Cari amici Conservatori,
in questa discussione vorrei che ciascuno chiarisse, magari con una breve motivazione, il suo rapporto con la politica italiana.
A quale area, o partito politico vi sentiti vicini?
Siete soddisfatti, oppure vorreste la formazione di un nuovo gruppo, magari più schiettamente Conservatore? Questa secondo voi è una possibilità realistica, o solo una pia utopia?
Quale il futuro politico del Conservatorismo, alla luce delle recenti trasformazioni del quadro partitico nazionale, e della tendenza verso un bipartitismo?
Esiste un leader "conservatore" a cui affidarsi?
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Ovviamente inizio io (ma sono davvero curioso di leggere le vostre risposte). Devo dire la verità: il mio percorso verso il Conservatorismo non è stato lineare, ma contrassegnato piuttosto da incertezze e superficialità.
Lo ammetto: ancora oggi la mia formazione è scarsa, anzi insufficiente rispetto a quella di molti soci e simpatizzanti de "Il Conservatore".
Eppure, nonostante tutto, mi arrogo il diritto di definirmi "conservatore", in considerazione della mia inestirpabile vicinanza alle basi ideali di questa area culturale e politica. Amante della tradizione, sostenitore dell'identità, alfiere della Patria, guardiano della famiglia, strenuo difensore della dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, ormai lettore appassionato di Burke, penso di essere sulla buona strada, anche grazie alle riflessioni e agli interventi che leggo in questa sede ogni giorno.
Dal punto di vista politico, ho sempre simpatizzato per Silvio Berlusconi, l'unico in grado di battere la "gioiosa macchina da guerra" comunista nel 1994, vera calamita del centrodestra, che senza il Cavaliere alla guida si scioglierebbe come neve al sole in un istante.
In questi ultimi anni, aumentando l'età e conseguentemente la riflessione critica, mi sono ben accorto che Berlusconi non è, nè potrà mai essere, un leader conservatore.
La costruzione del PDL, pure da me sostenuta, mi sembra sempre di più una riedizione mascherata del pentapartito, ovvero l'unione di socialisti, liberali, democristiani, repubblicani, più qualche componente più schiettamente di "destra", comunque minoritaria.
Detto questo, ribadisco che a mio modesto parere solo il PDL può competere per il governo del paese, e produrre effettivamente una linea politica e programmatica in grado di incidere nella legislazione e nella vita della nazione, seppur non in modo ottimale. Del resto, dall'altra parte resiste un ammasso informe di postdemocristiani e postcomunisti, da cui è bene tenersi lontani.
In realtà, spero sempre che le forze conservatrici riescano a contribuire degnamente alla nascita di questo PDL, con l'obbiettivo ultimo di determinarne, o almeno influenzarne, gli assetti interni e la linea politica, mettendo possibilmente all'angolo le tendenze social-liberal-riformiste.
Un Conservatore non deve perdersi nell'utopia, ma badare al sodo, trasformare dall'interno questo partito per poi governare l'Italia.
Si avvicinano le Elezioni Europee, e come ho già scritto in altri dibattiti, se la lista "Protagonisti per l'Europa Cristiana" di Magdi Cristiano Allam riuscirà a presentarsi, io la voterò, e il mio voto sarà convinto, alla luce del suo programma che condivdo con convinzione e per intero.
La mia non è una contraddizione. E' chiaro che Allam da solo non potrà far nulla: risulta indispensabile un collegamento, e in prospettiva una confluenza, nel PDL, ma a partire da una posizione di forza.
E' assolutamente necessario, in questa fase della vita politica del paese, con l'emergere di una inevitabile tendenza al bipartitismo (ormai entrato nella mente degli italiani: neppure il "Centro" di Casini avrà alcun successo se si presenterà da solo), incidere, influenzare il maggior partito di centrodestra, per non perdere una occasione unica, per non lasciar cadere in mani sbagliate un gruppo potenzialmente in grado di superare il 40%.
Voi mi direte: che razza di ragionamenti sono questi, che si basano su fredde percentuali, su sterili strategie politiche, che dimenticano ogni spirito, ogni motivazione ideale, ogni orgoglio conservatore?
Io rispondo: la politica non è solo il mondo delle pure idee (che comunque mi tengo ben stretto, e di cui vado fiero ed orgoglioso).
In troppi sono caduti seguendo dei sogni.
Il mio è un conservatorismo equilibrato, che aspira all'esercizio del governo, distante dagli estremismi, ma fermo su valori e principi irrinunciabili (che ogni giorno sostengo e diffondo, anche in questo "mondo virtuale").
Accetto le critiche, ma pretendo rispetto. Mi sento e sono un Conservatore in via di perfezione formativa, ma autentico, genuino.