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    Predefinito Intervista al Ministro Gelmini su Famiglia Cristiana

    SCUOLA
    PARLA IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE MARIASTELLA GELMINI«CAMBIAMO REGISTRO»
    «La scuola italiana è come una macchina col motore rotto: noi la ripareremo e la cambieremo. Ma non c'è bisogno di nuovi finanziamenti. Non è con la benzina che si aggiusta un motore».


    Quasi chiede scusa di non essere un’insegnante. «Ma lo è stata mia madre, lo è tuttora mia sorella, e conosco benissimo la fatica che costa e la passione educativa che richiede questo mestiere», spiega lei, che con i suoi 35 anni, è il ministro più giovane approdato al dicastero della Pubblica istruzione. Mariastella Gelmini liquida la "questione meridionale" emersa nelle recenti polemiche: «Non ho mai detto, né penso, che gli insegnanti del Sud abbassino la qualità della scuola, mi riferivo ai dati Ocse-Pisa, che evidenziano maggiori difficoltà nel Mezzogiorno, per questo forniremo ai ragazzi degli eserciziari per aiutarli a superare quei test».

    Foto Ferrari
    Nubile, di professione avvocato, dice di non voler passare alla storia per una "sua" riforma della scuola. Ma, intanto, a colpi di decreto legge, si preparano cambiamenti che fino a pochi anni fa avrebbero provocato un "48", nella scuola italiana. Il ritorno del voto in condotta, l’introduzione dell’Educazione civica e la pagella in cifre anche per elementari e medie decisi a braccetto con Tremonti, «per una questione di chiarezza», sono le novità che aspettano insegnanti e studenti già da questo anno scolastico. Ma è dietro l’angolo il ritorno al maestro unico per la scuola elementare, per il quale il ministro ha già ottenuto il via libera dal Governo. Entro settembre presenterà il piano di "razionalizzazione" della spesa e c’è da scommettere che le sorprese non mancheranno».
    • Ministro Gelmini, lei ha promesso di portare la scuola italiana in serie A. In realtà veniamo da anni di zelo riformista tradotti in un fare e disfare della tela a ogni cambio di legislatura...
    «La scuola italiana ha bisogno di interventi concreti, non dell’ennesima riforma. Oggi dobbiamo avere il coraggio del cambiamento, perché così com’è organizzata la scuola non funziona».
    • Ci faccia un elenco delle priorità che si propone di realizzare.
    «Per prima cosa dobbiamo lavorare sulla governance. Oggi, la scuola italiana ha un assetto centralista. Non dobbiamo avere paura di trasformare le scuole in fondazioni, e questo non è un modo per privatizzarle, ma per applicare il principio della sussidiarietà».
    • Non basta l’autonomia che già c’è?
    «No, in concreto, l’autonomia scolastica è molto modesta. Dobbiamo rafforzare le responsabilità, ma anche il potere decisionale dei dirigenti delle scuole. Dobbiamo anche modificare la modalità di reclutamento dei docenti. Oggi non esiste uno status giuridico-professionale degli insegnanti, e l’avanzamento di carriera è solo per anzianità e non per merito. È ora di restituire dignità al corpo docente e di riconoscerne l’alta responsabilità e l’alta funzione sociale, anche pagandolo di conseguenza».
    • Come sarà possibile se si parla di tagli nella spesa?
    «Per la prima volta ho pubblicato in Internet il bilancio del Ministero, proprio perché risulti chiaro che oggi, per come è organizzato il bilancio della scuola, non c’è spazio per il merito: il 97 per cento della spesa se ne va in stipendi uguali per tutti, dove, peraltro, gli insegnanti sono sottopagati. Un sistema di questo genere è destinato al collasso, questa è una scuola che non ha futuro. Dobbiamo liberare risorse e introdurre flessibilità nella spesa. A questo punto, ci saranno margini non per avere più soldi, ma per spendere meglio quello che abbiamo. Non a caso, è già previsto nella Finanziaria che un 30 per cento delle risorse che andremo a risparmiare sarà investito nella "premialità" per i docenti».
    • Vuol dire che ogni scuola potrà scegliere gli insegnanti che vuole?
    «Ci sarà comunque una idoneità nazionale, ma poi ci deve essere la possibilità, da parte del dirigente scolastico, di scegliere l’insegnante, e anche di premiarlo».
    • I tagli previsti annunciano accorpamenti di classi e aumento del massimale degli alunni, tutte cose che non possono essere viste in positivo.
    «In realtà, l’Italia ha un rapporto alunno docente di 1 a 9. L’Europa, mediamente, di 1 a 12».
    • Ma noi abbiamo i paesini di montagna, le isole, siamo all’avanguardia nell’inserimento dei disabili...
    «Noi non abbiamo nessuna intenzione di privare i paesi di montagna della scuola. Durante l’estate abbiamo studiato un piano di razionalizzazione della spesa, che ci consentirà, innanzitutto, di agire sul numero delle ore di lezione, che verrà abbassato. Ma attenzione: non in base a una logica di risparmio, ma di necessità, perché in questi anni, con le sperimentazioni e il prolungamento a oltranza dell’orario, abbiamo ottenuto tutt’altro che un aumento della qualità. Poi, lavoreremo sulla riforma degli ordinamenti, ed è mia intenzione ragionare su un ritorno al maestro unico. Anche in questo caso, è una scelta pedagogica, perché il bambino, almeno nei primi anni della primaria, ha bisogno non di discipline specifiche, ma di un punto di riferimento».
    • In altri termini, lei vuole razionalizzare la spesa e insieme riformare.
    «La sfida è proprio questa. Trasformare la razionalizzazione in opportunità.
    Perché, vede, la scuola italiana è come una macchina col motore rotto. Non è certo immettendo benzina che la si fa ripartire».
    • Un tema molto importante, sollevato da più parti, è quello del buono scuola o dello sgravio d’imposta per chi sceglie la scuola parificata. Pensa di procedere in questa direzione?
    «Io credo che vada garantita la libertà di scelta delle famiglie. Voglio anche sfatare il luogo comune di una presunta conflittualità tra scuola pubblica e scuola privata. In realtà, la scuola è sempre pubblica, perché svolge una funzione fondamentale. E, quindi, non dividiamoci in fazioni, e preoccupiamoci che i
    nostri figli possano accedere a un percorso formativo adeguato».
    • Pensate di applicare la riforma Moratti delle superiori?
    «Sì, tenendo conto anche del lavoro del precedente Governo, per quanto riguarda la formazione professionale, che è importantissima, e va portata anch’essa in serie A. Per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti, ho chiesto la sospensione delle Ssis (Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario) e penso di sostituirle con un percorso di praticantato con esame finale».
    • Si annuncia una scuola del rigore. Torna il voto in condotta, che farà media e con 5 si sarà bocciati, tornano i voti anche alle elementari e alle medie. Manterrà l’esame di riparazione?
    «Sì, su questo ho seguito una linea di continuità con Fioroni: ritengo importante che i ragazzi non vengano ammessi all’anno successivo, quando ci sono lacune importanti. La scuola deve tornare a insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto con una grande concentrazione di energie sullo studio dell’italiano e della matematica. Credo, quindi, che sia giusto mantenere i corsi di recupero, per non gravare sulle famiglie, e la verifica finale. Questa è una scuola del rigore, ma è anche una scuola che sta dalla parte dei ragazzi. La scuola deve tornare a essere un ascensore sociale, e non uno strumento per livellare tutti verso il basso».


    http://www.stpauls.it/fc/0836fc/0836fc28.htm

  2. #2
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    C'è ancora chi legge famiglia cristiana???

  3. #3
    Nun c'è problema.
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    Ricostruiamo dalle fondamenta perchè così è un troiaio globale, avanti tutta siamo solo agli inizi.
    ........<>-Max-<>.......

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da PD-SALVO Visualizza Messaggio
    C'è ancora chi legge famiglia cristiana???
    pensa che su pol c'è chi è costretto a leggere te

 

 

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