Unioncamere del Veneto e Regione del Veneto hanno presentato la ricerca "I costi del non federalismo. Un confronto tra Veneto, regioni italiane ed esperienze di decentramento in Europa". Ne prendo spunto per riportare un po' di dati.
Unioncamere del Veneto e Regione del Veneto hanno presentato la ricerca "I costi del non federalismo. Un confronto tra Veneto, regioni italiane ed esperienze di decentramento in Europa". Ne prendo spunto per riportare un po' di dati.
Bilancio della sanitŕ
Tra il 2003-2005, il Ssn (sistema sanitario nazionale) ha accumulato quasi 13 miliardi di disavanzo, dei quali il 30 per cento č concentrato in Lazio, il 25 per cento in Campania e il 13 per cento in Sicilia: insieme assommano quasi il 70 per cento del totale. Seguono il Piemonte con l’8 e la Sardegna con il 5 per cento. Tuttavia, in termini pro-capite anche altre regioni presentano valori elevati: Lazio (253 euro), Molise (210), Campania (190), Abruzzo (137), Sardegna (126), Sicilia (111) e Valle d'Aosta (102).
Le leggende metropolitane sull'evasione
Tale modello di “federalismo competitivo” tuttavia non č stato esente da critiche. In particolare si sostiene che il modello contribuirebbe ad ampliare ulteriormente il divario tra regioni “ricche” e regioni “povere”: i detrattori, facendo leva su presunti livelli elevati di evasione fiscale nel NordEst, denunciavano il timore che le regioni “ricche” avrebbero sottratto risorse importanti ai meccanismi perequativi.
In realtŕ, i dati smentiscono questa visione: il Veneto infatti manifesta un tasso di partecipazione fiscale* (dato dall’incidenza dei contribuenti Irpef con imposta netta sul totale della popolazione) pari al 61,9%, oltre 7 punti superiore alla media nazionale.
Inoltre, il tasso di evasione rilevato** (ricavato dal rapporto tra i contribuenti e la popolazione potenzialmente percettrice di reddito) avvicina le aree venete a percentuali prossime al 90% (89,4%), ben 5,2 punti al di sopra del riferimento medio complessivo: il tasso di evasione in Veneto č infatti del 10,6% contro il 15,8% in Italia.
Il gettito recuperato dal fisco attraverso le attivitŕ di riscossione coattiva*** rappresenta nel Veneto una quantitŕ di tributi inferiore alla media nazionale: l’ammontare di risorse per contribuente (31,92 euro per abitante) colloca il Veneto su valori inferiori dell’indice di evasione media nazionale (33,48 euro); il gettito recuperato, inoltre, risulta appena lo 0,13% del valore aggiunto regionale, contro lo 0,15% del riferimento italiano. Dunque, la quantitŕ di imponibile nascosto al fisco risulta piů consistente in altre regioni rispetto al Veneto.
Pur essendo l’evasione un problema diffuso nel Paese, tutti gli indici sopra esposti confermano quindi che non č corretto indicare il Veneto come il territorio che piů di ogni altro si sottrae agli obblighi fiscali verso lo Stato e la collettivitŕ. Anzi la nostra regione emerge come un territorio che sostiene ampiamente la finanza pubblica, una regione dalla quale lo stato opera un drenaggio fiscale che si aggira sui 10 miliardi di euro all’anno.
* Dichiarazione dei redditi 2003 per l’anno d’imposta 2002.
** Calcolato sulla base delle dichiarazione dei redditi 2003 per l’anno d’imposta 2002; la popolazione č stata depurata dai minori di 15 anni e dai disoccupati.
*** I dati della riscossione coattiva 2006 (pubblicati dall’Agenzia delle entrate) sono stati rapportati alla popolazione residente al 31 dicembre 2005 (ISTAT) e al valore aggiunto a prezzi correnti (2005, ultimo anno disponibile; fonte ISTAT).
Fonte: "I costi del non federalismo" (ricerca Unioncamere Veneto)
Veneto, regione come minore evasione
(ASCA) - Venezia, 6 giu - "Tre i dati eclatanti che sono emersi oggi dalla ricerca "I costi del non federalismo" presentata da Unioncamere Veneto: il Veneto č la ragione d'Italia con la minore evasione fiscale, č quarta nella classifica delle regioni per la maggiore pressione fiscale e registra da sempre un residuo fiscale positivo (lo stato centrale preleva ad ogni veneto molto piu' di quanto effettivamente restituisca in termini di spesa pubblica)". Lo rileva Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Veneto.
I costi del sistema italiano
(ASCA) - Venezia, 6 giu - La mancata attuazione del federalismo fiscale ha prodotto una situazione di stallo che danneggia soprattutto le Regioni piu' dinamiche del nostro Paese, prime fra tutte Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Questo il quadro emerso dalla presentazione della ricerca "I costi del non federalismo" - Un confronto tra Veneto, regioni italiane ed esperienze di decentramento in Europa - realizzata da Unioncamere del Veneto in collaborazione con la Regione. Al dibattito, moderato dal giornalista Maurizio Crovato, hanno preso parte Federico Tessari, presidente di Unioncamere del Veneto, Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere del Veneto, Marino Finozzi, presidente del Consiglio regionale del Veneto. "Come e' possibile - si e' chiesto Tessari - mantenere competitivo un sistema regione ove il residuo fiscale, cioe' la differenza tra quanto i cittadini e le imprese pagano come imposizione fiscale e quanto viene speso nel territorio regionale, e' di circa 11,5 miliardi di euro l'anno'?".
L'indagine condotta dal Centro Studi di Unioncamere evidenzia infatti come l'attuale sistema di perequazione costringa le Regioni virtuose a rispettare i vincoli del patto di stabilita' interno e allo stesso tempo finanziare i flussi perequativi verso le altre Regioni italiane. Nello studio si pone grande attenzione al residuo fiscale: il Veneto registra un residuo fiscale positivo di 11,5 miliardi di euro, pari al Pil della Lettonia, 2.513 euro per abitante. Ne deriva che la nostra Regione, con Lombardia ed Emilia Romagna, si trova a ripianare i disavanzi maturati, ad esempio, in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
"Se il Veneto potesse trattenere le risorse destinate alla perequazione - commenta Tessari - la spesa locale, pur conservando la stessa pressione fiscale, potrebbe passare da 3.220 euro a 5.734 per ogni cittadino, con un aumento del 78%. E la maggiore disponibilita' di spesa produrrebbe l'aumento degli investimenti sul territorio con una sensibile crescita del Pil locale". La limitatezza dei flussi finanziari statali ha spinto le Regioni virtuose a sviluppare una sostanziale autonomia fiscale.
Nel Veneto, nonostante il federalismo sia ancora sulla carta, l'indice di autonomia e' del 68,1% (Lombardia ed Emilia Romagna sono al 78,3% e al 73,6%). Gli scarsi trasferimenti statali e l'elevato prelievo di tassazione centrale hanno costretto il Veneto, onde evitare il taglio dei servizi pubblici, ad aumentare la pressione tributaria locale, cresciuta dal 28,3% al 32,9% dal 1996 al 2003.
"Non e' possibile obiettare che l'evasione fiscale in Veneto e' piu' alta che altrove - sottolinea Tessari -. I dati dicono il contrario (il tasso di evasione in Veneto e' del 10,6% contro il 15,8% in Italia, mentre la riscossione coattiva nella nostra Regione e' pari allo 0,13% contro lo 0,15% in Italia) e il Veneto e' tra le regioni piu' virtuose in Italia. Nemmeno e' possibile obiettare che l'attuale debito pubblico impedisca l'attuazione del federalismo fiscale. I dati in nostro possesso dimostrano come, da una parte il Veneto non abbia mai generato debito pubblico, dall'altra che anche il pagamento proporzionale degli interessi ridurrebbe di poco il residuo fiscale di 11,5 miliardi di euro".