Ha chiuso la sua parabola terrena Antonio Guerin, un'istituzione per varie generazioni
Altro lutto tra i nostri gloriosi Reduci. Antonio Guerin, combattente della Repubblica Sociale Italiana ci ha lasciati.
Antonio Guerin, insostituibile direttore del mensile Sentinella D'Italia, è stato tra i più arcigni difensori dello spirito fascista. Uomo di grande coerenza e impeccabile determinazione, non si è mai nascosto di fronte alle persecuzioni subite nell'immediato dopoguerra, in una terra, come quella Giuliana, difficile da vivere.
A Monfalcone, in provincia di Gorizia, scriveva i suoi dirompenti editoriali; acerrimo nemico del liberismo capitalista, nonché fervente anticlericale, non usava mezzi termini nell'accusare ogni nemico dello Stato Sociale. Stimato amico di Léon Degrelle, di cui conservava gelosamente una foto insieme a lui.
È grazie a un editore come Antonio Guerin, se tante opere di Degrelle sono state pubblicate nel nostro paese. Lui, coraggioso editore, ricordò il generale da vivo e da morto, dedicandogli articoli che hanno ispirato in tanti giovani un vero e proprio ‘mito’ di Léon Degrelle.
Tra i suoi scritti, "L'Ultima Raffica", un bel romanzo per i giovani dei nostri tempi, utile a comprendere il vero significato di valori come Onore e Fedeltà, testimoniati dalla sua esperienza di vita che lo vide arruolarsi a soli 16 anni nella GNR, attraverso lo scambio del documento di identità con un maggiorenne, al fine di poter andare a combattere nella zona del Lago di Garda orientale. Non amava raccontare la sua vita, il suo nostalgismo quasi non si notava ma, avuto modo di confrontarmi con lui sui più svariati argomenti di attualità, era possibile capire il suo amore per la Patria, servita con assoluta dedizione, pur non essendogli mai stata riconoscente.
La Repubblica Italiana infatti, nata dalla "resistenza", non ha mai avuto il coraggio e soprattutto l'onestà di riconoscere Uomini come Antonio Guerin che, sprezzanti della morte si batterono per l'Onore d'Italia. Ma molto probabilmente, conoscendo Antonio, proprio da questa "Repubblica", non avrebbe mai accettato nulla. Addio Camerata Antonio. Ci ritroveremo un giorno...