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Crack!
8/8/2008 (8:11) - NUOVE INCHIESTE DAL VESUVIO AL GARGANO
La grande truffa di Scaramella
ai Parchi naturali
Mario Scaramella, ex consulente della commissione Mitrokhin
+ I parchi condannati alla paralisi G. SALVAGGIULO
+ Il grande poltronificio dei parchi G. SALVAGGIULO
Nei guai il leader nazionale delle Riserve: primo sequestro di beni per reati ambientali
TORINO
Non aveva tutti i torti il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo nel denunciare: «I parchi, ormai, sono diventati un poltronificio». Trombati dalla politica al vertice di oasi ambientali vengono sistematicamente sostituiti da altri trombati dello schieramento avverso quando il governo cambia. Nessuno ha competenze specifiche, quasi tutti però vantano decennali militanze politiche.
Con un turn over del genere, tuttavia, gli scandali sono dietro l’angolo. L’ultimo ha colpito il vertice stesso della Federparchi, l’associazione che raccoglie circa 200 organismi di gestione parchi e che tratta direttamente con Stato, Regioni, Comuni e Ue questioni di politica ambientale. Il presidente Matteo Fusilli è indagato insieme a Matteo Rinaldi, direttore del Parco Nazionale del Vesuvio, per truffa ai danni dello Stato e falso commesso da pubblico ufficiale. I reati risalgono a quando i due erano rispettivamente presidente e direttore del Parco del Gargano, nel 2002. Secondo la procura di Foggia, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico), i due avrebbero affidato appalti per la demolizione di opere abusive a Mario Scaramella, l’arcinoto consulente della commissione Mithrokin, abile nel confezionare finti dossier e ancor di più nel farsi sponsorizzare consulenze dalla politica.
Gli appalti, per un ammontare di circa 400.000 euro, erano affidati senza gara pubblica e gonfiati. Secondo la procura i lavori svolti non possono valere più di 30mila euro, dieci volte di meno. In alcuni casi la sproporzione è eclatante: come i 100.000 euro pagati per l’abbattimento di una recinzione metallica. Non solo. Le demolizioni spesso non venivano eseguite, o almeno non in modo completo, ma nessuno si preoccupava di andare a controllare. I pagamenti invece arrivavano sempre puntuali. Anzi, addirittura in anticipo rispetto all’inizio dei lavori.
Distrazione? Scarsa diligenza? Per l’avvocato che difende il presidente Fusilli, Gaetano Prencipe di Manfredonia, una cosa è certa: «Per gli atti processuali e per la personalità dello Scaramella, l’unica ipotesi plausibile è che il presidente sia stato vittima di un raggiro». Tesi che non convince, però, la procura la quale sostiene che tanto Fusilli quanto Rinaldi volessero volontariamente procurare un ingiusto profitto a Scaramella.
Quando i vertici del Parco del Gargano sono cambiati, il primo provvedimento è stato la revoca di una delibera della vecchia gestione: erano altri 500mila euro stanziati per Scaramella per opere che non erano nemmeno identificate con precisione. A insinuare dubbi sulla correttezza dell’operato della Ecpp, la sua documentazione: la società veniva infatti spacciata per «ente pubblico» ed «organismo intergovernativo di diritto pubblico internazionale» in modo da dribblare le gare di appalto. Tutto falso. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre e ha predisposto un sequestro di beni da 200.000 euro nei loro confronti (è la prima volta che in Italia accade per reati ambientali). Si tratta di immobili che appartengono a Fusilli e Rinaldi. Scaramella, manco a dirlo, risulta nullatenente.
Per capire come l’istrionico partenopeo sia riuscito a intrufolarsi negli affari del Parco del Gargano, è però necessario ricordare un’altra indagine nella quale è coinvolto l’ex consulente della Mithrokin: quella sul Parco del Vesuvio. A Scaramella la procura di Roma contesta gli stessi reati ipotizzati in Puglia. L’ente partenopeo aveva stipulato con la Ecpp due convenzioni di demolizione e ripristino ambientale il 25 marzo e il 2 dicembre del 2003. Compenso: 860.824,34 euro.
L’allora presidente del Parco del Vesuvio, Maurizio Fraissinet, sentito dal giudice delle indagini preliminari, spiega: «Fu
Scaramella a contattarmi dopo la mia nomina. Lo conoscevo da tempo poiché ero un esponente del Wwf Campania e frequentava la mia sezione. Inoltre era
nipote dell’ex presidente della Regione Antonio Rastrelli, il quale, d’intesa con il ministro dell’Ambiente, mi conferì l’incarico». Chi presentò Scaramella ai vertici del Parco del Gargano durante un gemellaggio? Proprio Fraissinet. Il «poltronificio», prima o poi, chiede che il favore venga restituito.
http://www.lastampa.it/redazione/cms...5524girata.asp
Ma tu guarda....
Guzzanti ha pubblicato la notizia sul suo blog, giustificando i "problemi" giudiziari del suo scaramella come risultato di qualche complotto etc etc etc.
Solita fuffa guzzantiana insomma. Come la sua commissione.