Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 311-312

20 DICEMBRE

IV ANTIFONA



O chiave di David e scettro della casa d'Israele, che apri, e nessuno può chiudere; che chiudi, e nessuno può aprire: vieni e trai dalla prigione il misero che giace nelle tenebre e nell'ombra della morte.
O figlio di David, erede del suo trono e della sua potenza, tu percorri, nella tua marcia trionfale, una terra sottomessa un tempo al tuo avo, e oggi asservita dai Gentili. Riconosci da ogni parte, sul tuo cammino, tanti luoghi testimoni delle meraviglie della giustizia e della misericordia di Dio tuo Padre verso il suo popolo, nel tempo di quell'antica Alleanza che volge verso la fine. Presto, tolta la virginea nube che ti ricopre, intraprenderai nuovi viaggi su quella stessa terra, vi passerai beneficando e guarendo ogni languore ed ogni infermità, e tuttavia senza avere dove posare il capo. Oggi almeno il seno materno ti offre ancora un asilo dolce e tranquillo, nel quale non ricevi che le testimonianze dell'amore più tenero e più rispettoso. Ma, o Signore, bisogna che tu esca da quel beato ritiro; bisogna che tu, o Luce eterna, risplenda in mezzo alle tenebre, poiché il prigioniero che sei venuto a liberare languisce nella sua prigione. Egli giace nell'ombra della morte, e vi perirà se non vieni prontamente ad aprirne le porte con la tua Chiave onnipotente! Il prigioniero, o Gesù, è il genere umano, schiavo dei suoi errori e dei suoi vizi. Vieni a spezzare il giogo che l'opprime e lo degrada! Il prigioniero è il nostro cuore troppo spesso asservito a tendenze che esso sconfessa. Vieni, o divino Liberatore, a riscattare tutto ciò che ti sei degnato di rendere libero con la tua grazia, e a risollevare in noi la dignità di fratelli tuoi.
ANTIFONA DELL'ANGELO GABRIELE


O Gabriele, messaggero dei cieli, tu sei entrato da me a porte chiuse e mi hai detto quelle parole: Concepirai e partorirai un figlio e sarà chiamato Emmanuele!

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Oggi ricorreva anche la vigilia di san Tommaso, soppressa dal decreto della Congregazione dei Riti del 23 marzo 1955. Conserviamo quanto il Guéranger espose sullo sviluppo storico delle vigilie, notando soltanto che, a tenore dello stesso decreto (n. 8-9), oggi le vigilie sono di due specie: privilegiate (vigilie del Natale e di Pentecoste) e comuni (vigilie dell'Assunzione della Beata Vergine, di san Giovanni Battista, dei santi Pietro e Paolo e di san Lorenzo). Tutte le altre sono soppresse.
Nei primi tempi, il termine di Vigilia designava le riunioni dei cristiani nella chiesa durante la notte dal sabato alla domenica. Tali riunioni datano verosimilmente dall'era apostolica. Presto si formò l'abitudine di prevenire con una intera notte di preghiere le grandi solennità: quella di Pasqua o gli anniversari dei Martiri in particolare. Ci si riuniva nella serata e si trascorreva la notte al canto dei Salmi e leggendo la Sacra Scrittura o le Passioni dei martiri. Essendo poi sorti degli abusi, la Chiesa fu costretta a sopprimere in parte quelle vigilie fin dal XIII secolo. Tuttavia ne esistevano ancora nel XVI secolo e perfino nel XVIII secolo alcune chiese delle Gallie avevano una vigilie per le loro grandi solennità, come quella di san Martino a Tours e di san Giuliano a Le Mans. Alle prime luci del giorno, si cantava la Messa che poneva termine alla Vigilia. A poco a poco la Messa fu anticipata e attualmente la celebriamo la mattina del giorno che precede la festa.