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  1. #1
    Kether è Malkuth del NM
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    Predefinito convegno: la Cina ci interessa - Torino 27 ottobre

    versione provvisoria del manifesto:
    (seguiranno aggiornamenti)


  2. #2
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    cosa vuol dire " Rivolte medie annue"?

    conosco poco la Cina, di quel poco che so apprezzo che hanno posto un limite alla durata del mandato dei capi.

  3. #3
    Kether è Malkuth del NM
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    Citazione Originariamente Scritto da Masherov Visualizza Messaggio
    cosa vuol dire " Rivolte medie annue"?

    conosco poco la Cina, di quel poco che so apprezzo che hanno posto un limite alla durata del mandato dei capi.
    la cina ha un sacco di cose positive e negative. Sta a noi scoprirle e ad analizzarle con criticità e senza ideologia.

  4. #4
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    ma lotta internazionalista chi sono?? che orientamento hanno?? comunque il convegno pare decisamente interessante, si sa già in linea di massima chi interverrà??

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Masherov Visualizza Messaggio
    cosa vuol dire " Rivolte medie annue"?

    conosco poco la Cina, di quel poco che so apprezzo che hanno posto un limite alla durata del mandato dei capi.
    credo che si riferisca al numero degli scontri tra manifestanti e polizia, che nelle campagne sono molto frequenti

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Kowalsky Visualizza Messaggio
    credo che si riferisca al numero degli scontri tra manifestanti e polizia, che nelle campagne sono molto frequenti
    Un miliardo e mezzo di persone, concentrate per l'80% sulle coste, con uno sviluppo economico con tante ombre.

  7. #7
    Kether è Malkuth del NM
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    Citazione Originariamente Scritto da Masherov Visualizza Messaggio
    Un miliardo e mezzo di persone, concentrate per l'80% sulle coste, con uno sviluppo economico con tante ombre.
    esatto. Proviamo ad accendere qualche piccolo riflettore. Questo lo scopo.

  8. #8
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    È proprio vero che la libertà è preziosa; così preziosa che dovrebbe essere razionata.
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    esatto. Proviamo ad accendere qualche piccolo riflettore. Questo lo scopo.
    Ci puoi dire di più sugli organizzatori?
    Comunque della cina c'è davvero bisogno di parlarne con criticità ed attenzione.
    Perchè le borghesie (pseudo) liberali d'occidente continuano a fare l'apologia del libero mercato ma invocano barricate protezioniste contro i mercati orientali?
    Perchè le borghesie occidentali riscoprono l'umanitanesimo civile nei confronti della Cina ma si dimenticano delle violazioni nei loro paesi (da guantanamo ai CPT alle guerre "umanitarie")?
    Perchè le borghesie occidentali non ricordano mai il livello di emancipazione della donna raggiunto in Cina o l'abbattimento impressionante della povertà rispetto ai vicini democraticissimi indiani (di cui peraltro nessuno mai ricorda l'infinitamente più oppressivi ruolo giocato dall'induismo in fatto di diritti civili rispetto al tanto vituperato islam)?
    Che tipo di modello economico è applicato in Cina: socialismo, capitalismo, o una nuova versione orientale del corporativismo?
    Che ruolo hanno attualmente le componenti marxiste all'interno del PCC?

    Queste sono solo alcune delle domande che mi sovvengono, spero si possa approfondirne alcune.

  9. #9
    Kether è Malkuth del NM
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    Citazione Originariamente Scritto da komsomol Visualizza Messaggio
    Ci puoi dire di più sugli organizzatori?
    Comunque della cina c'è davvero bisogno di parlarne con criticità ed attenzione.
    Perchè le borghesie (pseudo) liberali d'occidente continuano a fare l'apologia del libero mercato ma invocano barricate protezioniste contro i mercati orientali?
    Perchè le borghesie occidentali riscoprono l'umanitanesimo civile nei confronti della Cina ma si dimenticano delle violazioni nei loro paesi (da guantanamo ai CPT alle guerre "umanitarie")?
    Perchè le borghesie occidentali non ricordano mai il livello di emancipazione della donna raggiunto in Cina o l'abbattimento impressionante della povertà rispetto ai vicini democraticissimi indiani (di cui peraltro nessuno mai ricorda l'infinitamente più oppressivi ruolo giocato dall'induismo in fatto di diritti civili rispetto al tanto vituperato islam)?
    Che tipo di modello economico è applicato in Cina: socialismo, capitalismo, o una nuova versione orientale del corporativismo?
    Che ruolo hanno attualmente le componenti marxiste all'interno del PCC?

    Queste sono solo alcune delle domande che mi sovvengono, spero si possa approfondirne alcune.
    Gli organizzatori sono: ovviamente noi di Idea Sherwood (www.ideasherwood.org) insieme ai circoli internazionalisti torinesi e non, che sono di ispirazione marxista. Pagine marxiste è un giovane gruppo genovese di ragazzi molto preparati sul piano teorico, anche loro di chiara ispirazione marxista.

    Provo a rispondere brevemente alle tue domande.
    1) Perché il mercato orientale fa paura e rischia di ingoiare tutto. Come al solito si invoca libertà quando essa serve per fare affari, la si elimina quando è un freno o una minaccia ai propri affari.
    2) Beh, diciamo che ci sono differenze quantitative notevoli. Comunque anche qua è consuetudine cercare nel "nemico" degli elementi di demonizzazione spesso proiettando i propri difetti.
    3) Bella domanda. Questioni di apparentamento economico suppongo.
    4) Altra bella domanda. Forse non basterà tutto il convegno per definirlo.
    5) Credo che il PCC sia completamente marxista, almeno come metodo di analisi. Cioè applica un'analisi materialista abbastanza impeccabile.

    Inserisco un mini-report dei nostri interventi alla preconferenza tenuta giorni fa.
    Cina, il paese delle contraddizioni titaniche.
    Se è vera la definizione del titolo, individuare un punto di analisi che pretenda di essere complessivo è come tentare di catturare un uragano in un vasetto di vetro.
    La Cina viaggia a grandi passi verso l'Olimpo delle super potenze mondiali, ma a che prezzo e con che passo?
    Quello che poi è interessante capire sarebbe pure: qual è il modello economico che il PCC persegue nell'obiettivo strategico di una Cina in vetta al mondo?
    Esiste il socialismo in Cina?
    Noi, del resto, come ci dobbiamo rapportare?
    Gli interventi Sherwoodiani alla fine hanno ruotato intorno a questi concetti chiave.
    Provo a inserire qualche elemento di essi qua sul forum.

    1) Mao vinse una guerra patriottica, in cui la sintesi nazionale (espressa dal PCC che è la stella grossa della bandiera) è derivata da 4 elementi (le 4 stelle piccole) che si coalizzano per un obiettivo comune: gli operai, i contadini, la piccola borghesia e i capitalisti patriottici (progressisti). Quindi la contraddizione di classe cinese è risolta (sulla carta) dalla sinergia delle 4 componenti di classe, che non scompaiono ma che divengono organiche al partito. Questo meccanismo è ancora oggi quello che di fondo porta avanti la politica centralizzata della Cina: all'interno del partito le diverse anime di classe combattono politicamente per l'egemonia.
    2) La destra del partito controlla di fatto l'economia e lo sviluppo, destra che rappresenta la borghesia liberista cinese. Nonostante ciò il concetto (molto asiatico) di sintesi e sinergia è portato avanti, tanto che al prossimo congresso il segretario del partito avanzerà la tesi che è stata già definita, in preview, "società armoniosa". Abbiamo quindi una sorta di società organica frutto della consapevolezza dei dirigenti comunista dell'impossibilità per la sola classe salariata di portare avanti il processo di sviluppo delle forze produttive. Essi decisero di inserire dosi di capitalisti progressisti per un mix che facesse da antidoto al dirigismo sovietico in una prospettiva socialista. Quanto di tutto questo è rimasto sulla carta o sia un obiettivo strategico cinese non è chiaro. Parrebbe, ma al momento sono nel campo delle ipotesi (lo studio continua), che l'obiettivo del partito sia quello di diventare soggetto principe della concorrenza globale e, solo dopo, dare la botta socializzatrice definitiva. Pia illusione o strategia in salsa agrodolce?
    3) Fatto sta che la Cina si avvia a grandi passi a dominare le contraddizioni interne tramite tutti gli strumenti a disposizione: dalla pianificazione dell'accesso al consumo alla repressione più brutale. Nonostante ciò le condizioni della popolazione cinese sono in costante miglioramento globale, con molte stratificazioni (specie tra città e campagna). Il PCC ha predisposto aumenti salariali consistenti nel prossimo periodo (a balzi di 10% alla volta).
    4) Repressione. Dopo lo scontro finale tra sinistra maoista e destra liberal-comunista, terminato con x migliaia di morti in piazza Tiananmen (dove x varia dai 2 ai 9), la componente di classe prettamente operaia e contadina continuano a rimpinguare focolai di rivolta contro le politiche di partito che, in un'ottica di lungo periodo, non vanno tanto per il sottile nell'immediato. Migliaia di scioperi (che sono illegali in Cina), centinaia di morti, migliaia di anni comminati ai manifestanti...questo è il quadro annuale della Cina in sviluppo, il suo rovescio della medaglia.
    5) L'accesso nelle città può avvenire solo tramite un equivalente italiano del permesso di soggiorno, il che implica che in Cina ci sono centinaia di milioni di contadini clandestini nelle città che lavorano in nero, senza diritti, di fatto invisibili per le autorità. La corruzione è un fenomeno dilagante, ci sono 250 milioni di iscritti al PCC, che, tolti i giovani (fino ai 31 anni) e i pionieri (fino ai 14), fanno 110 milioni di funzionari e burocrati. In questa massa disumana di persone, moltissime sfruttano l'ingresso al PCC (comunque difficile, non è che ci si iscrive ed è finita lì) per ottenere mansioni più remunerative. La corruzione in Cina è punita con la morte, questo per indicare la gravità del fenomeno.
    In Cina il controllo delle nascite impone di avere un solo figlio. Il figlio successivo costa alla famiglia una multa pari a 10 volte lo stipendio annuale del capofamiglia. Questo implica che nelle campagne vi siano circa 300 milioni di figli non riconosciuti che fanno la spola tra i villaggi e le campagne per non essere arrestati dalle FF.OO. Chi viene beccato con 2 o più figli viene posto a sequestro di tutti i possedimenti fino all'importo della multa, sequestri anche di infissi di porte e finestre (visti in foto personalmente). Se non bastasse c'è la distruzione della casa.
    6) La sanità non è nazionale ma provinciale. La sanità copre una percentuale delle spese mediche in funzione degli anni di contribuzione, fino all'80%. Un giovane, quindi, paga quasi la totalità delle cure personali. Nonostante una copertura fino all'80%, il restante 20% è spesso troppo per i budget di un anziano medio cinese, il che provoca morti, arresti, e sfighe varie.
    7) Il modello economico cinese è un mix di centralizzazione e liberismo. Gli economisti cinesi, onde evitare i problemi URSS, hanno creato un mercato misto dove aziende private concorrono con quelle nazionalizzate. Anche le aziende private estere che vengono aperte in Cina (sotto supervisione del PCC) sono sempre in joint venture con il governo, che preleva una parte del plus valore estratto per finanziare lo sviluppo.
    Questo meccanismo funziona a quanto pare molto bene in termini di concorrenzialità, molto meno sul piano socialista. Qua si apre il grosso nodo: è meglio sviluppare le forze cinesi per un futuro migliore oppure garantire nell'immediato alla classe tutto il surplus estratto, però pregiudicandosi il futuro? Il PCC, cagato sotto dalla fine dell'URSS, ha optato per la prima soluzione.
    8) Indubbiamente in Cina il socialismo si dipana nella società, piccole e grandi casematte che a mio avviso siano assolutamente da salvare. La fase di ritirata strategica (spesso pure a gambe levate) del comunismo mondiale sembra non arrestarsi affatto. Per questo motivo è necessario fissare ed ancorarsi ad ogni residualità socialista o esperimento in quella direzione, che si affacciano sul mondo. Nessuna realtà odierna può portare a una rivoluzione o ad un miglioramento complessivo della società, resta il fatto che Farc, Chavez, Nepal, Cina, Cuba, ... siano esperienze da non gettare nel cesso in nome di un massimalismo che non possiamo assolutamente permetterci. Abbiamo disperatamente bisogno di una vittoria. Anche piccola.

  10. #10
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    Mio piccolo contributo

    Sono stato in Cina e Hong kong una settimana per un viaggio di lavoro...circa 6 mesi fà.

    La Cina si sta aprendo agli investimenti esteri (con agevolazioni fiscali e tax holidays che variano a seconda della tipologia di attività e delle zone geografiche in cui viene costituita la società)...le limitazioni ex lege si stanno riducendo, per contro, sempre di piu'.

    Una società estera puo' aprire una subsidiary commerciale di distribuzione (FICE) in Cina senza la necessità di avere una partecipazione cinese (neanche di minoranza).

    Non posso essere invece preciso per altre tipologie di imprese (di produzione e/o operanti in settori particolari come quello agricolo).

    Lo statuto delle società è equiparabile in tutto e per tutto a quello di una normale società occidentale....massima libertà quindi per forme di puro capitalismo orientato al margine e alla distribuzione di dividendi.

    L'unico obbligo che la legislazione della RPC impone negli statuti delle società commerciali e da cui si puo' intuire qualche strascico della rivoluzione culturale è il seguente:

    CHAPTER X LABOUR UNION ORGANIZATION


    Article X General


    X.1 The employees of the Company shall have the right to establish a labour union and to participate in the activities of such trade union in accordance with the laws in China. The Company shall, upon request, provide the necessary conditions for the labour union and actively support the work of the labour union.

    X.2 The Company shall pay, on a monthly basis, an amount equivalent to 2% of the actual total salary paid to the employees as union fee when the labour union is established. The union fee will be used by the union of the Company in accordance with the relevant regulations established by the National Federation of Labour Unions.

 

 
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