- Il ricordo del primo giorno da ministro di Roberto Maroni dopo il voto di fiducia al Governo Berlusconi nel maggio 1994
"Mi cercavano per tutta Roma"
Un giorno di maggio di quattordici anni fa. Roberto Maroni era stato appena nominato ministro degli Interni al Viminale. In quello stesso palazzo dove fino ad allora erano entrati solo politici democristiani.
La Lega arrivava a Roma dopo un successo elettorale incredibile. L'8,36% e oltre tre milioni di voti per il Carroccio. Grande suspence per il primo Governo Berlusconi che passò al Senato solo per un voto e con lo "schiaffo" del teorico Gianfranco Miglio che considerava l'ingresso del Carroccio nell'esecutivo come "una vittoria di Pirro".
Roberto "Bobo" Maroni (nella foto proprio nel 1994 durante un concerto del Distretto 51 a Varese), allora inesperto deputato, fece diventar matto Vincenzo Parisi, allora capo della polizia. Scelse di andare in Parlamento dall'aeroporto con l'auto di un militante leghista. Poi una volta ricevuta la fiducia a Montecitorio lasciò l'aula da un'uscita secondaria. "Per poco non feci licenziare la mia scorta. Sono tornato tranquillamente in albergo a piedi e solo dopo un bel pò ho scoperto che mi stavano cercando ovunque". Gli uomini della scorta seguono ancora Maroni e oggi sorridono al ricordo di quei giorni.
La simpatia del "Bobo" padano lo aveva salvato dalle furie di Parisi che aveva sudato freddo per quelle sue iniziative.
Maroni si era distinto in fretta per quel suo fare molto informale. Aveva però subito mostrato una carica di decisionismo poco conosciuta al Viminale quando in Veneto rimosse, dalla sera alla mattina, un prefetto dopo una manifestazione di naziskin.
Un'esperienza di Governo durata solo 252 giorni perché il 17 gennaio del 1995 Berlusconi fu costretto a rassegnare le dimissioni proprio per la sfiducia espressa da Umberto Bossi.
Maroni ha poi ricoperto la carica di ministro del Welfare dal 2001 al 2006. Ma questa ormai è storia recente.
Oggi e domani si torna in quella stessa aula, ma c'è da credere che stavolta le procedure saranno diverse e nessun Parisi dovrà diventar matto a carcare il "suo" ministro scomparso.
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La Lega Nord è un partito di infami che hanno votato anche la legge Mancino, chi appoggia questa marmaglia dovrebbe vergognarsi perchè ci sono camerati che hanno pagato con il carcere la repressione anche di marca leghista.