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    Predefinito Aprilia. Acqua privata a mano armata

    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Aprilia. Acqua privata a mano armata
    di Andrea Palladino *
    Due macchine, un camion e una ruspa: mettere un riduttore del flusso dell'acqua ad Aprilia per Acqualatina non è così semplice. Serve poi anche una scorta armata, un vigilantes con pistola e manette ai fianchi, occhiali scuri e ordine tassativo di non dare informazioni. Il gestore idrico dell'Ato 4 - in provincia di Latina - ha così deciso di passare ai fatti di fronte alla rivolta dell'acqua più estesa ed importante d'Italia. Ad Aprilia sono settemila le famiglie che da due anni stanno continuando a pagare l'acqua al comune, non riconoscendo il nuovo gestore, una società per azioni mista, con la parte privata controllata dalla multinazionale francese Veolia. «Abbiamo iniziato con le utenze commerciali a marzo - spiegano dall'ufficio stampa - e da giugno stiamo riducendo il flusso anche alle abitazioni: sono morosi e per la società è una situazione non più tollerabile». Ma sul concetto di morosi il comitato per l'acqua pubblica di Aprilia non ci sta. Fino ad oggi i 7 mila utenti che hanno contestato il gestore privato hanno versato al comune di Aprilia più di un milione di euro. Ogni due mesi vanno dal comitato, che ricalcola i consumi basandosi sull'ultima tariffa del comune e preparando i bollettini. I cittadini preferiscono di gran lunga il comitato allo sportello di Acqualatina: sono meno di 500 le persone che hanno chiesto di aderire alla proposta di moratoria, che l'Ato4 aveva provato a proporre.
    L'obiettivo non dichiarato dei pattuglioni di Acqualatina è di far capire chi è il più forte. L'elenco in mano ai tecnici incaricati di mettere i riduttori di flusso è in gran parte composto da chi ha deciso di contestare un contratto mai approvato dal consiglio comunale e una gestione messa sotto inchiesta recentemente dalla procura della repubblica. «Ma chi si rivolge a noi, chi chiede la conciliazione, chi viene allo sportello - continua l'ufficio stampa - non rischia nulla».
    Come a dire, attenti cittadini, se contestate e non pagate vi ritrovate una ruspa fuori casa, pronta a tagliare i tubi.
    La carovana targata Veolia parte presto la mattina dalla sede di Aprilia. Primo obiettivo un condominio, poi una casa semplice, dove vive una signora, Maria D. E' una delle tante utenze che si è rivolta al comitato. Non risponde nessuno al citofono e per i due operai della ditta esterna che accompagnano con la ruspa la task force di Acqualatina c'è un po' di lavoro in più. Aprono il tombino, tagliano il tubo, mettono un disco con un forellino della grandezza di una punta d'ago. Finito il lavoro ripartono. Si dividono, il camion cerca di depistare la macchina del comitato che li segue. Terzo obiettivo, una casetta con tre appartamenti, anche questa senza nessuno in casa. Alla fine della giornata meno di dieci utenze avranno il flusso ridotto, un atto poco più che simbolico.
    «Vogliono intimidire la popolazione», commenta Alberto De Monaco, del comitato spontaneo per l'acqua pubblica. «Al gestore chiediamo di utilizzare l'unico mezzo legittimo e legale in un paese in cui vige ancora lo stato di diritto: la risoluzione delle controversie deve passare per i tribunali, dove ogni parte può tutelare i propri diritti», conclude. Ed è stato proprio il Tribunale di Latina che sulla questione della legittimità dei distacchi aveva dato in passato ragione proprio agli utenti. Staccare l'acqua - secondo i giudici - non è consentito. Acqualatina è quindi passata ai riduttori, che permettono il flusso di soli 200 litri al giorno, almeno teoricamente. Pochi, pochissimi guardando i 35 gradi che segna il termometro ad Aprilia. Insufficienti per una famiglia con un paio di figli, che non potranno usare l'acqua per una doccia.
    La strategia di Acqualatina fino a ieri era stata di cercare di convincere i cittadini ad accettare il contratto, offrendo sconti sulle penali e rateizzazioni. Da oggi, però, la società di Latina è passata alle maniere forti. Una svolta che l'amministratore delegato aveva annunciato in passato, dicendo che «i cittadini ne usciranno con le ossa rotte». Ma forse c'è qualcosa di più, qualche novità che potrebbe aver costretto il management a cambiare strategia. Ad esempio la firma di un mutuo con la banca irlandese Depfa, che ha impegnato le azioni private dell'Ato 4. Una clausola del contratto di mutuo prevederebbe infatti che la Depfa possa sostituirsi agli azionisti - pubblici e privati - in caso di eventi straordinari, rendendo di fatto la direzione e la gestione solo privata. E nell'ultimo bilancio di Acqualatina il Cda ha messo nero su bianco che ad Aprilia di problemi ne hanno più di uno. Per ora la pattuglia con scorta armata ha sortito poco effetto. Nella sede della Pro loco la fila di persone in attesa di ricevere l'aiuto volontario del comitato è sempre lunga, anche ad agosto. Nessuno sembra farsi intimorire ed anzi la nuova strategia di Acqualatina viene vista come una debolezza.

    * da Il Manifesto dell'8 agosto


    ARDITI NON GENDARMI

  2. #2
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Aprilia, tentato blitz
    per la centrale Turbogas
    La Rete blocca i lavori
    Per il secondo anno consecutivo si prova a dare il via ai lavori per la centrale turbogas di Aprilia, per il secondo anno consecutivo la protesta degli abitanti li ha bloccati. All'appuntamento delle 5 di mattina, nonostante il periodo festivo e nonostante il fatto che l'inizio dei lavori sarebbe stato un vero e proprio blitz organizzato dall'azienda all'insaputa di tutti, circa 300 persone si sono ritrovate all'ingresso del presidio. Alle otto di mattina è apparso chiaro a tutti che gli operai della ditta Stradaioli, incaricata dei lavori di manutenzione, non si sarebbero presentati. Allora i manifestanti si sono spostati per un sit in su via Nettunense e hanno fermato il traffico per circa mezzora e alla fine il comitato No Turbogas ha ottenuto un incontro con il prefetto di Latina. «Chiediamo che i lavori per la costruzione della centrale non inizino prima del 12 settembre, data entro la quale dovrà pronunciarsi il tavolo voluto dalla Regione Lazio sulla qualità dell'aria - ha detto Gianluca Peciola, consigliere provinciale della Sinistra Arcobaleno, presente al presidio insieme al consigliere regionale dei Verdi, Enrico Fontana e al vicesindaco di Aprilia, Vincenzo Giovannini - Stamani (ieri mattina, ndr) dovevano arrivare gli operai di una ditta locale che avrebbe dovuto recintare la zona dove sorgerà la costruzione. Gli operai, però, non si sono presentati». Nel corso dell'incontro di ieri pomeriggio una delegazione dei No Turbogas ha chiesto alle istituzioni di «intercedere presso qualsiasi società o ditta affinché si proceda alla sospensione di qualsiasi cantiere, di qualunque natura esso si tratti, sul lotto di terreno interessato dallo sciagurato progetto della centrale termoelettrica di Sorgenia».Abbiamo respinto l'ennesimo tentativo di prevaricazione con la nostra forza e determinazione. Intanto la rete è soddisfatta di aver vinto l'ennesima battaglia e non abbassa la guardia: «Se avremo rassicurazioni andremo in ferie più tranquilli, perché l'unica presenza sul terreno che non ci preoccupa è quella delle zanzare» scrivono sul loro sito a fine giornata.


    12/08/2008 Liberazione

    ARDITI NON GENDARMI

  3. #3
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    L'acqua fa gola
    di Andrea Palladino
    Aprilia. Arrivano i privati e le multinazionali, le bollette aumentano del 300%, ma i cittadini protestano e decidono di non pagare più di quanto pagavano prima. Ma Acqualatina manda squadre di vigilantes armati e carabinieri nelle case per ridurre il flusso o staccare addirittura i contatori. Con l'avallo del Comune

    È ormai guerra aperta quella di Acqualatina contro i settemila cittadini di Aprilia che da tre anni contestano un contratto mai approvato dal consiglio comunale. Ai metronotte armati si sono affiancati i carabinieri, che ieri pomeriggio hanno accompagnato un ennesimo intervento per la riduzione del flusso. Una signora di cinquant'anni è stata colta da un malore mentre quattro tecnici della compagnia idrica della provincia di Latina a colpi di piccone le tagliavano l'acqua, mettendo un riduttore che le fornirà pochi litri al giorno.
    Il comitato spontaneo dei cittadini di Aprilia ha cercato di far capire ai carabinieri che l'intervento del gruppo scortato dai vigilantes era illegittimo. La clausola che prevede il distacco è stata infatti dichiarata vessatoria dal Tribunale di Latina, mentre sull'intero processo di privatizzazione dell'Ato 4 pendono diversi ricorsi e un'inchiesta della procura della Repubblica. Nessuno ha voluto sentire ragioni. E così, mentre il 118 portava in ospedale la signora, il piccone le spaccava il marciapiede davanti casa, scoprendo i tubi, facendo spazio agli idraulici che preparavano la rondellina con il microforo, concepita per punire il cittadino che contesta la bolletta. Le due transenne posizionate dai tecnici di Acqualatina - guidati da un più che solerte geometra - non sono però riuscite a tenere lontane tutte le ragioni dei cittadini di Aprilia. Dal 2005 loro l'acqua la continuano a pagare al Comune, e gridano con orgoglio che non sono morosi. Ci tengono a rispettare ogni norma, chiedono da anni ai tribunali di far valere le loro ragioni, visto che da un giorno all'altro la bolletta è aumentata, da queste parti, anche del 300%.
    Oggi ad Aprilia le ordinanze dei giudici, le disposizioni del Garante regionale delle risorse idriche e settemila contestazioni in corso contro Acqualatina sono divenute carta straccia. E' bastato che il vicesindaco della città, Giovannini, dicesse un mezzo sì alla squadra della spa con scorta armata perché i diritti della donna anziana finissero. E' bastato che la società controllata di fatto dalla multinazionale Veolia mandasse un fax al Comune dicendo di dover fare «interventi all'acquedotto comunale», perché nessuno potesse più opporsi. Conta di più la relazione del consiglio di amministrazione, che ha detto chiaramente che la contestazione di Aprilia va risolta, con le buone o con le cattive, altrimenti sarebbe venuta meno «la continuità aziendale».
    Blitz contro la middle class
    E' pieno agosto, il momento ideale per i blitz. Sono le 9 del mattino e la ronda del pattuglione con scorta armata di Acqualatina prevede una sosta a via Amsterdam, ad Aprilia. Piccole villette da classe media, il signor Giovanni e la moglie si sono appena alzati. Lui è un pensionato, lavorava alla Goodyear. Forse si aspettavano la visita dei tecnici di Acqualatina, ed è per questo che sul loro contatore avevano messo un lucchetto. Lo hanno fatto in molti ad Aprilia, dato che la custodia dell'idrometro è sotto la loro responsabilità. Spiegano quindi al solerte geometra - accompagnato da ruspa e guardia giurata - che loro il contatore non lo aprono. Ma ieri mattina il pattuglione si ripresenta e questa volta il signor Giovanni chiama i carabinieri. Perché sa che la ragione e un'ordinanza del Tribunale sono dalla sua parte. Ai carabinieri Acqualatina spiega che vuole solo leggere il contatore, questione di un attimo. «Nessun problema», spiegano i due pensionati, e mostrano i numeri dell'idrometro. Tutto risolto, il pattuglione va via.
    E' l'una del pomeriggio, quasi 32 gradi. Qualcuno deve aver detto al solerte geometra che la pausa pranzo oggi se la possono scordare. Qualcuno deve aver spiegato ai carabinieri che anche gli azionisti di Acqualatina hanno i loro diritti e che quell'acqua - in pieno agosto - va ridotta. Ribussano quindi alla porta del signor Giovanni e dicono che loro l'autorizzazione l'hanno in tasca. Al comitato per l'acqua pubblica - che assiste i due anziani - spiegano che il Comune di Aprilia aveva autorizzato l'intervento sul pozzetto del marciapiede, visto che non potevano intervenire sul contatore. Dopo qualche minuto arriva una macchina dei vigili urbani e porta un foglio firmato Acqualatina, che richiedeva l'intervento.
    I carabinieri cercano di mediare tra Acqualatina, già con il piccone in mano, e il comitato, che cerca di spiegare che esiste un'ordinanza di un giudice che dice chiaramente che i distacchi li può ordinare solo il Tribunale. Si cerca anche l'intervento del Comune, ma la politica ha orecchie solo per gli azionisti della società ed ascolta più le parole del presidente della Provincia, Armando Cusani. Ex democristiano, oggi di Forza Italia, è stato membro del consiglio di amministrazione di Acqualatina e sa chi comanda veramente. Via libera, quindi, e visto che il marciapiede è territorio comunale, per la giunta di Aprilia Acqualatina lo può picconare.
    «Sbrighiamoci», dice il pattuglione. Non aspettano neanche che la moglie di Giovanni venga portata via dall'ambulanza. Due infermieri del 118 la sorreggono mentre il selciato davanti casa viene divelto. Il figlio, con la maglietta di Emergency, rimane muto, teso, appoggiato alle transenne, mentre il padre, Giovanni, si allontana. Tocca a lui, forse neanche ventenne, controllare quello che i tecnici stanno facendo.
    La strategia della paura
    Di riduzioni in questi giorni di pieno agosto Acqualatina ad Aprilia ne ha fatte poco meno di trenta. Nulla di fronte alle settemila contestazioni, ma abbastanza per impaurire, per costringere tutti a pagare. L'obiettivo, in realtà, non è neanche quello di incassare, ma di costringere chi ha contestato ad andare allo sportello. «Basta un piccolo versamento e riapriamo l'acqua», dicono. E subito chiedono di firmare il contratto contestato.
    Da Acqualatina nessuno parla. Tutti in ferie, meno il pattuglione, costretto però al silenzio, pena il licenziamento. La legge di una Spa che gestisce un servizio pubblico è questa, sia che si tratti di Ferrovie che di acqua. Nel caso delle società miste pubblico-private - come Acqualatina - il compito è poi ben distribuito: i soci pubblici devono occuparsi di garantire il terreno politico, di ammorbidire, di smussare, di usare le parole giuste. Il socio privato, nel caso Veolia, porta avanti il «core business», prepara i distacchi, gestisce le gare d'appalto.
    Le porte del comitato di Aprilia non chiudono in questi giorni di agosto. Tutti hanno rinviato le ferie e continuano ad accogliere 50 cittadini al giorno, che si presentano per poter contestare quel padrone dell'acqua che nessuno ha voluto. Oggi, però, tutti si sentono un po' soli, abbandonati in questo deserto dei diritti che è Aprilia. Di politici oggi a difendere il signor Giovanni e la moglie non ce ne era neanche uno.

    Da Il Manifesto del 21 agosto


    ARDITI NON GENDARMI

 

 

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