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  1. #1
    email non funzionante
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    Predefinito lo sbattezzo da sempre piu fastidio ai preti

    Se uno non è credente non si pone il problema. Si tratta solo di un po di acqua (speriamo pulita) che gli versano in testa e che i sacerdoti definiscono sacra tramite riti pseudomagici.
    Un rito che il grosso fa per convenzione sociale, magari non sono neppure credenti (io stesso ho fatto da testimone di nozze e ho fatto pure la comunione. Tanto non succede nulla, è come mangiare la carta del torrone, mica carne umana come pensano i superstiziosi).

    Lo sbattezzo in realtà è un'opera di bonifica statistica, cioè non risultare cattolici.
    La cosa però da parecchio fastidio ai preti.




    Orgogliosamente scomunicati

    Nane Cantatore, 15 maggio 2007
    Focus Diverse lettere al Riformista mostrano la volontà di uscire dalla Chiesa cattolica, nella quale si viene arruolati nella primissima infanzia e dal cui abbraccio è difficile districarsi, proprio perché non è certo in gioco soltanto la salvezza dell'anima




    Sabato 5 maggio la rubrica delle poste del Riformista pubblicava una lettera di Paolo Izzo, che esprimeva, con concisa completezza, del suo personale distacco dalla Chiesa cattolica, dal cattolicesimo in quanto tale e dalla religione stessa in generale, chiedendo pertanto a chi si sarebbe dovuto rivolgere per ottenere una doverosa, opportuna e trepidamente attesa scomunica. Nei giorni seguenti, molti altri lettori si sono associati alla richiesta, tanto che il clamore di un'iniziativa così partecipe ha finito per attrarre gli strali del corsivista dell'Avvenire specializzato in umorismo da sacrestia, tal Rosso Malpelo (saeculo Gianni Gennari). Vorremmo soddisfare la curiosità del primo e dei successivi scriventi, segnalando loro la campagna per lo sbattezzo dell'Uaar, Unione degli atei, agnostici e razionalisti (http://www.uaar.it/uaar/campagne/sbattezzo), che permette la cancellazione del proprio nome dai registri parrocchiali, e di conseguenza l'uscita da quella che potremmo chiamare l'anagrafe cattolica.
    L'importanza di questa anagrafe non è da sottovalutare: nella storia recente, va ricordato come proprio i registri parrocchiali abbiano aiutato le autorità di mezza Europa a individuare con certezza gli ebrei da mandare nelle camere a gas, permettendo di riconoscere nel corso delle generazioni le famiglie cristiane e di separarle da quelle massacrabili. Oggi, con la Chiesa che ha scoperto di essere sempre stata un'indefessa nemica di ogni dittatura, e che tra un pò, vista l'attenzione che si continua a prestare alla verità dei fatti, potrà persino dire di essere stata nemica di Franco e del generale Galtieri, questo tipo di utilizzo dei registri sembra leggermente caduto in disuso; ma non per questo esso è meno politico.
    La presenza di molti nomi dei lettori di queste righe nei registri parrocchiali, al di là delle loro probabili divergenze su molti articoli di fede e su un numero ancor maggiore di prescrizioni pratiche, risponde a una finalità ben precisa, quella di continuare a considerare la grande maggioranza degli italiani arruolata nella milizia di Cristo, in attesa di qualsiasi ordine venga ad maiorem Dei gloriam dal soglio pontificio, e perfettamente disponibile a riconoscere alla Chiesa cattolica un ruolo sociale, culturale, politico ed economico enormemente superiore a quello che potrebbe spettare, secondo ragione e secondo legge, a qualsiasi religione organizzata.
    Il dato della soverchiante preponderanza dei cattolici in Italia si fonda, come sua sola base oggettiva, sul numero dei battezzati; non si tiene conto di quanti abbiano proseguito nel successivo cursus honorum del rito cattolico (comunione, cresima, matrimonio in chiesa, unzione dei moribondi), non si depennano quelli che sarebbero colpiti da scomunica erga omnes (divorziati, comunisti, donne che abbiano abortito e medici che le abbiano aiutate, tanto per dire): sembra che la Chiesa, dopo essersi tanto alacremente data da fare per secoli nell'opera di individuare, espellere e punire i dissidenti al suo interno, si sia ormai data a un approccio più inclusivo, nel quale la paura fondamentale è quella di rimanere soli a spegnere i moccoli di una funzione andata deserta.
    Anche la manifestazione di san Giovanni può essere letta in questo modo: il milione di fedeli parrocchiani era lì a denunciare un preteso attacco a quella che si pretenderebbe come la più granitica delle istituzioni, quella famiglia naturale nel cui alveo si troverebbe la scaturigine e la legittimazione prima di ogni ordine sociale, e così facendo ha mostrato in pieno la paura di un gregge cattolico che, fatto per l'ammucchiata, si sente abbandonato, solo e disperso. Il fatto che si ricorra a giochetti coi numeri, a un'anagrafe unilaterale e, come ultima risorsa, alla piazza coi torpedoni appena dismessi dall'ultima gita al santuario di padre pio a 19 euro tutto compreso, mostra che la Chiesa ha paura, paura di essere abbandonata. Speriamo che questa volta abbiano ragione.

  2. #2
    il patto del tortino
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    Predefinito

    infedeli, Dio vi punirà

 

 

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