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    Predefinito Intercettazioni: cancellati furti, rapine, estorsioni e sequestri

    Nel ddl mannaia per filmati, tabulati telefonici, microspie

    Stampa, resoconti vietati per storie come quella della clinica degli orrori

    Niente nastri per nuovo caso Abu Omar, le carte dei processi dovranno restare segrete fino al dibattimento


    ROMA - Rigidissimo bavaglio alla stampa sulla cronaca giudiziaria. Carte dei processi segrete fino al dibattimento (addio dunque a resoconti come quelli sui medici di Milano o sull'omicidio di Perugia). Multe salatissime agli editori (da 50 a 400mila euro). Stretta sui magistrati che riferiscono il contenuto delle inchieste e si vedono sfilare il caso. Reati gravi come il furto, la rapina, l'estorsione, il sequestro non finalizzato a ottenere denaro o altro, cancellati dal novero di quelli intercettabili. Nell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar, i pm Spataro e Pomarici non avrebbero potuto neppure attivare gli ascolti. Mannaia anche per i filmati, i tabulati telefonici, le microspie, accomunati tutti alle stesse regole delle intercettazioni. Nessuna possibilità, rispettivamente, né di farli, né di raccoglierli, né di metterle per i reati che non superano i dieci anni di pena. E le cimici, per evitare intercettazioni tipo quelle del famoso bar Mandara (inchiesta Squillante), saranno possibili solo "se in quel luogo si stia svolgendo l'attività criminosa". Infine: drastici limiti di tempo, solo tre mesi, aumentabili solo per i delitti di mafia e terrorismo.

    Una stretta senza precedenti, che va ben al di là dei ddl Castelli e Mastella. Se è vero che i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione e concussione in primis) si salvano grazie allo sbarramento della Lega, tuttavia ne "cadono" molti altri. Al punto che l'Anm lancia il primo segnale di pericolo perché delitti di grave allarme sociale - scippi, furti in casa, rapine, sfruttamento della prostituzione, sequestro non a scopo di estorsione (come lo zingaro che tenta di portarsi via un bambino) - non potranno più essere seguiti ascoltando i telefoni. E Di Pietro aggiunge il falso in bilancio, l'evasione fiscale, la truffa, i reati societari. Un indirizzo che appare in netta contraddizione con l'irrigidimento delle norme sulla sicurezza appena varate dallo stesso governo e contenute in un decreto e in un disegno di legge. Da un lato si aggravano le pene, si colpiscono i clandestini, si pensa al nuovo reato di immigrazione clandestina, si annullano gli sconti, si va ai riti direttissimo e immediato, ma dall'altro, in nome della privacy, si complicano le indagini dei magistrati fino a cancellare per i medesimi crimini che si vogliono colpire un'importante strumento per scoprire la verità.


    Di pari passo si colpiscono i magistrati che parlano dei processi, o quelli semplicemente denunciati, i pubblici ufficiali che passano le carte, i giornalisti che le pubblicano o che fanno cronaca giudiziaria, gli editori.

    Non basta. Non solo il pm, per ottenere un'intercettazione, dovrà rivolgersi a un tribunale collegiale, e questo determinerà tempi più lunghi e incompatibilità a catena nei piccoli tribunali, ma gli ascolti non potranno andare oltre i tre mesi. E la prova di un crimine pur contenuta in una telefonata non potrà consentire un'ulteriore richiesta di ascolto. Ci vorrà una prova "diversa". I testi non potranno più essere riportati nell'ordinanza di custodia cautelare. Qualora, nel corso nell'indagine, le intercettazioni chieste per un reato dovessero rivelare che l'imputato va perseguito per un delitto diverso da quello iniziale dovranno essere buttate via. In barba all'obbligatorietà dell'azione penale. Allo stesso modo, i testi raccolti all'interno di un'inchiesta non potranno più transitare in un'altra.

    Ma per la prima volta le regole per le intercettazioni varranno anche per i tabulati telefonici, per i filmati che la polizia utilizza per seguire un criminale, per gli ascolti ambientali. Un limite contro cui non solo protesteranno i magistrati ma soprattutto gli investigatori. Basta fare un esempio: le riprese per i disordini allo stadio non saranno più possibili. E anche l'acquisizione di un filmato amatoriale. Non c'è che dire: da un lato si stringe sulla sicurezza, dall'altro si limitano le intercettazioni favorendo comunque il crimine.


    (14 giugno 2008)


    http://www.repubblica.it/2008/06/sez...enuti-ddl.html

  2. #2
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    di una gravità inaudita che le regole per le intercettazioni telefoniche siano estese anche a quelle ambientali e ai tabulati telefonici: si impedisce agli investigatori (non ai magistrati, ma alle forze di polizia) di intercettare non solo telefonicamente, ma perfino con microspie e microfoni nascosti, estorsori, rapinatori, sequestratori, delinquenti comuni.

    se il parlamento non cambia questo testo assurdo, confido davvero che la corte costituzionale azzeri tutto.

  3. #3
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    E' cominciata la strada verso un vero REGIME applicato dalla casta politica.

    Noi cittadini saremo all'oscuro di ogni notizia rilevante per il bene del nostro paese.
    I corrotti saranno liberi di compiere le loro malefatte in modo libero, siamo amministrati da dei DELINQUENTI, maledetti voi che li votate

  4. #4
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    Ma il 150% degli italiani no ha votato il nantto perche' sentivano venir meno la SICUREZZA nel nostro paese.
    La Lega non ha pigiato sul pedale della paura proprio per proporsi a difesa dei suoi poveri connazionali?
    Bene,oggi hanno detto a tutti i delinquenti che commettono reati "comuni" che possono stare tranquilli,nessuno li spiera' piu' mentre si comunicheranno i piani per rapinare i portavalori - se ci scappa il morto pazienza - nessuno li intercettera' piu' mentre progettano truffe o mentre si vantano di violenze commesse sulle donne.
    Complimenti bananas,vergognatevi.
    Bastava impedire per legge la PUBBLICAZIONE di qualsivolgia intercettazione.
    E invece no,conoscendo voi e la vostra ignoranza il nano e il suo circo hanno fatto leva sul populismo che tanto vi eccita e ce lo hanno messo nel c**o,alla faccia della sicurezza.

  5. #5
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    Non so se e' chiaro:
    hanno fatto un elenco dei reati che non verrano mai piu' intercettati.
    E' UN PRONTUARIO PER DELIQUENTI altro che indulto.

  6. #6
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    Primo, non pubblicare

    Almeno sui tempi Berlusconi è stato anche questa volta di parola. Aveva promesso che il primo Consiglio dei ministri avrebbe approvato il disegno di legge sulle intercettazioni ed è riuscito a realizzare questo suo proposito. Non è invece riuscito a fare approvare lo specifico testo che aveva in un primo tempo prospettato.

    Quantomeno alcuni reati gravi di criminalità comune e la corruzione sono stati, infatti, specificamente esclusi dal divieto di intercettare. Lo hanno imposto la Lega e, forse, un po’ di sopravvenuto buon senso.

    Nonostante tali modifiche, il testo che è stato proposto al Parlamento è inaccettabile sotto diversi profili. Non è accettabile che dall’ambito delle intercettazioni risultino esclusi numerosi reati gravi di criminalità comune per i quali è prevista una pena massima inferiore a dieci anni di reclusione: fra gli altri, l’associazione a delinquere, lo scippo, l’incendio, la ricettazione, la calunnia, i reati ambientali, quasi tutti i reati economici. Non è accettabile che si preveda che, salvo casi eccezionali, le intercettazioni debbano di regola cessare dopo tre mesi pure se stanno dando risultati positivi. Non ha senso minacciare indiscriminatamente fulmini e galera (tre anni di arresto) ai giornalisti che pubblicano atti processuali non segreti dei quali sia vietata la pubblicazione. Sembrerebbe ampiamente sufficiente la reclusione, già prevista dalla legislazione vigente, ed ulteriormente incrementata dal disegno di legge, per i pubblici ufficiali che violano il segreto investigativo e per i privati (compresi i giornalisti) che concorrono con loro alla realizzazione del reato di violazione del segreto d’ufficio.

    È per altro verso illuminante che sia stato previsto che le conversazioni non possano più essere trascritte nelle ordinanze di custodia cautelare ma debbano essere inserite in un fascicolo autonomo rigorosamente secretato fino all’apertura del dibattimento. Ciò significa che tali atti processuali per tutto il corso delle indagini preliminari, ed ancora oltre, rischiano di diventare totalmente segreti: atti, cioè, che non possono essere pubblicati per esteso, ma dei quali, neppure, si potrà dare notizia per riassunto o sommi capi. Tale nuovo principio, che era già presente nel disegno di legge Mastella, costituisce ferita grave inferta al diritto-dovere di informare la gente sulle indagini penali in corso ed al controllo pubblico sulle stesse che la gente, in democrazia, ha diritto di poter esercitare. Anche in questo caso, pertanto, si tratta di un principio inaccettabile.

    Questo principio, si badi, non ha d’altronde nulla a che vedere con l’esigenza di assicurare la privacy delle notizie private emerse dalle intercettazioni, riguardino esse gli stessi indagati o soggetti terzi. Vietare che le notizie che non interessano le indagini siano pubblicate è infatti sacrosanto; significa rimediare ad un abuso ripetuto, per anni, dalla stampa e che giustamente si deve far cessare ed adeguatamente reprimere. Pertanto si disponga che le intercettazioni che le contengono siano custodite in appositi fascicoli riservati, rigorosamente secretati e destinati alla distruzione. Cosa ben diversa è pretendere invece il silenzio sull’oggetto dell’inchiesta. Poiché l’indagine penale ha di per sé un interesse pubblico, una volta caduta la specifica esigenza investigativa alla segretezza, la pubblicazione delle notizie che riguardano l’inchiesta stessa non dovrebbe infatti, ragionevolmente, essere impedita.

    Non tutto, nel disegno di legge presentato, è ovviamente censurabile. È giusto, ad esempio, che le notizie raccolte non possano essere indiscriminatamente utilizzate in ogni indagine penale ed in ogni processo. È giusto, l’ho appena rilevato, che si vieti la pubblicazione sui giornali di notizie private che non concernono le indagini penali con riferimento alle quali l’intercettazione è stata disposta. Non c’è problema sulla circostanza che a decidere sulla richiesta di intercettazione intervenga un collegio giudicante piuttosto che un singolo giudice; anzi, forse è un bene. Opportunamente è stato previsto che le nuove norme non si applichino ai procedimenti penali aperti al momento della loro entrata in vigore, evitando in questo modo odiosi, eventuali, sospetti di oscuramento mirato di taluni di essi.

    È, per altro verso, assolutamente peculiare che il governo nella nuova normativa sulle intercettazioni, pensando forse ai reati di pedofilia ed alle relative, frequenti, indagini penali, si sia specificamente preoccupato di dettagliare che, quando emerge un reato nei confronti di un sacerdote, dev’essere immediatamente avvertito il vescovo, e quando emerge un reato a carico di un vescovo dev’essere avvertito il Vaticano.

    Al di là di queste e altre peculiarità, rimangono, pesanti, i rischi menzionati di duplice danno alle indagini penali che concernono reati di criminalità comune ed alla libertà di stampa in tema di cronaca giudiziaria. A questo punto la palla passa al Parlamento. Chissà se, finalmente, tutta l’opposizione, abbandonati i tatticismi o le voglie di accordi trasversali, si schiererà contro con la dovuta compattezza. Sarebbe, soprattutto, un segnale indispensabile a fronte del rincorrersi delle voci secondo cui la maggioranza di governo si appresterebbe, odiosamente, ad iniziative legislative prossime venture di ampia copertura in materia di giustizia penale nei confronti dei potenti.

    Carlo Federico Grosso

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...zione=&sezione=

  7. #7
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    Mah...vietare intercettazioni, esercito nele strade con compiti di POLIZIA, arresto per chi pubblica, tutto decretato d'urgenza...

    Siamo ancora in democrazia vero? Cominciano a sorgermi dei sospetti

    Cristiano

  8. #8
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    Impunità garantita per molti preti e veescovi

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...zione=&sezione=

    È, per altro verso, assolutamente peculiare che il governo nella nuova normativa sulle intercettazioni, pensando forse ai reati di pedofilia ed alle relative, frequenti, indagini penali, si sia specificamente preoccupato di dettagliare che, quando emerge un reato nei confronti di un sacerdote, dev’essere immediatamente avvertito il vescovo, e quando emerge un reato a carico di un vescovo dev’essere avvertito il Vaticano.

  9. #9
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    Mah, convien prendere provvedimenti in vista del prossimo instaurarsi del regime. Tradotto, chi puo' armarsi lo faccia, che prima o poi torneranno utili ( mi sa prima...)

    Cristiano

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Bigas Visualizza Messaggio
    Mah...vietare intercettazioni, esercito nele strade con compiti di POLIZIA, arresto per chi pubblica, tutto decretato d'urgenza...

    Siamo ancora in democrazia vero? Cominciano a sorgermi dei sospetti

    Cristiano

    E' una proposta di legge, nessun decreto e nessuna urgenza.

 

 
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