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  1. #1
    Mé rčste ü bergamŕsch
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    Predefinito Mentre di lavoro si muore, ecco la panacea degli straordinari...


  2. #2
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    Quello che mi chiedo: ma con i chiari di luna che ci sono, con gli indicativi della produzione industriale da suicidio che si leggono, quanti sono i lavoratori dell'industria che fanno gli straordinari ???
    Non era effettivamente meglio aiutare tutti i redditi da lavoro????
    Sappiamo che nel pubblico impiego quella degli straordinari e' una consuetudine per arrotondare lo stipendio. Per ora costoro sono stati esclusi dai benefici, ma lo saranno veramente????

  3. #3
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    Interessante.Molto.

  4. #4
    Mé rčste ü bergamŕsch
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    Lussemburgo, intesa dei ministri dei 27 sull'orario settimanale su richiesta del lavoratore si puň arrivare fino a 60 ore (65 per contratti a chiamata)

    Lavoro, nuova direttiva Ue
    deroga al tetto delle 48 ore


    http://www.repubblica.it/2008/06/sez...ro-orario.html

    LUSSEMBURGO - Se il lavoratore lo vorrŕ, potrŕ lavorare piů di 48 ore a settimana. Infatti i ministri del Lavoro Ue, riuniti in Lussemburgo, hanno raggiunto un accordo che permette una deroga al tetto delle 48 ore, che rimane comunque il limite massimo. Nel caso in cui il lavoratore decida di optare per l'allungamento dell'orario, non potrŕ comunque superare le 60 ore settimanali, o le 65 nel caso dei contratti di lavoro a chiamata che prevedono anche un tempo 'inattivo'.

    Al momento del voto, cinque paesi - Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro - si sono astenuti, confidando in modifiche da parte del Parlamento europeo.

    Soddisfatta anche il sottosegretario al Lavoro Francesca Martini: "Abbiamo espresso il nostro decisivo voto favorevole che ha permesso il raggiungimento della maggioranza qualificata", sottolinea.

  5. #5
    Mé rčste ü bergamŕsch
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    E intanto ieri ancora sei morti. Dopo quelli - che facevano straordinari - alla Thyssen e tanti altri. Fanalino di coda dell'Europa, paese da terzo e quarto mondo. Del resto quando Montezuma prima e Marcegaglia poi si oppongono al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non č che si possa pretendere molto. E siamo nel paese che incentiva in una manovra antistorica il lavoro straordinario, il lavorare di piů, e bla bla bla, tutte fregnacce che portano zero di produttivitŕ ma solo insicurezza sul lavoro e stress e infelicitŕ nella vita. La curva degli incidenti sul lavoro s'impenna chissŕ come mai nelle ultime ore dei turni. Soluzione? Facciamo fare gli straordinari detassati, facciamoli lavorare 60 ore. Nel frattempo il tutto condito con i tagli a chi dovrebbe fare controlli, che come sappiamo bene in questo paese di pulcinella sono una chimera. Dalla legge sugli straordinari alla direttiva sulla deroga alle 48 ore, siamo al delirio antistorico, contro la salute e la qualitŕ della vita in nome delle solite litanie trite e ritrite del piů produzione, piů consumo, ecc. Il grado di civiltŕ che abbiamo conquistato, rispetto a quella di chi ci ha preceduto, č dovuto anche alla conquista di orari di lavoro meno pesanti e di un maggior numero di giorni di ferie e di riposo. Dalle 3000 ore l'anno, sei giorni la settimana, siamo scesi a 1500-1600 ore e con maggiori tutele (grazie a partire soprattutto ai movimenti di inizio 900). E questa famosa Francia delle 35 ore, vituperata e contro cui tutti si scagliano, non č vero che non esiste piů. Lo stesso Sarkozy dopo averla criticata in campagna elettorale si č ben guardato dall'eliminarla, disincentiva il ricorso agli straordinari dopo le 35 ore ed č stato uno dei motivi che ha fatto ripartire il turismo in Francia. Qui il contrario, il grado di benessere di un paese si misura anche da questo, da una qualitŕ della vita che non č basata solo sul denaro. Oggi invece si usano gli straordinari per far arrivare la gente alla fine del mese. Č la spia di una situazione di grave malessere economico e sociale per cui, quando uno č disperato, prima vengono i problemi delle bollette da pagare o della quarta settimana del mese da affrontare e poi la qualitŕ della vita. Ma il favoloso sistema economico-produttivo di questi padroni del vapore non doveva essere accompagnato da una crescente riduzione dell’orario di lavoro? Oggi si va al contrario. E le tante osannate novitŕ tecnologiche sembrano non servire a nulla. E oggi c'č chi pure vorrebbe togliere qualche festa qui č lŕ perchč sono giorni sprecati e che non fanno altro che ridurre il nostro Pil! Siamo alla totale follia.

    O, meglio, come diceva Robert Kennedy alla "tirannia del Pil, che comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicitŕ delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana. Il Pil mette nel conto le serrature speciali delle nostre porte di casa, cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualitŕ della loro educazione, o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la soliditŕ dei valori familiari, o l'intelligenza del nostro dibattere. Il Pil misura tutto in breve, eccetto ciň che rende la vita veramente degna di essere vissuta".

  6. #6
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    Un altro ottimo articolo che condivido pienamente e che capita proprio a fagiolo dopo il mio commento al post #5.

    "Solo quando l'ultimo fiume sarŕ prosciugato
    quando l'ultimo albero sarŕ abbattuto
    quando l'ultimo animale sarŕ ucciso
    solo allora capirete che il denaro non si mangia."




  7. #7
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  8. #8
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    Predefinito Macelleria sociale

    Di male in peggio...


  9. #9
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    Il ministro dello Sviluppo economico parla di lavoro e sicurezza
    all'inaugurazione dell'impianto di Civitavecchia. Ma fa discutere


    Gaffe di Scajola alla centrale
    "Dopo qualche vita umana..."


    I Comunisti Italiani: "Parole che fanno venire il voltastomaco"
    La replica del ministero: "Accuse strumentali, ha solo ricordato gli operai morti"


    http://www.repubblica.it/2008/07/sez...e-scajola.html

    ROMA - Claudio Scajola ci ricasca e colleziona un'altra pesante gaffe. In occasione dell'inaugurazione della centrale elettrica di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, il ministro dello sviluppo economico ha infatti salutato l'apertura dell'impianto, considerato un modello di sicurezza, con queste parole: "Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si č costruito questa modernissima centrale dove tutto č controllato e tutto č sicuro".

    Il precedente. Scajola, sei anni fa era stato protagonista di una gaffe.Clamorosa. Tale da fargli perdere la carica di ministro dell'Interno. Dopo aver definito un "rompicoglioni" Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse, Scajola fu al centro di una durissima polemica politica che lo costrinse alle dimissioni. A distanza di sei anni Scajola č tornato ministro. Ma le sue frasi sono tornate a far discutere.

    Le proteste. Durante la costruzione della centrale sono morti due operai. L'ultimo tragico incidente a giugno quando un operaio slovacco di 24 anni, Ivan Ciffary, č precipitato da una piattaforma. L'inaugurazione, a cui doveva partecipare anche il premier Berlusconi, č stata contestata dal comitato "No Coke" che da tempo si oppone alla sua realizzazione. I manifestanti hanno inscenato un corteo funebre e hanno lanciato soldi sporchi di sangue sulle bare al grido di "assassini" e "diritto alla salute:articolo 32 della costituzione".

  10. #10
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    E poi ci vengono a dire che si fanno pochi figli... cose degne della piů becera macelleria sociale.


    Dimissioni in bianco. Si puň fare

    http://www.dazebao.org/news/index.ph...mia&Itemid=177

    di Cosimo Pierre

    ROMA – Se qualcuno, fra gli elettori del centro-destra, crede ancora nella critica al mercatismo del ministro Tremonti e nel fatto che il Governo berlusconiano ha a cuore la condizione dei lavoratori dipendenti, soprattutto se donne e in attesa di un erede, adesso farebbe bene a ricredersi, sempre che sia ancora in grado di ragionare.

    Dopo i numerosi provvedimenti che restituiscono alle libere professioni e alla libera impresa la facoltŕ di pagare la quantitŕ di imposte che si desidera, mentre nessuna defiscalizzazione di salari e stipendi č nemmeno nelle ipotesi, il Governo ha pensato bene, con il decreto legge n.112 del 25 giugno 2008, collegato alla finanziaria 2009, di abrogare la legge n. 188 del 2007, riguardante uno dei fenomeni di maggiore ingiustizia sociale e di discriminazione fra i sessi sul posto di lavoro che un Paese considerato civile dovrebbe in tutti i modi impedire: le dimissioni coartate e anticipate del lavoratore al momento dell'assunzione.

    Come noto, all'inizio del rapporto di lavoro, molto spesso viene fatta firmare al dipendente una lettera di dimissioni senza data, che, poi, il datore di lavoro, nelle microimprese e in tantissimi studi professionali, utilizza quando decide di non avere piů bisogno del lavoratore. Lo stratagemma, imposto al nuovo assunto, č rivolto soprattutto alle donne ed utilizzato contro di loro nel momento in cui sono in attesa di un figlio. Il datore di lavoro, cosě, evita di pagare cinque mesi di stipendio per il congedo di maternitŕ e, nello stesso tempo, assumere un'altra persona per sostituire la futura mamma.

    Il Governo Prodi aveva vietato questa prassi da padroni delle ferriere, con la legge n. 188 del 2007. Questa legge imponeva, a pena di nullitŕ, che il lavoratore dimissionario esprimesse la sua volontŕ esclusivamente su un modulo predisposto dal Ministero del Lavoro, contenente un codice di identificazione e la data certa. Uno dei tanti abusi dei datori di lavoro era stato finalmente vietato.

    Naturalmente, il Governo Berlusconi-Tremonti, esclusivamente interessato alle esigenze delle imprese, ha pensato bene di depennare questa norma di garanzia anti-discriminazioni, con il decreto legge n. 112 del 2008 collegato alla finanziaria 2009, insieme a tutte le altre predisposte dal precedente Governo che intendevano tutelare il lavoro, la sicurezza, la dignitŕ delle persone. Come sempre, l'elettorato di riferimento di questa maggioranza (professionisti, lavoratori autonomi, microimprenditori) ha festeggiato, perché gli č stata restituita la piů ampia facoltŕ di utilizzare la manodopera come semplice costo di produzione, da innalzare o abbassare a seconda delle esigenze del ciclo economico.

    La vicenda ha provocato anche il licenziamento in tronco della consigliera nazionale di Paritŕ, Fausta Guarriello, la quale, come appare perfino ovvio, aveva criticato il provvedimento, proprio in nome dell'incarico che le era stato conferito, dato che il ripristino delle dimissioni in bianco č un arma rivolta soprattutto contro le donne.

    La Fiom ha stigmatizzato l'episodio, denunciando che "Guarriello č stata rimossa perché colpevole di non aver condiviso l'abrogazione della legge 188 sulle dimissioni volontarie e i provvedimenti legislativi sulla detassazione dello straordinario, cosě come l'annullamento di politiche di incentivo a favore dell'occupazione femminile".

    Ma la ministra Carfagna, autoproclamatasi senza ragioni evidenti, paladina dei diritti delle donne, non ha niente da dire sull'abrogazione di un provvedimento, come quello sulle dimissioni in bianco, chiaramente a sfavore delle lavoratrici e, quindi, in totale contrasto con le norme in materia di pari opportunitŕ?

 

 
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