“RIVOLUZIONE DEMOCRATICA"
PER SALVARE L'ITALIA

In Italia effettivamente c’è una emergenza democratica ma quest’ultima bisogna intenderla nel senso giusto e non come la intendono coloro che vogliono legalizzare i privilegi e gli abusi illegali della casta politica.
Anzi non c’è solo un’emergenza democratica; c’è oggi qualcosa di molto più preoccupante. C’è un quadro complessivo che 'mutatis mutandis' presenta impressionanti analogie con quello che precedette la Rivoluzione Francese. Al posto del Re e della sua smisurata corte di nobili parassiti e profittatori abbiamo i tanti piccoli reucci e viceré della casta politica, indifferentemente collocata sia al governo che all’opposizione, abbiamo un’anacronistica riedizione dell’alleanza del trono e dell’altare come abbiamo visto in questi giorni con tutti i reucci e viceré (anche della Cosa Rossa) a genuflettersi acriticamente alle insegne papaline. Proprio come avveniva 219 anni fa nella Francia pre-rivoluzionaria, c’è un debito pubblico ormai ingestibile, aumenta la massa di poveri che non ce la fanno più a vivere o che si stanno riducendo letteralmente alla fame e c’è un tentativo di legge elettorale concepita apposta per tenere fuori dal Parlamento coloro che vorrebbero portarvi la protesta contro la nuova casta (in Francia la rivoluzione iniziò non alla Bastiglia, ma agli Stati Generali quando clero e nobiltà volevano imporre, anche allora, la loro legge-truffa elettorale votando per ordine e non per testa). Ci sono vari sbocchi possibili per questa situazione. Escludendo ipotesi violente come fu la rivoluzione francese o un colpo di stato militare, gli sbocchi possono essere o un prolungamento all’infinito del dominio della casta, magari rafforzato da una legge-truffa ipermaggioritaria, ipotesi che sarebbe semplicemente deleteria per il Paese o una protesta qualunquistica e senza serie basi culturali che sarebbe destinata a ridare credibilità alla casta. C’è solo una via d’uscita che potrebbe salvare l’Italia; la “rivoluzione democratica”, la bandiera del vecchio Partito d’Azione così come lo è del Nuovo Partito d’Azione e cioè un profondo, radicale e globale processo di vera democratizzazione del Paese che è la cosa di cui l’Italia ha più bisogno se vuol veramente salvarsi da questa crisi apparentemente irreversibile, da questa morte lenta a cui questa oscena casta politica trasversale la sta condannando.