La revisione della Gozzini, arriva la stretta sui carcerati
Era un impegno del centrodestra e ora, puntuale, arriva la proposta in Parlamento: modificare la legge Gozzini sui benefici carcerari. Propone infatti Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato, di tagliare i premi che il sistema prevede per i detenuti di buona condotta. E chiede che sempre siano consultate le vittime e che sempre sia stata pagata la cosiddetta "provvisionale" a loro favore. Se oggi è possibile che la semilibertà (fuori di giorno, dentro la notte) arrivi dopo aver scontato metà della pena, Berselli propone che si debbano scontare almeno i due terzi della pena e nei casi più gravi i tre quarti, "per garantire alla collettività una maggiore tranquillità". Vorrebbe del tutto sopprimere il "premio" della liberazione anticipata (che si calcola in tre mesi ogni anno di detenzione).
Per gli ergastolani, Berselli - salito agli onori delle cronache per essere il primo firmatario dell’emendamento slitta-processi di cui si parla in queste ore - prevede un sovrappiù di severità: i permessi premio (qualche giorno a casa, poi si rientra in carcere) potrebbero essere concessi soltanto dopo che hanno scontato venti anni di carcere e non dieci com’è oggi. "Sul presupposto - scrive - che dopo venti anni i rischi per la collettività siano ridotti a zero o quasi". Chi conta poi sull’affidamento in prova ai servizi sociali, potrà beneficiarne per un anno e non per tre. Così come la detenzione ai domiciliari, che attualmente è possibile per pene fino a quattro anni, propone di ridurla a due. In ultimo, a proposito della detenzione domiciliare: oggi possono chiederla i detenuti settantenni. Berselli chiede di riservare la concessione soltanto agli ultra settantacinquenni "in considerazione del lieto allungarsi della vita umana".
La Stampa, 18 giugno 2008
http://rassegna.camera.it/chiosco_ne...tArticle=IG1KI