Elezioni locali, disfatta laburista
Crisi Brown, testa a testa a Londra
Secondo la Bbc i Torys a livello nazionale sono al 44%, contro il 24% del Labour
che diventerebbero il terzo partito superati anche dai lib-dem (25%)
dal corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Il premier britannico Gordon Brown
LONDRA - Una disfatta. Le elezioni amministrative del primo maggio in Inghilterra e in Galles, primo test per Gordon Brown da quando è subentrato a Tony Blair come primo ministro poco meno di un anno fa, producono il peggior risultato degli ultimi quarant'anni per il Labour, peggiore perfino delle amministrative del 2004, quando le contestazioni contro Blair per la guerra in Iraq avevano raggiunto l'apice.
I laburisti si ritrovano addirittura ridotti, percentualmente, al rango di terzo partito, alle spalle non soltanto dei conservatori ma perfino dei liberal-democratici, finora eterno terzo incomodo della politica britannica. I risultati preliminari assegnano infatti il 40 per cento dei voti ai Tory, il 25 per cento ai lib-dem e il 24 per cento al Labour. In termini di seggi nelle amministrazioni locali, il Labour ne ha persi 212 mentre i conservatori ne hanno guadagnati 148. Le proiezioni di questi risultati a livello nazionale assegnerebbero ai Tory una schiacciante vittoria, se si votasse oggi per rinnovare il parlamento di Westminster: i conservatori otterrebbero una maggioranza di oltre 150 seggi alla camera dei Comuni, riconquistando così il potere dopo undici anni di governo laburista.
Rimane ancora incerta la poltrona più importante in palio in queste elezioni: quella di sindaco di Londra. I risultati saranno noti nel pomeriggio, ma gli ultimi sondaggi indicano una vittoria, sia pure di stretta misura, per il conservatore Boris Johnson, che prenderebbe così il posto del laburista Ken Livingstone, in carica da due mandati.
Comunque si concluda la sfida nella capitale, i primi commenti di Bbc, giornali e mondo politico parlano di un risultato complessivamente disastroso per Gordon Brown: un risultato in parte atteso, ma forse perfino peggiore del previsto. "Questa è la prova che il paese non solo è stanco dei laburisti, ma ha fiducia in un partito conservatore rinnovato, cambiato in meglio, unito e pronto a governare il bene di tutta la nazione", ha prontamente commentato David Cameron, il leader dei Tory, spesso paragonato a un "Blair di destra" per le sue doti di comunicatore e il suo spirito riformista.
Da Downing street, per ora nessun commento. Nei giorni scorsi Brown aveva detto che non intendeva dare eccessivo valore al voto delle amministrative, concentrandosi sul suo lavoro e in particolare sull'impegno a difendere il buon andamento dell'economia. Ma un ex-ministro e blairiano di ferro, Charles Clarke, afferma: "E' una grave sconfitta, su cui bisognerà riflettere". E non è escluso che ci saranno tentativi di detronizzare Brown prima delle elezioni politiche, in programma nel 2009 o al più tardi nel 2010, per presentare un leader più popolare di Brown, forse il giovane David Miliband, attuale ministro degli Esteri, alla sfida alle urne contro Cameron.
(2 maggio 2008)