(Come concordato con templares)
http://www.politicaonline.net/forum/...=1#post5852974
(Come concordato con templares)
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(Ecco una delle figure a cui AUTENTICAMENTE ispirarsi - notizia del maggio 2005)
È scomparso Silvio Vitale, l’ultimo “autentico napoletano spagnolo”
Silvio Vitale, direttore della rivista tradizionalista napoletana
“L’Alfiere” è improvvisamente scomparso martedì 25 maggio. Ha vissuto
pienamente i suoi 77 anni, che non dimostrava minimamente, continuando a
lavorare su imponenti studi e ambiziosi progetti. Stava portando a termine
la traduzione del monumentale saggio di Francisco Elias de Tejada “Napoli
spagnola”, pubblicato da Controcorrente, di cui a breve sarebbero dovuti
uscire i due tomi conclusivi.
La sua figura, legata alla rivista “L’Alfiere” (che riprende il nome dal
romanzo-capolavoro di Carlo Alianello), è stata un faro per il
tradizionalismo napoletano: Silvio Vitale, rifiutando il semplicistico
aggettivo di “borbonico” che gli veniva costantemente affibbiato,
specificava che il concetto di tradizionalismo non si identificava
esclusivamente con l’ultima dinastia che aveva retto lo scettro di Napoli,
ma comprendeva tutto il pensiero che, nel corso dei secoli, la città ed il
regno avevano prodotto.
Ha partecipato alla guerra civile, è stato attivo nella politica (nel MSI,
ricoprendo le cariche di consigliere regionale e deputato al Parlamento
Europeo), nella vita culturale (tra l’altro organizzando l’annuale ritrovo a
Gaeta nella ricorrenza del 13 febbraio, giorno di resa della fortezza
borbonica), diventando amico personale di importanti (ancorché meno
conosciute) figure di studiosi come lo stesso Elias de Tejada e Attilio
Mordini ed ospitando sulla sua rivista, che dirigeva dal 1960, le più
prestigiose firme della cultura monarchica e tradizionalista.
Un altro dei meriti di Silvio Vitale è quello di aver contribuito a
riscoprire Antonio Minutolo, Principe di Canosa, figura emblematica della
cultura controrivoluzionaria, più realista del re e quindi “scomodo” anche
dopo la restaurazione: dopo il 1799 fu sul punto di pagare per aver cercato
di ripristinare il potere dei Sedili (le antiche circoscrizioni cittadine) e
dopo il definitivo ritorno dei Borbone fu allontanato dalla corte perché
rivelatosi ministro troppo zelante. Vitale ha tradotto in italiano corrente
alcuni suoi lavori (come il più citato che letto “I pifferi di montagna”):
lo svecchiamento ha molto giovato alla comprensione dell’opera del grande
incompreso (che finì a Modena, collaborando ad una rivista reazionaria con
Monaldo Leopardi, padre di Giacomo).
Anche negli ultimi tempi Napoli e la napoletanità erano al centro
dell’attenzione di Silvio Vitale: la sua ultima pubblicazione è uno studio
sugli stemmi del Regno di Napoli, dai Normanni ai Borbone, e la prossima
settimana si realizzerà il suo ambizioso progetto di un Istituto di Studi
Storici dedicato all’approfondimento della storia napoletana.
Con Silvio Vitale scompare una delle ultime figure di “napoletano
autentico”, di appartenente alla “hidalguia” della Napoli “quando era
Napoli”, come scriveva Francisco Elias de Tejada, che sul finire degli anni
‘50 lamentava la mancanza di intellettuali locali che (ri)conoscessero
l’importanza della tradizione culturale locale e non cercassero, da
“parvenu”, di accantonarla per sentirsi piuttosto “europei”. Tranne poche
eccezioni, rilevava lo studioso spagnolo, tra cui Antonio Altamura, Carlo
Curcio, Giuseppe Coniglio e lo stesso Silvio Vitale, che di lì a poco
avrebbe raccolto il “grido di dolore” di Elias de Tejada e, fondando
“L’Alfiere”, la rivista tradizionalista napoletana, fece per primo
rinascere, lui davvero, l’orgoglio di sentirsi napoletani.
Gianandrea de Antonellis
mi dispiace davvero tanto...
NOI SIAMO LA VERA ITALIA !
RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PATRIA !
ho sbirciato un pò sul link, ma che Dinastia proponete per riequilibrare l'Italia dei monarchici filo Savoia, cari Italianhawk e Templares? (ps.: ha risposto bene Citerione, il Tricolore senza stemma Reale è simbolo massonico)
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Caro Gilbert,
inutile ricordarci ad ogni pie' sospinto la stima reciproca, però ad essere dispiaciuto non è un membro dei conservatori (tu appunto) quanto almeno una parte dei componenti storici di questo forum.
Personalmente ero ben più addolorato del fatto che in questa stanza virtuale si sentisse sempre e soltanto una campana storica che, ripeto, con il nostro percorso politico-culturale non ha niente a che fare.
Ben venga il contributo dei filosavoia: era semplicemente necessario riequilibrare il dibattito.
spero tu riesca a trovare un filo Borbonico uinitario allora, e conservatore possibilmente!
In sessant'anni di repubblica non credo ce ne sia mai andato uno in parlamento...che odiassero i Savoia post Umberto I....mentre quelli che ci sono andati non hanno mai avutto nulla da ridire su Re Vittorio Emanuele III e Re Umberto II !
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Dico solo, da abitante dello storico triveneto, che i Borbone mai avrebbero permesso che Napoli soffocasse nella monnezza.