Giuseppe Botti, presidente UNAG : Più rispetto per l’ippica
Dopo le adesioni di Sandro Viani, presidente ANACT, di Loreto Luciani, presidente ANAP, e di Paolo Zambelli, presidente UPI, registriamo l’adesione anche di Giuseppe Botti, presidente UNAG, discendente di una storica famiglia che da 5 generazioni è ai vertici del galoppo non solo italiano ma europeo, basti citare alcuni nomi di cavalli da loro allevati come Maria Valeska, Ramonti o ultimo vincitore del derby.
Quali i motivi della sua adesione alle lettera appello?
“Dobbiamo farci sentire.La situazione dell’ippica si deteriora ogni giorno e noi vogliamo sapere se il Governo ha intenzione di tenere in piedi il nostro settore. Dobbiamo poter dire ai tanti lavoratori dell’ ippica quale potrà essere il loro futuro”.
Qual è la vostra opinione sul raddoppio dell’IVA ?
“E’ un problema grosso.C’è chi non la può recuperare e allora diventa un maggior costo,oltre che un incentivo ad evadere.Se vogliamo regolarizzare le posizioni vorrei capire perchè in Francia l’’IVA è al 5% e da noi al 20% ?! Stiamo studiando i regolamenti francesi e inglesi per poter trovare soluzioni.
In Inghilterra le scuderie possono recuperare l’IVA grazie alle sponsorizzazioni, da noi la si recupera solo si hanno più di 5 cavalli. Di conseguenza coloro che da appassionati vogliono comprarsi un cavallo per divertirsi si troveranno un maggior costo difficile da ammortizzare".
La tris sta perdendo oltre 3 milioni di euro a settimana. Cosa fare ?
“Credo sia giunto il momento di smetterla di piangersi addosso ed essere propositivi. Noi stiamo lavorando in questo senso.Occorrono proposte serie da presentare al Commissario Melzi per aiutarlo a farci uscire dalla crisi. Copiamo dai paesi che sono i migliori in Europa".
Quale futuro per l’ippica ?
“Ci vuole una riforma strutturale per rendere il sistema più imprenditoriale. Occorrono investimenti per migliorare il livello di promozione e comunicazione. Devono muoversi le società di corse a livello locale e UNIRE ed AAMS a livello nazionale.Noi allevatori dobbiamo puntare alla qualità,gli ippodromi, a loro volta, migliorare le strutture e AAMS deve reinvestire una parte di quello che riceve dalle scommesse ippiche. Bisogna rendersi conto che la scommessa ippica è diversa dalle altre scommesse : è una risorsa che serve a tenere in piedi un settore che dà lavoro a molte famiglie. Bisogna pensare che il cavallo può avere ,dopo la carriera agonistica,un utilizzo anche nel sociale come già avviene in parte oggi.
Chi ci governa deve dare all’ippica il peso che merita, ricordandosi che il nostro settore produce posti di lavoro.Se non si farà nulla in questo senso,dopo aver tentato in tutti modi di farci sentire,saremo costretti ad andare all’estero.Le confesso,a questo proposito, che già ci stiamo guardando attentamente in giro”.