Pagina 1 di 50 1211 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 498
  1. #1
    memoria storica di PoL
    Data Registrazione
    07 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    4,109
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Qual è l'obiettivo del 'progetto per il nuovo secolo'?...

    Nel topic, da lui recentemente aperto, dal titolo PNAC - The Project for the New American Century il mio amico 'Dariuccio' ha scritto:

    ... per chi ancora credesse alla favoletta dell'esportazione della democrazia e della libertà al popolo iracheno, può essere molto istruttivo fare un giretto nel sito del PNAC, una associazione di conservatori che praticamente dettano la politica estera alla Casa Bianca, e che si presentano così:

    Fondata nella primavera del 1997, il PNAC è una organizzazione educativa, senza fini di lucro, il cui scopo è di promuovere la supremazia americana a livello globale...


    E' naturale che un argomento del genere non poteva non solleticare il mio interesse e, causa del mio vizio inguaribile di protagonismo, è chiaro che non posso limitarmi a fargli solo da contraddittorio e così ho deciso di entrare a mia volta in questo delicatissimo discorso.

    Secondo me parlare di un 'piano di supremazia globale per il nuovo secolo' è sostanzialmente corretto ma è assai difficile ipotizzare che esso sia stato pensato e organizzato da quattro conservatori bigotti fondatori di una 'organizzazione educativa senza fini di lucro'. E' chiaro che quello che si sta vivendo in questi giorni rappresenta una 'pietra miliare' di un progetto a lunga portata i cui scopi finali non è ragionevole ipotizzare possano ridursi ad espropriare i popoli del Medio Oriente del loro petrolio.

    Qual è dunque la 'meta finale' di tutto questo?... Per cercare di rispondere a questo interrogativo non vi è altro che tornare indietro nel tempo, ricordando come la cosa è iniziata. A tale scopo proviamo a leggere il primo capitolo del libro di Maurizio Blondet [un giornalista 'cattolico-ortodosso' della redazione di 'L'Avvenire' che citereò molto anche in seguito...] 11 settembre, colpo di stato in Usa [Effedieffe, Milano 2002]. So già che a qualcuno [chi?... ] non piacerà molto quello che Blondet scrive, ma dal momento che tra le varie 'libertà' che la nostra Costituzione garantisce al cittadino vi è la 'libertà di espressione'...

    al solito... buona lettura!...


    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

  2. #2
    memoria storica di PoL
    Data Registrazione
    07 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    4,109
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    11 settembre 2001. Colpo di Stato in USA

    di Maurizio Blondet



    Capitolo uno: Prologo a Mosca e Wall Street

    ‘Benvenuti distruzione, eccidio, massacro! Io vedo, come su una carta, la fine di tutto’ [Shakespeare, Riccardo III, 11,4]

    Il 29 giugno 2001 alcuni ospiti importanti, anche statunitensi, incontrano membri della Duma, il parlamento russo. Visitatori e ospiti parlano della bolla finanziaria americana, l'astronomico rialzo azionario alla Borsa di Wall Street, e si trovano d'accordo su questo: presto o tardi la bolla scoppierà, provocando una crisi finanziaria globale. Ma come?… Quando?… Qualcuno, scettico, osserva che il rialzo azionario a New York continua da dieci anni. Per interromperlo, dice, ci vorrebbe una guerra, un evento bellico, missili lanciati da qualcuno... La signora Tatyana Koryagina, economista, ritenuta molto vicina al presidente russo Vladimir Putin, replica vivacemente: ‘… missili e bombe a parte, esistono altre armi, molto più distruttive…’. E prosegue: ‘… gli Usa sono stati scelti come oggetto di attacco finanziario perché il centro finanziario del pianeta è lì. L'effetto sarà massimo. Le onde d'urto della crisi economica si spanderanno nel mondo all'istante come l'onda d'urto di una bomba atomica…’. La Pravda citerà queste parole in un articolo di prima pagina del 12 luglio, dedicato appunto alla bolla speculativa americana. Mancano meno di tre mesi al fatale 11 settembre, all'attacco megaterroristico del World Trade Center a New York, a due passi da Wall Street. Alla luce dell'orribile evento, la frase della dottoressa Koryagina sembra più che una premonizione involontaria. Gli USA sono stati scelti. Pare il lapsus di qualcuno che sa in anticipo. Lo è?… Sapevano, i russi?…Si guardi il lettore da correre alla più affrettata delle conclusioni, sospettando che i russi, ‘se sapevano’, è perché ‘sono stati loro’. Sapevano qualcosa, è certo. Il 20 agosto, meno di un mese prima dell'11 settembre, il presidente Putin ordinò ai servizi segreti russi di avvertire le loro controparti americane, ‘nei più forti termini possibili’, di imminenti attacchi ad aeroporti ed edifici pubblici. Così almeno ha detto lo stesso Putin in un'intervista concessa alla rete televisiva americana MS-NBC [il 15 settembre, a tragedia avvenuta].Del resto, una strana quantità di persone sembra che sapessero. Persone di condizione assai diseguale. Il 12 agosto, nella prigione di Toronto in cui è detenuto per frodi, un certo Delmart ‘Mike’ Vreeland mette per iscritto quel che deve avvenire a New York, chiude i foglio in una busta e la consegna alle autorità carcerarie, perché lo protocollino. Vreeland risulta tenente della Marina militare americana e sostiene di aver lavorato per l'intelligence della Us Navy. La sua lettera viene aperta il 14 settembre: Vreeland ha indicato in anticipo l'attacco alle Twin Towers e al Pentagono. Il curioso episodio è riportato sul Toronto Star del 23 ottobre 2001, che cita gli archivi della Toronto Superior Court dov'è traccia del fatto. La marina americana nega che Vreeland sia mai stato addetto all'intelligence. Conferma che è stato arruolato negli anni '80, e dimesso per comportamento scorretto. A quale scopo Vreeland ha messo per iscritto in anticipo quel che sapeva, l'ha voluto far protocollare dalle autorità carcerarie perché ci fosse sul suo documento una data certa anteriore all'11 settembre, insomma ha voluto preconfezionare una prova da poter esibire in un tribunale?… Perché Vreeland sta lottando per non farsi estradare negli Stati Uniti,sostiene, davanti ad ogni giudice canadese, che la Cia vuole ucciderlo. Uno strano tipo di complottista.Ma già un mese prima di ‘Mike’ Vreeland, personaggi molto più importanti si erano comportati come se già sapessero. Anzi di più, come se già sapessero quel che il governo americano avrebbe fatto dopo l'attacco al Wtc.Berlino, 11 luglio 2001. Tre alti funzionari statunitensi incontrano nella capitale tedesca membri dello spionaggio russo e britannico e li informano che gli Usa progettano un attacco militare contro l'Afghanistan. Quando?… A ottobre. I tre alti personaggi sono Toni Simmons, ex ambasciatore Usa in Pakistan, Karl Inderfurth, già assistente segretario di stato per gli affari dell'Asia meridionale, e Lee Coldren, che ha lavorato al Dipartimento di Stato come esperto del Sud Asia. Sappiamo i loro nomi e il genere d'informazione che hanno comunicato dal Guardian [22 settembre 2001], dalla BBC [18 settembre], e da Interpress Service [16 novembre]. E' anche probabile che i tre abbiano riferito quel che negli ambienti internazionali qualificati poteva essere già un segreto di Pulcinella. Ancora il Guardian, il 26 settembre 2001, a firma Felicity Lawrence, rende noto che fin dall'estate 2001 ‘secondo informazioni non confermate, truppe speciali uzbeche e tagike erano in addestramento in Alaska e in Montana [..], mentre gli US Rangers stavano addestrando truppe speciali in Kirghizistan’. Aggiunge che ‘ l'alto funzionario del Dipartimento Difesa Usa, dottor Jeffrey Starr ha visitato il Tagikistan in gennaio’.C'era chi sapeva quel che stava per accadere con tale precisione, da puntarvi sopra denaro. Molto denaro. Fra il 6 e il 7 settembre 2001 [mancano quattro giorni all' attacco qualcuno, sul mercato azionario di New York, acquista 4.744 opzioni ‘put’ della United Airlines. Chi acquista opzioni ‘put’ si impegna a vendere un determinato numero di azioni, a un prezzo convenuto, entro un termine stabilito. In pratica, scommette sul ribasso di quel titolo, per guadagnarci. Il 10 settembre, vengono parimenti acquistate 4.516 opzioni ‘put’ della American Airlines. Ciò fa stranamente impennare i grafici delle compravendita giornaliere l'acquisto di opzioni ‘put’ sulle due compagnie aeree in quei giorni è del 600 per cento superiore al normale. E nessun'altra compagnia aerea è oggetto di una simile speculazione al ribasso. Anche perché proprio il 10 settembre l'agenzia economica Reuters scrive che ‘si prevede un rialzo per le azioni delle compagnie di volo’. Gli anonimi speculatori vanno sicuri contro la tendenza del mercato, perché sanno con certezza che solo la United e la American avranno i loro aerei dirottati e lanciati alla distruzione.Dopo la tragedia, il New York Times e il Wall Street Journal hanno abbondantemente parlato di questo caso di insider trading della morte. L'Fbi è affrettata a indagarlo, anche perché risalire agli ignoti e ben informati speculatori significava arrivare molto vicino alle menti organizzatrici della strage. La certezza di tutti gli inquirenti era che l'inchiesta avrebbe portato a scoprire la rete finanziaria del miliardario saudita Bin Laden e di AI-Qaeda, la sua formazione di terroristi globali. Non c'era dubbio che gli autori dell'attentato coincidessero con gli autori della speculazione. Invece non è stato così. L' inchiesta sulle opzioni ‘put’ ha portato gli investigatori su tracce assai lontane da Bin Laden, anzi in una direzione diametralmente opposta. Ne riparleremo, perché questo caso [e il silenzio sulle indagini che ne è seguito, dopo l'apertura di certe porte sorprendenti] mette gli eventi dell'11 settembre in una prospettiva completamente diversa da quella promossa dalle versioni ufficiali. Per intanto tenetelo a mente.Noi dobbiamo correre, per darvi l'ultima notizia che annunciò il disastro in anticipo. 11 settembre, è l'alba a New York, solo due ore prima dell'evento. Negli uffici della Odigo, situati nelle immediate vicinanze delle Torri Gemelle, gli impiegati sono già al lavoro. La Odigo è un'azienda di ‘instant messages’, Internet, posta elettronica, segnalazioni su cercapersone. Si lavora 24 ore su 24 ai computer, al software, sui portali Internet. La Odigo è in rete con il mondo intero, e smista i messaggi elettronici che rimbalzano dai più lontani angoli del pianeta. A New York, la giornata si annuncia tersa, bellissima. Il primo sole comincia ad accendere le facciate a specchio dei grattacieli. Due impiegati della Odigo ricevono sul loro computers un ‘messaggio di testo’ che li avverte dell'imminente attacco al World Trade Center. Presto, fra poche decine di minuti, dice il messaggio. Il testo completo del messaggio non ci è noto. Secondo il Washington Post, che pubblicò la notizia il 26 settembre 2001, ‘l'azienda [Odigo] ha detto di non poter rivelare il contenuto del messaggio o l'identità chi lo ha spedito, dato che tutto è coperto da segreto istruttorio’. Ciò che i giornalisti del Washington Post hanno potuto strappare al vicepresidente Alex Diamandis è che a ricevere il messaggio sono stati ‘due addetti dell'ufficio di ricerca e sviluppo e vendite internazionali’ della Odigo, ‘che ha sede in Israele’. Il messaggio è stato inviato da ‘un altro utente circa due ore prima del primo attacco’.‘Subito dopo gli eventi tragici a New York, i due addetti hanno avvertito la direzione del messaggio ricevuto e questa ha allertato i servizi segreti di Israele. A sua volta, l'FBI è stata informata’. Si può risalire a chi ha spedito il messaggio?… ‘Colui che l'ha inoltrato non è personalmente conosciuto dagli impiegati della Odigo’, è la obliqua risposta d vicepresidente della ditta. Dietro insistenza, viene fuori però almeno questo: ‘La ditta in genere protegge la privacy dei suoi utenti. Però gli impiegati hanno registrato il protocollo dell'indirizzo Internet dell'inoltrante il messaggio’. Inoltre: ‘I servizi della Odigo comprendono un software chiamato People Finder [il Trovagente] che consente agli utenti contattarne altri’.Sembrerebbe un gioco da ragazzi risalire al bene informato. Specie per l'Fbi e i servizi segreti israeliani. Ma se hanno scoperto qualcosa di concreto, non ne sappiamo nulla. Anche su questa notizia è calato il silenzio. Un silenzio inspiegabile, a tanti mesi dalla tragedia. Che alimenta sospetti e lascia spazio alla disinformazione incontrollata, o a maligne leggende urbane.Fra queste, una ha fatto il giro del mondo. Migliaia [la voce dice quattromila] operatori ebrei, il cui posto di lavoro erano le due Torri, quell'11 settembre hanno preso le ferie. Questa voce, che mira chiaramente ad agitare lo spettro del complotto ebraico, pare aver origine da notizie di stampa su giornali arabi [fonti ben meno credibili del Washington Post e non è stata né ripresa né verificata negli Stati Uniti. La sola notizia certa riguarda la ZIM, una grossa ditta di trasporti e navigazione israeliana, che aveva i suoi uffici al piano 47 della Torre Uno [la prima colpita] e che aveva traslocato due settimane prima dell'11 settembre, trasferendo i suoi 200 impiegati alla nuova e più economica sede di Norfolk, Virginia. ‘Zim workers saved by costcutting’, titolava con sollievo il Jerusalem Post del 13 settembre 2001. Del resto, anche la britannica Barcklay's Bank aveva gli uffici nelle Torri, ed aveva traslocato da poco .Il Wordl Trade Center,il più vasto spazio per uffici del mondo, era un porto di mare, aziende che vengono e vanno, che pagano l'affitto per qualche mese e poi cambiano sede.Il sospetto va esercitato a mente fredda, senza paranoia e controllando bene la credibilità delle fonti. Come stiamo facendo in queste pagine. Tutto ciò che possiamo dire è questo. Qualche decina di persone hanno mostrato di sapere ‘prima’. E Fbi, Cia, servizi israeliani hanno tutti i mezzi per scoprire chi sono, e come mai sapevano. Se ci fosse, s'intende, la volontà di far luce.

  3. #3
    Moderatore
    Data Registrazione
    15 Sep 2002
    Località
    Roma Capitale
    Messaggi
    168,946
     Likes dati
    48,479
     Like avuti
    37,828
    Mentioned
    8564 Post(s)
    Tagged
    149 Thread(s)

    Predefinito Re: Qual è l'obiettivo del 'progetto per il nuovo secolo'?...

    Originally posted by Fecia di Cossato
    ..... Secondo me parlare di un 'piano di supremazia globale per il nuovo secolo' è sostanzialmente corretto ma è assai difficile ipotizzare che esso sia stato pensato e organizzato da quattro conservatori bigotti fondatori di una 'organizzazione educativa senza fini di lucro'.....
    Fecia, quello che io ho riportato in rosso nel mio 3d l'ho preso pari pari dal sito PNAC. Loro si definiscono "a non-profit, educational organization whose goal is to promote American global leadership". Che dietro NON ci siano quattro conservatori bigotti è chiaro dal management del Progetto, dai documenti ivi riportati, e dalle firme in esso contenute (a parte Rumsfeld, molti altri che scrivevano nel periodo 1998-2000 sono adesso seduti alla Casa Bianca).

    Questo purtroppo non fa che rinfocolare i tuoi, e miei, dubbi su questo losco affare e su questa amministrazione americana.

    Tieni anche presente che nessun ingegnere edile avrebbe (sembra) ipotizzato il collasso delle torri colpite da un aereo, per quanto grande, ai piani alti.

  4. #4
    Moderatore
    Data Registrazione
    15 Sep 2002
    Località
    Roma Capitale
    Messaggi
    168,946
     Likes dati
    48,479
     Like avuti
    37,828
    Mentioned
    8564 Post(s)
    Tagged
    149 Thread(s)

    Predefinito

    Tanto per essere ancora più chiari, dei 17 firmatari di quella lettera, i seguenti 6 siedono oggi alla Casa Bianca. Altro che quattro bigotti conservatori.


    John Robert Bolton -- Under Sec - Arms Control & Inter Sec Aff
    Paula Jon Dobriansky -- Under Sec (Global Affairs)
    Peter Warren Rodman -- Asst Sec (Intl Sec Affairs)
    Donald Rumsfeld -- Secretary of Defense
    Paul Wolfowitz -- Dep Sec
    Robert B. Zoellick -- U.S. Trade Representativ

  5. #5
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    07 Apr 2009
    Messaggi
    9,779
     Likes dati
    1
     Like avuti
    0
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Dal Corriere
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/E.../century.shtml

    I documenti sul sito dell'organizzazione «New American Century»
    La guerra all'Iraq era decisa dal 1998
    Sottoscritti da Rumsfeld e Cheney, parlano di supremazia degli Usa e di ridimensionamento di Nazioni Unite ed Europa


    ROMA - Per alcuni uomini che contano dell'amministrazione Bush la guerra all'Iraq era decisa da tempo. Per l'esattezza almeno dal gennaio 1998: «Gentile presidente Clinton, Le stiamo scrivendo perché convinti che l'attuale politica americana nei confronti dell'Iraq non stia avendo successo». Così inziava la lettera che l'organizzazione «Project for the New American Century» (Progetto per il nuovo secolo americano) scriveva al presidente degli Stati Uniti d'America, il 26 gennaio 1998. Poco righe dopo, senza troppi preamboli, in quella stessa lettera si dice che era venuto il momento di intraprendere un'azione militare contro Saddam Hussein e, in prospettiva, di rimuovere il rais dal potere. Per fare questo «si offre il nostro pieno supporto». A firmare la lettera, tra gli altri fondatori di New American Century, ci sono l'attuale vicepresidente Dick Cheney, il segretario alla difesa Donald Rumsfeld e il suo vice Paul Wolfowitz, oltre ad altri nomi noti tra i conservatori americani.

    COS'E' «NEW AMERICAN CENTURY» - Il think tank «Project fro the New American Century» (PNAC) viene fondata nella primavera del 1997 e ha come obiettivo quello di perseguire la supremazia globale degli Stati Uniti, raggiungendo tutti i primati, politici, economici e militari che la fine della guerra fredda ha lasciato aperti per il XXI secolo. Senza troppi giri di parole, si promuove l’ipotesi di un impero democratico e liberale, sul modello di quello romano, con le ovvie attualizzazioni.

    RIDUZIONE DELL'ONU E IL RUOLO DELL'EUROPA - In diverse pagine del sito dell'organizzazione si ospitano saggi e articoli che sostengono come gli Stati Uniti, per poter raggiungere i loro obiettivi, debbano liberarsi dei vincoli imposti dal ruolo dell'Onu - in particolare dal Consiglio di Sicurezza - e come sia da tenere a freno una crescita economica e militare dell'Europa.

    TESTI CONSIGLIATI - Nella pagina del sito dedicata alle ultime novità ci sono anche le segnalazioni dei libri recenti consigliati ai navigatori. L'ultimo, in ordine di tempo è: «Usa contro Europa nel nuovo ordine mondiale» di Robert Kagan. La prefazione inizia cosi: «E' venuto il momento di finire di pretendere che europei e americani dividano la stessa visione del mondo, o anche che essi occupino lo stesso mondo».

  6. #6
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by antonio
    molto, molto interessante...
    Mi sovvengono i famosi..... PROTOCOLLI e certa letteratura " cattolica...ortodossa" (Sic!) di vecchi numeri de "La Civiltà Cattolica".... del XiX secolo e degli anni trenta.

    da www.israele.net

    " Peres: "Necessaria la campagna contro Saddam"

    24 marzo 2003

    La guerra contro il regime iracheno e' necessaria e la comunita' internazionale puo' dirsi fortunata che gli Stati Uniti e i loro alleati siano disposti a combatterla. Lo ha affermato lunedi' il parlamentare laburista israeliano Shimon Peres, gia' primo ministro e ministro degli esteri, in un'intervista al Jerusalem Post. Secondo Peres, non si tratta di una guerra contro l'Iraq, ma di una guerra contro il terrorismo. "Il problema - ha spiegato - era chi avrebbe combattuto la minaccia del terrorismo globale. Purtroppo le Nazioni Unite senza gli Stati Uniti non possono fare niente, mentre gli Stati Uniti non hanno bisogno delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti sono l'unico paese in grado di combattere il terrorismo globale".
    Secondo Peres, la guerra contro Saddam portera' vantaggi a tutto il Medio Oriente, e Israele potrebbe persino ritrovarsi con qualche amico a Baghdad, dopo che sara' stato sostituito l'attuale regime. Il regime di Saddam Hussein si e' lungamente "infiltrato" nei territori palestinesi, promuovendo il terrorismo contro Israele. Questa campagna, inoltre, rappresentera' un avvertimento rivolto ad altri stati infestati dal terrorismo, come l'Iran. "L'Iran e' molto vicino alla bomba atomica - ha detto Peres - Cio' che gli Stati Uniti stanno tentando di fare e' inviare un forte segnale, sperando nelle forze riformiste all'interno dell'Iran".
    Sulla questione del conflitto israelo-palestinese, Peres si e' detto incoraggiato non solo dalla nomina in se' di Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a primo ministro dell'Autorita' Palestinese, ma anche dalle modalita' della nomina. L'investitura di Abu Mazen e' giunta dopo una votazione del Consiglio Legislativo Palestinese che Peres definisce un passo avanti verso la democrazia. Peres, considerato uno degli architetti del processo di pace di Oslo degli anni Novanta, sostiene che Yasser Arafat inizialmente era sinceramente interessato a una composizione del conflitto con Israele, ma lo accusa di non essere stato pronto, nella fase finale del processo, ad agire con determinazione contro i gruppi terroristici come Hamas e Jihad Islamica. Cio' nondimeno Peres ritiene che la strada avviata a Oslo finira' per prevalere. "La direzione e' chiara - ha detto - Vi sara' uno stato palestinese".
    (Jerusalem Post, 24.03.03)
    "

    Cordiali saluti liberali e sionisti

  7. #7
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    07 Apr 2009
    Messaggi
    9,779
     Likes dati
    1
     Like avuti
    0
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by Pieffebi
    La guerra contro il regime iracheno e' necessaria e la comunita' internazionale puo' dirsi fortunata che gli Stati Uniti e i loro alleati siano disposti a combatterla.
    "Comunita' internazionale"=USA+Israele...

  8. #8
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by antonio
    molto, molto interessante...
    scrive GIORGIO GALLI :

    " Giorgio Galli, il politologo che ha studiato a lungo la tipologia della nuova destra, coglie questa trasformazione: <<La tradizionale accusa agli ebrei di esercitare, attraverso posizioni economiche e culturali, un potere determinante nelle nazioni è stata estesa a ciò che questi gruppi definiscono "mondialismo", cioè all'intero processo di globalizzazione. Anzi, la destra radicale rivendica una priorità rispetto alla sinistra, quella di avere anticipato di anni la denuncia no global: rispetto al popolo di Seattle, essa aggiunge la descrizione degli ebrei come protagonisti della globalizzazione, enfatizzando il loro ruolo nei mass media, che sarebbero i veri propagandisti del mondialismo. In conclusione, l'antisemitismo in Italia esiste: in forma diffusa, come sentimento generale suscitato dalla politica di Israele, oppure presso frange aggressive che, seppure limitate, sono rivelatrici di intrecci perversi. Se si osservano i siti Internet con sigla islamica (RadioIslam, Arabcomint) diretti magari da un arabo ma con fior di collaboratori italiani ed europei ( spicca Maurizio Blondet, nota firma di Avvenire, oltre agli storici revisionisti Faurisson e Irving ), troviamo brani coranici accanto ai famigerati Protocolli di cui si rivendica l'autenticità; troviamo attacchi a Sharon mescolati a saggi contro il mondialismo frutto del complotto giudaico-americano, la difesa dei talebani vicino al testamento di Hitler. L'incontro, insomma, fra integrismo islamico e antisemitismo nazista ha radici remote (i legami tra il Führer e il Gran Muftì di Gerusalemme) ma l'intreccio di oggi, rinsaldato dagli eventi, mischia pulsioni oscure, cariche di odio e fanatismo, che non andrebbero liquidate come marginali>>.
    citato da http://www.dipmat.unipg.it

    Ma figurariamoci un po'.... che roba interessante, eh?

    " "RADIO ISLAM

    ( http://abbc.com/islam/italiano/index.htm )



    Il sito è collegato alla omonima radio, che trasmette in più lingue, fondata nel 1987 da Ahmed Rami a Stoccolma.

    Ahmed Rami arrivò in Svezia come profugo politico, proveniente dal Marocco, dove come ufficiale dell’esercito nel 1972 progettò un attentato ai danni di re Hassan.

    Nel 1988 venne condannato per "istigazione al razzismo".

    In contatto da sempre con gruppi neonazisti, tra gli altri il "NSDAP-AO"

    ( il "Partito Nazionalsocialista del Lavoratori-Organizzazione per l’ estero"), la cui sede si trova negli Stati Uniti, nel Nebraska, e lo svedese VAM ( Vit Ariskt Motstand), accusato di diversi omicidi che portarono molti suoi membri in prigione.

    Il sito è anch’ esso consultabile in più lingue, tra l'altro in italiano.

    Vi compaiono scritti di alcuni fra i principali esponenti della destra radicale italiana come Carlo Terraciano, il giornalista Maurizio Blondet e Maurizio Lattanzio, animatore negli scorsi anni a Trapani di una "Comunità Politica d’Avanguardia" filosilamica , inneggiante all’ayatolla Komeini.
    "http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/prcbgcitta/documenti/sitiantisemiti.htm

    Sempre più interessante...





    Shalom!!!!

  9. #9
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    interessante intervista al "cattolico ortodosso" Blondet.... ovviamente riportata su indymedia, là ove gli opposti "antisionismi" si incontrano:

    " DALLA SKULL AND BONES AL NUOVO ORDINE MONDIALE
    by Intervista a Maurizio Blondet Sunday February 02, 2003 at 09:24 PM




    Al Gore è di quella sinistra essenzialmente ecologista,che limita le nascite,meno uomini ci sono nel mondo meglio è,controllo demografico, sviluppo zero,ecc.perché se no le foche muoiono.

    COSCO: Dottor Blondet, per quanto riguarda la Skull and Bones, vuole dire qualcosa ai lettori, che non sanno nulla di questa misteriosa società segreta?

    BLONDET: E’ una società segreta studentesca fondata nel 1832, dove vengono cooptati alcuni studenti dell'Università di Yale, una delle maggiori università americane, diciamo del patriziato americano, in numero di dodici all'anno. Notoriamente, George Bush, l’ex presidente degli Stati Uniti, è stato membro e, prima di lui, suo padre e, naturalmente, anche suo figlio, ammesso che suo figlio sia in grado di seguire comunque le lezioni di Yale, perché questo è un po' dubbio. Ho il sospetto che il candidato repubblicano alla presidenza, non ne possieda le capacità. Però, sicuramente, fa parte di questa setta, anche se non in senso stretto, proviene indubbiamente da quell’ambiente. La famiglia Bush è, pure, vicinissima ai banchieri Harriman, che sono uno dei gruppi più potenti dell’establishment americano.

    COSCO: Si può dire che Skull and Bones sia stata ed è, in un certo senso, anche la CIA, perché Bush, come è noto, è stato anche direttore della CIA?

    BLONDET: Le cose non sono assolutamente uguali. E’ però vero che dei direttori della CIA sarebbero stati anche membri della Skull and Bones. In generale, lo scopo fondamentale di una società di questo genere è quello di costituire un gruppo di coetanei, ma, anche, poi, un gruppo intergenerazionale che si aiuta a vicenda, è ovvio. Si sa, anche, che, in generale, l'ideologia della confraternita è, per così dire, al di sopra sia della destra che della sinistra. Destra e sinistra, per loro, sono due elementi dialettici a cui si ritengono superiori. Sono un gruppo di gnostici dedicati, specificatamente, alla manovra politica, quindi destra e sinistra vengono utilizzate come etichette da queste persone, che ritengono di stare al di fuori di simili distinzioni. Non a caso, Harriman è proprio il banchiere che fu ambasciatore americano nell’Unione Sovietica e fu uno di quelli che, veramente, diedero un grande aiuto a Stalin e allo stalinismo, pur proclamando sempre di essere anticomunista. Fa parte di quel giro di banchieri di cui la gente non si ricorda più, banchieri americani, che hanno sostenuto, fino a Gorbaciov compreso, il sistema sovietico.

    COSCO: Sono ammessi all’Ordine dei Teschio e Ossa, oltre ad americani, anche personalità di altre nazioni?

    BLONDET: Non lo so questo, anche perché l'unica e sola fonte certa, su questa società segreta, è un libro apparso diversi anni fa e non mi risulta che ci siano stati altri lavori. Di questa potentissima confraternita ha scritto lo storico Anthony C. Sutton in “America’s Secret Establishment – An Introduction to The Order of Skull & Bones, by Anthony Sutton” (liberty House Press, Billings, Montana - 1986). Mi sembra comunque improbabile la presenza di personaggi di altre nazionalità. Potrebbero, forse, esserci dei britannici, ma non, per esempio, dei messicani o degli italiani, non credo proprio.

    COSCO: E la storia dell’Israele Britannico ha a che fare qualcosa con questa società segreta?

    BLONDET: Per quanto se ne sa i British Israelites non sono direttamente collegati alla Skull and Bones.

    COSCO: La Skull and Bones è stata sospettata, fin dall'Ottocento, di essere una confraternita che pratica il satanismo. Una cosa del genere può essere vera secondo lei?

    BLONDET: Si può senz’altro sospettare una cosa del genere. Per quel che se ne sa viene fatto un rituale usando delle ossa, che si dice siano del capo indiano Geronimo e che sarebbero in possesso di questo gruppo, conservate in una sala normalmente non accessibile a chiunque, a Yale, dove, appunto, viene celebrato questo rito annuale di iniziazione. E’ un rito, sicuramente, di stampo massonico, come stile, perché l'adepto deve stare in una bara, quindi è un rito di morte e rinascita simbolica. L’iniziando deve anche rivelare cose di cui si vergognerebbe a parlarne normalmente, riguardano il suo modo di vivere la sessualità in primo luogo, è una specie di purificazione, una parodìa della confessione cattolica.

    COSCO: Viene dunque celebrata una ritualità esoterica?

    BLONDET: Chiaramente sì. Che sia satanica in senso stretto è difficile affermarlo. Si può, anche, sospettare, a un certo punto, l'immissione di una sacerdotessa donna nel gruppo che, lo ricordo, è esclusivamente composto da maschi. Questa donna ha un qualche tipo di ruolo in questa liturgia, ma non so con precisione dire quale.

    COSCO: Le risulta che il presidente Clinton ne abbia fatto o ne faccia parte?

    BLONDET: No, Clinton no. Clinton ha un'altra storia. Lui ha avuto una formazione specificatamente anglosassone. E’ stato in Inghilterra a studiare, tuttavia, pare, abbia una profonda ripugnanza per il mondo britannico. Tutt’altro tipo è invece Al Gore. La famiglia Al Gore, molto potente da sempre, al pari di quella di Bush, fa parte di un establishment rosso. Il papà di Al Gore è sempre stato vicinissimo e socio in affari di Hammer, quell’ebreo che, per primo, portò aiuti a Lenin. E’ morto ultranovantenne, qualche anno fa, ricchissimo, era un classico agente sovietico, lui stesso se ne vantava. Hammer era molto famoso, faceva affari sporchi con l’Unione Sovietica, allo scopo di sostenere questo mostro, ormai crollante. Non a caso Al Gore ha fatto un “errore” recentemente. Un anno fa il FMI prestò a fondo perduto, a condizioni ultrafavorevoli, alla Russia ormai di Eltsin, su richiesta e su subdole trame di Al Gore, mi pare, 7 miliardi di dollari, che finirono immediatamente all’estero, in Russia non entrarono mai. Quei soldi finirono sui conti dei cosiddetti oligarchi, cioè ex agenti del KGB ed altre personalità, diventati “imprenditori” della nuova Russia.

    COSCO: La Skull and Bones è stata definita da taluni come la risorgenza degli Illuminati di Baviera di Wheishaupt. Lei, cosa pensa al riguardo?

    BLONDET: E’ possibile, ma non credo che ci siano prove dirette di questo. È più probabile, invece, che stiano all’interno di un qualche cosa di più generale e più vasto, perché il profilo della Skull and Bones non è così rivoluzionario. È certo internazionalista, globalizzatore alla Bush, ma non così rivoluzionario.

    COSCO: Si potrebbe dire che questa sètta tenda alla realizzazione del nuovo ordine mondiale?

    BLONDET: Questo è il senso che ha dato Bush. Il Presidente Bush, ai tempi della guerra dell’Iraq, fu il primo a parlare apertamente di un nuovo ordine mondiale, che si stava instaurando con quella guerra. La vicenda, poi, non è andata esattamente come pensava lui. C’è un nuovo ordine mondiale in atto, però, non so, esattamente, quali possano essere le conseguenze a lungo termine. Il potere non è dietro la maschera dell’ONU, ma direttamente statunitense. L’America è l’unica superpotenza rimasta, che non si è nascosta dietro l’ONU.

    COSCO: Qual è il vero volto del nuovo ordine mondiale, che molta gente considera come il massimo bene?

    BLONDET: Essenzialmente il nuovo ordine mondiale è anche la libera circolazione dei capitali, prima ancora che delle merci, che vengono in secondo luogo e degli uomini che vengono in terzo luogo, perché si sa che il libero movimento di uomini è limitato negli Stati Uniti. Alla frontiera col Messico, per esempio, ci sono centinaia di chilometri di reticolati e di filo spinato, però, i capitali sono ben accetti. In questo nuovo ordine mondiale si esplicano fenomeni diversi, non tutti da condannare, in realtà. Va un pò rivista la posizione ideologicamente negativa. Il capitalismo, anche globalizzato, funziona, sta funzionando e non sempre male, ci sono paesi che se ne avvantaggiano e non sempre sono paesi del giro di quelli che contano, ma sono paesi che hanno visto risorgere o rivalorizzare le loro peculiarità culturali profonde. Questo, probabilmente, non era previsto. Per esempio, l’India è diventato uno dei massimi esportatori di software, perché tutti i giganti del software indiani appartengono alla casta bramanica, nelle cui famiglie si impara il sanscrito, cioè una lingua classica e, anche, il pensiero matematico in astratto. Questi parlano l’inglese e costano un po’ meno sul mercato mondiale. Un altro paese, che si sta avvantaggiando, più di quanto si creda, è la Spagna. Anche qui per un fatto culturale preciso. La Spagna è un paese che per 500 anni ha avuto un impero. Attualmente ci sono 400 milioni di persone che parlano spagnolo. La Spagna sta diventando la potenza economica egemone sui mercati sudamericani. Banche spagnole si stanno comprando le banche argentine, venezuelane ecc.. La Spagna acquista, sempre più, la figura di madrepatria imperiale. Io sono stato in Spagna recentemente, fatto singolare, non esiste un atteggiamento culturale antiglobalizzazione, come esiste per esempio in Francia, in Italia e, in fondo, anche in Germania, ma guardi che non è un caso perché l'antiglobalismo oggi è la maschera dell'inefficienza dei governi di sinistra. Noi siamo contro la globalizzazione per le tradizioni e, improvvisamente, la sinistra riscopre le tradizioni nazionali, perché è perdente.

    COSCO: E gli aspetti negativi del nuovo ordine mondiale?

    BLONDET: Alcuni aspetti negativi sono già in corso, sono, soprattutto evidenti, nell’eccesso di libera circolazione dei capitali puramente speculativi. Appena c'è stato un momento di panico questi capitali se ne sono andati da un minuto all'altro, perché, appunto, la moneta elettronica adesso si muove in telecomunicazione, lasciando paesi a secco, in grave crisi economica, paesi che si erano indebitati, perché stavano crescendo, si sono visti, improvvisamente, mancare la liquidità. Ci sono, poi, fenomeni della finanza più speculativi, praticamente si rivelano, alla fine, delle enormi bolle di debito inaccertabili, cioè, non contabilizzati da nessuno. Si ravvisano, altresì, pure, fenomeni particolarmente malvagi e sinistri in certi paesi dell'America Latina; penso alla Colombia. Ogni paese deve specializzarsi nel suo vantaggio competitivo; chi sa fare bene le cravatte, come gli italiani, vende le cravatte e basta e non può fare aerei o cose del genere. La Colombia sa fare la coca. Un terzo del territorio colombiano è adesso controllato da un esercito guerrigliero, che esiste da sempre, di sinistra naturalmente. Sono dei narcotrafficanti con l'etichetta di sinistra e, nel luglio scorso, il capo della borsa di New York, che si chiama Richard Grasso, è andato a fare una visita a questi terroristi di fatto, che stanno veramente atterrendo la popolazione, uccidendo bambini, facendo cose degne della Cambogia di Pol Pot, per offrire loro di “investire” denaro sporco nella borsa di New York. Dietro questo interesse del mondo finanziario americano per i narcotrafficanti, c'è chiaramente anche l'idea di legalizzare le droghe pesanti.

    COSCO: Alcuni cattolici paventano, con la piena attuazione della globalizzazione, la scomparsa della religione cattolica, pensa che sia possibile una cosa del genere?

    BLONDET: Nei confronti del cattolicesimo c'è un'ostilità di questi ambienti, penso proprio a Bush. Sicuramente anche Al Gore. Vi è anche fastidio, rifiuto, ma sono fenomeni autonomi però, ed è difficile che possano agire direttamente sulla religione cattolica, sul Vaticano. Il vero problema è, invece, una specie di cedimento finale del cattolicesimo clericale. L'alto clero del Vaticano stesso, manifesta sempre più una forma di nichilismo sorridente, che lo induce a sottacere i contenuti forti dell'ortodossia per provocare grandi eventi mediatici, che sono solo apparenza e pochissima sostanza. La cosa è a tal punto vera che l'anno scorso, a Natale, D'Alema, capo del governo, ha portato la moglie e i bambini alla messa di mezzanotte a Betlemme. C'è questo fatto, una persona che non crede a nulla porta la famigliola a vedere uno spettacolo spirituale suggestivo. In un certo senso, questo mi è sembrato un evento simbolico molto forte, come anche questo giubileo dei giovani, dove l'ultimo giorno, nelle poltrone destinate ai vip, si è visto, invitato o non invitato, praticamente tutto il centro sinistra.

    COSCO: Secondo lei la Chiesa è ormai diventata solo un grande e suggestivo spettacolo, che suggestiona le masse?

    BLONDET: Sì, è una chiesa spettacolo, che proprio per questo viene cooptata da questa specie di clericalismo istituzionale ateo, perché c'è anche un subdolo clericalismo ateo di sinistra. Certi comportamenti della Chiesa, come le continue richieste di perdono, lasciano i veri cattolici sgomenti e, invece, vengono accolti con consenso istituzionale dalla sinistra che non crede, ma che considera le masse, che noi non siamo capaci di mobilitare e loro invece si. Poi c'è l'organizzazione, la forza organizzativa che ormai la Cgil non ha più, che le parrocchie invece hanno ancora. Bisogna vedere se, poi, questi giovani saranno cristiani anche quando si tratterà, come ha ricordato il Papa, di pagare col sangue la propria fede; io non ci credo.

    COSCO: Secondo lei, il fatto di Al Gore di far candidare, come suo vice, un ebreo, cosa può significare?

    BLONDET: La lobby ebraica negli Stati Uniti è determinante, cosa stranissima ma è così, per il voto proprio. Da sempre gli ebrei, fin dal tardo 800, nel sistema elettorale americano, dove l'elettore si deve registrare per votare, controllano il voto. Nell’800 controllarono il voto del ceto popolare, operaio, erano molto di sinistra gli operai. L’avere un vice ebreo è in qualche modo un atto di audacia, certo, non credo che otterrà il voto dei negri per esempio, però, hanno fatto sicuramente i loro calcoli. I negri votano poco e gli ebrei, invece, sono capaci di mobilitare il voto e di finanziare i candidati. Inoltre, la cosa più preoccupante è che il tipo di ebreo che è lì non è più un ebreo di sinistra, laburista, ma un ebreo fondamentalista. Recentemente cosa è il “fondamentalismo ebraico” lo abbiamo visto con quel Rabbino, che ha detto che gli ebrei, morti nei campi di concentramento, erano delle reincarnazioni di ebrei puniti per i loro peccati. Siamo nel vaneggiamento più assurdo, la reincarnazione è una delle credenze occulte di gruppi cabalisti. Questo indica che sètte “religiose”, prima marginali nell’ebraismo, stanno diventando l’ebraismo ufficiale. C’è, quindi, una estremizzazione nel mondo ebraico su sfondo religioso, che lo rende, secondo me, molto pericoloso. Sono stato in Israele e ho visto come i partiti cosiddetti laici, i cui capi vengono spesso apertamente minacciati di morte dai rabbini, non osano rispondere per le rime, è un vecchio riflesso ebraico, alla fine i rabbini più fanatici comandano sempre.

    COSCO: Un’ultima domanda. Come si colloca un Al Gore, dichiaratamente di sinistra, con l’ebraismo?

    BLONDET: Al Gore è di quella sinistra essenzialmente ecologista, che limita le nascite, meno uomini ci sono nel mondo meglio è, controllo demografico, sviluppo zero, ecc. perché se no le foche muoiono. Essenzialmente, oggi, sinistra liberale è essere questo, ecc. Al Gore è affiancato da un personaggio che è un ebreo di questo tipo qui, fanatico insomma. E le due cose possono andare insieme perché nell’ebraismo fanatico, gli altri uomini non ebrei sono sotto-uomini e, quindi, materiale umano che può essere utilizzato, ridotto, tagliato, clonato, ecc., insomma per loro quello che conta è il sangue di Abramo e la discendenza di Abramo, che è la vera e unica umanità, gli altri non lo sono. Gli altri, per questa gente, sono solo merce di scambio.

    Giuseppe Cosco


    I PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION fabbricati e diffusi dalla polizia segreta zarista su elaborazione di romanzetti e altro materiale precedente e coevo.... sono roba da dilettanti ....


    Shalom!!!!

  10. #10
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    07 Apr 2009
    Messaggi
    9,779
     Likes dati
    1
     Like avuti
    0
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Playing skittles with Saddam

    The gameplan among Washington's hawks has long been to reshape the Middle East along US-Israeli lines, writes Brian Whitaker

    Brian Whitaker
    Guardian Unlimited
    Tuesday September 3, 2002

    In a televised speech last week, President Hosni Mubarak of Egypt predicted devastating consequences for the Middle East if Iraq is attacked.

    "We fear a state of disorder and chaos may prevail in the region," he said. Mr Mubarak is an old-fashioned kind of Arab leader and, in the brave new post-September-11 world, he doesn't quite get the point.

    What on earth did he expect the Pentagon's hawks to do when they heard his words of warning? Throw up their hands in dismay? - "Gee, thanks, Hosni. We never thought of that. Better call the whole thing off right away."

    They are probably still splitting their sides with laughter in the Pentagon. But Mr Mubarak and the hawks do agree on one thing: war with Iraq could spell disaster for several regimes in the Middle East. Mr Mubarak believes that would be bad. The hawks, though, believe it would be good.

    For the hawks, disorder and chaos sweeping through the region would not be an unfortunate side-effect of war with Iraq, but a sign that everything is going according to plan.

    In their eyes, Iraq is just the starting point - or, as a recent presentation at the Pentagon put it, "the tactical pivot" - for re-moulding the Middle East on Israeli-American lines.

    This reverses the usual approach in international relations where stability is seen as the key to peace, and whether or not you like your neighbours, you have to find ways of living with them. No, say the hawks. If you don't like the neighbours, get rid of them.

    The hawks claim that President Bush has already accepted their plan and made destabilisation of "despotic regimes" a central goal of his foreign policy. They cite passages from his recent speeches as proof of this, though whether Mr Bush really knows what he has accepted is unclear. The "skittles theory" of the Middle East - that one ball aimed at Iraq can knock down several regimes - has been around for some time on the wilder fringes of politics but has come to the fore in the United States on the back of the "war against terrorism".

    Its roots can be traced, at least in part, to a paper published in 1996 by an Israeli thinktank, the Institute for Advanced Strategic and Political Studies. Entitled "A clean break: a new strategy for securing the realm", it was intended as a political blueprint for the incoming government of Binyamin Netanyahu. As the title indicates, it advised the right-wing Mr Netanyahu to make a complete break with the past by adopting a strategy "based on an entirely new intellectual foundation, one that restores strategic initiative and provides the nation the room to engage every possible energy on rebuilding Zionism ..."

    Among other things, it suggested that the recently-signed Oslo accords might be dispensed with - "Israel has no obligations under the Oslo agreements if the PLO does not fulfil its obligations" - and that "alternatives to [Yasser] Arafat's base of power" could be cultivated. "Jordan has ideas on this," it added.
    It also urged Israel to abandon any thought of trading land for peace with the Arabs, which it described as "cultural, economic, political, diplomatic, and military retreat".

    "Our claim to the land - to which we have clung for hope for 2,000 years - is legitimate and noble," it continued. "Only the unconditional acceptance by Arabs of our rights, especially in their territorial dimension, 'peace for peace', is a solid basis for the future."

    The paper set out a plan by which Israel would "shape its strategic environment", beginning with the removal of Saddam Hussein and the installation of a Hashemite monarchy in Baghdad.
    With Saddam out of the way and Iraq thus brought under Jordanian Hashemite influence, Jordan and Turkey would form an axis along with Israel to weaken and "roll back" Syria. Jordan, it suggested, could also sort out Lebanon by "weaning" the Shia Muslim population away from Syria and Iran, and re-establishing their former ties with the Shia in the new Hashemite kingdom of Iraq. "Israel will not only contain its foes; it will transcend them", the paper concluded.


    To succeed, the paper stressed, Israel would have to win broad American support for these new policies - and it advised Mr Netanyahu to formulate them "in language familiar to the Americans by tapping into themes of American administrations during the cold war which apply well to Israel".

    At first glance, there's not much to distinguish the 1996 "Clean Break" paper from the outpourings of other right-wing and ultra-Zionist thinktanks ... except for the names of its authors.

    The leader of the "prominent opinion makers" who wrote it was Richard Perle - now chairman of the Defence Policy Board at the Pentagon. (ndr che ha dato le dimissioni ieri poiche' era coinvolto in un'impresa che guadagnava da questa guerra...)

    Also among the eight-person team was Douglas Feith, a neo-conservative lawyer, who now holds one of the top four posts at the Pentagon as under-secretary of policy.

    Mr Feith has objected to most of the peace deals made by Israel over the years, and views the Middle East in the same good-versus-evil terms that he previously viewed the cold war. He regarded the Oslo peace process as nothing more than a unilateral withdrawal which "raises life-and-death issues for the Jewish state".

    Two other opinion-makers in the team were David Wurmser and his wife, Meyrav (see US thinktanks give lessons in foreign policy, August 19). Mrs Wurmser was co-founder of Memri, a Washington-based charity that distributes articles translated from Arabic newspapers portraying Arabs in a bad light. After working with Mr Perle at the American Enterprise Institute, David Wurmser is now at the State Department, as a special assistant to John Bolton, the under-secretary for arms control and international security.

    A fifth member of the team was James Colbert, of the Washington-based Jewish Institute for National Security Affairs (Jinsa) - a bastion of neo-conservative hawkery whose advisory board was previously graced by Dick Cheney (now US vice-president), John Bolton and Douglas Feith.

    One of Jinsa's stated aims is "to inform the American defence and foreign affairs community about the important role Israel can and does play in bolstering democratic interests in the Mediterranean and the Middle East". In practice, a lot of its effort goes into sending retired American military brass on jaunts to Israel - after which many of them write suitably hawkish newspaper articles or letters to the editor.

    Jinsa's activities are examined in detail by Jason Vest in the September 2 issue of The Nation. The article notes some interesting business relationships between retired US military officers on Jinsa's board and American companies supplying weapons to Israel.

    With several of the "Clean Break" paper's authors now holding key positions in Washington, the plan for Israel to "transcend" its foes by reshaping the Middle East looks a good deal more achievable today than it did in 1996. Americans may even be persuaded to give up their lives to achieve it.

    The six-year-old plan for Israel's "strategic environment" remains more or less intact, though two extra skittles - Saudi Arabia and Iran - have joined Iraq, Syria and Lebanon on the hit list.

    Whatever members of the Iraqi opposition may think, the plan to replace Saddam Hussein with a Hashemite monarch - descendants of the Prophet Muhammad who rule Jordan - is also very much alive. Evidence of this was strengthened by the surprise arrival of Prince Hassan, former heir to the Jordanian throne, at a meeting of exiled Iraqi officers in London last July.
    The task of promoting Prince Hassan as Iraq's future king has fallen to Michael Rubin, who currently works at the American Enterprise Institute but will shortly take up a new job at the Pentagon, dealing with post-Saddam Iraq.

    One of the curious aspects of this neo-conservative intrigue is that so few people outside the United States and Israel take it seriously. Perhaps, like President Mubarak, they can't imagine that anyone who holds a powerful position in the United States could be quite so reckless.

    But nobody can accuse the neo-conservatives of concealing their intentions: they write about them constantly in American newspapers. Just two weeks ago, an article in the Washington Times by Tom Neumann, executive director of Jinsa, spelled out the plan in clear, cold terms: "Jordan will likely survive the coming war with US assistance, so will some of the sheikhdoms. The current Saudi regime will likely not.

    "The Iran dissident movement would be helped enormously by the demise of Saddam, and the Palestinians would have to know that the future lies with the West. Syria's Ba'athist dictatorship will likely fall unmourned, liberating Lebanon as well.

    "Israel and Turkey, the only current democracies in the region, will find themselves in a far better neighbourhood." Would anyone like to bet on that?

 

 
Pagina 1 di 50 1211 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Progetto per un nuovo secolo americano
    Di Squalo nel forum Politica Estera
    Risposte: 50
    Ultimo Messaggio: 28-12-06, 09:25
  2. Il progetto per il Nuovo Secolo Americano. Una nuova Pearl Harbour
    Di Forzanovista nel forum Politica Estera
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 13-09-06, 01:02
  3. Il progetto per il Nuovo Secolo Americano. Una nuova Pearl Harbour
    Di Forzanovista nel forum Destra Radicale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 12-09-06, 11:45
  4. Progetto per un Nuovo Secolo Americano
    Di Der Wehrwolf nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 14-09-03, 11:33
  5. [LINK] Qual è l'obiettivo del 'progetto per il nuovo secolo'?...
    Di Orazio Coclite nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 11-04-03, 23:16

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito