Vi riporto un intervento di Magdi Cristiano Allam sui dubbi e le domande di Marina, cattolica praticante convinta che lo Stato non possa imporre a tutti i cittadini dei principi di natura religiosa, in nome della laicità. Vi invito a leggere le risposte di Magdi, e riflettere:
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La scelta di Marina, 26 anni, intelligente, impegnata, affettuosa e cattolica che non vuole aderire
Marina è una ragazza intelligente, rigorosa e operosa. A scuola è sempre stata tra le migliori e ora, a ventisei anni, si prepara con uno straordinario impegno a realizzare il sogno di diventare insegnante. Marina è una cattolica praticante. Quante volte l’ho vista di domenica alla messa delle otto di mattina, arrivando di corsa quando magari i suoi coetanei si sono addormentati da poco dopo una notte passata in discoteca, mentre lei è già pronta ad affrontare una nuova giornata di studio. Marina è una persona di grande sensibilità e affettuosità, sa farsi ben volere e sa elargire al prossimo la linfa vitale dell’amore. Marina però non cede su un punto: considera impossibile la sua adesione a un partito politico perché, precisa, lei non potrebbe mai accettare di essere rappresentata da chi non condivide totalmente le sue idee, al punto che possa essere il partito politico ad aderire a lei. Per lei l’adesione deve corrispondere a una seconda pelle.
Ebbene dal momento che considero vitale l’apporto dei giovani moralmente integerrimi e socialmente impegnati per il successo della proposta politica del Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana, ho voluto approfondire le ragioni della radicata diffidenza di Marina nei confronti della politica, non solo di questa classe politica, ma della politica in assoluto.
Ed è così che ieri ci siamo intrattenuti a lungo seduti comodamente sul divano di casa mia. Lei mi ha fatto questo esempio: “Ti ho visto alla trasmissione ‘Otto e mezza’ su La7 sostenere la fede nella sacralità della vita. Io da cattolica credo nella sacralità della vita, ma non penserei mai di parlare di sacralità della vita nell’ambito della politica, perché la sacralità è un concetto religioso che non può essere imposto alla sfera laica”. Le ho risposto: “Se è una questione lessicale, possiamo ricorrere a uno pseudonimo laico, quale indisponibilità o inviolabilità della vita. La sostanza non cambia”.
E lei: “Ma non possiamo imporre a uno Stato laico una realtà religiosa!”. Le ho risposto: “Io non voglio assolutamente imporre niente a nessuno. La laicità è parte integrante del cristianesimo. E’ stato Gesù a insegnarci ‘date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio’. Sono un sincero democratico e ritengo che in democrazia ci si debba confrontare civilmente con coloro che hanno delle opinioni diverse. Ma a questo confronto noi cattolici dobbiamo arrivarci con le nostre idee che si fondano su una fede che è del tutto compatibile con una sana laicità e con la ragione affrancata dall’ideologismo. Nel cristianesimo fede e ragione si coniugano”.
Marina incalza: “Non credo che fede e ragione vadano sempre d’accordo. Considera il caso del divorzio. Per la Chiesa il matrimonio è un sacramento ma noi non possiamo imporre ciò alla società civile”. Le ho risposto: “Anche la Chiesa prevede l’annullamento del matrimonio. Ma se noi non accreditiamo la cultura del matrimonio come pilastro fondante della società, il risultato è che le famiglie si sgretolano facilmente, fanno sempre meno figli e la società è destinata al suicidio demografico”.
Marina non è affatto convinta: “Va tutto bene ma noi non possiamo imporre ai laici di credere nella sacralità del matrimonio”. Io cerco di argomentare la mia risposta: “E’ la ragione stessa, su un terreno laico, che oggi ci porta a prendere atto che se non si pone un argine al tracollo della famiglia naturale e se non si inverte la tendenza del calo demografico, siamo destinati a morire come nazione e come civiltà. Quindi oggi cresce la consapevolezza, anche tra i laici, che dobbiamo investire nel consolidamento della famiglia naturale e nella crescita demografica. Ecco perché fede e ragione s’incontrano nel traguardo del bene comune e dell’interesse generale”.
Marina oppone comunque una resistenza: “Io la fiducia a un partito la potrei dare a posteriori, non a priori, solo dopo aver verificato la bontà della singola azione. Ma non voglio dare una delega in cambio”. Per me si fa dura: “Sappi che la delega in cambio la dai a chi governa ogni qualvolta non assumi una posizione netta nei confronti della sua politica. Perché il tuo silenzio gli consente di andare avanti”.
Alla fine Marina fa una concessione: “Potrei votare il tuo Partito perché credo a grandi linee al programma politico. Ma non voglio aderire”. Io faccio un estremo tentativo per persuaderla: “Ma chi ha detto che per aderire a un partito devi essere d’accordo su tutto? Il partito non è una chiesa. L’importante è che si condividano i principi fondamentali”. Nulla da fare. Quindi probabilmente alle elezioni del prossimo 6 e 7 giugno avremo il voto di Marina, ma non l’impegno personale e l’affetto sincero di Marina.
A questo punto mi rivolgo a tutti i giovani: "Chi ha mai detto che la politica non possa essere sostanzialmente diversa da quella che conosciamo, dei Berlusconi, Veltroni, Bossi e Di Pietro? Perché mai la politica dovrebbe essere la roccaforte blindata della faziosità, del conflitto d'interessi, del saccheggio delle risorse pubbliche, dell'immoralità e della strumentalizzazione ideologica della denuncia per perpetuare a tutti i costi il potere di una casta? Perché escludete in partenza che tutti noi, giovani e adulti di buona volontà, non possiamo liberare il Tempio della Politica dai mercanti che l'hanno trasformato in una spelonca di ladri e bugiardi, affinché diventi il Tempio del servizio e dell'amministrazione del bene pubblico e dell'interesse della collettività? Ci rendiamo conto che fin quando staremo con le mani conserte attendendo una soluzione che cali miracolosamente dall'alto aderendo a pennello alle nostre idee come una seconda pelle, continueremmo consapevolmente o meno a subire l'arbitrio di coloro che denunciamo a parole ma non facciamo nulla di concreto affinché la situazione cambi?".
Voi cosa ne pensate? Vi abbraccio fraternamente e vi auguro di cuore tanta salute, serenità, sempre nuovi successi, traguardi e un mondo di bene.
Magdi Cristiano (23/12/2008)