Originariamente Scritto da
SolConservator
tesoro ! stai parlando una lingua differente dalla mia , e se non comprendi questo non ti posso aiutare, io non ti nego i tuoi primati
tieniteli e vanne fiero. io mi tengo i miei (che sono anche i tuoi)
il grandissimo jèromè Carcopino evidenziò in epoca arcaica una forte coscienza italiana
"Quando sorse una coscienza italica » scrive Jéròme Carcopino , « essa si colorò di pitagorismo. Fin dalla sua costituzione, il pitagorismo è italiano. Eredi di tale solidarietà, i romani e gli italiani " .
la linea ad origine della tradizione reca la religiosità di un popolo sino nei meandri più reconditi dei suoi simbolismi quella stessa linea che il anche vico al pari del macchiavelli,fissò al dunque, nel momento di spiegare la lira italiana discesa da mercurio apollo ed orfeo, quell'unione derivativa con le corde dei padri,onde si conpose la forza publica che si dice imperio civile, riferimento arcano alla tradizione pitagorica.
la legge agraria del 111 a.C. (Corpus Insc Il consolidarsi del sentimento dell’"eccezionalità dell’Italia e della sua superiorità sul resto del mondo" )era favorito dalla sua collocazione pressoché isolata: da tre lati bagnata dal mare, solo a nord era collegata al resto del continente. Proprio la mancanza di un chiaro confine naturale presso la base della penisola bastò a far sì che ancora prima della fine del iii secolo l’idea romana di Italia cominciasse ad allargarsi verso nord, tenendo il passo delle legioni vittoriose
si potrebbe affermare parafrasando rodolfo sacco (antropologia giuridica-biblioteca classenze)
"che al tempo di servio tullio gli antichi romani vivevano secondo i mores
e al tempo di costantino i romani un pò meno antichi vivevano secondo i mores"
.
riptionum Latinarum 12 2, 585, 1.21, 50) ha conservato la seguente definizione complessiva degli abitanti dell’Italia: «Cittadini romani e loro alleati oppure latini, ai quali per consuetudine [i Romani] ordinano di fornire soldati secondo la formula dei togati in terra italica». Degno di nota è il fatto che la definizione degli italici come il popolo di coloro che portano la toga. la divisa civile del cittadino romano, e dunque di coloro che in qualche misura sono dei partner a livello politico (tale formula è in pratica l’unica giustificazione della fuorviante espressione “confederazione italica”, utilizzata dagli studiosi per definire la signoria romana sulla penisola in età repubblicana), è attestata per la prima volta in un’iscrizione in greco (tebennoforuntes: togati) proveniente dalla Grecia ellenica e databile esattamente all’inizio del TI secolo a.C. L’attributo dell’“italianità” era pertanto ereditario: nemmeno i più alti meriti per la repubblica durante la guerra con Cartagine avrebbero assicurato ai Mamertini il loro status privilegiato, se non fosse stato per la loro origine italica.
il momento più antico in relazione al quale siamo in grado di affermare la presenza nei Romani di una coscienza “italica”, è la metà del IV secolo a.C. Santo Mazzarino (Il pensiero storico classico, 2.1, Laterza, Bari 1966, pp. 2 14-216) ha fatto notare che l’idea originaria dell’italia come terra patria (terra Italia), così come ne riferisce Appiano (Hannibal. 34), si limitava alla parte della penisola compresa intorno all’arco appenninico; secondo questo modo di vedere, la parte transappenninica restava una terra straniera, abitata da nemici, quello stesso amore per la patria, inciso a chiare lette ancora oggi sulla roccia del gran passo del furlo
IMP (ERATOR) CAESAR] AUG (USTUS)
[Vespasianus, pont(ifex) max(imus),]
[trib(unicia) pot(estate) VII, imp(erator) XVII, P(ATER) P(ATRIAE), CO(N)S(UL) VIII,] [censor, faciund(uni) curavit.]
saluti.