I metodi comunisti di Chavez: conculcare la libertà d'espressione

[Ichthys]

Chavez spegne una rete tv e accende la sua dittatura

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=178671
Fino a qualche giorno fa la sinistra italiana che inneggia al presidente venezuelano Hugo Chavez - il primo capo di Stato ricevuto a Montecitorio in pompa magna da Bertinotti - sosteneva che il suo non era un regime dittatoriale, dal momento che le principali televisioni del Paese erano ostili al governo eppure continuavano a trasmettere. Fino a mercoledì, quando Chavez ha annunciato la chiusura della principale e storica rete televisiva del Paese, Radio Caracas Television (Rctv). È su Rctv che il Venezuela ha visto i primi passi dell’astronauta Neil Armstrong sulla Luna nel 1969, i funerali di Giovanni Paolo II e la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio. È grazie a Rctv che sia i vescovi cattolici sia gli esponenti laici e liberali ostili al neo-comunismo di Chavez riuscivano a diffondere le loro idee.

Il provvedimento di Chavez è del tutto illegale: il contratto del governo con Rctv scade nel 2022, e il rinnovo della concessione nel 2007 è un atto dovuto. Il presidente ha avvertito la Corte Suprema, presso cui l’emittente ha presentato ricorso, che «comunque decidano i giudici, Rctv sarà chiusa». Qualcuno potrebbe obiettare che il presidente venezuelano ha un mandato popolare, avendo vinto le ultime elezioni con ampio margine. Tuttavia anche a proposito delle elezioni stanno emergendo particolari interessanti. Migliaia di funzionari pubblici sono stati convinti che il governo - grazie al voto elettronico - poteva sapere per chi avrebbero votato, e che chi «votava male» sarebbe stato licenziato. Certo, secondo gli osservatori internazionali risalire dal voto elettronico all’elettore era in realtà difficile. Ma perché le minacce avessero effetto bastava che si credesse che era possibile. Inoltre, con il cosiddetto «Progetto Identità» sono stati registrati come elettori decine di migliaia di lavoratori stagionali e di immigrati colombiani, dichiarati cittadini senza troppe cerimonie. I risultati del «Progetto Identità» sono stati trionfali per i successi elettorali di Chavez, ma tragici per l’ordine pubblico. Molti dei colombiani naturalizzati - che, in quanto cittadini, ora non possono più essere espulsi - sono criminali in fuga dal loro Paese o truppe mandate dalla criminalità organizzata a impiantare lucrose filiali in Venezuela. Ne è nata un’immediata recrudescenza del traffico di droga e dell’industria dei sequestri di persona, di cui come si sa hanno fatto le spese anche uomini d’affari italiani. Il rimedio di Chavez? Settimane obbligatorie d'indottrinamento a Cuba per funzionari e poliziotti.
Quando Benedetto XVI ha denunciato in Brasile il sorgere in America Latina di nuove «forme di governo autoritarie» a Chavez devono essere fischiate le orecchie. Ma sulle parole del Papa dovrebbero riflettere anche i troppi fan italiani del caudillo di Caracas. Dopo tutto, qualche «Progetto Identità» per reclutare elettori fra gli immigrati sembra in programma anche da noi.

[Lombardoveneto]

Ma il tipo con i baffi del tuo avatar è Saya?

[diocleziano (POL)]

Ma il tipo con i baffi del tuo avatar è Saya?

si

E' quel tizio lì.

[Ichthys]

Si, è lui, ma la domanda non è pertinente.

[Lombardoveneto]

Si, è lui, ma la domanda non è pertinente.

Dei quattro il migliore è l'Arcangelo Gabriele...

[Daltanius]

Ma il tipo con i baffi del tuo avatar è Saya?

me lo domandavo anche io da un bel po'!

[Daltanius]

Dei quattro il migliore è l'Arcangelo Gabriele...

c'era bisogno di specificarlo ???

[Ichthys]

O.T. ... Tutti galantuomini.

Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha deciso di non rinnovare la concessione al canale tv privato Rctv, accusato di attaccare sia Chavez sia il governo. I proprietari di Rctv sono scesi in piazza per protestare con il sostegno della società civile, ma senza successo. Rctv sostiene che la concessione dovrebbe estendersi fino al 2022 ma per il governo la data ultima è il 22 maggio. Dal 27 sul Canale 2 sarà visibile una nuova emittente, Tves.

Solidarietà ai manifestanti.

[Daltanius]

Dei quattro il migliore è l'Arcangelo Gabriele...

c'era bisogno di specificarlo ???

[Ichthys]

Chavez chiude la tv che lo critica

(da La Stampa del 16 maggio 2007, pag. 19)

di Gian Antonio Orighi

Chavez Censore Maximo. Il prossimo 27 maggio, se il Tribunal Superior de Justicia (la Nostra Corte di Cassazione) non lo impedisce, il Caudillo rosso di Caracas chiuderà la punta di diamante dell'opposizione liberale e cattolica, la storica Radio Caracas Tv (Rctv), la più vecchia e seguita emittente venezuelana in onda da 54 anni, con uno share del 40% e 3 mila dipendenti.

L'escamotage formale per la misura liberticida annunciata nel marzo scorso è che nel 2007 scade la concessione governativa, per cui la radiofrequenza passerà a fine mese alla tv statale. Ma la vera ragione è un'altra. «Rctv è una una tv golpista e non tollereremo nessun media che sia contro il popolo e l'indipendenza nazionale», ribadisce continuamente Chavez.

«Negare il rinnovo della licenza è palesemente illegale perché ignora il nostro diritto a continuare a trasmettere fino al 2022», accusa Marcel Granier, 65 anni, presidente della tv, in questi giorni in Europa per cercare appoggi, tra cui quello dell'Europarlamento. Dal '99, da quando Chavez è al potere, l'Alta Corte si è infatti pronunciata contro un governo il cui slogan è «Socialismo, Patria o Morte» sono 6 volte su 6 mila ricorsi.

Rctv è bollata dal Censore Maximo come il rappresentante più pericoloso dei «Cavalieri dell'Apocalisse», cioè anche le altre emittenti Globovisión, Televen e Venevisión. E anche se nel regime del «socialismo bolivariano» la titolarità delle televisioni può essere privata, la concessione delle licenza è pur sempre in mano dello Stato. «Chavez minaccia il giornalismo indipendente, la libertà di stampa e di informazione - sottolinea Granier -. La concessione è brandita come un castigo che minaccia altri 240 media. Il mondo non è ancora cosciente che fino a dove sia arrivato il suo processo di autocrazia».

Per il giornalismo dell'opposizione, il compito è durissimo. Il presidente di Rctv snocciola dati che la dicono lunga sulla libertà che piace al Caudillo dei petrodollari: «I nostri giornalisti sono stati aggrediti, sia verbalmente che moral*mente, dal presidente. Siamo stati persino attaccati fisicamente da bande armate al servizio del governo e abbiamo contato 148 lavoratori di Rctv aggrediti, oltre ad aver subito due tentativi di incendio della nostra sede». Dal '99, i giornalisti antichavisti uccisi sono stati 6, i feriti 285, gli attacchi contro i media sono stati 130. «Aprite gli occhi sul Venezuela», tuona, indomito ma poco ascoltato, Granier.