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Discussione: Tibet

  1. #1
    Comunista democratico
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    Predefinito Tibet

    Tibet
    di Enrica Collotti Pischel


    ... anche i tibetani ebbero lunghi – e in genere molto ostili – rapporti con l’Impero cinese e nel corso dei secoli scesero in folte schiere dal loro inospitale altipiano per insediarsi nelle regioni cinesi a ridosso delle montagne, dove rimangono, pur essendo numericamente una minoranza rispetto agli han e ad altre genti. Il Tibet vero e proprio, il vasto altipiano, tutto al di sopra dei 4–5 mila metri, se si esclude la valle di Lhasa, fu conquistato dall’Impero cinese nel 1721 e nel 1751 inserito nell’amministrazione cinese in modo regolare, attraverso la presenza di funzionari, anche se tra i Dalai Lama e gli imperatori esisteva anche un rapporto personale di reciproco legame.

    Qualsiasi governo cinese, quello imperiale, quello del Guomindang e quello della Repubblica popolare hanno sempre considerato il Tibet un territorio appartenente allo Stato cinese. Nessun paese al mondo oggi riconosce uno status di indipendenza al Tibet e neppure il Dalai Lama la rivendica. Su questo non possono sussistere dubbi.

    Al momento dello sfacelo del potere cinese all’inizio del secolo XX, tuttavia, il potere britannico in India cercò di penetrare in Tibet e di stabilire rapporti con l’aristocrazia schiavista e monastica che lo controllava. Gli inglesi cercarono anche di attribuire uno status internazionale alle autorità tibetane, invitandole nel 1913 alla conferenza di Simla, dove, nonostante le proteste della delegazione dell’Impero cinese, si fecero cedere i territori che tuttora sono contestati tra India e Cina. Neppure gli inglesi, però, riuscirono a portare avanti il tentativo e durante la seconda guerra mondiale chiedevano regolarmente al governo di Chiang Kaishek il permesso di sorvolo sul Tibet per gli aerei che portavano aiuti. Poi vennero la rivoluzione e la proclamazione della Repubblica popolare cinese: l’ingresso in Tibet dell’esercito rivoluzionario era soltanto la conclusione di una guerra civile e non la conquista di un territorio esterno alla Cina, come va ripetendo da anni la campagna tenace e subdola condotta in occidente con gran rinforzo di attori di Holliwood e patiti delle nuove religioni esoteriche.

    Nel 1951, la Repubblica popolare cinese concluse un accordo con le autorità tibetane, politiche e religiose, e istituì un regime di autonomia, gestito con il consenso del Dalai Lama. Però nel 1956–57, in un momento di massima tensione tra Stati Uniti e Cina popolare, la Cia sostenne una rivolta dei tibetani insediati nella regione cinese del Sichuan.

    A seguito di una serie di manovre (c’è di buono che la Cia deve rendere conto delle sue spese al contribuente americano e così, ogni tanto, si sa qualcosa) e probabilmente con qualche complicità dei sovietici ormai ostili a Mao e alla Cina, i rivoltosi si trasferirono a Lhasa, chiesero e ottennero il consenso del Dalai Lama. I cinesi repressero la rivolta e il Dalai Lama, con gran parte della classe dirigente tibetana, si trasferì in India, a Dharamsala, dove ha costituito un governo tibetano in esilio, finora non riconosciuto da alcun paese.

    Da allora è iniziata nel mondo intero un’intensa campagna di delegittimazione morale e storica del potere cinese sul Tibet, penetrata largamente nell’opinione pubblica occidentale, benché non abbia mai portato a prese di posizioni giuridiche dei governi. Per parte loro, i governanti cinesi sottoposero dopo il 1959 la società tibetana a profonde trasformazioni cercando di allevarsi una classe dirigente alternativa che doveva tutto alla rivoluzione. Furono soprattutto questi giovani "giacobini" tibetani che durante la rivoluzione culturale distrussero templi e simboli della civiltà tibetana, dando ulteriore fiato alla campagna anticinese. Dopo la morte di Mao, è stato ripristinato il regime di autonomia ed è stato dato maggiore spazio alla popolazione tibetana, anche se è continuata, in alcune fasi con molta intensità, la repressione contro le spinte indipendentistiche e i movimenti separatistici.

    Oggi il Tibet, che resta molto povero, sta trasformandosi: i pastori nomadi sparsi ricevono qualche piccola assistenza dall’esercito popolare cinese che continua a gestire un minimo di strutture sanitarie, mentre la valle di Lhasa sta diventando un’attrazione turistica e molti tibetani trovano conveniente accettare la politica tradizionale dei cinesi verso le minoranze: comprarne il consenso con un minimo di benessere.
    Myrddin

  2. #2
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    Predefinito Cina

    I cinesi in soccorso dei porti liguri


    di Redazione - mercoledì 08 agosto 2007, 07:00

    Cinesi sempre più disponibili a sbarcare e a fare affari in Liguria, e molto interessati, in particolare, all’auspicato sviluppo dei traffici portuali. È una vera e propria iniezione di fiducia nel «sistema» regionale quella di cui si compiace soprattutto il presidente Claudio Burlando nel descrivere (ieri mattina, nel palazzo di De Ferrari) le nuove opportunità offerte dagli accordi riguardanti gli scali di Voltri e Vado. Innanzi tutto: la nuova linea di trasporto marittimo che collega Genova con il Far East e i diversi porti cinesi tra cui Shanghai. Lo annuncia il responsabile per il Mediterraneo del gruppo China Shipping, sesto al mondo per movimento container, C.L. Xie: obiettivo primario è favorire le esportazioni sull’asse Italia-Cina e ampliare la raccolta delle merci a un bacino che comprenda, oltre al Nord Italia, anche Svizzera, Germania e Austria, e faccia riferimento alle banchine genovesi sia per l’import, sia per l’export.

    Il responsabile del gruppo ricorda con orgoglio: «Siamo nati appena dieci anni fa e oggi gestiamo 25 porti in Cina, un terminal in Usa e uno a Malta. Abbiamo cantieri navali e fabbriche di contenitori, 430 navi per 60 milioni di tonnellate di stivaggio e trasportiamo 450mila teus all’anno». In Italia il movimento è di 110mila contenitori che già entro il 2007 si punta a far crescere del 30 per cento. La sede italiana del gruppo cinese, a Genova, occupa 65 persone, «ma è in espansione». Resta il fatto che, per mantenere le promesse, ci vogliono anche trasporti efficienti: per questo, China Shipping ha in corso trattative con Trenitalia per «servizi specifici di collegamento con le aree industriali dei Paesi confinanti con l’Italia».

    Nel frattempo, fa passi avanti l’ipotesi di mantenere a livello locale le risorse «in più», il cosiddetto extragettito tributario generato dall’incremento di traffici. In questo senso, si è attrezzato il porto di Vado dove il finanziamento dei lavori per la nuova piattaforma container potrebbe diventare il primo esempio di federalismo fiscale applicato ai porti. Se il governo - spiegano Burlando e l’assessore Carlo Ruggeri - accoglierà la richiesta della Regione con una norma da inserire nella prossima Finanziaria, una parte dei 450 milioni di euro necessari per i lavori della piattaforma (destinata a fare aumentare il movimento di container da 350mila a un milione di teu) potrebbe arrivare da un’operazione finanziaria basata sul conteggio delle nuove entrate fiscali prodotte dall’aumento del flusso dei container e «trattenute» dallo scalo. Il progetto di Vado costa complessivamente 450 milioni, di cui 150 a carico di un consorzio privato guidato dal gruppo Maerks e 80 dello Stato. I 220 mancanti, si spera arrivino dalle istituzioni bancarie, attratte dalle entrate future legate all’extragettito.

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=198162
    Myrddin

  3. #3
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Poi vennero la rivoluzione e la proclamazione della Repubblica popolare cinese: l’ingresso in Tibet dell’esercito rivoluzionario era soltanto la conclusione di una guerra civile e non la conquista di un territorio esterno alla Cina, come va ripetendo da anni la campagna tenace e subdola condotta in occidente con gran rinforzo di attori di Holliwood e patiti delle nuove religioni esoteriche.
    Certo certo come no. Questo si chiama revisionismo, lo stesso revisionismo
    che la sinistra condanna quando qualcuno tenta di riscrivere la storia
    dell'italia, facendo passare il fascismo come un movimento esente da colpe.

    L'ipocrisia della sinistra radicale non accenna a fermarsi. Finche' il revisionismo e' pro-comunismo, allora lo si sponsorizza, quando invece e'
    contro il comunismo lo si colpevolizza. Cosi' e' troppo facile pero'.

  4. #4
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    Predefinito Il più povero

    Il più povero
    Enrica Collotti Pischel
    da "il manifesto" del 9/1/2000

    Molte cose dovrebbero essere dette a proposito del mito del Tibet che ha preso piede, anche nei ranghi della sinistra. Dal cinematografico "Shangri-la", al di fuori del tempo, dello spazio e del clima, alle ovvie seduzioni di turismo "estremo", dalle tendenze a vedere esempi validi in civiltà rimaste primitive e tagliate fuori dal processo della storia, alla sistematica disinformazione diffusa da potenti mezzi mediatici statunitensi e al fascino che sugli occidentali delusi esercitano le religioni e le ideologie esotiche ed esoteriche, tutto confluito in un'affabulazione della quale sono stati vittime in primo luogo proprio i tibetani.

    Certamente sono uno dei popoli più poveri del mondo, esposti a molteplici forme di oppressione: tra esse quella cinese è stata con ogni probabilità meno gravosa di quella esercitata dai monaci e dagli aristocratici, dei quali i pastori e i contadini erano fino al 1959 "schiavi", nel senso letterale del termine, in quanto sottoposti al diritto di vita e di morte dei loro padroni.

    Che poi tutti, ma con ben diverso vantaggio, trovassero conforto nel ricorso ad una delle forme più degradate di buddhismo (il buddhismo tantrico tibetano popolato di fantasmi e di incantesimi ha ben poco a che vedere con la meditazione intellettuale e la creatività artistica dello Zen), si può anche comprenderlo.

    Per fare un minimo di chiarezza è necessario comunque precisare alcune cose. Il Tibet non stato "conquistato dalla Cina comunista nel 1950": dopo precedenti più discontinui rapporti, fu conquistato dall'impero cinese, nella prima metà del secolo XVIII e da allora stato considerato parte dello stato cinese da tutti i governi della Cina, anche dal Guomindang. La Cina (in cinese "Stato del Centro") è stato ed è uno stato multietnico nel quale è in corso da millenni un processo di trasferimenti di gruppi etnici e soprattutto di fusione dei gruppi periferici entro quello più importante che rappresenta nove decimi dei cinesi ed è sempre stato capace di offrire ai suoi membri una maggiore prosperità e i benefici di una cultura più concreta.

    Mettere in discussione la natura multietnica della civiltà e dello stato cinesi significherebbe mettere in moto la più spaventosa catastrofe degli ultimi secoli. Quella praticata dalla Cina non è mai stata una politica di "pulizia etnica" bensì di fusione entro un insieme non etnico ma contraddistinto da una comune cultura e da comuni pratiche produttive: più che sterminarle, i cinesi hanno comprato le minoranze.

    E' vero che i tibetani per ragioni geografiche sono, entro lo "Stato del Centro" il gruppo più lontano dalla comune cultura, però da 250 anni sono stati sempre governati da funzionari cinesi nominati dal governo centrale: giuridicamente e istituzionalmente ciò ha un senso.

    Gli inglesi all'apice del loro potere sull'India all'inizio del secolo XX intrapresero, tuttavia, una serie di manovre per staccare il Tibet dalla Cina e porlo sotto la loro influenza giungendo, nel 1913 a convocare una conferenza a Simla nella quale le autorità tibetane cedettero vasti territori all'India britannica. Nessun governo cinese ha mai accettato la validità di quella conferenza. Nel periodo precedente il 1949 il governo del Guomindang considerava il Tibet a pieno diritto, parte del proprio territorio, tanto che durante la Seconda guerra mondiale concedeva il diritto di sorvolo agli aerei alleati.
    Myrddin

  5. #5
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Che poi tutti, ma con ben diverso vantaggio, trovassero conforto nel ricorso ad una delle forme più degradate di buddhismo (il buddhismo tantrico tibetano popolato di fantasmi e di incantesimi ha ben poco a che vedere con la meditazione intellettuale e la creatività artistica dello Zen), si può anche comprenderlo.
    Mi e' bastato leggere questo paragrafo per capire che la persone che
    sta scrivendo di Buddhismo Tibetano e di Zen, probabilmente non ne' ha
    mai letto una pubblicazione in vita sua. Non esiste nessuna pubblicazione
    in cui il buddhismo tibetano sia associato a "fantasmi e incantesimi".

    Documentarsi prima di scrivere cose senza fondamento.

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Quella praticata dalla Cina non è mai stata una politica di "pulizia etnica" bensì di fusione entro un insieme non etnico ma contraddistinto da una comune cultura e da comuni pratiche produttive: più che sterminarle, i cinesi hanno comprato le minoranze.
    E' una vergogna che ci sia gente che scrive queste cose sui quotidiani
    nazionali. Niente rispetto per i morti caduti sotto il regime comunista che
    ha invaso il Tibet.

    E poi VOI, venite a parlare di Antifascismo...ipocriti.

  6. #6
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    Predefinito Cina: L'esercito Popolare Compie Ottant'anni

    CINA: L'ESERCITO POPOLARE COMPIE OTTANT'ANNI

    PECHINO - Si celebra domani l'ottantesimo anniversario della costituzione dell' Esercito Popolare di Liberazione cinese, nato il 1 agosto 1927.

    Per l'occasione, sono state preparate nuove divise per i militari in stile occidentale e una sontuosa cerimonia in onore dei veterani dell'esercito.

    Nonostante la patina di apertura che si è dato negli ultimi anni, secondo gli esperti, l'Esercito di Liberazione Popolare desta comunque preoccupazione nei Paesi che confinano con la Cina e il suo principale obiettivo rimane quello di essere in grado di riprendere Taiwan, l' isola di fatto indipendente che Pechino ritiene parte del proprio territorio. "L'esercito cinese - commenta David Shambaugh, esperto dell'argomento e docente alla George Washington University - sta facendo significativi sforzi per dimostrare il proprio cambiamento, ma la strada per la trasparenza è ancora lunga".

    Qualcosa, a questo livello, sta cambiando già adesso: secondo gli esperti, a favorire la trasparenza sarebbero la progressiva modernizzazione dell'apparato, iniziata già alla fine degli anni Settanta sotto la leadership di Deng Xiaoping, sia il bisogno da parte della Cina di rassicurare i vicini sul proprio arsenale. "L'esercito cinese - ha detto da parte sua il generale cinese Luo Yuan - si sta sempre più allineando alle misure internazionali e alla trasparenza".

    Secondo i dati relativi alla spesa militare dei vari Paesi nel 2006 diffusi dal Sipri (Istituto internazionale per la ricerca sulla pace, di Stoccolma), la forza cinese risulta in grande crescita: gli Stati Uniti restano il primo Paese al mondo per la spesa militare, con un budget di 528 miliardi di dollari, seguiti da Regno Unito e Francia, rispettivamente 59,2 e 53,1 miliardi di dollari, ma la Cina si avvicina, raggiungendo la quarta posizione, con una spesa complessiva di 49,5 miliardi di dollari: un budget superiore a quello del Giappone, quinto in classifica, di circa sei miliardi di dollari. Con i suoi 2,3 milioni di soldati arruolati, l'esercito cinese è il più grande del mondo, e continua a crescere, raggiungendo una spesa dichiarata che quest'anno tocca i 44,94 miliardi di dollari. La cifra viene contestata dai servizi segreti occidentali che ritengono che la spesa reale sia il triplo di quella dichiarata. Due episodi dimostrano come recentemente la potenza militare cinese sia cresciuta. Nel gennaio scorso la Cina ha abbattuto con un missile uno dei suoi satelliti fuori uso, dimostrando di potere neutralizzare eserciti tecnologici come quello americano e mettendo a rischio, secondo quanto affermato dal Comando Generale dello U.S. Air Force, l'intero sistema di satelliti che vigilano sulla sicurezza nazionale statunitense.

    "Questo tentativo riuscito ha affermato il capo dello staff dell'Air Force, Michael Moseley - mette a rischio la maggior parte dei nostri satelliti che gravitano attorno alla Terra a bassa quota, inclusi quelli che sono estremamente importanti per la nostra sicurezza interna".

    La scorsa settimana, infine, un'unità dell'aeronautica cinese, è partita per la Russia orientale per un'esercitazione antiterroristica sponsorizzata dalla SCO, la Shanghai Cooperation Organization, l'organizzazione internazionale che ha come scopo la riduzione delle forze militari sui confini tra questi Stati e la collaborazione in materia di stabilità e sicurezza dell'area, di cui fanno parte, oltre a Cina e Russia, anche Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tagikistan e Uzbekistan. L'operazione è stata definita dal comandante della prima unità di trasporto, Zheng Yuanlin "una pietra miliare nella storia dell'aeronautica cinese perché trasportavamo per la prima volta sulla lunga distanza uomini e armamenti".

    2007-07-31 16:14
    http://www.ansa.it/opencms/export/si...127995250.html
    Myrddin

  7. #7
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Amico del Vento Visualizza Messaggio
    Mi e' bastato leggere questo paragrafo per capire che la persone che
    sta scrivendo di Buddhismo Tibetano e di Zen, probabilmente non ne' ha
    mai letto una pubblicazione in vita sua. Non esiste nessuna pubblicazione
    in cui il buddhismo tibetano sia associato a "fantasmi e incantesimi".

    Documentarsi prima di scrivere cose senza fondamento.
    Ma tu cosa sai del buddhismo tibetano? I mantra secondo te, se per caso ne sai qualcosa, in cosa differiscono dagli abracadabra per chi non crede nella religione?
    E le visualizzazioni dei bodhisattva?
    Scrivi a caso o per sentito dire?

    La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.
    Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico.
    Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più conosciuto è il mantra Om (AUM).
    In Tibet, molti buddhisti incidono i mantra nella roccia come forma di devozione.Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale concentrazione. I mantra vengono utilizzati anche per accumulare ricchezza, evitare pericoli, o eliminare nemici. I Mantra hanno origine in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo, popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali
    da http://it.wikipedia.org/wiki/Mantra
    Myrddin

  8. #8
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    Predefinito Il ruolo della Cia

    Il ruolo della Cia

    Non ha alcun senso dire che la Cina conquistò il Tibet nel 1950; nel 1950 le forze di Mao completarono in Tibet il controllo sul territorio cinese; nel 1951 fu raggiunto un accordo con il Dalai Lama per la concessione di un regime di autonomia.

    Verso il 1957, nel pieno dell'assedio statunitense alla Cina, i servizi segreti inglesi e americani fomentarono una rivolta dei gruppi di tibetani arroccati sulle montagne delle regioni cinesi del Sichuan e dello Yunnan, lungo la strada che dalla Cina porta al Tibet; i cinesi repressero certamente la rivolta con pugno di ferro: nelle circostanze internazionali nelle quali si trovavano e nel loro contesto etnico non era razionale pensare che si comportassero diversamente.

    Alla fine del 1958 i servizi segreti inglesi annunciarono che all'inizio del 1959 essa si sarebbe trasferita a Lhasa e avrebbe cercato l'appoggio del Dalai Lama. Ed infatti ciò che avvenne: sullo sfondo della rivolta, il Dalai Lama dichiarò decaduto l'accordo per il regime autonomo e fuggì con la maggioranza della classe dirigente tibetana in India, dove costituì un proprio governo in esilio e il proprio centro di propaganda. Nessun governo al mondo ha riconosciuto questa compagine.

    Recentemente la Cia (i servizi segreti americani sono infatti obbligati a rendicontare prima o poi le loro spese di fronte ai contribuenti) ha ammesso di aver finanziato tutta l'operazione della rivolta tibetana.
    di Enrica Collotti Pischel da "il manifesto" del 9/1/2000



    La Cia e il Tibet

    " Dal 1955 la CIA inizio' a costruire un esercito controrivoluzionario in Tibet, molto simile ai Contras in Nicaragua e, piu' recentemente, al finaziamento ed addestramento dell'UCK in Kosovo. Il 16 agosto 1999 su Newsweek e' apparso l'articolo "Una guerra segreta sul tetto del mondo - i monaci e l'operazione segreta della Cia in Tibet", nel quale si descrivono in dettaglio le operazioni CIA dal 1957 al 1965. Analogamente, il principale articolo del Chicago Tribune del 25 gennaio 1997 descriveva lo speciale addestramento dei mercenari tibetani a Camp Hale nelle Montagne Rocciose in Colorado, per tutti gli anni '50

    Tali mercenari furono paracadutati in Tibet. In accordo ai famigerati "articoli del Pentagono" ci sono stati almeno 700 di questi voli negli anni 50. Furono usati C-130, come piu' tardi in Viet-Nam, per portare munizioni ed armi. Vi erano anche basi speciali a Guam e ad Okinawa, dove furono addestrati soldati tibetani. Gyalo Thumdup, fratello del Dalai Lama, segui' le operazioni, e non era certo un mistero. Se ne faceva un vanto.

    Il Chicago Tribune aveva titolato "La guerra segreta della Cia in Tibet" ed afferma in modo chiaro che "ben poco sulle operazioni Cia in Himalaya e' veramente segreto, eccetto forse ai contribuenti USA che le hanno finanziate".

    La CIA diede una rendita annuale speciale di 180000$ al Dalai Lama per tutti gli anni 60; questa e' ora una piccola fortuna in Nepal, ove aveva organizzato un esercito ed un governo virtuale in esilio. Gli USA hanno anche organizzato delle radiostazioni per proiettare in Tibet l'"immagine" del Dalai Lama come quella di un dio-re. Ralph McGhee, che ha scritto molti articoli sulle operazioni CIA, e mantiene anche un sito web, ha descritto in dettaglio come la "compagnia" abbia promosso il DL. L'ufficio CIA NATIONAL EDOWDMENT for DEMOCRACY ha procurato denaro per un fondo per il Tibet, per la Vove del Tibet, e per la campagna internazionale per il Tibet."

    Questo è un estratto di un articolo sul Tibet di S. Flouders, da Workers World 1999
    Myrddin

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Ma tu cosa sai del buddhismo tibetano?
    Ne so molto visto che sono stato per anni un appassionato ed adesso anche praticante.

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Scrivi a caso o per sentito dire?
    Scrivo perche' so quel che scrivo e in nessuna pubblicazione degna
    di riferimento si parla di "visualizzazioni dei bodhisattva".

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.


    Certo, so anche io cosa sono i mantra. Ma non vedo come poterli
    accostare a definizioni quali "fantasmi" o "incantesimi". E' solo un modo
    per concentrarsi.


  10. #10
    per il centro-sinistra
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    1) il Tibet è una regione della Cina
    2) i servizi segreti americani ed occidentali hanno corrotto gran parte delle caste religiose di quella regione (in primis il dalai Lama) per farne una zona ove alimentare manovre di destabilizzazione di ogni tipo contro il governo della repubblica popolare ed il partito comunista
    3) gli interessi della casta religiosa reaazionaria tibetana (provo orrore per chi , anche a sinistra, ha innalzato questi ricchi monaci assetati di potere a fulgidi esempi di rigore e di onestà) sono moto estesi e supportati da manovre internazionali (non chiamerei in causa l'Urss come fa la Collotti) tese a colpire la Cina in una guerra strisciante do aggressione. Questa campagna si serve di una vergognosa opera di propaganda dei media, di alcuni settori del mondo dello spettacolo, del cinema, della televisione, nonchè di alcuni intellettuali totalmente disinformati o completamente in malafede.

    Viva la Repubblica Popolare Cinese
    Viva il PArtito Comunista Cinese

 

 
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