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    Red face Di Pietro e gli affari dell'Italia Dei Valori

    Perché Pannella ha consigliato pubblicamente a Di Pietro di ritirarsi dalla scena politica?

    Inchiesta sull'Italia dei Valori

    Pubblicato il 9 Febbraio 2008

    Radio Radicale ha realizzato un'inchiesta sull'Italia dei Valori trasmessa in diretta questa mattina. Uno speciale dedicato ad Antonio Di Pietro e al suo movimento che, stando a quanto dichiarato da uno degli intervistati, l'ex segretario Idv di Catanzaro Francesco Romano, sta ricevendo l'intera Udeur Calabrese, compreso l'europarlamentare Armando Veneto,noto penalista di Palmi eletto con il partito di Clemente Mastella e che in occasione dei funerali di Girolamo Piromalli, esponente di peso della 'Ndrangheta, tenne l'orazione funebre a nome della famiglia.

    Radio Radicale ha poi raccolto la testimonianza di Elio Veltri, sodale politico di Di Pietro per un lungo periodo di tempo. Veltri ha denunciato la presenza tra le fila dell'Idv di personale politico 'molto discutibile' sul piano morale, esponenti provenienti in gran parte dall'Udeur, oltre ad una diffusa pratica di gestione del tutto personalistica del rimborso elettorale. Di fatto l'esistenza di una Italia dei Valori parallela, costituita da soli tre soci,cioè da Di Pietro stesso, da sua moglie e dalla tesoriera Silvana Mura, creata per percepire il rimborso senza darne conto a nessuno.

    Aspetti già analizzati in precedenza da un servizio giornalistico pubblicato da Panorama e realizzato da Laura Maragnani. La giornalista di Panorama ha raccontato a Radio Radicale come è strutturata la rete di società che stanno intorno ad Antonio Di Pietro, addirittura una società immobiliare nell'Europa dell'est. Il servizio di Radio Radicale si conclude con l'intervista all'avvocato Francesco Paola che rappresenta Achille Occhetto nella causa che lo vede opposto a Di Pietro per il possesso dei rimborso elettorale delle elezioni europee del 2001 interamente acquisito da Di Pietro senza aver versato un solo euro al movimento di Occhetto "Il Cantiere" con cui l'Idv presentò le liste.


    http://www.radioradicale.it/inchiest...lia-dei-valori

    MA DI PIETRO non era quello che faceva il moralizzatore???

  2. #2
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    Per quale motivo pensate che Di Pietro si sia incistato nel PD. Un parassita che porta voti va protetto un po' come fa la mafia per i suoi picciotti che la ingrassano con le estorsioni ed altri reati.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da tucidide Visualizza Messaggio
    Per quale motivo pensate che Di Pietro si sia incistato nel PD. Un parassita che porta voti va protetto un po' come fa la mafia per i suoi picciotti che la ingrassano con le estorsioni ed altri reati.
    Direi che c'è poco da aggiungere...ma il bello è che queste notizie stanno solo sul sito dei Radicali e basta....questa è la cosa inquietante

  4. #4
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    Io questa notizia la voglio verificare approfonditamente su internet. Certo Elio Veltri lo conosco, ha scritto "l'odore dei soldi" a quattro mani insieme a Travaglio e passa per affidabile.

  5. #5
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    Red face Altre chicche dipietrine

    l'italia dei valori è un'associazione privata composta da sole tre persone che gestiscono
    e controllano tutto il flusso dei finanziamenti.


    22ml di euro di rimborsi elettorali dalla prima campagna elettorale di Di Pietro ad oggi, gestiscono inoltre un numero considerevole di operazioni immobiliarie, il tutto condito da bilanci poco chiari zeppi di spese non documentate.

    L'italia dei valori, nasce davanti ad un notaio ed è costituita da Di Pietro, Silvana Mura (che Di Pietro definisce sua carissima amica) e da Mario Di Domenico un avvocato, anch'egli amico, che farà ottenere la pensione d'invalidità alla sorella di Di Pietro, Pierina, a tempi di record.

    L'associazione (Italia dei valori) è blindatissima, per entrarvi è necessario essere autorizzati dall'assemblea della maggioranza dei soci, alla presenza di un notaio.

    Il presidente dell'associazione, Di Pietro, ha poteri assoluti, può approvare bilanci da solo, può decidere la linea politica, può decidere chi candidare.

    Mario Di Domenico, il terzo socio fondatore, dopo un po' comincia ad avere delle perplessità, scopre che i 50ml di lire da lui versati all'inizio dell'avventura per finanziare il partito non comparivano nei bilanci, tenta di capirci qualcosa, ma alla fine ha paura possa rimanere invischiato in qualche impiccio e decide di andarsene perchè un giorno qualcuno avrebbe potuto dirgli che "non poteva non sapere".

    Di Domenico viene allora sostituito dalla moglie di Di Pietro. Ora quindi, a gestire l'italia dei valori vi sono marito, moglie e un amica di vecchia data. Il figlio di Di Pietro è consigliere provinciale in Basillicata, la figlia Anna ha fatto praticantato giornalistico nell'ormai chiuso giornale dell'italia dei valori, per non dimenticare Cimadoro, cognato di Di Pietro, eletto in passato nelle liste dell'italia dei valori, aveva poi abbandonato per passare all'udeur, ora torna sui suoi passi e lo attende, per le prossime europee, un posto come capolista nell'italia Nord Est nel partito di Di Pietro .... Di Pietro a Mastella gli fa un baffo?

    Grazie ai "poteri assoluti", Di Pietro ha deciso il trasferimento della sede di partito dalla Brianza a Milano, in un immobile sito in Via Casati 1a che, di li a poco, è stato acquistato da una società che si chiama AnToCri (Anna, Toto e Cristiano, i tre figli di Di Pietro), acquistato l'appartamento ha pensato giustamente di affittarlo al partito, l'anno seguente acquista un appartamento a Roma che diventerà la sede del partito nella capitale, anche in questo caso previo contratto d'affitto... un pizzico di conflitto d'interessi??? La tesoriera del partito, Silvana Mura, decide la regolarità del tutto, dimenticando di essere anch'ella coinvolta nella società AnToCri, il/ex compagno della Mura è amministratore della AnToCri.

    Per acquistare il patrimonio immobiliare della società intestata ai figli, Di Pietro ha fatto dei mutui, ma ha tirato fuori in contanti più di 1ml di euroin tre anni...
    Arrivato a Milano da magistrato Di Pietro non è che nuotasse nell'oro. Entrato in Politica, grazie ad intervento divino comincia ad acquistare appartamenti, coincidenza... forse.

    Due appartamenti a Bergamo, uno a Bruxelles, uno a Roma, e altri ancora, più una società immobiliare in Romania in società con Cristiano Testa. La masseria di famiglia è stata ingrandita, ristrutturata e sono stati aggiunti decine di ettari poi piantati a ulivo.

    Cristiano Testa è stato nominato nel consiglio di amministrazione di un autostrada che si deve costruire in Lombardia, guarda caso dopo che Di Pietro è diventato ministro delle infrastutture.

    L'essere iscritto all'italia dei valori, non da diritto di opinare sulla linea politica ne sulla decisione delle candidature ne, soprattutto, di chiedere conto del denaro dei finanziamenti o vedere i bilanci.

    Molti di coloro che hanno tentato di veder chiaro nei bilanci, sono stati costretti a lasciare il partito.

    Alle europee Di Pietro fece un accordo politico con Ochetto e Giulietto chiesa, i rimborsi elettorali ammontavano a 5ml di euro, la somma, dopo i risultati elettorali, era da dividere in due, ma essendosi Di Pietro con astuto ingegno, accollatosi l'onere di depositare il simbolo, il rimborso è per intero a nome di Antonio Di Pietro, che ha pensato bene di rifiutare il dovuto agli alleati.

    Il machiavellico Di Pietro pensa bene di far firmare prima delle elezioni e a tutti i possibili eletti, un documento in cui rinunciano ai rimborsi elettorali, che, ovviamente, sono destinati al partito e non ad un singolo, non è il caso, credo, delle europee di cui sopra.
    ______________________________________ _____________________________________

    Sunto da un intervista a "Laura Maragnani", giornalista di "Panorama" (negli anni di mani pulite manifestava davanti al tribunale di milano a sostegno di Di Pietro).

    E' possibile ascoltare l'audio al seguente Link

    Prima della Maragnani parla Franco Romano, coordinatore dell'Italia dei valori a Catanzaro... anche questa intervista è interessante.

    http://beppegrillo.meetup.com/2/boards/thread/4193407

    E' nel blog degli amici di Grillo...quindi non credo che qui ci siano complotti e balle varie

    Sinceramente mi sembra proprio che il Tonino nazionale ci stia facendo una colossale figura di merda che, se tirata fuori, come dice Pannella, per ricattarlo, lo potrebbe riportare da dove se n'è venuto DA NOTARE COME DI PIETRO NON ABBIA SMENTITO NULLA DI QUESTA INFILATA DI VERE E PROPRIE POLPETTE DI GUANO...HA SOLO DETTO CHE PANNELLA E' INVIDIOSO :

  6. #6
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    Talking Continua la saga del Grande Moralizzatore...

    Suko... chi (si) loda si imbroda. Testa-Di Pietro soci "bulgari"
    Scritto da S.Castiglion
    martedì 12 febbraio 2008


    Il "moralizzatore" tra Bulgaria e strade Italiane...

    Per la serie "simbolo della questione morale", "l'uomo del rinnovamento contro la commistione politica & affari", oppure, se vi pare, il "meno peggio" (nel senso: uguale agli altri ma con il mantello bianco), nuovo capitolo su Antonio Di Pietro...
    Oltre a quello che avevamo scritto (mai smentito! ed anzi ripreso anche da una seria giornalista su Panorama) ora parliamo del rapporto tra Antonio Di Pietro e Tristano Testa.

    I due sono soci (50% ciascuno) di una società in Bulgaria, via Graf Ignatiev 17/5 a Varna. L'amministratore è Tristano Testa. La società si chiama "Suko" (la visura camerale estera in formato .pdf).

    Ora è già strano che un Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, considerato il "simbolo" della "questione morale", della trasparenza eccetera eccetera, apra una società in Bulgaria, anche più curioso per il suo rapporto con il Testa. Perché? Semplice.

    Tristano Testa è stato nominato nel marzo 2007 Consigliere di Amministrazione della "Società di Progetto Brebemi spa". I soci di questa società sono la "controparte" del Ministero delle Infrastrutture e non solo. Ci sono i Pizzarotti (di cui avevamo già parlato e che lo stesso Di Pietro conosce bene dai tempi di Tangentopoli!) ma anche le società della galassia di Marcellino Gavio, la Grandi Lavori - Fincosit spa, Autostrade per l'Italia spa, le Autostrade Lombarde spa con alla testa la Banca Intesa - Sanpaolo, tanto per fare qualche esempio. Nello stesso verbale dell'assemblea del 26 marzo 2007 in cui Testa è stato nominato, si afferma, in merito agli affari della società, testualmente che: "Determinante è stato il ruolo del Ministro Di Pietro, che dopo l'iniziale perplessità [ndr prima delle nomine?] si è convinto dell'utilità del progetto Brebemi e della sua importanza per la Lombardi e, con il Presidente di ANAS, dott. Cucci, ha creato un filo diretto con la Regione ed il Governatore Formigoni per l'individuazione di soluzioni per concretizzare i progetti da tempo ritenuti unanimemente vitali per il territorio."

    Non è chiaro in "rappresentanza" di quale socio è stato nominato il Testa, ma è chiaro che da quando Testa è entrato nel Cda, le lodi verso Di Pietro compaiono nei verbali dell'assemblea dei soci. Non solo è anche curioso il fatto che il Ministro assuma una decisione la mattina ed al pomeriggio il Cda è già pronto a riunirsi (naturalmente con il Testa collegato in videoconferenza, non si sa se dalla società Suko in Bulgaria o dalla residenza a Praga, ma questo non fa differenza).

    La cosa curiosa è che dai verbali - oltre ad apprendere che, naturalmente, vi è un rapporto privilegiato con uno dei proprietari (l'Intesa) delle società socie della "Progetto Brebemi spa" - la Brebemi spa opera in convenzione con il CAL spa (costituito da ANAS e INFRASTRUTTURE LOMBARDE).. Ancora più curioso è che il CAL è stato costituito qualche giorno prima della sottoscrizione con la Brebemi spa della Convenzione Unica. Testuale dal verbale del 15 novembre 2007: "Il Presidente ricorda agli azionisti che nel corso dell'assemblea ordinaria del 26 marzo u.s. era stato annunciato che Brebemi aveva siglato, lo stesso giorno, il nuovo schema di Convenzione Unica con l'ente concedente CAL spa, costituita qualche giorno prima da Infrastrutture Lombarde SpA e ANAS SpA ai sensi dell'art. 1 comma 979 L. 296/06 [ndr ministro era Di Pietro], e subentrata a quest'ultima a tutti gli effetti. La normativa sulle concessioni introdotta con la L. 286/06 (c.d. riforma Di Pietro) individua l'iter amministrativo di approvazione al termine del quale la Convenzione diviene efficace. La Convenzione Brebemi-CAL ha superato positivamente l'approvazione...
    Il presidente segnala che durante l'iter di approvazione dai seggi del Senato si sono levate alcune voci - poche, in verità - contrarie alla Convenzione, dettate da elaborazioni considerazioni palesemente errate di alcuni dati sul nuovo costo dell'opera... A tutte le argomentazioni critiche è stata fornita dal Governo, dal Ministro delle Infrastrutture [ndr Antonio Di Pietro] e dalla Regione Lombardia - con il supporto costante degli amministratori di Brebemi - una risposta puntuale ed esaustiva, che ha portato - come si è visto - alla definitiva approvazione del testo convenzionale"

    Dal verbale del Consiglio di Amministrazione del 11 dicembre 2007, testuale:
    "Il presidente informa che relativamente alla Procedura di infrazione avviata con la lettera del Commissario McCreevy nelle scorse settimane, Brebemi ha lavorato a stretto supporto di CAL e del Ministro delle Infrastrutture [ndr Antonio Di Pietro] per predisporre un ampio dossier in risposta alle osservazioni del Commissario, che riprendevano sostanzialmente le osservazioni di una parte della Commissione Lavori Pubblici del Senato alle quali il Governo e la Regione Lombardia avevano dato già ampia risposta...
    Il dossier è stato attentamente esaminato dal Ministro nel corso di due incontri: uno a Roma il 30 novembre e uno a Bruxelles il 4 dicembre. Nell'incontro del 4 dicembre tra il Ministro Di Pietro, il Presidente Formigoni e il Commissario McCreevy sono stati affrontati molti temi contenuti nel dossier ed il Ministro Di Pietro, considerato il documento sostanzialmente completo ha deciso di trasmetterlo ufficialmente seduta stante al Commissario McCreevy senza attendere la scadenza del termine del 24 dicembre prossimo..."

    Dal verbale del Consiglio di Amministrazione del 27 dicembre 2007 spuntano gli "amici parlamentari", testuale:
    "Infine il Presidente riferisce di una notizia di grande rilievo per la società. In occasione della presentazione del disegno di legge della nuova finanziaria, la Società aveva lanciato (sola nel panorama italiano) un allarme in merito all'introduzione di limiti alla deducibilità degli interessi passivi che, se applicati a Brebemi, avrebbero comportato un aggravio calcolato in circa 70 milioni di euro al PEF. E' stata pertanto avviata un'intensa attività di sensibilizzazione al problema, con l'aiuto dei Soci e degli amici parlamentari, avanzando alcune proposte correttive che sono state introdotte in emendamenti presentati e recepiti nella legge finanziaria approvata dalla Camera... E' stata così introdotta l'esclusione delle società di progetto dalla nuova normativa che impone limiti alla deducibilità degli interessi passivi."

    Davvero curioso quindi. Il socio di Di Pietro nella società estera - la "Suko" - entra nel Cda della Brebemi e la Brebemi sottoscrive una convenzione "figlia" dei provvedimenti legislativi promossi da Di Pietro, e viene sostenuta e "difesa" dallo stesso Di Pietro, anche in quel Senato vacillante dell'omai defunta legislatura, fa modificare, con gli "amici parlamentari", anche la Legge Finanziaria, ed arriva - in anticipo - a braccetto con il Ministro Di Pietro a Bruxelles.

    Niente male d'avvero. Ora aspettiamo, per un altro capitolo sul impropriamente classificato "moralizzatore", che dalla Procura di Roma si arrivi a conclusione dell'indagine su Antonio Di Pietro, a seguito delle denunce di Mario Di Domenico.

    Sugli uomini di Di Pietro nell'Anas, tra cui il suo legale di fiducia, rimandiamo a quanto già scritto nel dossier, buona lettura.

    PS
    Una nuova domanda dunque, come quelle che avevamo posto a marzo dello scorso anno, si aggiunge, ma il Tonino non risponde, come non risponde quando gli arrestano, su e giù per l'Italia segretari, dirigenti e amministratori pubblici dell'Italia dei "Valori"... niente, non una risposta, nemmeno sul fatto che dopo la caduta in disgrazia (dal punto di vista giudiziario) di Clemente Mastella & family, l'Italia dei "valori" è divenuta la terra promessa degli uderini di mezza Italia, partendo dalla Campania per arrivare alla Calabria!


    NOTA
    I verbali e documenti citati sono integralmente in nostro possesso.

    http://www.casadellalegalita.org/ind...=2434&Itemid=1

    Non c'è che dire, un moralizzatore coi fiocchi e controfiocchi...Veltroni ha scelto bene per il suo PD!

  7. #7
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    Talking Di Pietro & i consigli di Cirino Pomicino

    Antonio Di Pietro, in difficoltà per la presentazione delle liste [in campania], chiede aiuto a Cirino Pomicino. Ora, non ricorda chi è costui? Non ricorda che è un pregiudicato, con gli altri, al centro della campagna “Parlamento Pulito” di Beppe Grillo, che lui aveva sottoscritto? Ma soprattutto non ricorda che fu proprio lui, ancora con la toga, a farlo condannare a Milano? Probabilmente non ricorda o non vuole ricordare e Cirino Pomicino, nel suo ultimo libro, lo sbeffeggia tranquillamente. ( )

    Cirino Pomicino indica a Di Pietro uno dei suoi pupilli: Aldo Patriciello. Di Pietro, di conseguenza, si rivolge a Patriciello. Uomo degli affari, dalla sanità al cemento, più volte eletto a furor di popolo, un passato nella DC e nel UDC.
    ”Matton d’oro, quelli del Patriciello. Ma pericolosi. Se ne era resa conto la Procura di Roma che a fine anni 90 aveva confezionato un’inchiesta terremoto che ha visto indagati vertici imprenditoriali (in prima fila la pomiciniana ICLA e la PIZZATOTTI [di cui ci siamo già occupati approfonditamente e di cui si era già occupato anche Di Pietro, e che è legata allo stesso mondo di molti degli ambienti (p2 e pentapartito) già indicati sopra, e che ha a tutt’oggi incarichi e appalti per infrastrutture in Italia – clicca qui] ), politici (l’ex presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli e altri camerati), bancari e ministeriali. Una sfilza di appalti in tutta Italia, ma soprattutto nell’area campana, sarebbero stati al centro di una vera e propria cupola affaristica. L’inchiesta – come sovente capita a Roma – è finita tra le nebbie degli stralci & delle prescrizioni.”
    ”Un rilievo a parte meritano gli accertati rapporti – scriveva il Gip Otello Lupacchini nel 1999 – tra la ICLA spa e le imprese riconducibili a Patriciello Aldo, socio della SO.GE.CA, destinataria di una fornitura per l’ICLA dell’importo di 24,300 miliardi. La predetta società veniva raggiunta da Comunicazioni della Prefettura di Caserta in data 23 luglio 1996, laddove di evidenziava la sussistenza di tentativi in corso di infiltrazione mafiosa, tendenti ad indirizzare le scelte della società. Di fatto, ad un controllo nel cantiere di Mignano Montelungo della SO.GE.CA., in data 17 gennaio 1997, emergeva che le attività in corso si avvalevano di automezzi riconducibili al CO.V.IN., consorzio volontario inerti di Casagiove, collegato all’organizzazione mafiosa dei Casalesi, secondo le dichiarazioni di Carmine Schiavone”. “Patriciello Aldo – veniva aggiunto nel documento – in qualità di Assessore della Regione Molise, costituisce il fondamentale riferimento per Chianese Vincenzo (ispettore capo al ministero del Tesoro e presidente del collegio sindacale TAV spa, ndr) nella trattazione degli affari che costui gestisce in favore della società S.E.TEC., nella quale risultano interessati lui stesso e il genero, per il conseguimento di lavori relativi alla costruzione di un aeroporto regionale in Molise.”
    Ma di questo si occupa anche la Commissione Antimafia , con un rapporto del gennaio 1996 sulla SO.GE.CA.: “Significativa si delinea la situazione della ICLA spa, soggetto che attribuisce lavori all’impresa SO.GE.GA., incaricata della fornitura di materiali per 64 miliardi, dei quali circa 41 mediante forniture da realizzarsi in collaborazione con la CALCESTRUZZI”.
    Sui rapporti ICLA – SO.GE.CA. esiste anche un rapporto della Digos di Frosinone, marzo 1997, oltre ad un rapporto dei Ros di Roma del novembre 1998.
    La cosa curiosa è che fu proprio Antonio Di Pietro ad indagare sui rapporti intercorsi tra la pomiciniana ICLA e la CALCESTRUZZI del gruppo FERRUZZI. L’indagine vide anche il lavoro di Giovanni Falcone ad inizio 1991 a seguito di un rapporto su “Mafia e Appalti”. Nel rapporto veniva dettagliatamente evidenziati i collegamenti di alcune società del mattone nazionali (fra cui la napoletana FONDEDILE, poi passata sotto il controllo dell’ICLA), con alcuni politici e cosche mafiose potenti per il controllo di appalti in mezza Italia e riciclaggio di denaro sporco. Il “ministro dei lavori pubblici” di Cosa Nostra, Angelo Siino, farà riferimento ai lavori per l’Alta Velocità.
    Sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino, saltarono in aria pochi mesi dopo, per mano di Cosa Nostra. Si apriva la stagione stragista di Cosa Nostra, conclusasi con la “trattativa” e l’insabbiamento della mafia siciliana, sempre più attiva ma sempre meno visibile e ben protetta (da Corleone al Parlamento, come ben evidenziato nel libro “I Complici” di Abbate e Gomez).

    Qualche altro interesse di Patriciello, coincide prontamente con le indagini della magistratura.
    La famiglia Patriciello ha forti interessi anche nella Sanità da anni. Tutto ruota alla loro creatura, la NEUROMED , nata come struttura per malattie neurologiche e poi ritrovatasi convenzionata, a suon di milioni, per oculistica, cardiologia e riabilitazione. L’amministratore delegato, prima le ultime elezioni regionali del Molise, è Mario Pietracupa, eletto nell’UDC. Ed ecco un altro bel conflitto di Interessi miliardario di questa Italia. La NEUROMED può contare su un grande amico di Patriciello, Giovanni Di Renzo, direttore generale della Sanità, della Regione Molise, poi rimosso per inchieste giudiziarie.
    Nel 2002 il Tar del Molise blocca la convenzione della ASL 2 di ISERNIA, alla NEUROMED, per l’utilizzo di laboratori di cardiologia e oculistica. Nel 2003 la Regione Molise restituisce questi laboratori e avoca a se la competenza. “La cosa scandalosa – denunciano alla ASL di Isernia – è che la Regione ha dapprima occultato la delibera di Giunta sul bollettino regionale pubblicando un solo rigo con la dicitura ‘trasferimento attività ambulatoriali’, quindi ha omesso di comunicare la decisione proprio alla ASL, che lo è venuta a sapere per caso nel gennaio 2004 quando un suo dirigente parlò con una impiegata di NEUROMED. E fatto ancora più vergognoso è che nonostante lo stop dichiarato dal Tar per le prestazioni non previste dal contratto con la Regione , NEUROMED abbia tranquillamente continuato ad erogarle, ben convinta che la Regione avrebbe poi risolto il tutto”. Continuano alla ASL di Isernia: “Un altro grosso regalo per NEUROMED è arrivato il 20 settembre 2003, sotto forma di determina, la numero 93, siglata dal Direttore Generale e amico Di Rienzo. (…) In sostanza Di Renzo ha attribuito senza uno straccio di istruttoria l’applicazione del codice di disciplina ospedaliera n. 75, ossia l’alta specialità per l’attività riabilitativa. Perché possa essere concesso questo codice, che consente di triplicare i rimborsi per i 56 posti letto che NEUROMED assegna a questa branca, l’istituto interessato dovrebbe essere dotato di un reparto di ortopedia, cosa di cui NERUOMED non dispone. Oppure dovrebbe stipulare un contratto con un ospedale vicino fornito di tale reparto, cosa che la clinica dei Patriciello non ha mai fatto”. Di qui l’apertura dell’inchiesta da parte della magistratura.

    Anche la ASL 3 di CAMPOBASSO non è così lontana. Due casi emblematici.
    Siamo nel 2004, quando due medici sono stati “comandati” da una struttura privata, NEUROMED, presso la ASL. All ’Agenzia Sanitaria Regionale, ARAN, commentano così: “Una cosa inaudita e fino ad oggi mai verificatasi!”.
    , la cui famiglia è potente soprattutto nella terra d’origine, nel casertano, a Santa Maria di Capua Vetere (ne avevamo già parlato per un eletto in parlamento (Americo Porfidia).
    Chi sono questi due medici “inseriti” dalla ASL dalla società dei Patriciello? Vediamo.
    Florindo Magnifico. Ha un fratello che è dirigente della Regione Molise, un cognato è fra i tre firmatari per conto della ASL del famoso “comando”. A dirigere la ASL 2 allora era Sergio Florio, numero uno al Pascale di Napoli da cui è stato allontanato dopo polemiche. Adesso il Florio, legato al presidente della Giunta Regionale molisana, Iorio, è al vertice dell’ASL UNICA del Molise.
    Qui, anche, sono diverse le inchieste ed i rinvii a giudizio della Procura di Campobasso, da quelle per alcuni interventi chirurgici in day hospital ma registrati (e pagati) come ricoveri ordinari, a quelli per truffa, malversazione ai danni dello Stato, abuso d’Ufficio a carico del Di Renzo, del presidente di NEUROMED Erberto Melaragno, di Mario Pietracupa – ex amministratore delegato – e di Aldo Patriciello. Nella richiesta di rinvio a giudizio di Patriciello, il PM Fabio Papa, afferma tra l’altro: “Aveva intravisto nella struttura, realizzata con un corposo finanziamento della collettività, un goloso obiettivo sia per confermare ed espandere l’ascesa a polo sanitario privato del suo istituto, (NEUROMED, ndr) sia per confermare, grazie alla popolarità di queste iniziative, evidentemente sempre contrabbandate come possibilità di posti di lavoro e di sviluppo locale, la propria ascesa di politico molto votato, sia per l’ovvio lucro che poteva derivare”.
    I tre, Patricello – Di Renzo – Pietracupa -, sono in attesa dell’esito di un altro rinvio a giudizio per il pagamento privilegiato a NEUROMED per 4 milioni di euro.

    Ma i Patriciello non si fermano e tornano nella terra che gli portò le prime fortune con le cave, il Casertano. Qui acquistano la VILLA DEI PINI di Piedimonte Matese. Anche su questo affare la Procura di Santa Maria Capua Vetere, sembra aver aperto già un nuovo fascicolo.

    http://www.casadellalegalita.org/ind...1261&Itemid=27

    Mah...si vede che Di Pietro avrà fatto qualche errore nelle scelte dei suoi fidatissimi ...

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da DrugoLebowsky Visualizza Messaggio
    Io questa notizia la voglio verificare approfonditamente su internet. Certo Elio Veltri lo conosco, ha scritto "l'odore dei soldi" a quattro mani insieme a Travaglio e passa per affidabile.
    Un po' c'è qui, d'altronde parte di quest'inchiesta è vecchia che la risposta è del 20/01/07, un'inchiesta della Voce della Campania riciclata in campagna elttorale da Panorama (berlusconi) e ririciclata in campagna elettorale da radioradicale...

    http://www.pieroricca.org/2007/01/20...etro-risponde/

  9. #9
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    Qui c'è poco di riciclato e di vecchio, ci sono un bel po' di dati e tante cose interessanti :

    Scritto da S.Castiglion
    martedì 20 marzo 2007


    …e l’Avvocato di Di Pietro

    Sergio Nicola Aldo Scicchitano, calabrese di peso, oltre che legale di Antonio Di Pietro (per cui nel 2001 si era già candidato al Senato) è anche Consigliere di Amministrazione dell’ANAS spa (quella con cui lavora il Ministero retto da Antonio Di Pietro), liquidatore giudiziale C.P. FEDERCONSORZI, presidente della LAZIO SERVICE spa e coadiutore giudiziario Amministrazione straordinaria GRUPPO CIRIO. Così si legge nella sua carta intestata della missiva inviata, via fax, alla Voce della Campania (clicca qui), a cui però non è seguita la fornitura pubblica della documentazione citata dal legale di Tonino.

    Nella carta intestata l’Avvocato si è dimenticato di indicare qualche cosa. Anche lui come molti dell’Italia dei “Valori” ama gli affari. Ed ecco che si riempiono questi vuoti. Anche qui, come per il resto delle notizie riportate nel presente “dossier” volto solo a raccontare fatti!, lo studio è tratto dalle Visure Camerali pubbliche. Ed allora…

    Sergio Nicola Aldo Scicchitano si è dimenticato di citare la sua importante società VIP SPORTING CLUB srl. Società in cui divide la proprietà con Del Pasqua Paola, Nistico’ Sostene, Tarizzo Mario. L’amministratore è Nistico’ Sostene. La Società , costituita nel 1998 e registrata nel 1999, ha partecipazioni nel CONSORZIO PER IL PROGRAMMA TURISTICO DEL SOVERATESE E DELLE SERRE CATANZARESI.

    Questo CONSORZIO, dove si contano moltissime partecipazioni, oltre alle agevolazioni previste e concesse, i finanziamenti pubblici.
    Ecco quanto risulta dalla Visura tra i soci e altri titolari: Strangis Giuseppe (1944), IES EC snc, IMIS srl, FLORA srl, IGEA srl, Paparo Francesco (1965), GAL Serre Calabresi soc.cons. arl, Potente Franco (1959), TEKNES EUROPA srl, Fusto Domenico (1963), EDEN TURIST sas di Russo Maria Teresa e Giusepe & C, Iamello Francesco (1978), Iamello Santina (1976), Migisano Giovanni (1958), Confraternita SS Rosario, Migliarese Serafino (1963), Spadea Roberto (1947), Parrocchia S.Maria Catt. Maggiore, Lentini Francesco (1948), Russomanno Teresina (1950), Santoro Francesco (1967), Staglianò Giuseppe (1953), LOBARDO COSTRUZIONI srl, Campa Thomas John (1969 cittadinanza statunitense), IOZZO srl, Battaglia Antonio (1951), Ranieri Maria Giovanna (1959), Fraietta Antonio (1974), Pileggi Alfredo (1958), Chiesa S.Rocco, Migliaccio Franca (1956), Candiloro Giampaolo (1963), Morello Elisabetta (1923), SALAPADU’ srl, Barbieri Pietro (1952), Epifani Andrea (1937), Sgotto Luciana (1964), Procopio Antonella (1957), MAXEN srl, Cirillo Gerlinden Patricia (1966 cittadinanza tedesca), Valeo Giovanni (1965), Blandini Alfonso (1931), Danieli Luciano (1949), Ranieri Carmelo (1958), Anellino Concetta (1962), GINPOLIS di Pisano Maria Anna & C sas, Pizzi Domenico (1960), Smeraldi Achille (1973), GEFIS srl, Tinello Atonia (1936), DIAGNOSTICA NAUSICAA srl, Sinopoli Saverio (1958), TERRE ALTE srl, GA.LA. sas di Citraro Maurizio & C, Regenass Anita (1964 cittadinanza svizzera), Samà Pasquale (1944), Sgrò Orlando (1973), Pascali Luigi (1913), TOURINVEST srl, Sgrò Sergio (1970), Sgrò Giovanni (1964), SOCIETA’ MERIDIONALE AZIENDALE (SMA) di Guido Paola – Guido Simona & C sas, NETTUNO WIND & SAIL CHARTER di Guido Vera & C sas, ATTIVITA’ TURISTICHE CALABRESI, Gallelli Domenico (1964), ASSOCIAZIONE SVILUPPO TERRITORIO, Staglianò Antonio (1951), Denarda Salvatore (1959), Galati Manuel (1974), Grassi Paolo (1942), Proganò Rocco (1961), SERVICE FOOD srl, Mammone Aldo Natale (1947), Giorgio Teresa (1958), CALABRIA PRODUCE sas di Bova Carlo, Truglia Antonio (1977), Buttiglieri Romualdo (1956), Pelaggi Anna (1949), Bova Giovanni (1971), Lentini Vittorio Antonio (1964), Rosanò Angela (1972), Tropeano Domenico (1950), SNC IL VELIERO di Corosiniti Grazioso e Corosiniti Giuseppe, Pascali Sandra (1966), LA CASA DELLA PASA FRESCA di Palcido Migali sas, M.P.K. di Roverati Tommaso & C sas, Galati Nicola (1958), Bova Rosa Maria (1966), TA.CO sas di Concetta Tavano & C, Bova Paolo (1969), Chiesa Maria S.della Grazia, Fabiano Vincenzo (1981, cittadinanza svizzera), ZAGARE sas di Sestito Francesco & C, COOP CONCA D’ORO srl, Circosta Irene (1974), BONTA’ DELLE SERRE CALABRESI soc.coop.consort. arl, Vitaliano Pietro Salvatore (1967), Macrina Giovanni Bosco (1953), Quaranta Giuseppe (1974), POLDO soc. coop, Piattelli Giovanni (1949), Montesano Giuseppe (1929), VERDEORO soc. coop. Agricola, STELLAMARIS soc. coop, Commodoro Antonio (1961), Gatto Maria Speranza (1930), Samà Vittoria (1947), MAURIZIO RUBINO sas, PETRUSO DI BIASE MARIA TERESA, GIANNINI NICOLA & C snc, Laugelli Pietro (1963), CARELLO snc di Maida Dott. Antonio & C, LA GIARA snc di Iamello R. e Rosanò M. & C, Fiumara Francesco (1969), AZIMUTH di Giorla G. & C sas, Ruffolo Rita (1958), LA PALAPA di Vacca Armando & C sas, PIRAMIDE snc dei fratelli Riccio Nicola e Franco, PEGASO di Nicola Riccio & C sas, Battaglia Barbara (1947), PASQUINO CALCESTRUZZI di Passante Domenico & C sas, Ranieri Umberto (1958), Palleria Rocco (1975), AZZURRA srl, Roverati Tommaso (1966), OVERSEAS srl, Troiano Vincenzo (1950), Ferri Maria Barbara (1963), INV.I.TUR. snc di Ferrara Italo e Sacchi Maria Giovina, SADA srl, Richetta Maria (1951), Fodaro Domenico Antonio (1947), Manni Federico (1957), Manni Annunziata (1959), BOTTERIO 2001 srl, HOTEL IL PESCATORE d’Aiello Giuseppe &C sas, PAGUS srl, LA PERGOLA srl, Barbuto Francesco (1958) Costa Domenico (1958), De Barberis Francesco (1953), FINVEST FINANZIARIA IMMOBILIARE D’INVESTIMENTO srl, PELINGA srl, Pirro Salvatore (1950), Esposito Giovanni (1930), Ritocco Roberta (1967), Mungo Anna Maria (1969), AZIENDA AGRICOLA DEI FRATELLI PIRRITANO snc, LA S.M .E.D. di Perronace Davide & C a.s., LA TAZZA D ’ORO di Monea Lorenzo & C sas, ESTATE srl, POGGIO DE’ NORMANNI srl in LIQUIDAZIONE, BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI MONTEPAONE, TURINVEST srl, Passafaro Giulio (1968), GESTIONI MARE srl, VIP SPORTING CLUB srl.

    IL CONSORZIO per il TURISMO che vede tra i partecipanti (beneficiari delle agevolazioni e dei finanziamenti) soggetti tra i più disparati come ad esempio quella per la Fecondazione Assistita (idea vacanza?), e molte che avevano già ricevuto i finanziamenti della 488, vede come Amministratore il Presidente del Consoglio Direttivo MUZZI’ Mario di Catanzaro (1943), come Vice Presidente SAINATO Pietro di Locri (1949), gli altri Consiglieri sono: PAPARO Francesco di Catanzaro (1965), MAZZA Domenico di Catanzaro (1949), IOZZO Mario di Catanzaro (1941).

    Il primo dei soci (abbiamo rispettato l’ordine della Visura), Giuseppe Strangis, è stato rinviato a Giudizio a Catanzaro, quale presidente di altro Consorzio, Corasoll, insieme a Giovanni Dima (ex assessore all’agricoltura in Regione, di AN), al termine di un indagine del GICO per appropriazione indebita di fondi pubblici e voto di scambio.

    Crediamo che l’Avvocato Scicchitano abbia, quindi, molto impegno in questa attività, visto che in terra di Calabria e della Basilicata è difficile poter competere con certi “gruppi di potere” che vedono uniti politici-imprenditori-mafia ma anche avvocati e magistrati, proprio nel settore dei finanziamenti nazionali ed europei e per i villaggi turistici, ed in generale nella promozione e nelle strutture turistiche, come evidenziato dalle recenti indagini, con arresti eccellenti e rinvii a giudizio a Vibo e Potenza-Matera.

    Questo, sicuramente gli da molto da fare. Come ad esempio gestire la più grande azienda di precariato del Lazio, la Lazio Service , di cui è Presidente. (Ma Di Pietro non era contro il precariato?, mah)

    Certamente con la sua esperienza nell’ANAS conosce bene certi meccanismi di infiltrazione mafiosa e quindi possiamo stare tranquilli. Va sempre tutto bene! In questa nuova Italia, di “Valori“ e “nuova politica”.


    PS 1
    Qualcuno potrebbe dimenticare che l’Italia dei Valori, con i suoi gruppi Parlamentari, ha assunto una posizione “in difesa delle prerogative dei deputati condannati e indagati per mafia”. Infatti ha votato contro sia alla proposta di legge dell’On. Angela Napoli sia dell’Emendamento dei Comunisti Italiani che volevano proibire l’accesso in Commissione Antimafia a condannati ed indagati per reati contro la pubblica amministrazione e reati di mafia. L’avreste mai detto?

    E secondo voi può essere vero che in Calabria, la “terra prediletta” di Prodi ma anche di Di Pietro (oltre che del suo legale Scicchitano che è stato ripetute volte negli anni chiamato come legale dalla Regione Calabria – con quella siciliana - responsabile dell’intasamento degli uffici giudiziari) viste le sue numerose visite “guidate” dall’Aurelio Misiti, l’Italia dei Valori, con il suo Consigliere Regionale Maurizio Feraudo, anche membro della Commissione Regionale sulla Mafia, NON ha mai chiesto le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio Regionale con una maggioranza (trasversale) di eletti inquisiti-imputati-rinviatiagiudizio-condannati-prescritti-oagliarresti? Certamente che si! Non solo non ha mai chiesto le dimissioni, ma si è organizzato benissimo per lavorare al meglio, assumendo un componente del Coordinamento Regionale dell’IDV in Regione, Lizzano Alessio (1965) e chiedendo, dopo la litigata tra Tonino e Beniamino, di sostituire l’Assessore Donnici che non rappresentava più l’Italia dei “Valori” in quella “limpida” giunta. Ma non è tutto, l’impegno per la legalità del Consigliere Regionale calabrese Feraudo è strepitosa, forse perché è anche membro della Commissione Regionale sulla Mafia. Non solo continua a votare a sostegno della Giunta Loiero, ma con una sanità controllata dalla ‘ndrangheta (esempi? Asl di Locri e Asl di Vibo – sembra in arrivo anche una pesantissima Relazione anche su quella di Melito Porto Salvo!) e lui, l’esponente locale del “moralizzatore” ha tuonato, nell’aprile 2006, quando la Relazione Basilone era conosciuta solo per qualche piccola indiscrezione: “Occorre andare in fondo”. Peccato che da allora non ne abbia più parlato! Sulla Sanità a Vibo Valentia, diceva nel 2006, che “laddove dovesse confermarsi l'impianto accusatorio… preoccupano e destano sconcerto” aggiungendo “Il quadro che ne sta venendo fuori…conferma che l'azione dell'esecutivo regionale, improntata sul rigore e sull'affermazione della legalita' ad ogni livello, e' il presupposto ineludibile per garantire alla Calabria quello sviluppo che in passato e' stato negativamente compromesso e condizionato da simili episodi" (AGI 23.05.2006). I risultati raggiunti dalla Regione li vede solo lui, noi ne avevamo già parlato e se vuole può darci un occhio (clicca qui). Infatti: la Asl di Locri è stata Commissariata dal Governo Centrale (non dalla Regione che approvava puntualmente i Bilanci che non esistevano o erano tarrocati!) ed è di pochi giorni fa la notizia che a Vibo Valentia la ‘ndrangheta controllava, come a Locri, la Asl. Notizia contenuta in un ennesima Relazione dei reparti investigativi dello Stato. La Regione dove era? E poi non gli hanno detto che il 90% delle strutture sanitarie pubbliche della sua regione sono state trovate, pochi mesi fa, con gravissime irregolarità dai NAS? Probabilmente nessuno gli ha detto nulla, e probabilmente, quindi, non sa nemmeno che ogni anno approva stanziamenti di fondi (quest’anno un aumento di stanziamento di oltre 100milioni di euro) che vengono mangiati dalla ‘ndrangheta anziché servire per le cure e la tutela della salute dei suoi concittadini? Nessuno gli ha spiegato che è la Regione l’Ente che nomina i Dirigenti delle ASL e che controlla Bilanci e le gestioni? Ma chi lo ha mandato? Ahh, scusate, Di Pietro.

    http://www.casadellalegalita.org/ind...1262&Itemid=27


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