Negli Stati Uniti la Chiesa può operare "con libertà ed impegno", ricorda il Papa
Ripercorre nell'udienza generale la visita apostolica nel Paese
CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 30 aprile 2008 (ZENIT.org).- Ripercorrendo nell'udienza generale di questo mercoledì la visita apostolica che ha compiuto negli Stati Uniti dal 15 al 21 aprile, Benedetto XVI ha sottolineato la libertà di cui gode la Chiesa nel Paese.
Il viaggio, ha osservato, è stato un'opportunità per "visitare l'amato popolo degli Stati Uniti d'America, per confermare nella fede i cattolici, per rinnovare e incrementare la fraternità con tutti i cristiani, e per annunciare a tutti il messaggio di 'Cristo nostra Speranza', come suonava il motto" della visita.
Il Papa ha definito gli Stati Uniti un "grande Paese" "che fin dagli albori è stato edificato sulla base di una felice coniugazione tra principi religiosi, etici e politici, e che tuttora costituisce un valido esempio di sana laicità, dove la dimensione religiosa, nella diversità delle sue espressioni, è non solo tollerata, ma valorizzata quale 'anima' della Nazione e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell'uomo".
In questo contesto, ha osservato, "la Chiesa può svolgere con libertà ed impegno la sua missione di evangelizzazione e promozione umana, e anche di 'coscienza critica', contribuendo alla costruzione di una società degna della persona umana".
Ricordando l'incontro con i Vescovi nel Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione, a Washington, il Papa ha lodato il cammino compiuto dal Popolo di Dio negli USA, "lo zelo dei suoi Pastori e il fervore e la generosità dei suoi fedeli, che si manifesta nell'alta e aperta considerazione della fede e in innumerevoli iniziative caritative e umanitarie all'interno e all'estero".
In quell'occasione, il Pontefice ha incoraggiato i presuli "nel loro non facile compito di seminare il Vangelo in una società segnata da non poche contraddizioni, che minacciano anche la coerenza dei cattolici e del clero stesso", esortandoli "a far sentire la loro voce sulle attuali questioni morali e sociali e a formare i fedeli laici, affinché siano buon 'lievito' nella comunità civile, a partire dalla cellula fondamentale che è la famiglia".
Nella celebrazione eucaristica al Nationals Park Stadium di Washington, ha proseguito, si è pregato perché la Chiesa negli Stati Uniti affronti "con coraggio e speranza" "le sfide presenti e future", tra cui quella dell'educazione, motivo per il quale ha incontrato nella Catholic University of America i Rettori di Università e College cattolici, i responsabili diocesani per l'insegnamento e i rappresentanti dei docenti e degli studenti.
"In un Paese a vocazione multiculturale quale gli Stati Uniti d'America - ha aggiunto -, hanno assunto speciale rilievo gli incontri con i rappresentanti di altre religioni: a Washington, nel Centro Culturale Giovanni Paolo II, con ebrei, musulmani, indù, buddisti e giainisti; a New York, la visita alla Sinagoga".
"In quella che si può considerare la patria della libertà religiosa, ho voluto ricordare che questa va sempre difesa con sforzo concorde, per evitare ogni forma di discriminazione e pregiudizio", ha dichiarato, sottolineando di aver "evidenziato la grande responsabilità dei leaders religiosi, sia nell'insegnare il rispetto e la nonviolenza, sia nel tener vive le domande più profonde della coscienza umana".
Allo stesso modo, riferendosi alla celebrazione ecumenica nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe, ha ricordato che si è pregato il Signore "perché aumenti nei cristiani la capacità di rendere ragione, anche con una sempre maggiore unità, dell'unica grande speranza che è in essi per la comune fede in Gesù Cristo".
Quanto alla visita alla sede delle Nazioni Unite, il Papa ha detto di aver ribadito, nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, "il valore di tale Carta, richiamandone il fondamento universale, cioè la dignità della persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza per cooperare nel mondo al suo grande disegno di vita e di pace".
"Come la pace - ha osservato -, anche il rispetto dei diritti umani è radicato nella 'giustizia', vale a dire in un ordine etico valido per tutti i tempi e per tutti i popoli".
Su questa base, il Pontefice ha rinnovato "il fattivo impegno della Chiesa Cattolica per contribuire al rafforzamento di relazioni internazionali improntate ai principi di responsabilità e di solidarietà".
Il Papa ha anche ricordato la Messa per i sacerdoti e i consacrati nella Cattedrale di Saint Patrick, a Manhattan, e l'incontro con i giovani e i seminaristi svoltosi presso il Seminario diocesano.
Ai giovani, "per loro natura assetati di verità e di amore", ha proposto alcune figure di uomini e donne che hanno testimoniato in modo esemplare "il Vangelo della verità che rende liberi nell'amore, nel servizio, nella vita spesa per gli altri".
"Guardando in faccia le tenebre di oggi, che minacciano la vita dei giovani, i giovani possono trovare nei santi la luce che disperde queste tenebre: la luce di Cristo, speranza per ogni uomo", quella speranza "più forte del peccato e della morte" che ha guidato anche la visita a Ground Zero.
Il viaggio del Papa è culminato nella celebrazione eucaristica nello Yankee Stadium di New York, dove ha celebrato i bicentenari delle più antiche Diocesi dell'America del Nord.
"Il piccolo gregge delle origini si è enormemente sviluppato, arricchendosi della fede e delle tradizioni di successive ondate di immigrazione - ha concluso -. A quella Chiesa, che ora affronta le sfide del presente, ho avuto la gioia di annunciare nuovamente 'Cristo nostra Speranza' ieri, oggi e sempre".
Fonte: Zenit, 30.4.2008