Quando D'Alema era contro le intercettazioni

**Anima Libera** · 28-06-08, 12:09

http://www.lastampa.it/redazione/cms...2482girata.asp
Intercettazioni e dossier,
la politica fa quadrato

D'Alema: chi ha usato la spazzatura ne risponderà
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
Istituzioni e partiti, senza distinzioni tra maggioranza e opposizione, si schierano in difesa delle prerogative dei parlamentari e contro la diffusione indiscriminata delle intercettazioni dei politici entrate nell’inchiesta Antonveneta-Bnl. Il problema nasce dalla decisione del gip Clementina Forleo di mettere a disposizione degli avvocati 73 intercettazioni. Già il capo dello Stato mercoledì aveva detto che non devono essere inseriti riferimenti a persone estranee alle inchieste. E lo stesso giorno i presidenti di Camera e Senato con una lettera al presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, avevano chiesto di non rendere pubbliche le telefonate, ricevendo il plauso di tutti gli ambienti della politica. Bertinotti spiega ora che l’iniziativa non è dettata dalla «paura», né tantomeno vuole essere una pressione nei confronti della magistratura: è solo un modo per «prevenire i conflitti». Per il presidente della Camera la cautela nella pubblicazione delle intercettazioni è una garanzia per tutti: «Oggi le intercettazioni sono sottoposte a un vincolo che fa si che per essere utilizzate debbano avere la validazione degli organi del Parlamento preposti. La giunta è un luogo secretato e quindi nella massima segretezza può valutare se possa essere accolta o meno la richiesta della magistratura».

Da Milano non c’è una risposta ufficiale. «Risponderò quando avrò le informazioni che mi sono state richieste», è il secco commento di Livia Pomodoro. Ma da indiscrezioni di stampa la gip Forleo sembra voler andare avanti. E avrebbe detto che le «paure della politica» non sono affari che la riguardano. Frasi non smentite che hanno provocato la reazione di Clemente Mastella («non è accettabile un giudizio morale sulla politica che non è ascrivibile a un gip e a nessun magistrato»). Mastella non si è mosso solo come politico. Ha preso un’iniziativa in qualità di Guardasigilli, con una lettera al presidente della Corte d’appello di Milano Giuseppe Grechi e a Livia Pomodoro. «Sarò grato per l’urgente comunicazione di ogni utile elemento di informazione, acquisibile nel rispetto dell’eventuale segreto investigativo, con particolare riferimento alle misure adottate per assicurare la concreta osservanza dell’articolo 68 della Costituzione e l’effettiva tutela delle suddette prerogative parlamentari».

A sostegno delle iniziative di Marini e Bertinotti fa quadrato anche la Cdl. E a proposito delle frasi attribuite alla Forleo, Carlo Giovanardi, presidente della Giunta per le Autorizzazioni, afferma di avere «paura dei magistrati che non applicano la legge e di quelli che si mettono a polemizzare con il Parlamento». Fassino spiega che il suo partito (nelle intercettazioni vengono chiamati in ballo D’Alema e Latorre) non ha alcun problema a votare a favore della pubblicazioni delle telefonate, purché venga seguita la procedura prevista dalla legge. Per il segretario dei Ds c’è «una tentazione ricorrente di intorbidire la vita politica». La vicenda Visco-Gdf, a suo giudizio, rientra in questa tentazione, così come la pubblicazione de La Stampa di indiscrezioni su presunti fondi segreti di D’Alema in Sud America. E’ lo stesso D’Alema, con un’intervista al Tg1, a replicare che «la notizia non esiste»: «Già da due anni e mezzo su un sito internet scandalistico brasiliano sono riportate queste voci calunniose e persino ridicole, il conto “Quercia”, ma insomma... adesso diventerà il conto “Ulivo” con il Partito democratico...». «Quello che colpisce - osserva il ministro degli Esteri - è che un giornale serio come La Stampa, che ha quella proprietà, utilizzi questa spazzatura, la faccia diventare notizia e la getti nella vita politica italiana. Questo colpisce, ferisce e preoccupa». Per D’Alema la questione deve essere chiarita: «C’è il conto? Io ne rispondo. Ma se non c’è, chi ha usato questa accusa per destabilizzare deve risponderne. Questo si fa in un Paese serio».

Con D’Alema solidarizzano Fini e Berlusconi. «Faccio tanti auguri a D’Alema che questa cosa possa finire nel nulla e immagino che finirà nel nulla. Noi - afferma il Cavaliere - siamo assolutamente contrari agli attacchi personali soprattutto quando questi sono rivolti contro i protagonisti della politica. Ma più in generale siamo contrari agli attacchi contro chiunque e siamo soprattutto ostili ai veleni e a tutto ciò che secondo noi può inquinare l’ordinato svolgimento della dialettica politica. Credete a me, io ho una certa esperienza in veleni e quindi credetemi perché sono uno che ha fatto l’esperimento». Luca Cordero di Montezemolo non entra nel merito delle questioni. Tuttavia sostiene che «questo clima di veleni, di risse, di contrapposizione frontale su tutto e su tutti è esattamente l’opposto di quanto si aspetta il Paese reale dalla politica e di ciò che il mondo imprenditoriale sollecita. Ognuno si assuma le proprie responsabilità».