Originariamente Scritto da
EFFEDIEFFE
Ci è stato segnalato da alcuni lettori e abbonati di alcune discussioni su POL dove viene aspramente criticata la nostra decisione di diventare pay-per-view.
Le critiche se costruttive ci fanno ovviamente piacere ma le illazioni gratuite e la disinformazione tout-court ovviamente NO.
Cogliamo quindi l’occasione per mettere in chiaro alcuni punti e rispondere su altri che sono stati citati dai lettori di POL:
1) La scelta di diventare un giornale a pagamento è stata obbligata.
La pubblicità da sola non coprirebbe le spese minime e non c’è inoltre nessuno che abbia il tempo di raccoglierla.
In molti casi inoltre i contenuti pubblicitari sono automatizzati e incontrollabili (ad esempio su articoli religiosi Adsense impone link di chat gay, siti atei e di sbattezzo, campagne pro-transessuali, suonerie erotiche, etc., etc.) senza contare poi che un eccessivo uso di banner sarebbe alquanto fastidioso per alcuni lettori che già ci scrissero numerose e vibrate proteste e potenzialmente ruberebbe spazio ai banner dei nostri stessi libri che sono e rimangono il nostro
core-business.
2) Soluzioni alternative come SMS-to-PAY sono purtroppo vietate in Italia, ma legali in tutto il resto d’Europa; ci siamo informati a dovere ma non c’è nulla da fare.
Ringraziamo quindi il passato governo per la geniale idea.
3) Le donazioni, checchè generose, da solo NON bastano purtroppo a finanziarci e a garantirci di poter offrire il nostro servizio.
4) I banner pubblicitari attualmente posizionati nella sidebar che alcuni lettori di POL citano come sicura fonte di sostenamento portano in cambio la “bellezza” di 2-3 euro quotidiani con cui il Silvestri si paga si e no le sigarette e una ciotola di riso a Pechino.
Questo anche e soprattutto per il fatto che i link pubblicitari NON sono e non possono essere di alcun interesse ai nostri lettori nè in alcun modo “contestuali” alle nostre tematiche.
Ne consegue che pochissimi ci clicckano: in media il CTR è dello 0,15%; per chi conosce il gergo tecnico, fate vobis.
Per scelta dell’editore non possiamo mettere banner in altre posizioni più evidenti e comunque anche con un CTR dell’1% (la media in quasi tutti i giornali online) potete fare i conti da soli.
Le agenzie da noi contattate in materia offrirebbero interessanti pacchetti esclusivi con banner CPM che pagarebbero cifre molto più generose, ma rimangono cifre che al massimo possono
sostenere o meglio far vivacchiare solo una persona a meno di triplicare o quadruplicare il numero di lettori.
Come molti potranno facilmente immaginare è alquanto difficile poi trovare inserzionisti vogliosi di accostare i loro prodotti ad articoli e tematiche scottanti come quelle da noi trattate.
I banner che si vedono al momento nella sidebar sono per la cronaca di aziende amiche dell’editore de Fina, e sono omaggi; solo pochissimi altri ci hanno finora contattato per acquistare spazi pubblicitari e le tariffe che avremmo potuto chiedere non potrebbero da sole sostenerci economicamente sia in chiave standalone che unite a banner contestuali e CPM.
“Perchè POL tira avanti con la pubblicità e FDF non può farlo?” (in risposta al lettore “Io Robert”): perchè POL ha volumi ENORMI e quindi se lo può permettere, senza contare che non è detto che chi gestisce POL ricavi introiti solo da questo sito web.
Perchè Effedieffe possa vivere solo di advertising dovremmo avere almeno 100.000 lettori al giorno, snaturare il sito riempiendolo di banner pubblicitari aggressivi magari in Flash
nonche’ pop-ups, pop-under, e interstitial come fa Repubblica e il Corriere.
Nonostante questo, avremmo comunque preferito questa soluzione rispetto a un accesso pay-per-view.
5) L’alternativa era quindi o diventare a pagamento, o chiudere baracca e cambiare mestiere lasciando aperta solo la libreria online e aggiornando il giornale online in chiave si e no settimanale
alla pari di un hobby occasionale e senza alcuna pretesa qualitativa.
6) Pressioni esterne: quelle ci sono sempre state e non ci hanno mai fermato prima e tantomeno lo faranno ora che abbiamo un business-model con cui ampliare il nostro servizio.
La Redazione di Effedieffe si firma con foto, nome, e cognome e continuerà a camminare a testa alta con buona pace di chi ci critica coperto dall’anonimato.
7) Archivio: l’archivio sarà riaperto entro 48 ore.
Gli abbonati potranno consultarlo liberamente, i non abbonati avranno solo i titoli degli articoli e uno stralcio di poche righe.
Per i molti che ci hanno chiesto se in futuro renderemo disponibili raccolte divise per mese e anno dei vecchi articoli annunciamo che stiamo ponderando la cosa e a breve decideremo il da farsi.
8) Lettere al Direttore: le Lettere rimangono visibili a tutti e chiunque (abbonati e non) può scrivere al Direttore.
9) “Decisione improvvisa”: la decisione è stata discussa da mesi come giustamente hanno sottolineato alcuni lettori.
Per quasi 5 giorni in home page è rimasto l’appello ai lettori dell’editore Fabio de Fina e di Maurizio Blondet nonche' banner in tutte le pagine del sito per promuovere l’abbonamento.
10) Copyright: per scelta dell’editore si è voluto mettere in calce a ogni articolo la nostra posizione riguardo il diritto d’autore onde non lasciare dubbi e ambiguità; che senso avrebbe poi far sottoscrivere un abbonamento se lo stesso articolo è poi visibile gratuitamente da un’altra parte?
Eventuali cambi di rotta sugli articoli d’annata dipenderanno da come eventualmente decideremo di gestire gli articoli in archivio.
In risposta alle proteste di alcuni, come casa editrice e come giornale online non siamo tenuti a dover giustificare le nostre scelte editoriali tanto più se trattasi di contenuti editoriali di nostra produzione e su cui deteniamo pertanto per legge il copyright.
Se in passato si e’ tollerato il “copia e incolla” per motivi vari tra cui la promozione e il viral-marketing essendo ora radicalmente cambiato il nostro modello aziendale va da sè che cambino da subito anche le regole per la diffusione dei nostri contenuti per i quali gli abbonati pagano una fee annuale.
Se la scelta in futuro rimarrà non chiara o causa di ulteriori inutili diatribe vedremo di comunicare al meglio e in ogni punto la nostra posizione in merito.
11) “Effedieffe sta commettendo un grosso errore, sta infrangendo la regola principale della rete”:
(in risposta al lettore “vonmeckel”): non siamo certo gli unici a fornire un servizio pay-per-view; basti citare Europe2020, il New York Times, Salon.com, Webmasterworld.com, e mille altri siti
meno noti che integrano o sono al 100% basati su abbonamento.
Le regole della rete le fa chi CREA i contenuti e in base a quello decide come sostenere
il suo lavoro: per uno che crea contenuti ce ne sono altri migliaia che passivamente si limitano a usufruirne, non di rado sputandoci pure sopra.
Chi quindi si aspetta e pretende con arroganza e tracotanza che tutto sia gratis e gli sia dovuto dovrà a questo punto trovare alternative alla lettura quotidiana dei nostri articoli che ribadiamo non sono articoletti scritti in 10 minuti da blogger con pruriti adolescenziali ma ricerche esaustive e impegnative per un pubblico adulto e molto selettivo che richiedono spesso ore e ore di duro lavoro non retribuito.
Reputiamo poi scorretto paragonare i contenuti di Effedieffe a quelli di un qualunque blog o di altri giornali con i loro trafiletti di poche righe scritti da studenti e precari: tali fonti di informazione non avrebbero alternative all’autofinanziarsi con l’advertising per il semplice motivo che i loro lettori NON reputano tale fonte degna di essere pagata nè sarebbero disposti a farlo.
Effedieffe al contrario, sola contro tutti, e con nessun finanziatore alle spalle nè finanziamenti statali, in pochi giorni ha raccolto risultati che ci consentiranno di poter finalmente fare questo lavoro a tempo pieno e in piena autonomia economica e politica.
Se la “regola della rete” è quindi essere una banderuola alla mercè di lettori insolenti e anonimi noi da queste “regole” ce ne tiriamo fuori e ci diamo le nostre.
E’ quindi in primis per un fattore di AUTARCHIA se Effedieffe diventa a pagamento: per non essere alla mercè di bottegai e ricottari che ci vorrebbero tenere in pugno con i loro spazi pubblicitari.
Per non ridurre il sito a una pattumiera visiva con banner di suonerie, tette, e culi.
Per non ridurre il giornale a un blog aggiornato di tanto in tanto.
Per ampliarci, per contarci, per agire nel concreto con una solida situazione finanziaria alle spalle.
Per essere realmente INDIPENDENTI, autosufficenti, e AUTARCHICI.
Per tutti questi motivi saremo d’ora in avanti auto-finanziati dai nostri stessi lettori e sostenitori in modo che non si debba venire a patti con nessuno se non a noi stessi: cioè a tutti quelli che sostengono il nostro movimento ideologico e politico.
Per la Redazione,
Marco Silvestri - Web-Developer EFFEDIEFFE.com
Lorenzo DeVita - Content Editor EFFEDIEFFE.com