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  1. #1
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    Predefinito Paleolibertari e paleoconservatori

    Originally posted by aran banjo
    Certo che è comodo prendere quello che ci più ci aggrada, un po' come al supermercato...Novak è un "grande" quando esalta i legami fra libero mercato e teologia, non rappresenta invece il cattolicesimo quando è a favore della guerra.Buchanan è un grande quando esalta l'isolazionismo americano e i valori cattolici ma diventa un idiota non appena propone di tornare a un'economia di tipo protezionistico.Certo che è facile avere sempre ragione in questo modo ...come al supermercato..ce n'è per tutti i gusti
    Caro Aran Banjo,

    i paleoconservatori isolazionisti come Pat Buchanan vanno d'accordo in molte cose con i paleolibertari (l'ala conservatrice del libertarismo, fondata agli inizi degli anni Novanta da Rothbard, Rockwell, Hoppe). La questione principale che li divide è appunto quella del libero scambio, a causa della posizione protezionista e statalista di Buchanan. Però sia gli uni che gli altri avversano le mega-burocrazie sovranazionali con poteri di regolamentazione del commercio come il WTo, il Nafta, ecc.

    Comunque questo argomento è trattato approfonditamente su Il Domenicale in edicola oggi, in un lungo articolo intitolato "L'evoluzione paleo del libertarismo USA".

    Saluti

  2. #2
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    Predefinito Re: Paleolibertari e paleoconservatori

    Originally posted by Paleo
    Caro Aran Banjo,

    i paleoconservatori isolazionisti come Pat Buchanan vanno d'accordo in molte cose con i paleolibertari (l'ala conservatrice del libertarismo, fondata agli inizi degli anni Novanta da Rothbard, Rockwell, Hoppe). La questione principale che li divide è appunto quella del libero scambio, a causa della posizione protezionista e statalista di Buchanan. Però sia gli uni che gli altri avversano le mega-burocrazie sovranazionali con poteri di regolamentazione del commercio come il WTo, il Nafta, ecc.

    Comunque questo argomento è trattato approfonditamente su Il Domenicale in edicola oggi, in un lungo articolo intitolato "L'evoluzione paleo del libertarismo USA".

    Saluti
    Caro Paleo, anzitutto grazie per la risposta su di un argomento che era uscito direi quasi casualmente sul forum di tradizione cattolica ma che per il suo contenuto mi pare sia più adatto a questo forum.
    Veniamo al merito.Ho giusto finito poco fa la lettura del Domenicale e degli articoli cui hai fatto riferimento.Molto interessante sicuramente dal punto di vista storico e filosofico ma temo un po' nostalgico per una politica Usa e sopratutto per una "cultura" Usa che, aimè, credo non esistano più.Mi riesce francamente difficile immaginarmi la Rice, Rumsfield et alii come dei "trotzkisti" o dei "cripto-marxisti" che dall'estrema sinistra sono poi approdati alla destra conservatrice reganiana, però non conoscendo bene l'argomento soprassiedo.Il punto è che con la prima guarra mondiale, dopo la secondo e specie ORA, gli Usa hanno intrapreso una politica ben precisa che mi pare definitiva e irreversibile.E lo dico non da antiamericano(ma nemmeno da filo)ma da osservatore per quanto mi è possibile neutrale.Quanto "peso" politico ha il paleo-conservatorismo nelle scelte di fondo non di questa amministrazione ma in generale della politica usa?Molto poco mi sembra.Intendiamoci: questo non inficia l'eventuale bontà del pensiero in oggetto ma io credo, tanto per essere chiari, che lo spazio, di agibilità politica e culturale, che questo tipo di pensiero suscita e si guadagna in usa, sia drammaticamente minoritario e direi ininfluente.E questo, alla lunga, rappresenta un dilemma per un sistema filosofico che si pretende "politico", volto cioè ad indirizzare, informare e indirizzare le scelte politiche di fondo di una nazione.

  3. #3
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    A me pare la cosa più ovvia e normale del mondo cercare, in ogni autore, gli aspetti condivisibili e criticare quelli criticabili. L'umanità ha conosciuto il progresso in questa maniera: se ci fossimo fossilizzati sulle riflessioni di uno, e avessimo adottato un approccio del tipo "tutto o niente", ci staremmo ancora chiedendo se il principio originario è quello di Talete, Anassimandro o Anassimene... Grazie a Dio le cose non stanno così: esiste un mercato della filosofia, che genera pluralismo e permette di spingere l'analisi sempre più a fondo e in maniera sempre più incisiva.
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  4. #4
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    Una domanda per un'integrazione all'articolo del Domenicale: i paleolibertari sono favorevoli alla conservazione dei valori tradizionali in specie cristiani, questo come si riflette sulle loro posizioni politiche, essendo esse libertarie e quindi escludenti sovvenzioni statali alla famiglie etc etc..?

    In altre parole, perchè vi è stato un distacco dai left-libertarian, nella politica "concreta" in cosa divergevano dai paleo?

  5. #5
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    Originally posted by Vassilij
    Una domanda per un'integrazione all'articolo del Domenicale: i paleolibertari sono favorevoli alla conservazione dei valori tradizionali in specie cristiani, questo come si riflette sulle loro posizioni politiche, essendo esse libertarie e quindi escludenti sovvenzioni statali alla famiglie etc etc..?

    Pur essendo sostenitori dei valori famigliari e preoccupati per la denatalità in Occidente, i paleolibertari non hanno alcuna fiducia nell'intervento statale, e dubitano fortemente che le politiche di sovvenzioni alle famiglie siano in grado di realizzare gli obiettivi che si propongono. E difatti non si conoscono molti esempi storici di politiche statali a favore della natalità che abbiano avuto successo. Ci provarono gli imperatori romani, ci provò Mussolini, ma senza risultati. Più di recente alcuni paesi europei hanno provato politiche di questo tipo, ma in genere non sono riusciti che ad aumentare la natalità che di qualche punto decimale, e per brevi periodi. Un ambiente di libertà e senza ingombranti intrusioni statali rappresenta il miglior incentivo al rafforzamento delle famiglie e alla procreazione.

    Saluti

  6. #6
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    Esplicito quello che nell'intervento di Paleo era implicito: i paleolibertari sono, ovviamente, libertari, e quindi ritengono immorale la tassazione, poiché essa non si discosta dal furto. Se un ladro dona i proventi delle proprie "attività" all'orfanotrofio anziché mangiarseli, non è meno ladro.
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  7. #7
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    Quindi di fatto si sostiene che una mancanza di intervento statale favorirebbe la rinascita di istituti intermedi come famiglia, chiese etc che in regime di libertà farebbero da "cuscinetto sociale" senza necessità di intrusione statale?.....mi pare una bella idea.

  8. #8
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    Originally posted by Pedro
    Quindi di fatto si sostiene che una mancanza di intervento statale favorirebbe la rinascita di istituti intermedi come famiglia, chiese etc che in regime di libertà farebbero da "cuscinetto sociale" senza necessità di intrusione statale?.....mi pare una bella idea.
    Proprio così: non potevi riassumere meglio l'idea paleolibertaria.

    Saluti

  9. #9
    qui Giorgino, a te Vomito
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    C'è stato già qualche "esperimento" ?

  10. #10
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    Originally posted by Pedro



    C'è stato già qualche "esperimento" ?
    Ad esempio, durante tutto il periodo medievale, quando ancora non c'era lo stato moderno.

    Ma anche le società pochissmo statalizzate dell'Ottocento, come l'America o l'Inghiltrerra, conoscevano una ricchissima fioritura di associazioni, confraternite caritetatevoli, società di mutuo soccorso, casse operaie, ecc., he riuscivano a risolvere mille volte meglio dello stato i problemi sociali. Poi purtroppo è arrivato il welfare state a far tabula rasa, distruggendo la spontaneità sociale e condannando al declino la società civile (e con essa, la creatività della società nel suo insieme)

    Saluti

 

 
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