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  1. #1
    PaleoCons
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    Predefinito DIBATTITO - Libertà e dovere

    E' possibile essere tradizionalisti e conservatori e al tempo stesso liberali?
    La concezione moderna di libertà individuale non porta inevitabilmente al trionfo dell'ateismo, del laicismo, della decadenza morale, del dileggio del sacro, del consumismo sfrenato fine a se stesso?

    Lo scenario attuale, che vede l'Occidente piegato su se stesso, sui suoi vizi, sul suo stile di vita degenerato è la dimostrazione del fallimento del liberal-conservatorismo, del conservatorismo che vede la libertà individuale come un valore imprescrittibile o invece è ancora possibile sanare questa situazione all'interno del gioco democratico?

    In conclusione, è ancora possibile coniugare le libertà dell'individuo ai doveri tradizionali o il giocattolo si è rotto definitivamente?

  2. #2
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    Per come la vedo io, facendo un discorso più generale, ho già detto più volte che penso che il punto di rottura, almeno a livello simbolico, sia la rivoluzione francese con la sua ribellione nei confronti dell'ordine tradizionale e del sacro in generale.
    Il problema è che la questione del dovere individuale all'interno della società, e quella della libertà che non è assoluta ma ha un limite ben preciso, non devono nemmeno porsi.
    Infatti secoli fa non si ponevano.
    Nel momento in cui si comincia a riflettere su queste questioni, posto che gran parte del genere umano non vede l'ora di infrangere le regole a suo uso e consumo, tutto crolla.

  3. #3
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    Io vedo la questione in questi termini:

    C'è Papa Ratzinger che difende i valori della Tradizione in una cornice liberale. Lo seguono su questa strada parte delle gerarchie cattoliche, alcuni tradizionalisti e i teocons berlusconiani.

    Queste forze da tempo guardano all'America come ad una Magna Europa, luogo in cui lo spirito vitale della Cristianità, proprio del passato europeo, si conserverebbe ancora, sotto forme ovviamente diverse.
    Il progetto politico è quello di un populismo neoconservatore che associ i valori del cattolicesimo a quelli del liberalismo, in una battaglia centrata sulla difesa della morale cattolica, dei diritti individuali e della proprietà privata. E' un pensiero che si è lasciato alle spalle le ideologie europee e perciò americanizzante (liberaldemocratico) e filosionista (i fratelli maggiori).
    Per questi motivi la destra italiana è stata finora molto cauta nel giudicare negativamente il neopresidente Obama, privilegiando l'ottica della continuità rispetto a quello della rottura. Obama è però troppo legato alle lobbies abortiste e alla sinistra radicale americana per non urtare alla lunga i propositi del Vaticano. Ma ho il sospetto che ad una rottura perentoria non si arriverà mai e si preferirà anche qui tergiversare come è successo riguardo l'Irak.

    A questo punto è legittimo chiedersi se questo scivolamento continuo verso il meno peggio, non stia portando in definitiva le forze del bene a giocare nel campo stesso della Rivoluzione... Se abbia davvero un senso combattere la sinistra estrema facendo proprie di volta in volta le posizioni della sinistra moderata. Ma in fondo, nella storia italiana, è sempre stato così: da Giolitti a Mussolini, da De Gasperi ad Andreotti, da Craxi a Berlusconi.

  4. #4
    PaleoCons
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    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Io vedo la questione in questi termini:

    C'è Papa Ratzinger che difende i valori della Tradizione in una cornice liberale. Lo seguono su questa strada parte delle gerarchie cattoliche, alcuni tradizionalisti e i teocons berlusconiani.

    Queste forze da tempo guardano all'America come ad una Magna Europa, luogo in cui lo spirito vitale della Cristianità, proprio del passato europeo, si conserverebbe ancora, sotto forme ovviamente diverse.
    Il progetto politico è quello di un populismo neoconservatore che associ i valori del cattolicesimo a quelli del liberalismo, in una battaglia centrata sulla difesa della morale cattolica, dei diritti individuali e della proprietà privata. E' un pensiero che si è lasciato alle spalle le ideologie europee e perciò americanizzante (liberaldemocratico) e filosionista (i fratelli maggiori).
    Per questi motivi la destra italiana è stata finora molto cauta nel giudicare negativamente il neopresidente Obama, privilegiando l'ottica della continuità rispetto a quello della rottura. Obama è però troppo legato alle lobbies abortiste e alla sinistra radicale americana per non urtare alla lunga i propositi del Vaticano. Ma ho il sospetto che ad una rottura perentoria non si arriverà mai e si preferirà anche qui tergiversare come è successo riguardo l'Irak.

    A questo punto è legittimo chiedersi se questo scivolamento continuo verso il meno peggio, non stia portando in definitiva le forze del bene a giocare nel campo stesso della Rivoluzione... Se abbia davvero un senso combattere la sinistra estrema facendo proprie di volta in volta le posizioni della sinistra moderata. Ma in fondo, nella storia italiana, è sempre stato così: da Giolitti a Mussolini, da De Gasperi ad Andreotti, da Craxi a Berlusconi.


    E' un bel dilemma.
    Io fondamentalmente oscillo tra la posizione "moderata" e possibilista, che potrei definire liberal-conservatrice, e quella "estrema" che è nettamente reazionaria e di rifiuto della modernità.
    La società in cui viviamo mi da il voltastomaco, è un corpo in cancrena ormai lacerato da mali di ogni sorta. La maggior parte dei miei coetanei (ma non solo loro) è completamente assorbita dal proprio orticello consumi personali (ottimo su questo punto Guillaume Faye ne "La NSC: Nuova Società dei Consumi").
    Il punto è che una posizione intransigente, di categorico rifiuto della realtà è veramente ardua da mantenere nei rapporti sociali di tutti i giorni e non esistono, ad oggi, sodalizi di nessun genere in grado di condurre una buona battaglia antidemocratica.
    Considerato che la cosidetta "destra radicale" è da scartare a priori in quanto è ormai apertamente schierata nel campo rivoluzionario e anti-imperialista, scivolo inevitabilmente verso la destra cristianista, neocon..ovvero verso quella destra che mostra maggiore sensibilità nei confronti della necessità di arginare il baratro del relativismo e della decadenza.

  5. #5
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    Eh non c'è dubbio che sul piano pratico l'unica posizione con un senso sia quella della reazione cattolica.
    Ma la destra cristianista-neocon non argina per niente il relativismo e la decadenza, anzi, li "istituzionalizza" - come nota Buttafuoco nel suo libro - ne fa la bandiera della nostra civiltà. Solo che maschera tutto questo con la storia delle radici cristiane, l'ordine pubblico, la retorica dei salvatori dell'Occidente etc.
    Insomma, per quanto riguarda il PdL, ci si può stare in mezzo, ma con occhio critico (senza per questo essere "estremisti").

  6. #6
    PaleoCons
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    Citazione Originariamente Scritto da dasein Visualizza Messaggio
    Eh non c'è dubbio che sul piano pratico l'unica posizione con un senso sia quella della reazione cattolica.
    Ma la destra cristianista-neocon non argina per niente il relativismo e la decadenza, anzi, li "istituzionalizza" - come nota Buttafuoco nel suo libro - ne fa la bandiera della nostra civiltà. Solo che maschera tutto questo con la storia delle radici cristiane, l'ordine pubblico, la retorica dei salvatori dell'Occidente etc.
    Insomma, per quanto riguarda il PdL, ci si può stare in mezzo, ma con occhio critico (senza per questo essere "estremisti").

    Buttafuoco ha ragione senza ombra di dubbio sul difetto intrinseco della destra italiana.
    Ma reputo fondamentale, in ogni caso, non cedere alla tentazione di schifare noi stessi (per quanto di motivi ve ne siano parecchi per farlo) e aprire all'Islam in quanto forza genuina.
    La diffusione del culto islamico in Europa va tenuta sotto controllo perchè ogni moschea può trasformarsi in un centro di ostilità nei confronti dell'uomo occidentale. A questo proposito penso che il richiamo alla tradizione cristiana, per quanto debole e superficiale, possa essere d'aiuto per fronteggiare il diffondersi di un credo totalmente estraneo alla nostra storia e civiltà.

  7. #7
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    A mio avviso, quanto scritto da Julius Evola nel capitolo "Libertà, personalità e gerarchia" de "Gli Uomini e le Rovine" è quanto di meglio si possa leggere sul tema.

    La libertà dell'individuo che conosciamo oggi è una falsa libertà: gli uomini sono liberi di perdersi in vizi, di trastullarsi coi "giocattolini" che ci offre la società dei consumi, di offendere Dio e altre amenità.
    Bisognerebbe incominciare a domandarsi se valga la pena o meno di difendere questo tipo di "libertà individuale": a mio avviso no, soprattutto per chi pretende di rifarsi ad una determinata scala di valori e principi.

    Certo, oggi tutti noi "godiamo" di questo tipo di libertà, inutile negarlo. Qua però si arriva ad un discorso esistenziale e sta a ciascuno di noi decidere come sfruttare un qualcosa che - obiettivamente - non possiamo considerare come positivo.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Dimitri Oblomov Visualizza Messaggio
    E' un bel dilemma.
    Io fondamentalmente oscillo tra la posizione "moderata" e possibilista, che potrei definire liberal-conservatrice, e quella "estrema" che è nettamente reazionaria e di rifiuto della modernità.
    La società in cui viviamo mi da il voltastomaco, è un corpo in cancrena ormai lacerato da mali di ogni sorta. La maggior parte dei miei coetanei (ma non solo loro) è completamente assorbita dal proprio orticello consumi personali (ottimo su questo punto Guillaume Faye ne "La NSC: Nuova Società dei Consumi").
    Il punto è che una posizione intransigente, di categorico rifiuto della realtà è veramente ardua da mantenere nei rapporti sociali di tutti i giorni e non esistono, ad oggi, sodalizi di nessun genere in grado di condurre una buona battaglia antidemocratica.
    Considerato che la cosidetta "destra radicale" è da scartare a priori in quanto è ormai apertamente schierata nel campo rivoluzionario e anti-imperialista, scivolo inevitabilmente verso la destra cristianista, neocon..ovvero verso quella destra che mostra maggiore sensibilità nei confronti della necessità di arginare il baratro del relativismo e della decadenza.
    sotanzialmente questa è anche la mia posizione,la destra radicale è ormai nettamente schierata in campo sovversivo e socialista,la destra liberal-conservatrice molto spesso si maschera come un centro liberaldemocratico e progressista.Servirebbe quindi una destra identitaria e genuinamente conservatrice,che onestamente non esiste,solo la Lega in parte difende queste istanze però non è certo un partito di destra,e inoltre alcuni discorsi secessionisti e stupidamente antinazionali,anche se minoritari,fanno sorridere.

  9. #9
    PaleoCons
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    A mio avviso, quanto scritto da Julius Evola nel capitolo "Libertà, personalità e gerarchia" de "Gli Uomini e le Rovine" è quanto di meglio si possa leggere sul tema.

    La libertà dell'individuo che conosciamo oggi è una falsa libertà: gli uomini sono liberi di perdersi in vizi, di trastullarsi coi "giocattolini" che ci offre la società dei consumi, di offendere Dio e altre amenità.
    Bisognerebbe incominciare a domandarsi se valga la pena o meno di difendere questo tipo di "libertà individuale": a mio avviso no, soprattutto per chi pretende di rifarsi ad una determinata scala di valori e principi.

    Certo, oggi tutti noi "godiamo" di questo tipo di libertà, inutile negarlo. Qua però si arriva ad un discorso esistenziale e sta a ciascuno di noi decidere come sfruttare un qualcosa che - obiettivamente - non possiamo considerare come positivo.

    Sono d'accordo con l'idea di Evola sulla libertà individuale che conosciamo oggi. I frutti marci della concezione attuale di "libertà" li vediamo ogni giorno.

    Io dico che ognuno di noi deve saper riscoprire il vero significato della libertà, a mio modo di vedere.
    Non deve pensare di poter delegare allo Stato nè a nessun altro il compito di aggiustare le cose ma deve combattere una battaglia contro se stesso, a livello individuale, per dare un senso il più profondo possibile alla propria libertà personale. Perchè se prima non si è intolleranti verso se stessi non si può pretendere di essere intolleranti nei confronti degli altri.
    Questo può essere fatto, ad esempio, attraverso una via spirituale/religiosa, attraverso la riscoperta della vera essenza del cattolicesimo e la pratica coerente e vera dei precetti cristiani e il conseguente distaccarsi dalle miserie materiali del mondo circostante.


    Oltre alla battaglia individuale però c'è la battaglia per cambiare in meglio il mondo che ci circonda.

    Tu dici: "Bisognerebbe incominciare a domandarsi se valga la pena o meno di difendere questo tipo di "libertà individuale": a mio avviso no, soprattutto per chi pretende di rifarsi ad una determinata scala di valori e principi"

    Tradotto in pratica questo implica uno schierarsi contro il mondo occidentale? Implica una battaglia politica di appoggio alle forze antioccidentali e antidemocratiche?
    Ci si può schierare contro se stessi?
    La presenza di un Islam fondamentalista che ragiona secondo criteri totalmente opposti a quelli della nostra società può essere tollerata?
    Non siamo troppo deboli per permetterci di godere della forza interiore del nostro nemico?
    Dire che la Destra occidentale sia scesa sul terreno di gioco dei rivoluzionari equivale a dire la verità. Ma è davvero conveniente pensare di spazzarla via perchè contaminata dalla modernità?
    E spazzarla via per fare cosa? Per lasciare campo libero a chi vorrebbe moschee in ogni angolo di strada?

  10. #10
    SMF
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    Questo implica non lo schierarsi contro l'Occidente, ma per la rinascita dell'Occidente (Occidente inteso in senso "classico").
    Obiettivamente, l'Europa non ha mai conosciuto la democrazia - una democrazia compiuta secondo tutti i canoni della liberaldemocrazia - se non in tempi abbastanza recenti: in fondo si tratterebbe di un ritorno alle origini (una vera e propria "rivoluzione").
    La salvezza non verrà dall'Islam ma da noi stessi.

 

 
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