Fini elogia i veri conservatori: Non difendono privilegi ma valori
"Oggi è approccio diffuso, non solo nel centrodestra"
Roma, 9 dic. (Apcom) - Anche se il termine "conservatore" continua ad esser visto ancora oggi come qualcosa di "complessivamente negativo", in realtà negli ultimi quindici anni in Italia si è diffuso "tra le forze politiche e culturali italiane e non soltanto del centrodestra" il significato reale di quel termine, che è poi quello che gli viene attribuito nel mondo anglosassone e americano. Lo sottolinea il presidente della Camera, Gianfranco Fini, partecipando alla presentazione del libro di Gennaro Sangiuliano 'Giuseppe Prezzolini-L'anarchico conservatore' all'Università Lumsa di Roma.
Fini si è soffermato "su una delle ultime grandi provocazioni politico culturali" del primo direttore della Voce: "Si tratta del 'Manifesto dei conservatori', lanciato all'inizio degli anni Settanta, mentre le strade italiane erano percorse dai contestatori e mentre tanti altri intellettuali sottoscrivevano in gruppo manifesti di ben altro tenore".
"La provocazione - ha rilevato Fini - sta tutta in quel termine, conservatore, che in Italia non ha mai goduto di buona fama, per effetto della particolarità della nostra storia politica ma anche per effetto di quella che chiamavamo 'la guerra delle parole'. Da noi la parola conservatore è sinonimo di immobilismo e di difesa dei privilegi. Assai diverso è il significato che le è attribuito nel mondo anglosassone e americano, che Prezzolini ben conosceva, dove il 'conservatore' designa un soggetto che difende principi di fondo della società badando alla sostanza dei cambiamenti e affidandosi alla lezione dei fatti".
"Dopo tanti anni - ha proseguito Fini - il termine 'conservatore' continua ad essere utilizzato nel nostro paese in senso se non dispregiativo comunque complessivamente negativo. Ma ciò non deve portare alla conclusione che la provocazione di Prezzolini sia inutile. Perché se oggi rileggiamo quel libro, ci accorgiamo che molte delle sue affermazioni corrispondono ad un approccio largamente diffuso tra le forze politiche e culturali italiane e non soltanto del centrodestra".
"L'atteggiamento mentale tipico del conservatore - ha concluso Fini - è quello di fuggire dalle rappresentazioni ideologiche e di promuovere cambiamenti che rispettino i valori di fondo della società, senza peraltro considerarli immobili e cristallizzati ma anzi cercando di adeguarli ai cambiamenti sociali. L'importante per il conservatore è che nei cittadini rimanga sempre viva la percezione del cammino comune. Se si pensa al grande cambiamento politico avvenuto negli ultimi quindici anni forse oggi Prezzolini non si sentirebbe più tanto straniero in Italia".
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