'è un altro fenomeno che pare collegarsi direttamente a quello del gigantismo: la "longevità". Saurat ipotizza, infatti, che in epoche remote la forza di gravità, sulla Terra doveva essere sensibilmente ridotta e, di conseguenza, ogni aggravio strutturale e cellulare negli esseri viventi notevolmente alleggerito. Anche in questo caso, i riferimenti biblici non mancano e tutti, perlomeno, ricorderanno le età esagerate dei patriarchi di cui sentivamo narrarci a catechismo o nei libri di religione.
    Nelle antiche tradizioni, gli "dei" venivano quasi sempre associati al concetto di immortalità, ma questo potrebbe configurarsi anche come l'ipotetica interpretazione dei posteri della reminiscenza di antiche longevità.
    I Toltechi ci forniscono un'inaspettata conferma di quanto sto dicendo: essi, nelle loro leggende, parlano di una "prima era del mondo", la quale terminò con immani sciagure. In tale era vivevano i Giganti, chiamati "Quinametzini" che furono, poi, sopraffatti dagli uomini che sopraggiunsero dopo una serie di catastrofi tettoniche.
    In Messico, invece, troviamo la stirpe dei giganti della famiglia di "Xelua".
    E gli esempi potrebbero continuare.
    È insomma plausibile che la storia dell'uomo e, con lui, degli esseri viventi che hanno popolato il nostro pianeta, sia molto più complessa e sorprendente dei rigidi schemi della scienza ufficiale. E non è mera voglia di "incredibile" o semplice amor di sensazionalismo. Questi elementi, caso mai, sono un incentivo, o un ostacolo, a seconda dei casi, che fa da corollario a dati di fatto che non è più possibile ignorare semplicemente o deridere bellamente. Chi così fa crede di gettar lontano un bastone. In realtà, ha lanciato un boomerang.

    http://www.edicolaweb.net/graal29a.htm

  3. #3
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    Predefinito Re: Giganti ?

    Originally posted by Pasquin0
    Molte leggende su antichi giganti abitanti le sponde del lago Titicaca e poi trasferitisi a sud, in Patagonia, potrebbero essere confermate dagli avvistamenti (se veritieri) di esploratori come Magellano, Drake, Hernandez ed altri.
    I discendenti di questi giganti dovettero popolare fino a qualche secolo fa la Patagonia, e pare che Magellano li abbia incontrati più volte.
    E' scritto dell'incontro con uomini "così alti che le teste dei membri dell'equipaggio arrivavano a malapena alla loro cintola e la loro voce era quella di un toro...".

    Originally posted by Pasquin0
    Persino lo storico Erodoto (storie 1-68) narra di un ritrovamento di un gigante di circa 3,10 metri di altezza.
    Infatti Erodoto, storico estremamente coscienzioso, nelle Storie riporta queste parole di un fabbro: “Volevo fare un pozzo in questo cortile, scavai e m'imbattei in una bara di sette braccia (un braccio equivale a circa 44 centimetri). L'aprii e… non credevo che fossero mai esistiti uomini di maggiori dimensioni di quelli di oggi, ma vidi che il morto era di lunghezza pari alla bara (oltre 3,10 metri); lo misurai e lo riseppellii"


    Un campionario di ossa umane dalle dimensioni un po’… ehm… strane…


  4. #4
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    FIGLI DEGLI DEI - LA TORRE DI BABELE
    di Alfredo Lissoni

    L’episodio della torre di Babele è molto conosciuto; e lo era anche nel Medioriente antico, e non solo in ambito ebraico, tant’è che lo storico Harpocritione di Alessandria, durante un viaggio a Babilonia (Bab-Ilu, la porta degli dèi), ove la torre sorgeva, così commentò nel 355 a.C. quanto gli era stato narrato da un vecchio saggio siriano: "La torre era stata costruita dai giganti che volevano scalare il cielo. Per questa folle empietà gli uni furono colpiti dalla folgore; gli altri, secondo l’ordine di Dio, non si riconobbero più tra loro". Questo è in sintesi il racconto che ne fa anche la Bibbia, che indica nel presuntuoso re Nimrod il costruttore della torre (presumibilmente una ziggurat babilonese) che avrebbe dovuto permettere agli uomini di raggiungere il cielo (come si ricava anche dal mito babilonese, in cui la torre è definita Etemenanki, "il luogo ove la terra si unisce al cielo").
    L’episodio è presente anche nella mitologia greca, che sposta la vicenda in Tessaglia e racconta di giganti che avrebbero cercato di scalare il monte Olimpo, la montagna degli dèi, o il monte Ossa, scatenando una tremenda battaglia con gli dèi; e ricompare anche in Nubia, a Meroe (oggi Giazira nel Sudan), dove sulla parete di un antico osservatorio astronomico litico è stata scoperta una strana incisione, che mostra tre giganti innalzare con delle leve una strana struttura puntuta, che ricorda peraltro un modernissimo razzo ( ).

    Che la vicenda della torre di Babele non sia solo una leggenda è dimostrato dall’archeologia, che ci spiega che la costruzione esistette realmente e che venne realizzata in tempi remoti e più volte restaurata: esiste un’antichissima attestazione epigrafica che risale a re Gudea (XXII° sec. a.C.) che indica in re Napobolassar (626-605 a.C.) il restauratore "della torre a piani di Babilonia, per ordine del dio Marduk; torre che prima dei suoi tempi si era ridotta in cattivo stato".

    Le Leggende degli ebrei ci dicono che il gigante Nimrod impegnò circa seicentomila uomini per quell’impresa che "altro non era che un atto di ribellione contro Dio. I costruttori dicevano: Saliamo fino ai cieli e muoviamoGli guerra, innalziamo i nostri idoli, portiamo la rovina con i nostri archi e le nostre lance... Dio si rivolse allora ai settanta angeli che circondano il Suo trono e disse: Venite, scendiamo e proprio là confondiamo la loro lingua, perché non capiscano uno la lingua dell’altro.... All’empia generazione della torre fu inflitto un castigo relativamente blando: mentre quella del diluvio era stata interamente sterminata per la sua rapacità, questa venne risparmiata malgrado le sue bestemmie e tutte le altre offese recate a Dio...". Il testo si conclude così, senza peraltro spiegarci che fine abbia fatto questa stirpe di giganti i cui discendenti, a logica e secondo il testo, dovrebbero essere ancora in mezzo a noi…

    Dal sito www.notizieufo.com

  5. #5
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    il gigantismo è la conseguenza di un tumore benigno alla ghinadola pituitaria. giganti sono sempre esistiti. la masisma altezza registrata è stata di 2 metri e 75. nella foto
    nella realtà , è difficilissimo trovare persone di altezza superiore ai due metri e 30 capaci di condurre una vita normale.

    una simile taglia infatti ,spesso ,impedisce anche una normale dambulazione. un uomo alto più di tre metri, ammesso che fosse possibile no riuscirebbe a camminare . le osse rinvenute sono i resti della fauna estinta nel quaternario (elefanti, mammut, rinoceronti).i teschi umani gignateschi sono invenzioni.
    il gigantopiteco era una grossa scimmia.
    lo yeti è un orso a cui i nativi attribuiscono facoltà umane: lo ha ammesso lo stesso Messner.



  6. #6
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    anche 2 metri e 85, numerosi giganti intorno ai 2,25m giocano nei vari campionati di basket, ma non più alti, si vede che l'efficienza fisica decresce drammaticamente,
    in quanto il peso cresce proporzionalmente al cubo dell'altezza, mentre la forza dei muscoli proporzionalmente alla sezione dei muscoli, cioè al quadrato della stessa.

    Cio nonostante sono esistiti dinosauri 4 volte più pesanti degli elefanti, e l'orso bianco, fino a 1000 kg, può anche essere considerato parzialmente bipede, e in questo caso è alto oltre 3 metri

  7. #7
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    veramente sono esistiti dinosauri pesanti quanto 20 elefanti.
    bestioni da 100 tonnellate. la loro biologia è ,ovviamente , un mistero. i dinosauri sono un genere a parte, naturalmente. non paragonabile agli animali moderni.
    tornando agli essere umani (la cui altezza massima registrata è di 2,75 , il tipo della foto, robert walden) uomini di quelle dimensioni non sarebbero stati possibili.
    per quanto riguarda il peso sono stati registrati anche uomini sui 500 kgvviamente totalmente immobili.
    nessun essere umano ,di 500 kg avrebbe mai potuto camminare e correre. una razza di giganti simili non sarebbe stata possibili.
    i gorilla (anche lui un atropoide ) facilmente supera i 250 kg ma è parzialmente quadrupede. probabilmente lo era anche il gigantopiteco.

  8. #8
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    peso di un elefante grosso 7t

    peso stimato dei + grandi dinosauri 25t,

    quindi un pò meno di 4 volte,

    le leggi della biologia e più ancora quelle della fisica valgono anche x i dinosauri, le loro ossa erano esattamente come le nostre.

  9. #9
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    argentinosauro da 80 a 100 tonnellate e passa.
    seismosauro lunghezza stimata : oltre i 35 metri : peso oltre le 40 tonnellate.
    ultrasauro (ordine dei brachiosauridi) : peso stimato da 50 a 80 tonnellate.
    paralatitan :70 tonnelate. e queste sono stime calcolate con metodi moderni e non con le stime entusiastiche degli anni 70.
    parlando di anatomia: la costruzione dello scheletro di un animale simile riflette la taglia e le abitudini alimentari.
    la struttura scheletrica di un essere umano non permette di crescere oltre una certa taglia.

    mi spiace ma è provato che le ossa attribuite ai "giganti" erano di animali ,bisonti ,elefanti, vissuti durante il quaternario.

  10. #10
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    Originally posted by shambler


    mi spiace ma è provato che le ossa attribuite ai "giganti" erano di animali ,bisonti ,elefanti, vissuti durante il quaternario.
    e nessuno dice il contrario, mi piacerebbe appunto sapere a cosa appartiene quel femore.

 

 
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