Ora dico basta al federalismo
di Giovanni Sartori
http://www.corriere.it/editoriali/07...eralismo.shtml
Il governo Prodi regge l’anima con i denti e l’opposizione (Berlusconi) lo vuole morto e basta: nessun accordo su niente. Ma ecco—sorpresa, sorpresa— che dai meandri oscuri di Montecitorio sbuca un progetto di riforma costituzionale: un disegno di legge già stilato e già sottoposto alla Commissione Affari costituzionali presieduta dall’onorevole Violante. È sorpresa perché finora sapevamo che Prodi e la sua striminzitissima maggioranza erano mobilitati come un sol uomo (o donna, la bravissima Anna Finocchiaro) nel far passare la Finanziaria.
Ma ora sappiamo che alla Camera c’è chi lavora 48 ore su 24, e con altrettanta urgenza, per varare un «progettino» costituzionale. Sì, progettino; perché è monumentalmente lacunoso. Le riforme costituzionali davvero necessarie e urgenti sono due: l’introduzione della sfiducia costruttiva (il premier non può essere dismesso senza la contemporanea indicazione del suo successore), e la preminenza del capo del governo stabilita dal fatto che solo lui si presenta al Parlamento per la fiducia (il che implica che i suoi ministri possono essere cambiati a sua discrezione).
Ma di queste due riforme nel progettino in questione non c’è traccia. L’intento è soltanto di stabilire alla chetichella che il nostro Paese è oramai «federale». Dopo divagazioni varie, nell’articolo 7 del progettino si legge: «L’articolo 70 della Costituzione è sostituito dal seguente: la funzione legislativa dello Stato è esercitata collettivamente (sic!) dalla Camera dei Deputati e dal Senato federale della Repubblica...». Federale? Se così, si dovrebbe cominciare dal modificare l’articolo 1 che sinora dice così: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Ma, appunto, siamo al cospetto di un progettino (ino, ino). Quale ne è il senso? Per parafrasare Andreotti, pensare male è peccato, ma è anche, spesso, pensare il vero. E il vero è, sospetto, che il Palazzo di sinistra si vuole ingraziare Bossi per aiutare il governo Prodi a sopravvivere.
Sartori pensa che il progettino della Commissione faccia diventare l'itaglia un paese federale?? Ma su che pianeta vive?? Già su questo forum in un 3d avevamo individuato tutte le lacune e contraddizioni di questo progetto, che pur andando in una direzione giusta prendeva strade alquanto poco federali. Ma forse per l'esimio costituzionalista, è meglio spararla grossa senza leggersi una beata fava. Del resto di balle ne abbiamo sentite molte in questi anni, a cominciare dallo stesso Sartori che scrisse a suo tempo che il federalismo avviato in Italia nel 1997 aveva comportato un «aggravio per i conti dello Stato di almeno 61 miliardi di euro». Insomma, il federalismo era già partito ormai da dieci anni e non ce ne siamo accorti!?!
Come già in passato, si svende il Paese per trenta denari. E su questa premessa dico la birbonata che covo in seno. Ho sempre chiesto: quanto costerà il federalismo? Costerà non solo in denaro (in sprechi di denaro) ma anche in inefficienze e appesantimenti burocratici aggiuntivi? Come forse qualcuno ha notato, sul punto è calata una cappa di silenzio. Mistero. Ma ora il mistero è svelato da una fotografia concreta, visibile, dell’Italia così come effettivamente è, e cioè da La Casta di Rizzo e Stella. Il volume ha già venduto un milione di copie, e spero che ne continuerà a vendere. Vorrà dire che c’è un largo e crescente pubblico in grado di capire come sarà (Dio non voglia) un’Italia federale. S’intende che l’Italia non è tutta come descritta da Rizzo e Stella.
Cioè, l'itaglia ha un debito pubblico enorme e uno schifo generalizzato che il suddetto libro ha posto quanto mai in evidenza, ed è colpa di un non meglio precisato federalismo (concetto tra l'altro poi sputtanato dalla casta legaiola) mai visto nemmeno con la lente e non della stessa natura dello stato italico, centralista, prefettizio, parassitario, meridionalista e antistorico?!
Ma l’Italia che descrivono è già sufficiente, più che sufficiente, per mandare tutto il Paese a picco. Rinvio a un’altra occasione l’illustrazione del nostro record di non-governo e di malgoverno romano. Resta il fatto che strade e ferrovie, rigassificatori, centrali elettriche, inceneritori di rifiuti, eccetera, sono sempre più bloccati, ovunque, da amministrazioni locali «ricatto» che chiedono soldi e benefici per concedere permessi. Se non vogliamo che il Paese precipiti sempre più nel caos, nella paralisi burocratica e nelle distorsioni clientelari, il federalismo non va attuato ma disattivato. Non sono il solo a pensarlo; resterò il solo a dirlo?
Il problema è che non è mai stato attuato, caro Sartori.
Scriveva Miglio anni fa: è cominciata la mobilitazione di tutti i partiti, grandi e piccoli, di tutte le consorterie, di tutti i giornali, dei settimanali, delle televisioni, di tutti gli scrittori, gli elzeviristi e i predicatori (ecclesiastici compresi) comunque interessati alla sopravvivenza del “sistema”. Più che un esercito è una gigantesca “corte dei miracoli”: ci sono tutti, nani, giganti, storpi, sciancati, zoppi, ciechi, in carrozzella o barellati (…). La sconfitta significherebbe il crollo della sterminata bottega in cui i “partitanti” succhiano il sangue dei loro connazionali. A vederli ora riuniti e incolonnati, si ha un’idea di quanto numerosa sia la legione di parassiti che, un po’ alla volta, sono riusciti a infiltrarsi in ogni angolo del Paese. C’è da restare sbigottiti. Come proiettili essi usano tutte le banalità e tutti i luoghi comuni inventati negli ultimi anni, compresi quelli più arrugginiti e ormai vuoti di significato. (…) L’accusa scagliata con più furore - o meglio strumentalizzata e sfruttata con maggiore spregiudicatezza - è quella di attentare mediante il modello federalista all’“unità nazionale”. (…) Proprio mentre nella cultura occidentale va in crisi il modello dello Stato unitario, in Italia si tenta di conservare il privilegio partitocratrico occultandolo sotto la maschera del salvataggio "della Patria e dell’ordine".
Vivono immersi nel centralismo della fogna italica e già si preoccupano e sparano numeri a caso. Ma probabilmente Sartori sul federalismo (mai visto finora, ma nel frattempo sputtanato a go go) da disattivare ha ragione: da attivare resta solo e soltanto l'indipendenza.
03 novembre 2007