Dovremo complottare come i massoni o altre diavolerie per arrivare al nostro fine? Complottano tutti, perchè nondovremo farlo noi? Dovremo creare un braccio armato o una sorta di Carboneria sotterranea??
Dovremo complottare come i massoni o altre diavolerie per arrivare al nostro fine? Complottano tutti, perchè nondovremo farlo noi? Dovremo creare un braccio armato o una sorta di Carboneria sotterranea??
Secondo me si, avere dei libertari nella gdf, nei servizi, nei consigli comunali, nei giornali, nei sindacati, padronali e dei lavoratori, farebbe molto bene.
Mediamente i libertari sono imprenditori, docenti universitari, e studenti universitari, non dovrebbe essere nemmeno troppo difficile avere qualche infiltrato ogni dove.
Inoltre riunirsi privatamente può essere utile alla nostra protezione.
Si complotta solo per ottenere il potere.E poi il complotto è fatto con l'inganno,fregare il prossimo non mi sembra presupposto della libertà.L'unico modo è vincere culturalmente in modo da convertire più gente possibile e poi fare lobby,se ci pensate Ron Paul ha avuto tanto successo anche per la situazione culturale del suo paese...qui non avrebbe preso nessun voto.
Penso che siano tutti troppo impegnati a farsi i cazzi loro che perdere tempo per complottare.
no, perché il potere corrompe anche i meglio intenzionati.
Qui concordo con Teo, però è affascinante l'idea di una società segreta anarchica, che dissemina nell'apparato Istituzionale, in ogni schieramento politico, fino ai massimi livelli, delle cellule dormienti, mascherati da comunissimi politici di merda, che all'ora x però entrano in azione e fanno implodere lo Stato con una serie opportuna di provvedimenti.
Durante il tentato colpo di Stato organizzato virtualmente da Edgardo Sogno (sul tipo Cileno di Pinochet), Sergio Ricossa, ipotetico Ministro del Bilancio, aveva già pensato come stravolgerlo, attraverso provvedimenti Libertarian, preparando una specie di Colpo di Stato nel colpo di Stato alla faccia dei generali golpisti.
Sergio Ricossa è la prova che non tutti sono corruttibili, piuttosto Edgardo Sogno è la dimostrazione che i Golpe mal si adattano ai sognatori... e noi libertari ed anarchici siamo più o meno tutti degli onesti sognatori per poter riuscire a mascherarci da politicanti corrotti fino all'ora x nella quale passare all'azione.
Edgardo Sogno era un antifascista monarchico e liberale che negli anni '70 cercò di pianificare un colpo di stato per fare dell'Italia una repubblica presidenziale. Il tentativo fallì, pare, per la strenua opposizione dei big della politica (su tutti Andreotti) e Sogno finì addirittura in galera, sotto le accuse dell'allora magistrato Violante. Pare che il governo del dopo golpe fosse già pronto, e che il ministro del tesoro sarebbe stato, nelle intenzioni di Sogno, l'economista Sergio Ricossa, il quale però -come svelato dallo stesso Sogno anni dopo- fece un passo indietro.
Il commento di Ricossa sulla questione -in recensione alla biografia di Sogno, uscita postuma col titolo "Testamento di un anticomunista"- fu espresso in un articolo che ti riporto sotto.
Spento il clamore se ne può ragionare solamente in chiave storica, chiedendosi -anche se con i se e con i ma si va poco lontano- se davvero sia stato meglio così.
Io, teorico di un golpe di sogno
L'Italia è il Paese del golpe teorico. A quanto pare, durante la Repubblica è tutta una elucubrazione del e sul golpe, di sinistra e di destra. Ma il golpe realizzato, con o senza successo, è il grande assente. Meglio così. Ciò che più s'avvicina, nella realtà, è forse l'azione armata delle Brigate Rosse. Edgardo Sogno, nel suo libro postumo, che sta per uscire da Mondadori, sostiene che, come golpista, io possiedo "una buona dose d'imprevedibilità". Tuttavia non sono mai stato un brigatista rosso. Furono i brigatisti rossi a occuparsi di me, di nuovo in modo teorico. Scrissero sui muri dell'università: "Al professor Ricossa noi scaverem la fossa". Invece non mi toccarono. Edgardo Sogno mi pone però fra i suoi seguaci iniziali, nel putsch teorico del 1974.
Sempre sul piano teorico, e se si vuole anche sul piano morale, non sono contrario a un golpe che sia un controgolpe. Se per esempio i comunisti (guarda caso: i comunisti) iniziano un golpe in Italia, per uccidere la libertà, arte in cui sono bravissimi, mi piacerebbe che qualcuno fra gli italiani non aspettasse l'arrivo degli americani per resistere con un controgolpe. Non si può essere tolleranti con gli intolleranti. D'altronde perfino la Chiesa (cattolica) ammette il tirannicidio, o lo ammetteva (pure la Chiesa possiede una buona dose di imprevedibilità). Quale sarebbe la mia parte nel controgolpe? Non sono un uomo d'azione, sono uno studioso, il classico topo di biblioteca. Non sarò mai un eroe. Al contrario, Sogno era (beato lui) sia un uomo d'azione sia uno studioso. L'ho spesso invidiato per questo. Era un eroe riconosciuto (medaglia d'oro della Resistenza). Quando ero con lui, visto che mi onorava della sua amicizia, mi sembrava di essere con d'Artagnan. A vederlo, non sembrava subito quello che era. A sentirlo, non lasciava dubbi. Sapeva raccontare, e i suoi racconti mi affascinavano. Ci metteva, oserei dire, tutto l'ardore che mio padre infilava nei suoi racconti di caccia. Ma Sogno, a differenza di mio padre, non cacciava le lepri: cacciava i cattivi tedeschi e i cattivi fascisti. Mio padre, lo so, ogni tanto esagerava per colorare meglio la narrazione. Supponiamo che anche Sogno ogni tanto esagerasse: lo rimproveriamo per questo? Assolutamente no. Eroe era e eroe resta. Ricordo quando mi invitò a un ricevimento nel suo appartamento di Torino, ricordo quando mi si avvicinò e mi propose, senza preamboli, di fare il ministro del Tesoro (o il ministro delle Finanze?) nell'eventuale golpe. Era un gioco di società o parlava sul serio? Credo l'una e l'altra cosa. In ogni caso, per formare un governo liberale appena decente, doveva invitare a entrarvi tutti i suoi amici. Nel 1974 (se questa è davvero la data: non ricordo) i liberali libertari erano pochi, pochissimi. Quasi introvabili, se in più si pretendeva da loro qualche dote politica.
Dissi di sì, assai divertito. Avevo già il programma in testa: dimettermi da ministro subito dopo avere abolito tutte le imposte e tasse, subito dopo avere restituito ai contribuenti il denaro nella tesoreria dello Stato. Sapevo che, se non mi fossi dimesso, mi avrebbe cacciato lo stesso Sogno, o i militari suoi amici, che di denaro pubblico hanno sempre bisogno. Caro Sogno, quanto mi manchi...
Tu sei l'unico che mi abbia offerto la possibilità (teorica) di realizzare un'utopia libertaria. E me l'hai offerta a tuo rischio e pericolo. Perché il giudice Violante aveva te nel mirino, io immagino fossi per lui insignificante, forse uno sconosciuto. Tu hai un posto onorevole assicurato nella storia d'Italia, io no.
Chissà se Violante avrà un posto? Quale posto?