La democrazia diretta è una forma di democrazia nella quale il membro del popolo non è obbligato a delegare il proprio potere politico, ma può sempre avere
la possibilità di proporre e votare direttamente le leggi mantenendo soprattutto la possibilità decisiva di modificare direttamente le regole del gioco (la costituzione). La democrazia diretta è stata la prima forma di un governo democratico, affermatosi nel V secolo a.C. ad Atene.
La Svizzera è l'unico stato che applica la democrazia diretta a livello nazionale, cantonale e comunale.
Il popolo può bloccare una legge o una modifica della costituzione deciso dal parlamento tramite referendum o può imporre un cambiamento legislativo o costituzionale tramite un'iniziativa popolare. In due cantoni svizzeri, Canton Appenzello Interno e Glarona, la votazione avviene in modo tradizionale tramite alzata di mano (Landsgemeinde), altrove il voto viene espresso al seggio o per corrispondenza. Comunque esistono istituti di democrazia diretta in quasi tutte le democrazie moderne, anche se perlopiù sono fortemente limitati dai rispettivi governi o parlamenti.
Uno strumento di democrazia diretta che sta affermandosi nella nostra cultura è il bilancio partecipativo dall'esperienza di Porto Alegre in Brasile. La democrazia diretta venne anche utilizzata nelle assemblee decisive del Sessantotto.
Fra i sostenitori della democrazia diretta vi sono sicuramente gli anarchici del ramo socialista, che rifiutano la democrazia rappresentativa.
Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione potrebbero essere sfruttate per nuove forme di democrazia diretta e-democracy (per esempio oggi è concepibile, almeno in Occidente, un referendum elettronico).
Argomentazioni a favore della democrazia diretta
* Non rappresentativa. Gli individuali eletti nella democrazia rappresentativa tendono a non essere rappresentativi demograficalmente. Di solito sono quasi sempre sani, istruiti, maschi e ristretti al maggiore gruppo etnico o religione che un campione casuale produrrebbe. Inoltre tendono ad essere concentrati in determinate professioni legate al campo legislativo. La democrazia diretta vorrebbe essere interamente rappresentativa assumendo il suffragio universale (dove ognuno può votare)
* Conflitto di interessi. Gli interessi dei rappresentanti eletti non sono necessariamente quelli del popolo. Spesso, ad esempio, i rappresentanti vogliono alzare il proprio salario anche quando è già al di sopra della media.
* Corruzione. Nella democrazia diretta la possibilità di corruzione è ridotta perché sarebbe necessario corrompere un numero maggiore di individui
* Partiti. Nella democrazia rappresentativa quando i singoli rappresentanti entrano in un partito devono compromettere i propri valori per allinearsi al pensiero del partito. Invece nella democrazia diretta le persone non hanno bisogno di aderire alle opinioni popolari.
* Transizione governativa. Il cambiamento da un partito che comanda ad un altro potrebbe causare un cambiamento o la distruzione delle leggi.
* Costo delle elezioni.
* Mancanza di trasparenza.
* Insufficiente grandezza del campione. Infatti spesso vengono fatti errati pronostici prima delle elezioni.
* Mancanza di affidabilità. Una volta eletti i rappresentanti possono cambiare idea ed agire come vogliono. Le promesse sono spesso infrante e spesso agiscono contrariamente ai desideri di chi li ha votati.
Argomentazioni contro la democrazia diretta
* Scala. La democrazia diretta funziona bene su sistemi piccoli (ad esempio l’antica Atene e l’odierna Svizzera) ma è più difficile da realizzare su larga scala. I suoi sostenitori controbattono dicendo che l’utilizzo della federazione potrebbe ridurre questo problema.
* Praticità ed efficienza. I referendum diretti sono lenti e costosi. I sostenitori della democrazia diretta controbattono dicendo che l’utilizzo del voto elettronico risolverebbe tale problema.
* Demagogia. Il popolo è facilmente convinto da capi carismatici.
* Complessità. I problemi politici sono spesso complicati e non accessibili dall'uomo medio. I sostenitori della democrazia diretta controbattono dicendo che le leggi non devono essere complicate e che spesso anche i rappresentanti si trovano a votare in ambiti non a loro appartenenti.
* Apatia dei votanti. L’uomo medio non è interessato in politica.
* Interesse personale. Questo è un problema della democrazia in generale, ma è più acuto in quella diretta.
* La democrazia è più di una procedura.
Democrazia diretta nella Antica Atene
Con Clistene nasce la democrazia nel 508 a.C. La democrazia radicale si raggiunge con Efialte e Pericle.
Per partecipare all’assemblea sono necessari due requisiti:
* Essere cittadino ateniese, di sesso maschile
* Essere maggiorenne cioè aver superato
18 anni
L’assemblea ha potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Per il potere legislativo ha solo il potere di proporre ma non abolire leggi. L’assemblea è presieduta da un individuo scelto a caso e tutti possono intervenire indossando una corona di mirto, simbolo di inviolabilità.
Democrazia diretta in Svizzera
In Svizzera la democrazia ha sia forma diretta che rappresentativa. La fusione delle due forme non è una caratteristica unica della Svizzera ma rispetto agli altri paesi ciò è accentuato. I cittadini possono sia proporre leggi sia respingere leggi già approvate dal parlamento.
Sono presenti numerosi metodi per consultare il popolo, a seconda della questione:
* Iniziativa popolare per la revisione totale della Costituzione federale. 100 000 aventi diritto di voto possono proporre la revisione totale della Costituzione e tale revisione è sottoposta al Popolo per approvazione.
* Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione federale elaborata. 100 000 aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione presentata in forma di progetto elaborato e tale revisione è sottoposta al voto del Popolo e dei Cantoni.
* Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione federale generica (sostanzialmente si obbliga i rappresentanti a legiferare su un dato argomento secondo principi generici). 100 000 aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione in forma di proposta generica e tale revisione, se respinta dai rappresentanti, è sottoposta al voto del Popolo. Se approvata i rappresentanti elaborano il progetto proposto dall'iniziativa.
* Referendum obbligatorio. Devono essere approvate dal voto del Popolo e dei Cantoni le modifiche della Costituzione, l’adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sopranazionali e le leggi federali dichiarate urgenti (prive di base costituzionale e con durata di validità superiore a un anno). Devono essere approvate dal Popolo le iniziative popolari per la revisione totale della Costituzione, le iniziative popolari per la revisione parziale della Costituzione presentate in forma di proposta generica e respinte dai rappresentanti ed il principio di una revisione totale della Costituzione in caso di disaccordo fra i due rami del parlamento.
* Referendum facoltativo. Se 50 000 aventi diritto di voto o otto Cantoni (repubbliche federate della Svizzera) ne fanno richiesta sono sottoposti al voto del Popolo: le leggi federali, le leggi federali dichiarate urgenti (con durata di validità superiore a un anno), i decreti federali, i trattati internazionali.
La popolazione votante si aggira intorno al 40%. Per aumentare questo numero si sta sperimentando l’uso del voto elettronico.
In Svizzera, come in tutti i paesi democratici, i cittadini eleggono i propri rappresentanti. Ma la Svizzera dà ai cittadini anche la possibilità di partecipare direttamente al processo decisionale. Benché la democrazia diretta non sia una prerogativa unica della Svizzera, il sistema svizzero è probabilmente il più ampio nel mondo. I cittadini svizzeri possono sia fare proposte legislative, sia respingere la legislazione già approvata dal Parlamento.
L'unico caso in cui il Parlamento può agire contro questo diritto è se la proposta legislativa è anticostituzionale o se viola il diritto internazionale.
Iniziativa popolare
Se gli elettori (di solito un gruppo di interesse) raccolgono 100.000 firme a favore di una determinata iniziativa, la questione deve essere sottoposta ad una votazione in tutto il paese. In teoria, un'iniziativa può trattare solo temi di carattere istituzionale, ma in pratica sono tenute su questioni molto diverse. Di recente sono state lanciate iniziative su questioni quali i tagli alle spese militari (respinta) e la limitazione della popolazione straniera al 18% (respinta). Iniziative più "originali" hanno riguardato una semplificazione della procedura per l'apertura delle case da gioco (accolta) e il divieto della produzione e della vendita dell'assenzio (accolta).
La prima iniziativa lanciata con il sistema attuale, per la quale si votò nel 1893, chiedeva che fosse vietato il metodo ebraico di macellazione senza lo stordimento iniziale dell'animale. Passò, contro il parere del Parlamento.
Referendum
Gli svizzeri usano il termine "referendum" per indicare una votazione popolare indetta per opporsi ad un testo legislativo già approvato dall'Assemblea federale. Se una persona o un gruppo contrario al testo legislativo proposto riesce a raccogliere 50.000 firme entro 100 giorni dalla sua data di pubblicazione ufficiale, gli elettori saranno chiamati a decidere. Nella maggior parte dei casi un referendum è indetto solo se coloro che hanno un interesse particolare per la questione riescono a raccogliere un numero sufficiente di firme. Tuttavia, le autorità sono tenute ad indire un referendum se la legge proposta riguarda un emendamento costituzionale o la firma di un importante accordo internazionale senza possibilità di recesso.
Quanto si vota?
Il popolo svizzero è chiamato a votare circa quattro volte all'anno su una ventina di questioni di importanza nazionale. Ci possono essere anche più referendum ed/od iniziative a livello cantonale e comunale, su questioni prettamente locali come l'acquisto di quadri particolari per il museo municipale, l'orario di apertura dei negozi, una modifica della destinazione d'uso di un terreno. Le autorità locali cercano di far coincidere le proprie votazioni con quelle nazionali, in modo da non chiamare gli elettori alle urne troppo spesso.
Nel dubbio si vota NO ma la discussione è sempre importante
Alcune votazioni sono chiare e comprensibili ed interessano la gente perché riguardano la loro città, il loro lavoro o i loro figli. Altre volte il quesito non è così chiaro e gli elettori non sono sicuri dell’influsso che potrebbe avere sulla loro vita quotidiana. Molti, nel dubbio, votano NO. Solo la metà delle proposte dei referendum e solo un decimo di quelle delle iniziative popolari sono approvate dagli elettori. La partecipazione al voto di solito è intorno al 40%. Si sta ora considerando la sperimentazione del voto per via elettronica, con la speranza di incrementare in questo modo la partecipazione.
Anche se un’iniziativa non è approvata, il dibattito che ne deriva costituisce un importante contributo alla vita politica, è può spesso cambiare gli atteggiamenti a lungo termine.